martedì 30 agosto 2022

Uncharted

 

Siamo a fine agosto, è ancora estate ed è ancora un gran caldo, anche se non più come nelle settimane precedenti. Siamo quindi ancora in quel periodo in cui fra ferie, feste e altro per me, come per molti altri è abbastanza improbabile dedicare del tempo al cinema e alla TV. Eppure capita sempre quella serata sgaffa, anche in questo periodo. Giuro, avrei voluto guardare Tenet, che è da un po' che mi sono ripromesso di vederlo, solo che durando 2 ore e mezza, ho virato su questo Uncharted di Ruben Fleischer e in meno di 2 ore me la sono cavata.

Facciamo una precisazione importante. Uncharted è un adattamento cinematografico dell'omonima serie di videogiochi per PlayStation uscita a partire dal 2007. Precisazione importante, perché il cinema di Hollywood negli ultimi anni sembra sempre più a corto di idee e oltre ad aver saccheggiato romanzi di tutti i tipi e, nell'ultimo decennio massicciamente anche dai fumetti, spesso ha ripiegato anche sui videogiochi con risultati non sempre soddisfacenti. Personalmente, non avendo mai usato più di tanto i videogiochi e, soprattutto, data l'età, non avendoli mai usati nel 2007 e negli anni seguenti, non so nulla di Uncharted videogioco e non ho idea di quanto la pellicola di Ruben Fleischer sia stata fedele o meno al prodotto originale, per quanto un film possa essere federe a un videogioco.

Ma andiamo alla trama.

Uno degli attori del momento, Tom Holland, è l'iconico Nathan Drake, un orfano ladro a tempo perso con notevoli interessi per la storia che, in seguito a un tentato colpo col fratello Sam finito male resta solo, in quanto Sam viene allontanato dall'orfanotrofio e Nathan ne perde la tracce, a parte alcune cartoline provenienti da vari angoli del pianeta che Sam saltuariamente continua a inviargli. Che spiegare a un ragazzo di oggi cosa sia una cartolina non è neppure facile.

Per la verità la pellicola inizia in medias res con Nathan impegnato in un movimentato e impossibile scontro all'interno (e all'esterno!) di un aereo, per poi iniziare un primo flashback del lontano passato di Nathan insieme e Sam e un secondo lunghissimo flashback in cui capiamo come Nathan sia arrivato in quell'incredibile situazione.

Nathan, infatti, che compie ancora con estrema abilità piccoli furti, lavora come barista e qui viene contattato da Victor Sullivan (Mark Wahlberg), un "amico" di suo fratello, il quale lo coinvolge nella ricerca del tesoro di Magellano, un tesoro da 5 miliardi di dollari andato perduto 500 anni fa, impresa per la quale Sam è stato sempre impegnato, prima da ragazzo, con lo stesso Nathan, poi con altri, fra cui Victor.

E così la pellicola si dipana fra improbabili furti, impossibili scene d'azione, viaggi da una parte all'altra del pianeta e via dicendo e ci permette di conoscere altri personaggi, fra i quali principalmente Santiago Moncada (Antonio Banderas) ultimo discendente della famiglia che ha finanziato la missione di Magellano, Jo Braddock (Tati Gabrielle), una spietata mercenaria a capo della squadra di Santiago e Chloe Frazer (Sophia Taylor Ali) una ladra anch'essa alla ricerca del tesoro. Personaggi che si tradiranno più e più volte vicendevolmente durante tutta la durata della pellicola.

E quindi?

Posto che, come ho scritto, non so nulla del videogioco e quindi non so quanto la sceneggiatura sia fedele o meno al prodotto originale e nemmeno mi interessa, il giudizio finale sulla pellicola non può essere sufficiente. E mi dispiace, perché Ruben Fleischer è nientemeno che il regista, fra gli altri, di Benvenuti a Zombieland, Venom e Zombieland - Doppio colpo. Ma di Fleischer ne parliamo dopo.

