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giovedì 9 novembre 2023

Meglio di noi

Meglio di noi è la prima serie TV di produzione russa diffusa ampiamente fuori dai confini nazionali. Uscita in madrepatria in due stagioni da 8 episodi l'una nel 2018, è arrivata in Italia in un'unica stagione da 16 episodi complessivi.

Meglio di noi affronta uno dei temi classici della fantascienza, quello dell'introduzione di robot dall'aspetto umano all'interno della società, con tutte le conseguenze che ne possono derivare e decide farlo nel modo più classico possibile, citando, in apertura del primo episodio, le famose Tre Leggi della Robotica. Se non sapete cosa sono, significa che conoscete poco la fantascienza e, sicuramente, non avete letto nulla o quasi nulla di Isaac Asimov.

Va bene, se proprio non le conoscete, vi faccio un ripasso io.

1. Un robot non può recar danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.

2. Un robot deve ubbidire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.

3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge.

Detto questo, partiamo da Mosca, nella sede della Cosmos, una grande azienda diretta da Viktor Toropov (Aleksandr Ustyugov), ma di proprietà di Alexey Stepanovich (Sergey Sosnovsky), padre della moglie di Viktor, Svetlana (Irina Tarannik) impegnata nella produzione di androidi. La Cronos ha acquistato dalla Cina un nuovo superandroide empatico, Arisa (Paulina Andreeva), che potrebbe rivoluzionare il mercato dei robot.

Arisa finisce inizialmente nell'appartamento privato di Viktor, insieme ad altri robot per usi sessuali. Qui, l'operaio che ha il compito di consegnarla, prova a utilizzarla proprio come robot sessuale e Arisa, che evidentemente non ha il limite delle 3 Leggi della Robotica, si difende e accidentalmente l'operaio muore. Arisa fugge e incontra casualmente una bambina, Sonya (Vita Kornienko) e la riconosce come utente primario. Proseguendo in pratica con la descrizione del primo episodio, ma senza raccontare troppo, verranno risconosciuti come utenti primari anche il fratello di Sonya, Egor (Eldar Kalimunin) e soprattutto il padre, Georgy Safronov (Kirill Käro), un ex chirurgo con un passato da dimenticare alle spalle, che attualmente fa l'anatomopatologo e che ha divorziato dalla moglie, Alla (Olga Lamonosova).

In questa prima macrotrama Arisa andrà a costituire una strana famiglia (così la chiama lei) con Sonya, Egor e Georgy.

Una seconda macrotrama, invece, è quella della Cronos e delle macchinazioni di Viktor per riuscire a recuperare Arisa e usarla per vincere un grande appalto pubblico per la fornitura di robot.

La terza e ultima macrotrama, intrecciata alle precedenti, è quella dei Liquidatori, una sorta di gruppo "terroristico" che protesta contro l'introduzione dei robot nella società e che mira a distruggerli, guidato da Bars (Aleksandr Kuznetsov), fratello di Zhanna (Vera Panfilova), ragazza della quale si innamora Egor.

E lungo queste tre macrotrame si sviluppano tutte le 16 puntate della serie, andando a proporre una storia che non si discosta per nulla da quello che ci si potrebbe aspettare da delle premesse come queste e che, a dir la verità, non ha neppure l'ambizione di essere originale.

Meglio di noi è quindi un'onesta storia di robot, un po' banale e prevedibile forse, ma in grado di arrivare senza troppi scossoni, ma nemmeno senza troppi errori o svarioni verso il prevedibile, ma funzionale finale.

Poi va detto che la serie contiene anche trame morte, come quella del rapporto fra Georgy e l'ex moglie Alla, che a un certo punto viene lasciata perdere per virare su altro. Oppure buchi logici, come le motivazioni di Viktor e della Cronos. Quali sono esattamente gli obiettivi del villain? Vincere una gara d'appalto per produrre un robot che non è in grado di produrre? Eppure, malgrado tutto questo è malgrado tutte le debolezze, il complesso funziona e risulta guardabile.

Conosco molto poco la produzione cinematografica russa e ancor meno le serie che si producono in quel di Mosca, ma devo dire che questo Meglio di noi, pur essendo molto lontano dall'essere un capolavoro, dimostra che anche nell'est Europa sono in grado di produrre materiale di fantascienza credibile.

Una delle cose che apprezzo di Netflix è proprio l'aver sdoganato produzioni che vengono un po' da tutto il pianeta, dando la possibilità di sognare anche a chi produce intrattenimento al di fuori di Hollywood. 

Alla fine Meglio di noi è una serie che faccio fatica a inquadrare, sempre al limite fra l'essere un prodotto decente e un'opera ancora primitiva.

E gli attori?

Paulina Andreeva sembra nata per interpretare un robot. Riesce a essere incredibilmente fredda e rigida come potrebbe essere un androide eppure quando serve la sua espressione fissa sembra comunicare eccome i sentimenti che viene quasi da pensare che Arisa possa esprimere. Attorno a questo tema, quello dell'androide empatico che sembra avere dei sentimenti, si sviluppano in pratica buona parte degli episodi. Sì, lo so, sembra una cagata, ma se avrete la pazienza di arrivare agli ultimi episodi, tutto questo avrà una spiegazione credibile.

È più difficile valutare Kirill Käro. Il suo personaggio è centrale quanto quello di Arisa, forse anche di più. Si tratta certamente di un attore che riesce a creare un personaggio che riesce a tenere la scena, ma sarà una scrittura non sempre perfetta, saranno le differenze culturali, sarà che Käro a volte ha espressioni un po' strane, quasi fuori luogo, ma a tratti stride un po'.

Gli altri raggiungono, chi più, chi meno, la sufficienza, come i due ragazzi, Eldar Kalimunin e Vera Panfilova, che non toccheranno vette eccelse, ma il loro lo fanno. Odioso ed efficace Aleksandr Ustyugov nei panni di Viktor.

Attenzione, come ho scritto all'inizio, le sedici puntate uscite in Italia corrispondono in realtà a 2 stagioni in Russia. Se all'ottava puntata un finale non c'è, così non si può dire dell'ultima puntata. La serie termina con un finale definitivo che di fatto chiude un po' tutte le trame, anche se nell'epilogo sono stati messi gli elementi per un'ulteriore, anche se improbabile, nuova stagione. Che immagino non sia nei piani dei produttori.

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