tag:blogger.com,1999:blog-45351495034730636392024-03-16T02:09:40.090+01:00Idee sparseCiò che leggo, sento, vedo...Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.comBlogger261125tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-41470547640741023052024-03-09T13:00:00.000+01:002024-03-09T13:00:00.248+01:00Travelers<p style="text-align: center;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh93M5ZIHanAEdrsbYxtnQ3eY9wO9GNTmjMKs1cPoPMaj_OdJ80GT7S4WFsn5XJLx88PHVE8qdJdVUASTLxGzFNlbNDmorNwYkT2_SSsebPmwo_4EgQyvlILFTbXc31_vNXS91e12cIDZB-AYZexQRZjgpUQ_C268E_yNN1hiATckrbog5Q4V1HXzTxkKe/s952/Travelers.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="952" data-original-width="680" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh93M5ZIHanAEdrsbYxtnQ3eY9wO9GNTmjMKs1cPoPMaj_OdJ80GT7S4WFsn5XJLx88PHVE8qdJdVUASTLxGzFNlbNDmorNwYkT2_SSsebPmwo_4EgQyvlILFTbXc31_vNXS91e12cIDZB-AYZexQRZjgpUQ_C268E_yNN1hiATckrbog5Q4V1HXzTxkKe/s320/Travelers.jpg" width="229" /></a><br /></p><p style="text-align: left;">Sì, va bene, una volta le serie TV le schifavo, mentre adesso sembra che anche queste stiano occupando una parte non più irrilevante del blog. Ma che volete farci, qua non ci sono regole.</p><p style="text-align: left;">E poi, francamente, provate a guardare nelle etichette là in fondo al post... Visto cosa c'è scritto? <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Tempo">Tempo</a>! E allora anche una vile serie TV può avere diritto al suo spazio qui, se tratta di viaggi nel tempo. E a dir la verità <i>Travelers</i> lo fa in un modo suo, tutto sommato anche abbastanza originale.</p><p style="text-align: left;">Tutta la serie si svolge ai giorni nostri, malgrado si fondi sui viaggi nel tempo. I viaggiatori, travelers appunto, provengono dal futuro, un'epoca non ben precisata in cui la nostra specie non se la sta passando troppo bene a causa di quello che è successo nel passato e quindi un'intelligenza artificiale chiamata "Il Direttore" invia indietro nel tempo degli agenti speciali con lo scopo di cambiare gli eventi in modo da evitare che il futuro sia così fosco.</p><p style="text-align: left;"><span></span></p><a name='more'></a><p></p><p style="text-align: left;">Il viaggio è abbastanza bizzarro, perché gli agenti non arrivano nel passato in carne e ossa, ma il viaggio riguarda solamente le menti, che vengono trasferite nel corpo di persone che stanno per morire. In questo modo si evita di "uccidere" le menti e le personalità degli ospiti, che vengono cancellate, ma essendo in procinto di morire... morirebbero comunque.</p><p style="text-align: left;">I viaggiatori non possono modificare tutta la storia dell'umanità, perché il trasferimento è reso possibile solamente dagli smartphone (vabbè...) e quindi più indietro del XXI secolo è impossibile andare. Ciascun viaggiatore, che ha studiato la storia dell'ospite tramite le informazioni che ha trovato in internet, dovrà vivere nel suo corpo, cercando di non stravolgergli la vita, in modo da rimanere sotto copertura.</p><p style="text-align: left;">Protagonista della serie è una squadra di viaggiatori che, come tutte le squadre, è composta da cinque membri: Grant MacLaren (Eric McCormack che è anche produttore della serie, nonché regista di un paio di episodi), il capo della squadra, nonché un agente dell'F.B.I. nel XXI secolo; Marcy Warton (MacKenzie Porter), il medico della squadra che si ritrova in una donna con un ritardo mentale; Carly Shannon (Nesta Cooper), la stratega e una madre separata; Trevor Holden (Jared Abrahamson), l'ingegnere e un atleta del liceo; Philip Pearson (Reilly Dolman), lo storico e un ragazzo eroinomane. Più o meno protagonisti e centrali nella trama anche tre non viaggiatori: David Mailer (Patrick Gilmore), assistente sociale di Marcy prima del trasferimento; Kathryn MacLaren (Leah Cairns), moglie di Grant e Jeff Conniker (J. Alex Brinson), poliziotto ed ex marito di Carly.</p><p style="text-align: left;">La prima puntata è una presentazione dei personaggi principali che arrivano nel XXI secolo e ci dà un'idea di come saranno le successive puntate. E all'inizio c'è anche una certa dose di mistero che non guasta, anzi, contribuisce a rendere più accattivante la serie. Perché quello che stanno facendo i protagonisti non ci viene spiegato, dobbiamo capirlo un po' alla volta. Per la verità all'inizio non è nemmeno del tutto chiaro chi siano i "buoni" e chi siano i "cattivi". Ma su questo poi torneremo.<br /></p><p style="text-align: left;">Solo che da subito iniziano anche i problemi. Intanto del futuro non sappiamo praticamente nulla, solo che gli umani del futuro hanno parecchi grattacapi e se non riusciranno a sistemare le cose ai giorni nostri sarà sempre peggio. E poi c'è il fatto che una storia che parla di viaggi nel tempo, un po' di caos temporale lo deve fare, o no? Almeno, io da appassionato di viaggi nel tempo, che ho letto e guardato decine di storie di questo tipo me lo aspetto. Mi aspetto di non capirci più niente, fra linee temporali che si accavallano, paradossi, personaggi che agiscono in epoche diverse autoinfluenzando le proprie azioni e via dicendo. Insomma, la stessa roba che succede nelle storie con dei viaggi nel tempo che sì, è sempre la stessa roba, ma è anche il motivo per cui noi appassionati di viaggi nel tempo amiamo questo tipo di storie. E invece no. La squadra di MacLaren, e tutte le altre squadre pure, perché sembra che di viaggiatori ce ne siano parecchi, fa cose di vario tipo, a volte anche non del tutto chiare, ma il risultato di queste cose non si vede. Come mai il XXI secolo viene cambiato, ma il futuro resta lo stesso? È il <a href="https://vaarth.blogspot.com/2022/06/viaggi-nel-tempo-tra-scienza-e.html">principio di autoconsistenza di Novikov</a>? Sarebbe stata una deriva interessante. I viaggiatori arrivano nel passato per cambiarlo, in modo da evitare che il futuro sia quello che è e strada facendo si scopre, invece, che il futuro è quello che è proprio a causa dei viaggiatori. Certo, sarebbe stata la svolta più semplice, ma non sempre di semplice realizzazione. E invece non va così. In genere le missioni della squadra riescono. E allora? Perché la squadra di MacLaren riesce a cambiare il passato (e quindi si presume che anche delle innumerevoli altre squadre riescano nelle rispettive missioni), ma il futuro rimane sempre una merda? In una puntata mi sembra che anche i protagonisti addirittura se lo chiedano! Perché non è cambiato niente? Dato che questo quesito probabilmente ce l'hanno tutti, anche gli stessi autori, ci viene fatto capire che la linea temporale è cambiata, tanto è vero che lo storico del gruppo inizia ad avere dei problemi, perché le informazioni che ha non sono più del tutto corrette e nel futuro si è creata anche una fazione di antagonisti, cosa che i protagonisti non sanno, perché quando sono andati nel passato questa fazione non esisteva. Eppure tutto questo non porta in sostanza a nulla di concreto dal punto di vista dei paradossi temporali. Solo qualche antagonista nel corso delle puntate, ma anche se questo torneremo.<br /></p><p style="text-align: left;">C'è poi il problema del <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">deus ex machina</a>. Troppe volte la situazione si fa ingestibile e la trama, apparentemente irrisolvibile, viene risolta da un intervento del Direttore, a volte nemmeno del tutto chiaro, lasciando un po' l'amaro in bocca. E' interessante, infatti, quando nelle storie i protagonisti si trovano in una situazione disperata e apparentemente senza uscita, ma in un qualche modo, con qualche trovata geniale, alla fine riescono a farla franca (fra l'altro a volte non senza conseguenze). Se però la fanno franca con un intervento esterno, alla fine tutto questo porta a una specie di <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">anticlimax</a>.</p><p style="text-align: left;">Per trovare una novità rilevante, che fra l'altro risolve entrambi i problemi, occorre aspettare l'episodio 7 della stagione 2. Senza fare <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">spoiler</a>, qui abbiamo i protagonisti che si trovano in una situazione veramente critica e il Direttore tenta di salvarli inviando come può dei viaggiatori nel passato, ma questi, per una serie di motivi, finiscono ogni volta per fallire e il Direttore è costretto a inviarne degli altri. E quindi ogni volta vediamo un viaggiatore che riprova a eseguire la missione, sapendo cosa non ha funzionato coi viaggiatori precedenti. Per la prima volta la serie diventa veramente una serie incentrata sui viaggi nel tempo! Peccato che tutto sia ridotto a questo episodio.