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lunedì 3 settembre 2018

Sconnessi

Sono sempre un po' prevenuto nei confronti dei film italiani, ma ogni tanto mi capita di vederne e talvonta, lo confesso, resto anche piacevolmente sorpreso. Alcune recensioni di questo blog lo confermano. Mi lasciano infatti perplesso le trame spesso deboli e la recitazione non sempre all'altezza.
In questo caso parliamo di una commedia leggera che s'inserisce perfettamente nella cinematografia italiana recente e quindi giochiamo in casa.
Sconnessi è un film senza troppe pretese (o almeno lo spero) che parte da un'idea di fondo interessante e dai risvolti potenzialmente non poi così banali: come ci comporteremmo nella nostra vita quotidiana se, improvvisamente, dovessimo trovarci senza la connessione a Internet?
Questo è proprio quello che accade ai protagonisti di Sconnessi e il film vuole raccontarci come se la cavano.
Siamo in un casolare ameno, ma perfettamente ristrutturato, del Trentino di proprietà del famoso scrittore Ettore Ranieri (Fabrizio Bentivoglio) in leggera crisi creativa. Ettore, un tipo all'antica che scrive ancora con la macchina da scrivere, in occasione della sua festa di compleanno, ha organizzato una breve vacanza con la sua famiglia allargata composta dalla nuova compagna, la gretta Margherita (Carolina Crescentini), più giovane di lui e all'ultimo mese di gravidanza, dal primo figlio Claudio (Eugenio Franceschini) che lavora nel campo dei videopoker dei quali lui stesso ha una dipendenza e che odia il padre per essersi separato dalla madre, convinto a partecipare solo dalla sua ragazza Tea (Giulia Elettra Gorietti) una dei pochi del gruppo a non avere, apparentemente, alcuna dipendenza salla rete. Presenti anche Giulio (Lorenzo Zurzolo) che partecipa più che altro perché anche lui è festeggiato, ma avrebbe ben altro da fare e il parente acquisito Achille (Ricky Menphis), meccanico e appassionato di Ferrari. Completano il gruppo Olga (Antonia Liskova) una russa sposata con un trentino (credo vedova), da sempre governante del casolare e la figlia Stella (Benedetta Porcaroli), coetanea di Giulio e appassionata di Fedez. Arriverà anche l'improbabile Palmiro (Stefano Fresi, attore identico, viso e stazza, al più famoso Giuseppe Battiston), fratello di Margherita e Achille e in fuga dalla clinica psichiatrica in cui è ricoverato.
Presso il casolare i telefoni non prendono e la prima notte salta la connessione Internet e per di più i mezzi (l'auto di Olga e il furgone con cui è arrivata la famiglia) non funzionano a causa di un piccolo incidente procurato da Achille mentre stava parcheggiando. Lasciando stare la natura e la dinamica dei vari espedienti, le premesse sono anche buone o almeno accettabili per trarne una pellicola almeno decente.
Il film procede, sempre senza allontanarsi dai toni della commedia, descrivendoci i personaggi di questa famiglia allargata e i loro rapporti non sempre idilliaci.
Funziona?
Insomma...
Finisce che i singoli episodi descritti all'interno della pellicola si rivelano spesso banali, forzati o telefonati o una combinazione di questi. Non ci si aspetta l'originalità o il colpo di scena, ma nemmeno una comicità senza acuti o situazioni interessanti. Anzi, alcune battute tendono pure a ripetersi, come, ad esempio, in occasione dell'infortunio alla caviglia di Achille, che più volte fa ironia sul fatto di rimanere abbandonato dagli altri che hanno sempre qualcos'altro di cui occuparsi. La prima volta fa sorridere, dalla seconda in poi no.
L'arrivo di Palmiro poi risulta completamente inutile ai fini della trama, ma unicamente funzionale a introdurre alcune scenette che vorrebbero essere comiche, ma non sempre sono completamente riuscite. E anche qui ci si ripete, come in occasione della sua fidanzata immaginaria. Fra l'altro Palmino non ha alcuna dipendenza dalla rete e quindi si discosta parecchio dall'idea iniziale sulla quale dovrebbe essere costruito il film, restandone sostanzialmente slegato. Sembra quasi aggiunto per allungare il brodo, perché le idee erano finite. E se uno dei personaggi che funzionano meglio (se si cerca la comicità) è completamente fuori dalla trama, significa che c'è qualcosa che non va.
Anche i rapporti fra i personaggi non offrono particolari spunti, a parte quello fra Ettore e il figlio Claudio, dal quale emerge l'unico momento toccante della pellicola. Ad esempio assistiamo alla relazione fra i due ragazzi, Giulio e Stella, ma lo si capisce già dalle prime scene e il tutto avviene senza particolari intoppi. Fra l'altro i due, che comunque si conoscevano dall'infanzia, iniziano a legare fin da subito e si dimenticano rapidamente dei loro problemi legati alla mancanza di connessione. Commenti analoghi si potrebbero fare per gli altri personaggi.
Quindi quella buona idea alla fine resta inespressa e non sviluppata, travolta dall'esigenza di farci vedere scenette comiche fra l'altro non riuscitissime ed è qui che il film fallisce. E poi se vogliamo fare una critica sociale a un fenomeno tutt'altro che banale (la dipendenza da smatphone e Internet), non possiamo affidarci solo a una serie di scenette comiche quasi slegate fra loro.
Completa il tutto un finale non esente da errori. Claudio l'ultima notte esce a piedi (lasciamo stare i due autoveicoli che, appena ammaccati, non possono funzionare) in cerca di soccorsi. E' buio, Claudio non è attrezzato, non conosce la strada, il paese più vicino dista 10 km, ma si possono ridurre passando per il bosco (senza sapere quale sentiero prendere!) e c'è una bufera di neve. Il gesto di Claudio è assolutamente improbabile. E non si capisce come faccia a non conoscere la zona, dato che la famiglia possiede il casolare da parecchi anni! Comunque ovviamente Claudio non riesce a raggiungere il paese e si perde. Peccato che dopo poco riesca a tornare dalla famiglia. Ma quindi non si era perso? Comunque alla mattina quando vengono i soccorsi di neve non c'è più traccia, malgrado nelle poche scene esterne della notte ce ne fosse parecchia. E alla fine tutto questo episodio non serve a nulla (i soccorsi arrivano per un altro motivo) e non aggiunge nulla alla trama!
La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso regista (il quasi esordiente Christian Marazziti, regista e sceneggiatore anche del film E-bola), da Michela Andreazzi (poliedrica attrice, conduttrice e autrice, anche lei alle prime armi con una sceneggiatura) e da Massimiliano Vado (espertissimo attore e regista di teatro e attore di cinema e film per la TV, ma alla prima sceneggiatura). Forse sarebbe servita una mano più esperta.
Che dire degli attori? Qualcuno se la cava benino, qualcuno peggio, ma nel complesso sembra di assistere più che a un film destinato al cinema, a una delle tante serie TV italiane di questi anni (non è un complimento). E dire che alcuni degli attori l'esperienza ce l'hanno pure.
Comunque quasi 1 milione di Euro questo film è riuscito a portarseli a casa, considerando solo le sale italiane!
Ecco qua trailer e un po' di informazioni

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