Il problema di Uncharted è che, videogioco a parte, vuole essere un film di puro intrattenimento che si inspira alla serie di Indiana Jones, ma che più che imitare le iconiche pellicole ideate da George Lucas e dirette da Steven Spielberg nel 1981, nel 1984, nel 1989 e nel 2008, finisce per scimiottarle. Non so quanto il Nathan Drake interpretato da Tom Holland assomigli al Nathan Drake del videogioco (leggendo in Internet pare poco), ma di sicuro non assomiglia al mitico Indiana Jones di Harrison Ford e di sicuro Victor Sullivan è molto lontano da Henry Jones Sr. di Sean Connery. Ma lasciando da parte i personaggi, neppure l'intera pellicola riesce a essere nemmeno lontanamente adrenalinica come quelle di Indiana Jones. Certo, le scene d'azione sono spettacolari, come ormai riescono sempre a essere spettacolari le scene d'azione nel cinema moderno, ma su queste non si può fondare l'intera pellicola. Anche perché queste scene sono intervallate da dei periodi di caduta della tensione, che ci potrebbero anche stare, ma che non sono sostenuti né da una trama solida, néda  una sufficiente caratterizzazione dei personaggi, né da vicende frizzanti o divertenti. E la parte "archeologica", chiamiamola così, risulta molto più posticcia rispetto a Indiana Jones. Si finisce quindi per passare da una scena d'azione all'altra, seguendo la ricerca di Nathan, ma senza particolare coinvolgimento. E, a essere sinceri, le principali scende d'azione vengono pure messe, praticamente tutte, nel trailer.

Se vogliamo questo è un po' il difetto principale di Ruben Fleischer, cioè l'incapacità di passare dalla somma di discrete scene o gag a una pellicola organica nella sua interezza, con la differenza, rispetto alle pellicole già citate, soprattutto la prima, Benvenuti a Zombieland, che questa volta la trama è veramente debole.

Non so se la colpa sia del prodotto originario, il videogioco, della sceneggiatura, della regia o degli attori stessi, ma anche i personaggi, che avrebbero potuto essere, in mancanza d'altro, il fulcro della pellicola, risultano piuttosto scialbi. Quello che avvenne proprio in Benvenuti a Zombieland, ossia una somma di gag divertenti sostenute da personaggi fenomenali, qui non riesce per nulla. Tom Holland ci prova anche, ma sembra non riuscire a uscire dal personaggio di Peter Parker che forse rischia di ingabbiarlo per sempre. E dire che già in Heart of the sea - Le origini di Moby Dick, recitato quando ancora non vestiva i panni dell'Uomo Ragno, fece capire di essere un ottimo attore. Mark Wahlberg a tratti è più credibile, ma non sono mai stato un suo fan. Addirittura imbarazzante Antonio Banderas, vittima di un personaggio appena abbozzato, nel quale, però, l'attore spagnolo ci poteva mettere del suo. Che il personaggio può anche fare schifo, ma se sei un attore con l'esperienza di Banderas, qualcosa di buono lo devi tirar fuori comunque. Riescono un po' meglio i due personaggi femminili, Jo Braddock e Chloe Frazer, ma risultano comunque personaggi troppo piatti. Anche qui non so se la colpa sia delle attrici, Tati Gabrielle e Sophia Taylor Ali, o della pochezza della trama.

E pensare che le due scene all'interno dei titoli di coda, che ormai, grazie alla Marvel, sono diventate un obbligo per un certo tipo di produzione cinematografica che mira alla serialità, fanno pensare chiaramente a un possibile sequel. Sequel che potrebbe comunque farsi, dato che a fronte di un budget di 120 milioni di dollari (mica pochi!) la pellicola ne ha incassati solo al cinema oltre 400, senza considerare gli incassi in streaming e on-demand. Pare, infatti, che la Sony abbia intenzione di fare un franchise di Uncharted e Ruben Fleischer si è detto interessato a dirigere il secondo capitolo. Ma credo sia indispensabile cambiare registro.

4 commenti:

  1. Dunque, mi sa era meglio vedere Tenet 👍
    Scherzi a parte, questo non l'ho visto, non è il mio genere, salutoni!

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    1. Giuro, prima o poi Tenet lo vedo!
      Questo era solo per trascorrere meno di 2 ore in leggerezza. Ma è stato una delusione...

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    2. Che mi dici di Nope? L'hai visto?

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    3. Non ancora. E' uscito che ero in vacanza. Anche quello va in lista

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