</p><p style="text-align: left;">C'è però un'altra strada che inizialmente la trama non prende. I viaggiatori devono nascondersi nel XXI secolo e prendere l'identità delle persone che hanno sostituito. Questo però genera una serie di problemi, perché i viaggiatori hanno una conoscenza solo sommaria degli ospiti e, soprattutto, non sanno esattamente come si vive nel XXI secolo. E poi i viaggiatori devono prendere l'identità di un estraneo, il ché comporta sostituirsi a lui anche nella sua vita personale, anche dal punto di vista quotidiano e affettivo. Immaginiamo di trovarci all'improvviso nel corpo di un'altra persona. Ci siamo informati in merito alla vita di questa persona, ma un conto è esserci informati e un altro è agire al posto suo. Parlare col padre di questa persona come se fosse nostro padre. Interagire con qualcuno che ha una conoscenza intima di questa persona, come può essere la moglie, ecc. E a dir la verità questa strada è più interessante di quella delle non sempre chiarissime missioni e infatti dalla seconda stagione all'interazione col mondo degli ospiti viene dedicato molto più tempo rispetto alla prima stagione. Peccato che qui gli sceneggiatori abbiano deciso di non calcare troppo la mano. Cioè, come sempre il tema viene affrontato, ma solo in parte, non sfruttando appieno le opportunità che la trama sembrava offrire. Sono fondamentalmente tre i personaggi che hanno risvolti di trama di questo tipo: Grant MacLaren per quanto riguarda il rapporto con la moglie, Carly Shannon che prima di ospitare il viaggiatore era sposata con un poliziotto alcolizzato e violento e aveva un figlio piccolo e Marcy Warton che, a differenza degli altri due, inizia ad avere un rapporto con un abitante del XXI secolo proprio in seguito all'arrivo del viaggiatore nel suo corpo. Anche Trevor Holden potrebbe avere delle vicende personali con risvolti interessanti, fra l'altro con diverse possibilità narrative che si aprono nel corso degli episodi, ma per un qualche motivo gli sceneggiatori hanno deciso di non approfondirli. Resta ai margini da questo il solo Philip Pearson. Il personaggio resta fra i protagonisti e a volte è lui a essere al centro della trama del singolo episodio, ma non inizia particolari rapporti con gli abitanti del XXI secolo. Anche perché, essendo lo storico del gruppo, conosce alla perfezione tutti gli eventi che per gli abitanti del XXI secolo sono il futuro. Fra l'altro proprio questo renderebbe Philip un personaggio estremamente interessante, che, con le linee temporali che si alterano a causa dei cambiamenti causati dai viaggiatori, è costretto a dei periodici aggiornamenti, che tendono a fargli un po' di confusione in testa. Ma anche qui gli spunti interessanti, che sarebbero addirittura due, l'avere un personaggio che conosce il futuro e l'avere un personaggio che inizia a fare confusione fra linee temporali diverse, vengono introdotti, ma non approfonditi e sostanzialmente lasciati per strada.</p><p style="text-align: left;">Per due volte ho scritto che sarei tornato sul tema dei buoni e dei cattivi. Ecco. Altra questione che lascia delusi. Chi sono esattamente i buoni? In teoria i viaggiatori, che mossi da un bene ultimo, salvare il futuro, devono prendere delle decisioni nel nostro presente, il loro passato, cambianto la linea temporale. Ma questi cambiamenti potrebbero farli sembrare dei cattivi per altri. Poi c'è "la fazione". I viaggiatori ribelli, che i protagonisti non conoscono, perché si sono originati, nel passato, solamente dopo che loro sono partiti dal futuro, che potrebbero essere, a un certo punto, gli antagonisti della serie. E anche degli antagonisti mica male, perché tutto sommato sono antagonisti che hanno delle loro ragioni e dal loro punto di vista gli antagonisti sono i viaggiatori al servizio del Direttore. Fra l'altro i protagonisti non conoscono "la fazione", ma questo gruppo di ribelli lo vediamo nascere, nel nostro presente, proprio durante la stagione. Bene ecco altri ottimi spunti. Li avranno approfonditi? Dai, è facile rispondere. Ovviamente No.<br /></p><p style="text-align: left;">Per concludere, la serie è interessante, gli spunti sono innumerevoli e pure molto validi, anche se il più delle volte lasciati per strada e tutto sommato alla fine di ogni episodio viene voglia di vedere cosa accadrà nel successivo, che per una serie significa aver raggiunto l'obiettivo principale. Peccato che quest'effetto nella maggior parte dei casi porti verso delle delusioni. Perché molti episodi non conservano lo spunto iniziale finendo per perdersi. Altre volte l'episodio che segue uno venuto alla fine anche abbastanza bene lascia perdere completamente quanto visto nell'episodio precedente. Sono presenti innumerevoli episodi semplicemente noiosi.</p><p style="text-align: left;">Sicuramente Travelers è una serie TV che può classificarsi fra i primi posti nella non certo invidiabile classifica delle occasioni mancate.<br /></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-55433092661396568752024-02-26T10:42:00.003+01:002024-02-26T10:42:38.133+01:00La mia prediletta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIBqE1V1RT7fGUuOTEOKpVXJxfvZ4S2e0zqjVfec3EU2Qm6LoeXzGhkmwP0nQq-fvKWJ6_kFmD580dYQyc84EupR2hEgORVWkj8bNgxSqkdTvl6H392_F91xKXmiOpZI0dk5ROn6ujTksFuwchQxUmoOnIVSeeJcl4KRtD9e4sLLzt3i9Z1jMOHLo1haId/s1919/La-mia-prediletta-2023.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1919" data-original-width="1280" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIBqE1V1RT7fGUuOTEOKpVXJxfvZ4S2e0zqjVfec3EU2Qm6LoeXzGhkmwP0nQq-fvKWJ6_kFmD580dYQyc84EupR2hEgORVWkj8bNgxSqkdTvl6H392_F91xKXmiOpZI0dk5ROn6ujTksFuwchQxUmoOnIVSeeJcl4KRtD9e4sLLzt3i9Z1jMOHLo1haId/s320/La-mia-prediletta-2023.jpg" width="213" /></a></div><br /><p></p><p>Ancora una serie. E pensare che una volta le disprezzavo. Però dovete considerare che sono a casa in convalescenza per un intervento, quindi in un qualche modo devo far sera!</p><p>La mia prediletta è una miniserie TV tedesca uscita a fine 2023, che traspone sul piccolo schermo l'omonimo romanzo di Romy Hausmann, a sua volta ispirato ad alcuni terribili fatti reali.</p><p>Veniamo alla trama, con pochi <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">spoiler</a>, che la serie è ancora fresca e anche poche rivelazioni potrebbero rovinare la visione. Anche perché stiamo parlando di un <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Thriller">thriller</a> e a rovinare un thriller con le anticipazioni non ci vuole niente.</p><p>Una notte una donna scappa da una misteriosa casa nel bosco in cui sembra essere prigioniera insieme a una bambina di 12 anni e un bambino più piccolo. Durante la fuga la donna viene gravemente investita da un'auto e, insieme alla bambina Hannah, scappata anche lei, finisce in ospedale.<span></span></p><a name='more'></a><p></p><p>Tutto fa pensare che la donna sia Lena Beck (Jeanne Goursaud), scomparsa senza lasciare tracce ben 13 anni prima e probabilmente tenuta prigioniera da un uomo misterioso che i bambini chiamano papà. </p><p>A indagare sulla vicenda saranno Aida Kurt (Haley Louise Jones), incaricata dalla polizia locale e Gerd Bühling (Hans Löw) che si occupò del caso ai tempi della scomparsa di Lena e che sembra emotivamente coinvolto. </p><p>Entrano a questo punto in scena i genitori di Lena, Matthias (Justus von Dohnanyi) e Karin (Julika Jenkins, già vista in <a href="https://vaarth.blogspot.com/2022/04/dark-stagione-1.html">Dark</a>) che non riconoscono Lena (l'attrice è infatti Kim Riedle), per quanto, incredibilmente, la bambina (Naila Schübert) sembri la loro figlia da piccola!</p><p>I misteri s'infittiscono. La trama, tutt'altro che lineare, viene svelata sfruttando numerose <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">analessi</a> e i dubbi, col passare del tempo, aumentano anziché diminuire. Nonché le puntate spesso terminano con dei <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">cliffhanger</a> che spingono verso una visione ossessiva delle poche puntate che compongono la serie.</p><p>Ma oltre a sfruttare analessi e cliffhanger, tutta la trama viene narrata con l'obiettivo di sviare più e più volte lo spettatore verso piste fasulle. Più e più volte tanto è vero che i sospetti sembrano cadere su certi personaggi, poi dalle informazioni che abbiamo sembra che questi personaggi non sia colpevoli, ma ancora i sospetti tornano su di loro. Qui sta la grande abilità dei registi Isabel Kleefeld e Julian Pörksen. Ovviamente non vediamo mai il viso del rapitore, se non da metà dell'ultima puntata, quando ormai la sua identità viene svelata, ma tutta la dinamica di quello che è successo e sta accadendo ci sarà completamente chiara solamente dopo la visione di tutte le puntate, perché così come procedono le indagini di Aida e Gerd, che passo dopo passo riescono a svelare i vari misteri, anche gli spettatori si trovano nelle stesse condizioni dei due investigatori.</p><p>Tutti bravi gli attori principali, che riescono a dare una tridimensionalità completa ai personaggi che interpretano e un plauso va sicuramente alla piccola Naila Schübert che interpreta l'ambigua Hannah. La bambina, infatti, risulta essere praticamente dall'inizio alla fine della serie (e immagino anche del romanzo), le chiave di tutta la trama. Non tanto ciò che ha spinto il rapitore alla follia di ciò che ha fatto, ma la chiave degli eventi che vengono narrati nelle sei puntate. Il comportamento di Hannah è inquietante e spesso è impossibile classificarla come vittima o come carnefice. Attenzione, ma non scrivo altro per non spoilerare, a non sottovalutare la dicotomia vittima/carnefice.</p><p><i>La mia prediletta</i> è un thriller psicologico, crudele e fosco che riesce ad essere avvincente nella sua lentezza (le serie tedesche non sono propriamente frenetiche). I punti di vista variano rapidamente fra un personaggio e l'altro e il passaggio viene gestito magistralmente.</p><p>Forse sono presenti anche degli spunti che portano a delle trame morte e che avrebbero potuto essere approfonditi. La concretezza teutonica ha portato alla realizzazione di una miniserie di soli 6 episodi che rimangono fedeli al romanzo di partenza. Se l'opera fosse stata prodotta altrove probabilmente gli episodi sarebbero diventati il doppio e a queste trame morte si sarebbe dedicato più tempo. Ma qui non si perde di vista l'obiettivo centrale e forse proprio per questo la tensione resta alta dal primo fotogramma fino all'ultimo.</p><p>Le recensioni che avevo letto erano tutti positive e mi sento di confermarle.</p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-34252232624432835532024-02-25T22:07:00.003+01:002024-02-26T09:57:09.466+01:00L'Universo su misura<div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5OMZNmVO9gxNX0Lkw3I_qedp9N12_5h5l6qn5oHSayF5gCrOvrQO9Fl9In5i7rwUz4wBI8K5ID3i0FnyQaf0TnS3PXARxpiaqL8xJIwX8GHlWdPDkwXZHGmg48XJRzCUOJkjrFqxuoQNYYw4kt0ZFOYg-WSzatZJ37_mHAFYPHZjoxkx8D2Sbxs-2tpXv/s816/Universo%20su%20misura.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5OMZNmVO9gxNX0Lkw3I_qedp9N12_5h5l6qn5oHSayF5gCrOvrQO9Fl9In5i7rwUz4wBI8K5ID3i0FnyQaf0TnS3PXARxpiaqL8xJIwX8GHlWdPDkwXZHGmg48XJRzCUOJkjrFqxuoQNYYw4kt0ZFOYg-WSzatZJ37_mHAFYPHZjoxkx8D2Sbxs-2tpXv/s320/Universo%20su%20misura.jpg" /></a></div> <br />L'avete mai vista la pagina Facebook <a href="https://www.facebook.com/NextSolarStorm">Chi ha paura del buio?</a> O quella di <a href="https://www.instagram.com/chpdb/">Instagram</a>? Si tratta di un progetto di comunicazione scientifica che si occupa di astrofisica e astronomia, ma anche scienze della Terra nato nel 2012 con un libro pubblicato Massimiliano Belisario, <i>Chi ha paura del buio?</i> appunto, cui sono seguiti da subito il <a href="https://www.chpdb.it/">blog</a> e la pagina Facebook, poi negli anni seguenti il progetto è approdato anche su altri social. Dal 2013 sono entrati nel progetto anche Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio e dal 2018 anche Filippo Bonaventura.<div>Colombo, Miluzio e Bonaventura hanno pubblicato un primo libro di divulgazione scientifica nel 2020, <i>Se tutte le stelle venissero giù</i> e, nel 2023, è stata la volta di <i>L'Universo su misura</i>.</div><span><a name='more'></a></span><div>Ma ne parliamo del libro? Ancora un po' di pazienza.</div><div><br /></div><div>Alzi la mano chi conosce il <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_di_Fermi">Paradosso di Fermi</a>. Dato che il Sole fa parte di una galassia che contiene svariati miliardi di stelle e nell'Universo esistono svariati miliardi di galassie, è evidente che esistono migliaia di miliardi di miliardi di stelle. Certo, non tutte hanno le caratteristiche del Sole e non tutte hanno dei pianeti, ma essendo così tante, è possibile che in tutto l'universo la vita sia comparsa solo sul nostro pianeta? Ciò è altamente improbabile. Anzi, è altamente probabile che la vita sia comparsa anche in altri pianeti e anche parecchi. E allora, perché non abbiamo mai incontrato delle civiltà extraterrestri?</div><div><br /></div><div>Ecco, prima di avventurarsi nel cercare di trovare una soluzione al paradosso, che comunque alcune ipotetiche spiegazioni le ha (vi ho anche messo il link di Wikipedia), forse è il caso di leggere il libro di Miluzio, Colombo e Bonaventura. Perché il fatto che la vita sia comparsa sul nostro pianeta è il frutto di una serie di coincidenze non da poco.</div><div><br /></div><div>Questo è proprio il filo conduttore dell'intero libro che descrive nei dettagli tutti i parametri e le costanti fisiche che sono proprio quelle che hanno permesso la nascita dell'Universo così com'è fatto e, da ultimo, lo sviluppo della vita su questo pianeta del sistema planetario di una stella di seconda generazione di medie dimensioni, che si trova in un braccio di una galassia fra miliardi di altre galassie.</div><div><br /></div><div>Se la forza di gravità fosse stata solo un po' più intensa o un po' meno intensa l'Universo così come lo conosciamo (ma lo conosciamo?) non si sarebbe formato. E la stessa cosa si può dire delle altre tre forze, quella elettromagnetica, quella forte e quella debole.</div><div><br /></div><div>Ma questo viaggio fra le coincidenze è anche un viaggio alla scoperta dell'Universo, su com'è fatto e su quale sia stata la sua storia. O, almeno, quello che sappiamo. Ci sono materie che ormai conosciamo con un livello di dettaglio estremamente elevato, ma ce ne sono alcune che racchiudono ancora tantissimi misteri che probabilmente resteranno insoluti ancora a lungo. Queste sono proprio l'astronomia e l'astrofisica. </div><div><br /></div><div>Il cielo stellato che vediamo di notte e ancora di più le immagini che ci forniscono i telescopi spaziali (ve l'ho già detto di guardare la pagina Facebook <i>Chi ha paura del buio?</i>) ci fanno vedere miliardi di stelle e galassie delle quali alla fine riusciremo a sapere ben poco. Vediamo corpi celesti lontani miliardi di anni luce così com'erano quando è partita l'immagine che percepiamo noi oggi. Miliardi di anni fa appunto! E non sappiamo come siano quei corpi celesti oggi.</div><div><br /></div><div>Ma i misteri, per quanto riguarda l'Universo, sono veramente tantissimi. Uno dei capitoli del libro è dedicato alla materia oscura e all'energia oscura. Cosa sono esattamente? Non lo sappiamo, ma i nostri studi ci hanno portato ad appurarne l'esistenza, almeno finché non verrà dimostrato il contrario. Materia oscura ed energia oscura, pur non essendo al momento rilevabili, "occupano" ben più della metà di quello che si trova nell'universo e sono fondamentali sia per spiegare perché l'Universo si sia formato in questo modo, sia perché si comporti come le attuali osservazioni dimostrano.</div><div><br /></div><div>Colombo, Miluzio e Bonaventura ci accompagnano in questo viaggio alla scoperta dell'Universo con uno stile leggero e accattivante, in grado con maestria di spiegare in maniera sufficientemente semplice alcuni dei concetti più complessi in assoluto della scienza.</div><div><br /></div><div>Se siete affascinati dai misteri del cosmo, <i>L'Universo su misura</i> è un libro che non potete assolutamente perdere. Certo non aspettatevi di trovare in questo libro le risposte a tutte le domande sul cosmo, perché queste risposte ancora non esistono! Questo è un libro di scienza e alla scienza si attiene.</div>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-76037856270584355092024-02-02T19:00:00.002+01:002024-02-03T11:54:20.237+01:00La Leggenda dei Drenai<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiq8LLM16F6E5m6Ta_bTiS3xiSvUkv_SeikYpEm-F0nxyaOoNne6z-SZgxoih9bd-J7qfmPF6eukA_8KNiWuRG7M3-uMLfrjQnPvUUfAZjeLRafo947fQwyHjlr_S4u6UifzVWq7UXw5Vv_t98ck22NMYMqXLmTIv6GMIEcRXYpxWKZbpo01sjjtp5MrWZ/s500/La%20leggenda%20dei%20Drenai.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="326" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiq8LLM16F6E5m6Ta_bTiS3xiSvUkv_SeikYpEm-F0nxyaOoNne6z-SZgxoih9bd-J7qfmPF6eukA_8KNiWuRG7M3-uMLfrjQnPvUUfAZjeLRafo947fQwyHjlr_S4u6UifzVWq7UXw5Vv_t98ck22NMYMqXLmTIv6GMIEcRXYpxWKZbpo01sjjtp5MrWZ/s320/La%20leggenda%20dei%20Drenai.jpg" width="209" /></a></div><p><br />Già con <a href="https://vaarth.blogspot.com/2023/12/dune.html">Dune</a> avevo dovuto ammettere una mia grave carenza e ora ne vado a sanare un'altra. Pur essendo un appassionato di <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Fantasy">fantasy</a>, soprattutto romanzi, fino ad ora non avevo mai letto nulla di quanto scritto da David Gemmell, malgrado lo scrittore britannico ricada fra i maggiori autori del genere, soprattuto grazie al <i>Ciclo dei Drenai</i> di cui questo primo romanzo è il capostipite. Anche se, va precisato, si considera <i>La leggenda dei Drenai</i> come capostipite della serie in quanto è stato scritto prima degli altri. In realtà i vari romanzi, 11 in tutto, si svolgono nell'arco narrativo di 14 secoli e sono stati scritti dall'autore in ordine sparso e non cronologico. Ad esempio, prima de <i>La leggenda dei Drenai</i> ci sono altri 6 romanzi, ovviamente tutti scritti successivamente.</p><p>I Drenai, da cui il titolo del romanzo e della saga, sono un popolo che ha sottomesso altri popoli e il cui impero si estende su innumerevoli terre. Oggi l'impero è minacciato dai Nadir, i popoli nomadi del nord, guidati da Ulric, un signore della guerra che è riuscito a unificare tutte le tribù del suo popolo e che, alla guida dei suoi sterminati eserciti, intende invadere l'impero di Drenai.</p><a name='more'></a><p>Per anni l'impero ha mantenuto buoni rapporti con le varie tribù dei
Nadir, ma Ulric sembra non essere interessato a firmare dei trattati
commerciali. Il signore della guerra, alla guida di un esercito sterminato, vuole prendersi l'intero impero
Drenai e l'impresa dei difensori sembra ardua se non impossibile data la disparità delle forze in campo.<br /></p><p>Fra i difensori spiccano alcuni personaggi. Regnak, soprannominato Rek, un ex soldato ancora giovane, in fuga da ogni conflitto, che tornerà a combattere per amore. Druss, La Leggenda, il più grande guerriero Drenai della sua epoca e forse di tutte le epoche, ma ormai attempato e segnato da mille battaglie. I Trenta, un gruppo di monaci-guerrieri o qualcosa del genere, che esiste per immolarsi in battaglie disperate. Virae, la giovanissima figlia del Conte Delnar che amministra i territori di Dros Delnoch, la fortezza che verrà attaccata dai Nadir. Orrin, il comandate (gan) della guarnigione che presidia Dros Delnoch, un incapace o ritenuto tale che occupa il suo posto solo perché è il nipote dell'imperatore Abalayn e tanti altri, più o meno presenti nel romanzo, che non sto qui a descrivere.<br /></p><p style="text-align: center;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiavrmPXFoBiwIX5XfM9MlLSHR7kHzJB9R_6PFY6CebbzSmGWEivM45M_7X3kpIvl6WbZ1AtmKfGiPbRfpQS3H6o4N3b4CVX_G40TZlSHOz2RCGb8jBqnaHZgLL0G4jRgEZi1Nl1nCeY-5XuesYXygVTFioXgFMa4FpsEMqCOgk7deFvT6CH909zdhaJFug/s896/Drenai%20continent.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="896" data-original-width="700" height="392" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiavrmPXFoBiwIX5XfM9MlLSHR7kHzJB9R_6PFY6CebbzSmGWEivM45M_7X3kpIvl6WbZ1AtmKfGiPbRfpQS3H6o4N3b4CVX_G40TZlSHOz2RCGb8jBqnaHZgLL0G4jRgEZi1Nl1nCeY-5XuesYXygVTFioXgFMa4FpsEMqCOgk7deFvT6CH909zdhaJFug/w306-h392/Drenai%20continent.jpg" width="306" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il continente in cui sorge l'impero Drenai<br /></td></tr></tbody></table><p></p><p>Esistono molte tipologie di scrittori fantasy, così come esistono molti modi di scrivere fantasy. Il modo di scrivere di Gemmell non è quello di Tolkien, autore che in un modo o nell'altro è diventato l'inevitabile termine di paragone un po' per tutti gli scrittori fantasy, come la saga cinematografica diretta da Peter Jackson è un po' il termine di paragone per tutte le pellicole del genere. Nell'opera di Gemmell non abbiamo le descrizioni di Tolkien, non abbiamo lo stesso stile e anche la tipologia di mondo inventato per il Ciclo dei Drenai è molto lontano dal mondo inventato dal linguista autore del <i>Signore degli Anelli</i>. Ma Gemmell si discosta anche da altri autori fantasy, caratterizzandosi per uno stile suo personale.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfvivyvCs_8Y0I1xt-1f-g9q4gArRBRogqS40m99mz11RM_9NfJhulKwTxaQ0VVIAVYE55EOiML7bPA71W2ZyfnjX3T-ABbXx9pb-X-kP2ISi5o2dHniMUvZ7BrNVIoxW0pUqBKuYSVOpGtP-_eN4CQbWM63PV4vwY2y-NLBaIPceUXsPTBea3iYRvXZBm/s741/Druss.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="741" data-original-width="564" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfvivyvCs_8Y0I1xt-1f-g9q4gArRBRogqS40m99mz11RM_9NfJhulKwTxaQ0VVIAVYE55EOiML7bPA71W2ZyfnjX3T-ABbXx9pb-X-kP2ISi5o2dHniMUvZ7BrNVIoxW0pUqBKuYSVOpGtP-_eN4CQbWM63PV4vwY2y-NLBaIPceUXsPTBea3iYRvXZBm/s320/Druss.webp" width="244" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Druss La Leggenda<br /></td></tr></tbody></table><p style="text-align: center;"></p><p>Abituato ad altre tipologie di opere, devo dire che i primi capitoli della <i>Leggenda dei Drenai</i> mi erano sembrati capitoli scritti un po' in maniera brutale e semplicistica, con personaggi tagliati con l'accetta e poca profondità. Poi mi sono reso conto che si trattava solo di un'impressione, dovuta più che altro a uno stile fondamentalmente diverso da quello di altri autori forse più prolissi.<br /></p><p style="text-align: left;">Lo stile di Gemmell, infatti, è molto più sintetico e diretto, totalmente privo di fronzoli. Non ci sono pagine e pagine di descrizione degli ambienti o degli abiti dei protagonisti, come ci ha abituato Robert Jordan con <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/La%20Ruota%20del%20Tempo">La Ruota del Tempo</a>, né pagine e pagine con i pensieri più disparati dei personaggi, come è solito fare Steven Erikson con <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Il%20Libro%20Malazan%20dei%20Caduti">Il Libro Malazan dei Caduti</a>. Gemmell sembra voler andare subito al dunque, senza girarci attorno e senz'avere la necessità di voler per forza produrre un tomo da mille pagine. La narrazione è quindi piuttosto semplice e diretta e anche la trama non risulta particolarmente complessa. C'è un popolo, riunito da un re che con le sue legittime motivazioni ne vuole invadere un altro. E poi ci sono i difensori di un impero che sta decadendo, che in un qualche modo, seppur chiamati a compiere un'impresa disperata, vogliono sopravvivere. Nulla di più. I personaggi, almeno i pochi che vengono descritti, sono sì apparentemente tagliati con l'accetta, ma alla fine risultano anche abbasta caratterizzati, anche se non aspettatevi chissà quale approfondimento. Diciamo che in alcuni casi, vedi ad esempio Rek e Virae, il comportamento che tengono, soprattutto il primo, risulta un po' troppo stereotipato. A volte sembra quasi che Gemmell ci dica nell'orecchio: "l'aprofondimento fattelo tu!". Sembra infatti scrivere volutamente la trama in maniera semplificata, lasciando per scontato tutto quello che altri autori fantasy avrebbero utilizzato per riempire centinaia e centinaia di pagine. E alla lunga penso che questa non sia una debolezza dell'autore, ma sia uno stile di scrittura voluto. Uno stile tutto sommato debole, lo ammetto, ma che nel complesso non solo raggiunge la sufficienza, ma anche qualcosa di più.<br /></p><p style="text-align: left;">Un esempio?</p><p style="text-align: left;">Ulric, il capo dei Nadir. Di Ulric ci viene detto veramente poco, così come dei Nadir, in realtà, ci viene raccontato pochissimo. Eppure arrivati alla fine del romanzo è come se di Ulric noi sapessimo molto di più di quello che è stato scritto. E quindi è evidente che Gemmell, seppur utilizzando strade insolite, riesce ugualmente a raggiungere i suoi obiettivi.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI2phpX3eOeEsq4p2aKfnR0x2Obk4Dd32JhIpf9gKa5ci61zZNd6-kuscAhaqYYfpmXgyIQptaz7EUd9Gvwp2ThF2YiuDKpGWmlepZMKvDtGUds4NXkuAcMgpVu-911lIlvSK4-KzB1nZ37KcrIhKORtFRHIVhUSuYlwqc_7uakwpSaA9EmnfXAZLxysc2/s1280/Dros-Delnoch.webp" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="638" data-original-width="1280" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI2phpX3eOeEsq4p2aKfnR0x2Obk4Dd32JhIpf9gKa5ci61zZNd6-kuscAhaqYYfpmXgyIQptaz7EUd9Gvwp2ThF2YiuDKpGWmlepZMKvDtGUds4NXkuAcMgpVu-911lIlvSK4-KzB1nZ37KcrIhKORtFRHIVhUSuYlwqc_7uakwpSaA9EmnfXAZLxysc2/w417-h209/Dros-Delnoch.webp" width="417" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un'immagine abbastanza credibile di Dros Delnoch<br /></td></tr></tbody></table><p style="text-align: center;"></p><p style="text-align: left;">Attenzione, perché anche le battaglie sono piuttosto affrettate e pure queste brutali nello stile narrativo, perché per dirci che un personaggio che seguiamo dall'inizio del romanzo muore, Gemmell non ci gira attorno, ce lo spiattella lì così, all'improvviso.</p><p style="text-align: left;">Un'abilità di Gemmell sta nel riuscire a cambiare spesso e molto rapisamente i punti di vista. Mi è capitato di recente di leggere delle pagine in cui all'inizio il punti di vista è quello di un personaggio e strada facendo, solo poche righe dopo, diventa di un altro. Perché ci sta l'ambizione di Ulric di creare l'impero che più grande di sempre e la preoccupazione dei Drenai di non farsi invadere e sterminare, ma c'è anche il punto di vista del semplice contadino che è stato arruolato in fretta e furia per difendere Dros Delnoch e che ha lasciato la sua famiglia senza sapere se la rivedrà più, così come c'è il semplice guerriero Nadir che non invade i Drenai perché è cattivo, ma semplicemente perché fa parte di un esercito al quale viene chiesto di fare quello e si aspetta, in caso di vittoria, di ottenere la giusta ricompensa.</p><p style="text-align: left;">Altra anomalia, almeno rispetto al fantasy classico, è la totale assenza degli schieramenti ascrivibili al bene e al male. Certo, ci sono i difensori, protagonisti, e gli attaccanti, antagonisti, ma non ci sono i "buoni" e "cattivi". Così come è quasi assente la magia, elemento normalmente imprescindibile del fantasy.<br /></p><p style="text-align: left;">Occhio al finale, che non è privo di colpi di scena. Peccato che l'espediente con cui l'autore ha deciso di risolvere il tutto (per carità, non faccio spoiler!) sia piuttosto forzato e alla fine anche abbastanza discutibile. Peccato, perché l'ineluttabilità della sconfitta e della morte aleggia per tutto il romanzo in maniera impietosa. Non a caso <i>La Leggenda dei Drenai</i> è stato scritto da Gemmell in un periodo della vita dell'autore in cui stava lottando contro un tumore e pensava di non poter sopravvivere. Cosa che poi non è accaduta, dato che Gemmell ha poi scritto altri dieci romanzi della Saga dei Drenai e molti altri di altre saghe, pur essendo comunque morto relativamente giovane.</p><p style="text-align: left;">Vedremo come se l'è cavata col secondo libro della Saga.<br /></p><p></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-35557840774027854412024-01-07T17:11:00.001+01:002024-01-07T17:11:54.973+01:0050 km all'ora<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDCVBajlpdN3BHWzMu5yrWJCWv_K1iT1tB3f24jDFW4b1GX6KEdUqhPavIwYpYTywsyENEGi1azyHBzSmpmZ1KaGL41Z4laCHXLfOdXZurydIX1uUOx40RdGZYKxXl0xoXfaAt6eY11JHP4RPykPyrdQEx4E_FRoM_4MT9Hn7uJPIeGupz8vUqrmGYlhRz/s600/50-Km-All-Ora.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDCVBajlpdN3BHWzMu5yrWJCWv_K1iT1tB3f24jDFW4b1GX6KEdUqhPavIwYpYTywsyENEGi1azyHBzSmpmZ1KaGL41Z4laCHXLfOdXZurydIX1uUOx40RdGZYKxXl0xoXfaAt6eY11JHP4RPykPyrdQEx4E_FRoM_4MT9Hn7uJPIeGupz8vUqrmGYlhRz/s320/50-Km-All-Ora.jpg" width="224" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><i>50 km all'ora</i> è un film emiliano-romagnolo, diretto dal santarcangiolese Fabio De Luigi e recitato in coppia, oltre che dallo stesso De Luigi, anche dal bolognese Stefano Accorsi.<br /><br />Strana la storia di De Luigi e Accorsi. Malgrado siano nati a un centinaio di chilometri in linea retta l'uno dall'altro (ed è proprio una linea retta, dato che le due città sono collegate dalla Via Emilia), abbiano quasi la stessa età (De Luigi è del '67, mentre Accorsi è del '71) e siano due attori ampiamente affermati, non avevano mai lavorato insieme e quasi non si conoscevano. Eppure l'alchimia fra i due sembra essere perfetta.<br /><br />La trama senza spoiler, che il film è appena uscito al cinema.<br /><br />Rocco (Fabio De Luigi) e Guido (Stefano Accorsi) sono due fratelli inseparabili. Ma la vita li ha divisi. Prima la madre ha divorziato dal padre, lasciando anche i due fratelli, poi, raggiunta la maggiore età, Guido, in rotta con lo scorbutico padre Corrado (Alessandro Haber) se n'è andato, tagliando tutti i ponti con la famiglia.<span><a name='more'></a></span>La pellicola inizia con Corrado malato terminale e Rocco, ormai cinquantenne, che vive ancora con lui. La morte dell'anziano padre sarà l'occasione per i due fratelli per rivedersi e intraprendere un bizzarro viaggio su e giù per l'Emilia-Romagna coi motorini del passato, il vecchio Ciao di Rocco e il vecchio Califfone di Guido, con l'obiettivo di disperdere le ceneri del padre sulla tomba della madre a Cervia, ultima richiesta di Corrado contenuta in una lettera lasciata a Guido.<br /><br />Il viaggio riprende un progetto immaginato dai due fratelli quando erano ancora adolescenti, ma mai portato a termine, anche a causa della separazione forzata. Un viaggio che permetterà a Guido e Rocco, ormai cinquantenni e giovani fuori tempo massimo, di riscoprirsi e rendersi conto di essere rimasti alla fine i due bambini inseparabili che sono stati. Rocco e Guido, infatti, finiranno per combinare le stesse cose che combinavano da adolescenti e anche qualcosa di più, rivedendo, ciascuno a modo suo, la propria vita attuale.<br />Il film, che attraversa un'Emilia-Romagna senza tempo, si affida all'estro dei due attori, capaci di dar vita a uno strambo road movie di formazione, con due attempati protagonisti, che sulle ali della nostalgia riescono a far ridere di gusto, non senza qualche pensiero più profondo qua e là.<br /><br />I due attori, infatti, "gigionano" ampiamente per tutta la pellicola mettendo al servizio della riuscita finale del film tutta la loro esperienza, che permette di interpretare alla perfezione i due personaggi di Rocco e Guido.<div><br /></div><div>A essere sinceri il film non è originale, è un <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">remake</a> abbastanza fedele della pellicola tedesca <i>25 km/h</i> del 2018 e ne ripropone in pratica quasi la stessa storia, ma Fabio De Luigi è comunque stato bravo a riadattare il film di Markus Goller all'Emilia-Romagna. Anche la locandina, riportata qui sotto, è quasi identica.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitAwkbxLxV9paBaI-poS8pX9HuW2NMQ8wvmeWiMqRzvj4Rq2KX6ZGJmHAgvbN3II5PiLvdAntmgI00v_LJuLAgWnETKfFN_KDeG4AwDlOrZNTsYhYjaSLEH1Gh-JkXD8FxEB14lcrqZpgs1rTRrpYHwkQTx81f1r9cYpb3NXPFS7j_DnRxzQmCOgPbnJja/s1080/25%20km_h.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="763" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitAwkbxLxV9paBaI-poS8pX9HuW2NMQ8wvmeWiMqRzvj4Rq2KX6ZGJmHAgvbN3II5PiLvdAntmgI00v_LJuLAgWnETKfFN_KDeG4AwDlOrZNTsYhYjaSLEH1Gh-JkXD8FxEB14lcrqZpgs1rTRrpYHwkQTx81f1r9cYpb3NXPFS7j_DnRxzQmCOgPbnJja/s320/25%20km_h.jpg" width="226" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div>In sostanza <i>50 km all'ora</i> non tocca picchi particolari e molto spesso ciò che avviene è abbastanza telefonato e banale, così come sono banali i buoni sentimenti legati all'evoluzione della trama per quel tipo di vicende, ma non per questo si tratta di un film debole, che, anzi, si fa forza della sua semplicità. A tratti <i>50 km all'ora</i> sembra quasi essere un film slegato, fatto più di gag comiche attaccate le une alle altre, cosa che forse deriva anche dalle origini di De Luigi, ma devo dire che non disturba affatto la visione.</div><div><br /></div><div>Molto spesso il realismo viene lasciato da parte, per lasciar spazio alle esigenze di trama, come ad esempio quando i due fratelli si separano, per poi ritrovarsi pochissimo dopo, magari in delle sperdute stradine di collina o di campagna, non si sa bene come. Ma anche questo, alla fine, non è particolarmente importante.</div><div><br /></div><div>Attenzione! Se abitate in Emilia-Romagna e, soprattutto, in Romagna, vi divertirete a riconoscere gli ambienti in cui si svolgono le vicende della pellicola, ma non aspettatevi che il percorso di Rocco e Guido sia coerente con la geografia. Le uniche località che vengono nominate mi pare siano Bagnacavallo (ma i due fratelli non ci vanno mai) e Cervia (il cui cimitero, che viene fatto vedere, è in collina!!!) e tutti gli altri luoghi restano anonimi. Di fatto Rocco e Guido attraversano vari scenari emiliani e romagnoli, per lo più poco noti, ma senza soluzione di continuità.</div>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-56700586710212528392023-12-29T18:09:00.001+01:002023-12-29T19:33:47.739+01:00Il mondo dietro di te<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh13cxlg6nu3SQw-k5oRITD6_IV8jT-PgzefqEt8O0GP43a5sMiRgA8Fbf2DpRSi9Lt2f6Khp3c_mkVJRF-o74NxR4oAvxeiSuQvKxrXQJPKBzcG_om48Gm7fbKshnoNlphhtToRq8x3YPD8sDYaF1we7uI0gfqIhZjO7fP5INwSMWB2W7Wva7adHXYILvQ/s622/Il%20mondo%20dietro%20di%20te.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="622" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh13cxlg6nu3SQw-k5oRITD6_IV8jT-PgzefqEt8O0GP43a5sMiRgA8Fbf2DpRSi9Lt2f6Khp3c_mkVJRF-o74NxR4oAvxeiSuQvKxrXQJPKBzcG_om48Gm7fbKshnoNlphhtToRq8x3YPD8sDYaF1we7uI0gfqIhZjO7fP5INwSMWB2W7Wva7adHXYILvQ/s320/Il%20mondo%20dietro%20di%20te.jpg" width="216" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">I coniugi Clay (Ethan Hawke) e Amanda (Julia Roberts), insieme ai figli Archie (Charlie Evans) di 16 anni e Rose (Farrah Mackenzie) di 13 decidono di prendersi una breve vacanza e affittano una lussuosa villa a Long Island. Tutto sembra perfetto, ma durante la giornata in spiaggia incredibilmente una gigantesca petroliera si schianta contro la riva. Intanto internet, i telefoni e la televisione non funzionano più. La sera mentre la famiglia è in casa si presentano G.H. (Mahershala Ali) con la figlia Ruth (Myha'la Herrold) che affermano di essere i proprietari della villa. Dato che in città, dove vivono, si è verificato un gigantesco blackout, hanno deciso di rifugiarsi lì, mentre la madre si trova in Marocco per lavoro.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Dopo le prime diffidenze, dovute anche alla misantropia di Amanda, alla fine le due famiglie decidono di convivere per la notte, con G.H. e Ruth che si accomodano in una stanza del seminterrato.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Nel frattempo gli strani fenomeni continuano, le poche informazioni in mano ai protagonisti fanno pensare a una sorta di cyberattacco e le due famiglie, sempre più sotto stress, sono prossime al collasso<span><a name='more'></a></span></div>
Di questo film, prodotto da Netflix e distribuito solamente su questo canale, si può dire subito una cosa: si tratta di un film furbo.<div><br /></div><div>La pellicola è tratta dal romanzo <i>Leave the world behind</i> di Rumaan Alam, tradotto in Italia come il film col titolo <i>Il mondo dietro di te</i> e ad esso resta abbastanza fedele anche se, confesso, le informazioni che ho derivano solo da Internet, dato che non l'ho letto. In ogni caso il film, che ho definito "furbo", non deve essere diverso dal romanzo.</div><div><br /></div><div>Ma perché "furbo"?</div><div><br /></div><div><b><span style="color: red;">Consiglio. Proseguite con la lettura solo se avete già visto la pellicola, altrimenti rischio di rovinarvi la visione, se volete vederlo.</span></b></div><div><br /></div><div>"Furbo" perché Alam, lo scrittore, così come Sam Esmail, regista e sceneggiatore, sembrano non sapere esattamente dove andare a parare, ma in compenso sanno alla perfezione come arrivarci. Molte delle cose che avvengono mi sembrano un po' troppo esagerate e soprattutto mi sembrano un po' troppe, ma hanno sempre la funzione di creare quella sensazione di angoscia crescente che assale i protagonisti e si trasmette allo spettatore. Continuando a non sapere cosa stia accadendo. E questo, lo devo ammettere, è un espediente che funziona. Il non sapere nulla permette all'immedesimazione di raggiungere i massimi livelli.</div><div><br /></div><div>Le auto che vanno da sole, gli aerei e le navi che si schiantano, le telecomunicazioni saltate ci possono anche stare (più o meno). Ma a questi eventi si aggiungono gli attacchi sonici (!!!), i comportamenti bizzarri dei cervi e dei fenicotteri, la strana zecca che punge Archie (vabbé, qui forse Esmail non ha mai avuto esperienze di zecche), i denti, sempre di Archie, che cadono (in questo caso, secondo me, si sono volute lasciare aperte un po' troppe strade), la spagnola (o sudamericana), i volantini in arabo (che in un'altra zona sono in coreano o in cinese), ecc.</div><div><br /></div><div>Però c'è da dire che molte delle scelte sono per la verità azzeccate. Con la fine della tecnologia quasi tutte le persone non sanno più cosa fare, sono completamente perse e Clay si perde proprio per strada. Sarà proprio Clay ad ammettere di essere diventato un uomo inutile in una situazione del genere. L'unico a non aver perso la testa è Danny (Kavin Bacon), uno che si aspettava da anni la fine del mondo e si era attrezzato per affrontarla. E qui c'è uno degli altri temi del film. Se il mondo è finito, sono finite anche le regole in vigore fino alla fine stessa, sostituite da nuove regole. Perché nel nuovo mondo post apocalisse (se di apocalisse si tratta) l'obiettivo è sopravvivere. E per sopravvivere non si guarda in faccia a nessuno.</div><div><br /></div><div>Tutti i personaggi principali hanno un carattere e un comportamento abbastanza strano e a volte insolito, ma credo che questa sia una scelta, per renderli in un qualche modo ambigui fino alla fine.</div><div><br /></div><div>Vince però il premio di personaggio più emblematico la bambina, Rose. Rose ha una passione maniacale per la serie TV <i>Friends</i> e durante il viaggio verso la villa sta guardando l'ultima puntata. Proprio quando Internet salta! Solo che mentre un po' tutti gli altri protagonisti sono preoccupati per quello che sta accadendo e cercano informazioni e soluzioni, a Rose tutto questo non interessa. Il suo unico obiettivo, cascasse il mondo, letteralmente, è vedere l'ultima puntata della serie. E il finale della pellicola va proprio in questa direzione. Rose è il personaggio più giovane, ma proprio questo comportamento disintegra tutte le speranze che la trama aveva lasciato sopravvivere nelle spettatore.</div><div><br /></div><div>Alla fine <i>Il mondo dietro di te</i> è uno di quei film che non so se mi prendono in giro o se sono seri, ma non sono pentito di averlo visto e mi sento di consigliarlo.</div>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-78234347426006757672023-12-29T09:50:00.001+01:002023-12-29T09:50:21.289+01:00Dune <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8xW6nMHWOorxllNfQ81iuL3BxAFr-8PCb3wpWYapyoo69UBefbRxlY_UnLn8ojQLAuptaVrE0j_lRT0h4lkqP_8ytqjttCSF_616Tt2nW77RLNo9CYqY0Kd4g9K6t4uTDQ4HFcuqm-7-r-zo3VN0gUbkZM_Ma7C0GNh_zpOKGz9PSGYZBrYLNzyXHMFTg/s385/Dune.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="385" data-original-width="259" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8xW6nMHWOorxllNfQ81iuL3BxAFr-8PCb3wpWYapyoo69UBefbRxlY_UnLn8ojQLAuptaVrE0j_lRT0h4lkqP_8ytqjttCSF_616Tt2nW77RLNo9CYqY0Kd4g9K6t4uTDQ4HFcuqm-7-r-zo3VN0gUbkZM_Ma7C0GNh_zpOKGz9PSGYZBrYLNzyXHMFTg/s320/Dune.jpg" width="215" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">Ma come, si chiederanno stupefatti e sbalorditi i miei assidui lettori, se stai postando una recensione del romanzo <i>Dune</i> di Frank Herbert significa che solo adesso lo hai letto? Un dichiarato amante della <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/fantascienza">fantascienza</a> ha letto solo a 46 anni il romanzo simbolo di Herbert?</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div>Sì. Mi cospargo il capo di cenere e ammetto di non aver mai letto questo caposaldo della fantascienza mondiale.</div><div><br /></div><div><i>Dune</i>, il primo romanzo di Frank Herbert dell'omonimo ciclo, scritto nel lontano 1965 è diventato negli anni fonte d'ispirazione per innumerevoli opere, tanto che lo stesso George Lucas ha affermato che "senza <i>Dune</i>, <i>Guerre Stellari</i> non sarebbe mai esistito"!<span><a name='more'></a></span></div>
Peccato che mentre per <i>Guerre Stellari</i>, scopiazzando anche dal fumetto <i>Valérian et Laureline</i>, George Lucas sia riuscito a produrre una saga cinematografica che negli anni ha avuto un successo senza limiti, la trasposizione di <i>Dune</i> sia stata molto più travagliata. Prima ci provò Alejandro Jodorowsky negli anni settanta, ma l'idea non andò in porto, perché Hollywood non ebbe il coraggio di sostenere economicamente il colossal che Jodorowsky aveva in mente. Ci riuscì David Lynch nel 1984 e prima o poi scriverò una recensione anche del suo <i>Dune</i>. La versione di Lynch viene considerata un "fiasco al botteghino", anche se, per la verità, dopo i deludenti incassi negli Stati Uniti, la pellicola recuperò in Europa e negli anni, oltre a diventare un vero e proprio <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">cult</a>, incassò parecchio col mercato home video. Poi è stata la volta di Denis Villeneuve che ha trasposto nel suo <a href="https://vaarth.blogspot.com/2021/10/dune.html">Dune</a> la prima parte del romanzo nel 2021 (la seconda parte è attesa per il 2024). Il tentativo abortito di Jodorowsky non fu però del tutto inutile. Lavorarono al progetto il disegnatore Chris Foss, il pittore e desiner Hans Ruedi Giger e un certo Jean Giraud, meglio noto come Moebius. Tutti artisti all'epoca poco noti, ma che grazie anche ai lavori preparatori del <i>Dune</i> mai fatto di Jodorowsky realizzarono poi in seguito altre clamorose opere (dice niente <i>Alien</i>?). Comunque nel 2013 Frank Pavich ha realizzato un documentario dal titolo <i>Jodorowsky' Dune</i> che racconta un po' la storia della prima trasposizione mai nata del romanzo di Herbert.<div><br /></div><div>Finite le chiacchiere, diciamo anche due parole sulla trama, no?</div><div><br /></div><div>Arrakis è un singolare pianeta della galassia. Ricoperto da deserti, quasi completamente privo di acqua, abitato da colossali vermi delle sabbie e sferzato da tempeste distruttrici, sembrerebbe il peggior posto in cui andare a vivere. E in effetti lo è. Ma su Arrakis, noto anche come Dune, unico luogo nell'universo, si trova la spezia, il melange, una sostanza che consente agli esseri umani di aprire i propri orizzonti mentali, conoscere il futuro e, soprattutto, guidare le immense astronavi utilizzate nei viaggia interstellari. Nonché, per chi vive sul pianeta e mangia cibi che contengono anche la spezia, che di fatto è una vera e propria droga, l'iride e poi anche la sclera si colorano di blu.</div><div><br /></div><div>Arrakis è governato dalla famiglia dei crudeli Harkonnen che vengono sostituiti dall'Imperatore dalla famiglia degli Atreides, il cui Duca, Leto, sembra essere molto apprezzato in tutta la galassia. Peccato che gli Harkonnen non siano proprio contenti di questo avvicendamento e ovviamente faranno di tutto per riprendersi il controllo di Arrakis, contando anche su potenti alleati. Ma su Arrakis, oltre ai vermi giganti e al melange c'è anche un popolo, i misteriosissimi Fremen, che saranno centrali nelle vicende del romanzo che riguardano il governo del pianeta e che avranno ripercussioni su tutto l'impero galattico.</div><div><br /></div><div>Basta, non scrivo altro, perché la storia è nota. E se non la conoscete, allora dovete leggervi il libro o guardarvi almeno uno dei film.</div><div><br /></div><div><i>Dune</i> è un romanzo avvincente, pur essendo estremamente lento e seguendo una narrazione particolare. Noi ormai ci siamo abituati alle storie scritte (e sceneggiate) oggi, che sono per lo più caratterizzate da ritmi frenetici, soprattutto quando si passa dalla carta allo schermo, con scene d'azione che grazie agli effetti speciali diventano sempre più spettacolari e incalzanti. Ecco, <i>Dune</i> è un'altra cosa. Molte delle scene d'azione che vengono mostrate nella pellicola di Villeneuve (e a conti fatti non sono neppure tantissime!), nel romanzo non vengono neppure descritte oppure vengono lasciate ai margini, descrivendo invece con una certa lentezza ciò che è avvenuto prima e ciò che avviene dopo. E' vero che Lucas ha confessato la dipendenza di <i>Guerre Stellari</i> da <i>Dune</i>, ma è anche vero che alla fine Lucas ha pensato di più alla spettacolarizzazione, mentre per Herbert non era quello probabilmente l'obiettivo.</div><div><br /></div><div>Un altro elemento in comune fra le due opere è l'annullamento della linea di demarcazione fra la fantascienza e il <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Fantasy">fantasy</a>. Leggendo <i>Dune</i> a volte ci si chiede se non si stia sfociando nel campo del fantasy, cosa che avviene ancora di più in <i>Guerre Stellari</i>.</div><div><br /></div><div>Un libro da leggere, imprescindibile per chi ama il genere. Un libro che forse, durante la lettura, potrebbe anche deludere, proprio perché leggendolo si cerca magari quella spettacolarizzazione cui la fantascienza moderna ci ha abituati, ma che dopo l'ultima pagina fa rendere conto della grandiosità dell'opera. Una delle migliori in assoluto per il genere.</div>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-71975168377064236812023-12-26T18:04:00.002+01:002023-12-29T09:51:07.764+01:00Adagio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhv7hpSmivgaI53PyJ_doFLJR4zJaZbEAqTWsGI3rWrTsCTBYvRZfeJKPM2grVdXHvJXuQ6tBgDAUAvxt92EBcbL07KG_mFmpQQaJSQPwkFAeFfuqvgMsr4Dcc7rOv6x2HRBDwQjdkDrMOifQgoHMsAS12g5iY086opqGDQncos7ue0EReVVFCP7nl6Drr/s600/locandinapg1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhv7hpSmivgaI53PyJ_doFLJR4zJaZbEAqTWsGI3rWrTsCTBYvRZfeJKPM2grVdXHvJXuQ6tBgDAUAvxt92EBcbL07KG_mFmpQQaJSQPwkFAeFfuqvgMsr4Dcc7rOv6x2HRBDwQjdkDrMOifQgoHMsAS12g5iY086opqGDQncos7ue0EReVVFCP7nl6Drr/s320/locandinapg1.jpg" width="224" /></a></div><br /><p></p><p>Manuel (Gianmarco Franchini) è un sedicenne romano orfano di madre, che vive con l'anziano padre Daytona (Toni Servillo), un ex criminale in disgrazia e affetto da demenza senile.</p><p>Il ragazzo è costretto da tre uomini a partecipare a un party dove ha l'incarico di fotografare un misterioso individuo travestito da donna. Qui però si accorge di essere finito in un gioco più grande di lui e spaventato fugge, col timore di aver visto cose che non doveva vedere, inseguito da degli uomini guidati dallo spietato Vasco (Adriano Giannini).</p><p>Manuel si trova costretto a cercare aiuto prima da Polniuman (Valerio Mastandrea) e poi dal Cammello (Pierfrancesco Favino), due ex criminali compagni del padre, caduti in disgrazia anche loro che, in un modo o nell'altro, cercheranno di proteggerlo.<span></span></p><a name='more'></a><p></p><p><i>Adagio</i> è un film che si sviluppa su più livelli, che si svelano per gradi e che si svolge in una Roma delle periferie costantemente sovrastata e minacciata da un gigantesco incendio fuori città che, oltre a un caldo insopportabile forse dovuto anche a condizioni climatiche estreme, fa piovere cenere, causa continui blackout e dona un senso di fine del mondo a tutta l'atmosfera.</p><p>È proprio questa sensazione di fine del mondo che trasuda da ogni fotogramma di Stefano Sollima. Fine del mondo, perché pare chiaro fin da subito il destino di questi vecchi criminali romani che, facendo i conti con una nuova criminalità, sembrano cercare una sorta di redenzione finale. Forse non sufficiente per cancellare il passato, ma almeno ci provano. Ognuno di loro con l'età deve fare i conti anche con un grave problema fisico che contribuisce ancora di più a rendere chiaro che questa, per loro, sarà una sorta di ultima chiamata. Forse più degli altri romani, che non sembrano essere toccati più di tanto dalla fine del mondo imminente, i tre ne sono perfettamente consci e sanno che la scelta che faranno sarà probabilmente l'ultima. E per questo dovrà essere una scelta giusta.</p><p>Se da un lato <i>Adagio</i> è un tipico film italiano nello stile di Sollima e di tutta quella cinematografia recente che mostra la criminalità romana, dall'altro potrebbe benissimo essere una pellicola internazionale, che da pellicola internazionale ha il respiro e, se qualche distributore internazionale dovesse credere nel progetto, potrebbe avere successo anche fuori dall'Italia.</p><p>Giganteggiano su tutti Toni Servillo e ancora di più Pierfrancesco Favino. Se Valerio Mastandrea ha una parte molto limitata, comunque d'effetto e riuscita, il ruolo ricoperto da Servillo e Favino è centrale nella trama e i due esperti attori ci ricordano del perché al momento siano fra i migliori attori italiani. Favino, nello specifico, dimostra ancora una volta di essere un vero e proprio camaleonte, in grado di recitare in qualsiasi parte, in questo caso donando anche una fisicità, quasi deforme, al personaggio del Cammello. Giuro, appena è comparso sullo schermo, subito non l'avevo nemmeno riconosciuto.</p><p>Buon film, da vedere. Molto lento, ma col passare dei minuti, anche se il ritmo resta quello, la trama diventa sempre d più coinvolgente.</p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-57027214332034676202023-11-26T17:33:00.000+01:002023-11-26T17:33:46.690+01:00The descent - Discesa nelle tenebre<p style="text-align: center;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIAxsBf77fPTRxLD9dSJtOGsG7xWQot_jTMAhL_6fCohP1nMRHHem8-MOQ6kfzqhfaVDwyFYohM_knEZtF0YFeeoxaoHHFqb8flDyFxy4JNRP9WQKKeqSaz8chkbH_FTgxW5dHnNfMVWTZOkWyXR71uZsOrPsDl-xo-PVPDVd0z_kS5_ijX0njrWpIZ0Ao/s600/The%20descent.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIAxsBf77fPTRxLD9dSJtOGsG7xWQot_jTMAhL_6fCohP1nMRHHem8-MOQ6kfzqhfaVDwyFYohM_knEZtF0YFeeoxaoHHFqb8flDyFxy4JNRP9WQKKeqSaz8chkbH_FTgxW5dHnNfMVWTZOkWyXR71uZsOrPsDl-xo-PVPDVd0z_kS5_ijX0njrWpIZ0Ao/s320/The%20descent.jpg" /></a><br /></p><p></p><p>C'è questo film <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Horror">horror</a> del "lontano" 2005 che in rete raccoglie parecchi apprezzamenti e che, per un qualche strano motivo, non avevo visto. E non stupitevi di questa recensione tardiva, questo blog spesso guarda più al passato che al presente.</p><p>La trama in breve, che il plot è anche piuttosto semplice.</p><p>Ci sono tre giovani donne amiche fra loro che sono solite praticare sport estremi e infatti il film inizia proprio mentre stanno facendo rafting. Al ritorno da questa gita Sarah (Shauna Macdonald) ha un incidente d'auto nel quale muoiono il marito a la piccola figlia.</p><p>Un anno dopo le altre due amiche, Juno (Natalie Mendoza) e Beth (Alex Reid) invitano Sarah in una delle loro gite. Partecipano anche le sorelle Rebecca e Sam Vernet (Saskia Mulder e MyAnna Buring), che credo di non aver capito bene cosa c'entrino e la spericolata Holly (Nora-Jane Noonne), amica di una delle altre. Il programma, dopo aver trascorso la serata e la nottata in una baita, è esplorare il complesso delle grotte dei Monti Catskill, negli Appalachi, sotto la guida dell'esperta ed atletica Juno.</p><p><span>Solo che non tutto va per il verso giusto...<br /></span></p><a name='more'></a>Attenzione, metto qualche spoiler qua e là, meglio leggere la recensione dopo aver visto il film.<p></p><p>Intanto Juno, anziché portare le amiche nel posto concordato, dove avrebbero dovuto fare un'escursione nemmeno troppo impegnativa, ha fatto loro una "sorpresa" e le ha portate in un sistema di grotte che sembrano ancora sconosciute. In un passaggio difficile Sarah rimane bloccata, si fa prendere dal panico e mentre Juno (o forse è Beth, col buio e gli ambienti illuminati solo dalle torce elettriche non è semplice riconoscerle) la sta aiutando per uscire, le pareti crollano, intrappolando le sei giovani. Attenzione, nessuno sa che sono lì! Il gruppo, che è quindi obbligato a proseguire nell'esplorazione, sperando di trovare un'uscita, sempre che ce ne sia una (!!!), vaga un po' a caso e Holly cade in una cavità rompendosi malamente una gamba. E come se non bastasse, le ragazze finiscono per scoprire che le grotte sono abitate e gli abitanti non sembrano troppo amichevoli e ospitali...</p><p>Ora, siamo all'interno di un una pellicola d'<a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Horror">orrore</a>, quindi la trama non è importantissima, esistono film del genere con trame anche molto scarne e deboli, ma in questo caso già la partenza risulta piuttosto interessante. Perché non so voi, ma anche senza tirare in ballo i mostri umanoidi cavernicoli, a me il fatto di rimanere chiuso dentro delle grotte buie e inesplorate mi inquieta parecchio. Dirò di più. Mi sono agitato già all'inizio quando Sarah è rimasta bloccata in uno dei primi passaggi! Insomma, già la ricerca, forse vana, di un'uscita nelle grotte misteriose per me sarebbe stato un buon film <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Thriller">thriller</a>. A questo si aggiunge il crescendo di difficoltà cui vanno incontro le sei protagoniste, senza dimenticare una serie di attriti, portando la pellicola a una tensione costantemente in salita. Più e più volte, infatti, ho empatizzato con le sei disgraziate, rendendomi conto di quanto fosse disperata la loro situazione.</p><p>Se devo essere sincero fino alle prime apparizioni dei mostri (all'inizio piuttosto fugaci) tutto funziona quasi alla perfezione. Poi quando la pellicola vira decisamente dal thriller all'horror, trasformandosi in una gara di sopravvivenza in cui i mostri sono i cacciatori e le sei giovani sono le prede, forse perde qualche punto.</p><p>In compenso il finale (che non rivelo ovviamente, anche se la pellicola è datata) contiene una trovata niente male che contribuisce a rendere la pellicola avvincente fino all'ultimo fotogramma.</p><p>Forse il difetto più grande riguarda la caratterizzazione delle protagoniste. Per quanto si possa parlare di caratterizzazione dei personaggi in un film di questo genere. A parte Sarah e Juno, che sono al centro della trama e la cui centralità è anche sinceramente ben fatta, con un non detto che bisogna riuscire a cogliere, le altre quattro risultano completamente anonime. Una di queste, Holly, è l'unica della quale ci viene detto qualcosa di più, ma lo si fa creando un personaggio totalmente stereotipato e tagliato con l'accetta. Le altre tre, Beth, Rebecca e Sam sono praticamente carne da cannone. Fra due di queste inserite nella trama abbastsanza brutalmente.<br /></p><p>Inquietante invece e praticamente centrale nella pellicola la gestione del buio. Noi abbiamo un'ancestrale paura del buio, ma al buio non siamo più abituati. Le nostre città non sono mai completamente al buio e nelle nostre case, anche se raggiungiamo il buio totale, raramente, ci basta spingere un pulsante per illuminare completamente la stanza in cui ci troviamo. Ricordo da ragazzo di aver fatto campeggio libero in un bosco. La cosa che mi colpì di più fu proprio, causa l'assenza della luna, il buio totale, cui non ero abituato. Nelle grotte il buio totale regna sovrano e le ragazze fanno luce con delle torce elettriche e poco altro. Certo, in molte circostanze, per esigenza di regia, ho avuto l'impressione che ci fosse più luce di quella che avrebbe dovuto esserci, ma qui viene in soccorso la <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">sospensione dell'incredulità</a>. Immagino che ciò sia stato fatto per facilitare le riprese.</p><p>La pellicola ha un finale che ritengo praticamente perfetto. Peccato che nel 2009 sia uscito <i>The Descent Part 2</i>, a tutti gli effetti un <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">sequel</a> di questa pellicola, che secondo me si poteva anche evitare.<br /></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-92022875948593688962023-11-21T19:30:00.001+01:002023-11-21T19:30:00.131+01:00To the lake<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdtiDyo2D44fN2144mHxMKyzDtio-Rqrd9GFT9vpUXHW9hDuIC63MXtg12zTMFXvNe5mPagOTlC4SqA1HjTvcCBagiLhVzI6EbS6n2YZMjwrTYlp61C_m8xDdhdQrwq0FV8eeR6Avzf902IJ1p9-QvDpeYGHkwxoi4MhXIyV_AwEFzs7BUIBcFoXaxSzc5/s3600/To%20the%20lake.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3600" data-original-width="2400" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdtiDyo2D44fN2144mHxMKyzDtio-Rqrd9GFT9vpUXHW9hDuIC63MXtg12zTMFXvNe5mPagOTlC4SqA1HjTvcCBagiLhVzI6EbS6n2YZMjwrTYlp61C_m8xDdhdQrwq0FV8eeR6Avzf902IJ1p9-QvDpeYGHkwxoi4MhXIyV_AwEFzs7BUIBcFoXaxSzc5/s320/To%20the%20lake.jpg" width="213" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">E due. Con questa siamo alla seconda serie russa recensita in questo blog, dopo <a href="https://vaarth.blogspot.com/2023/11/meglio-di-noi.html">Meglio di noi</a>. Fra l'altro con due attori protagonisti, Kirill Käro ed Eldar Kalimulin che sono pure gli stessi.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Ma andiamo subito con la trama, poi i commenti.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Siamo a Mosca e un nuovo virus sconosciuto si diffonde. Il segnale sono una forte tosse che porta anche a perdere sangue dalla bocca e lo scolorimento degli occhi. E la morte dopo pochi giorni. Il virus è talmente veloce da sembrare inaffrontabile, tanto che la popolazione mira a scappare il prima possibile dalle zone infette e le autorità, rischiando di soccombere nei confronti del virus, pensano bene di fermarlo con misure di contenimento piuttosto violente... ossia sparare agli infetti.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Protagonisti della storia sono Sergei (Kirill Käro), la nuova moglie Anna (Viktoriya Isakova), il figlio autistico di Anna, Misha (Eldar Kalimulin), l'ex moglie di Sergei, Irina (Mar'jana Spivak) e il figlio di entrambi, Anton (Saveliy Kudryashov), il padre Boris (Yuri Kuznetsov), il vicino di casa Lyonya (Aleksandr Robak), la figlia problematica Polina (Viktoriya Agalakova) e la nuova moglie incinta, Marina (Natalya Zemtsova). Nonché, da un certo punto in poi, anche il medico Pavel (Alexander Yatsenko).</div><br /><span><a name='more'></a></span><div>E dopo un'iniziale diffusione del virus, con la società moscovita che subito sembra collassare, con la legge del più forte che regna fra le strade, l'insolito gruppo di protagonisti tenta una disperata fuga dalla città, per raggiungere un rifugio costruito da Boris in Carelia, su un'isola che si trova nel mezzo del lago Vongozero. Un luogo ameno, ove stare al sicuro dalla follia e dalla morte causata dal virus.</div><div><br /> </div><div>Una serie che per certi versi fa pensare a un contesto zombie e a un certo punto sembra proprio di essere in uno <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Zombi">zombie movie</a> e per altri versi si trasforma in una pellicola on the road, con l'improbabile gruppo di protagonisti che, giocoforza, è obbligato a convivere per trovare la salvezza reciproca. Il tutto in una straniante ambientazione russa alla quale non siamo abituati, dove ogni cosa è ricoperta di neve e l'impresa, proprio per questo, diventa ancora più ardua. Anche se, va detto, i protagonisti sembrano preoccupati da tutto tranne che dal clima. E, in effetti, essendo russi, in quei luoghi sono abituati a viverci.</div><div><br /> </div><div>Quello che presto si rivela essere il problema principale è la convivenza fra persone che probabilmente avrebbero anche evitato di stare insieme. Sergei sta con Anna e il rapporto con la precedente moglie Irina non è che sia finito proprio bene, quindi far convivere le due donne non è semplice. E, oltretutto, sembra che Irina a Sergei non ci abbia proprio rinunciato. E poi c'è il padre, Boris che, lo capiremo strama facendo, col figlio non ha esattamente un rapporto idilliaco. A questi si aggiungono i vicini di casa. Lyonya è un riccone deprecabile e insopportabile con una moglie giovane che probabilmente sta con lui solo per soldi e una figlia ingestibile. Insomma, un gruppo di personaggi che sembra fatto apposta per litigare. E le aspettative non vengono tradite.</div><div><br /> </div><div>A tutto questo si aggiunge la scelta, fatta dagli autori, di approfondire proprio i personaggi, che sono tutt'altro che tagliati con l'accetta e stereotipati. Puntata dopo puntata iniziamo a conoscere il loro passato, il loro carattere e vediamo l'evoluzione del loro rapporto forzato. Sergei, che in un modo o nell'altro è al centro del gruppo di personaggi, finisce in pratica per diventarne la guida, anche se il gruppo risulta piuttosto problematico e a larghi tratti disunito.<br /></div><div><br /> </div><div>Al di là di alcune differenze culturali che a volte spiazzano un po', la serie contiene anche qualche sbavature. Una di queste riguarda proprio il virus, l'elemento che scatena tutta la trama. Va bene che il virus sia solo un espediente, ma non solo ci viene mostrato poco (o ne vengono mostrati poco i suoi effetti), ma la capacità con cui fa crollare Mosca e i territori limitrofi è sorprendente. Nel giro di meno di una settimana in pratica il mondo non esiste più! Anzi, a essere sinceri, dato che le giornate dei protagonisti vengono scandite praticamente per intero e senza grossi salti temporali, la civiltà crolla in circa due giorni! E dire che, da quello che si vede, non è così infettivo (stop, non scrivo altro per non fare spoiler, ma non è che basta avvicinarsi a un infetto per morire) e dal momento in cui lo si contrae servono alcuni giorni prima di morire. In pratica Mosca si autodistrugge in un numero di giorni addirittura inferiore al decorso medio della malattia!</div><div><br /> </div><div>Un'altra sbavatura è legata ai personaggi che i protagonisti incontrano. Va bene che le sfighe non vengono mai da sole, ma sembra che il destino in questo caso si sia accanito con una particolare puntigliosità. Tutte le persone più pazze o malvage sembrano trovarsi sulla strada dei protagonisti! Sì, sarà colpa del virus, ma in questo caso ricadiamo nel problema precedente: è arrivato da pochissimi giorni! O la Russia è abitata da pazzi oppure qui gli sceneggiatori hanno un po' forzato la trama per descrivere quello che a loro interessava descrivere.</div><div><br /> </div><div>Però va anche detto che perdonando qualche errore (già i film non sempre sono del tutto rigorosi, anche se si tratta di opere di 90, 120 minuti che dovrebbero essere curati nel dettaglio, ci sta che una serie che complessivamente dura parecchie ore abbia qualche punto debole), digerendo qualche differenza culturale e pure tralasciando il fatto che alcuni comportamenti dei personaggi siano un po' troppo telefonati, alla fine <i>To the lake</i> funziona e rende il giusto, dimostrando che è possibile produrre serie TV avvincenti anche al di fuori degli Stati Uniti. Spesso a fine puntata viene utilizzata la tecnica del <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">cliffhanger</a> e comunque, anche quando non viene utilzzata, la sorte dei poveri protagonisti resta sempre appesa a un filo e lascia lo spettatore in attesa di capire cosa accadrà. Il regista Pavel Kostomarov, malgrado...</div><div><br /> </div><div>ATTENZIONE, PICCOLO SPOILER</div><div><br /> </div><div>... non ci siano sostanzialmente morti illustri riesce a non lasciare mai cadere la tensione, facendo sempre intendere che almeno uno dei protagonisti potrebbe morire in qualsiasi momento.</div><div><br /> </div><div>La serie TV è tratta da un romanzo del 2011, <i>Vongozero</i>, scritto da Yana Vagner, di un certo successo, anche se mi pare che non sia mai arrivato in Italia. Al momento Netflix ha distribuito e tradotto in italiano la prima stagione di 8 episodi, ma in Russia ne è stata già girata e trasmessa nella primavera 2022 una seconda di altri 8, mentre la prima era stata trasmessa fra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 (proprio quando stava arrivando il Covid-19!), ma fu girata nel 2018, quindi non è stata ispirata dalle vicende del SARS-CoV-2.</div><div><br /> </div><div><i>To the lake</i>, che è stata definita da Stephen King "dannatamente bella" ha riscosso un buon successo sia in patria, sia all'estero e devo dire che si tratta di un successo sicuramente meritato.</div><div><br /> </div><div>Vediamo adesso se la seconda stagione riuscirà a mantenere le atmosfere della prima o se, come spesso capita con questo tipo di prodotti, finirà per perdersi per strada.<br /> </div>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-52668463557018955542023-11-10T19:00:00.000+01:002023-11-10T19:00:00.138+01:00Matrix Resurrections<div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFzIj3FCGIK7hO38Qh9vpDj9Oacx-fL41TH6KCKyUd0-g5U5JnaI9XR411Ucfc9A-3R42DS7Qt_qOmHaCGuzy5C7B1Op0N4GxfIxierNTLYThJFa8mrOIJhKI_EMsFw7JteCCRoTPqsCB5bgSeutbh8ZUh_R9K21phZaMdIQzpzd64pdACfIvEQLVRYSuL/s623/Matrix%20Resurrections.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFzIj3FCGIK7hO38Qh9vpDj9Oacx-fL41TH6KCKyUd0-g5U5JnaI9XR411Ucfc9A-3R42DS7Qt_qOmHaCGuzy5C7B1Op0N4GxfIxierNTLYThJFa8mrOIJhKI_EMsFw7JteCCRoTPqsCB5bgSeutbh8ZUh_R9K21phZaMdIQzpzd64pdACfIvEQLVRYSuL/s320/Matrix%20Resurrections.jpg" /></a><br /></div><div></div><div></div><div></div><div></div><div></div><div><br />Il film <i>Matrix</i>, diretto da Andy e Larry Wachowski e uscito nei cinema nel lontano 1999 fu una piccola rivoluzione della <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/fantascienza">fantascienza</a> dal punto di vista culturale. Non che non esistessero, prima di <i>Matrix</i>, altre opere fantascientifiche che trattavano gli stessi temi, ma il film dei fratelli Wachowski divenne una sorta di caso mondiale. Raccolse un successo strepitoso e ridefinì, anche grazie a un look accattivante, un intero sottogenere della fantascienza. Anche gli effetti speciali impiegati fecero la storia, tanto da rimanere indissolubilmente impressi in alcune generazioni di spettatori.</div><div><br /></div><div>Poi siccome <i>Matrix</i> aveva una fine che non era una fine, nel 2003 uscirono, a poca distanza, il secondo capitolo, <i>Matrix Reloaded</i> e il terzo, <i>Matrix Revolutions</i>, andando a completare la trilogia. Il livello dei due successivi capitoli fu inferiore al primo, la trama, a tratti fumosa, fu parzialmente messa da parte per lasciare spazio agli effetti speciali. Questo non evitò, comunque, che la trilogissa finisse nell'immaginario collettivo degli appassionati.</div><div><br /></div><div>E, come sempre, le idee che funzionano vanno sfruttate fino all'osso e possibilmente anche oltre.</div><span><a name='more'></a></span><div>E' con queste premesse che nel 2021 è uscito il nuovo <i>Matrix Resurrections</i>, diretto questa volta solo da Lana Wachowski (nuovo nome di Larry, dopo aver fatto la transizione).</div><div><br /></div><div>Ma la trama, visto che <i>Matrix Revolutions</i> aveva un finale definitivo, seppur confuso?</div><div><br /></div><div>Thomas Anderson (un Keanu Reeves con parecchi anni in più sulle spalle) è un programmatore di videogiochi, fra cui la celebre trilogia Matrix il cui protagonista è Neo, che ha proprio l'aspetto di Thomas, a cui viene chiesto di sviluppare un nuovo capitolo. Andreson, che sembra avere alcuni disturbi psicologici, incontra spesso in un bar una certa Tiffany (Carrie-Anne Moss), una donna sposata della quale è invaghito e al cui aspetto si è ispirato per creare Trinity, l'altro personaggio centrale del videogioco.</div><div>Nel frattempo una hacker, Bugs (Jessica Henwick) scopre un software che incarna un nuovo Morpheus (Yahya Abdul-Mateen II) che, in realtà, è solo un programma, non esiste nella realtà, mentre Bugs può uscire dalla matrice e vivere nel mondo reale. Poi scopriremo che la tecnologia permette a Morpheus di manifestarsi anche nel mondo reale, pur rimanendo un software.<br /></div><div>E poi succede che Morpheus e Bugs si manifestano a Thomas, Morpheus gli spiega che ciò in cui vive non è la realtà e gli offre le due celebri pillole, la blu per continuare come se nulla fosse e la rossa, per svegliarsi e unirsi alla lotta rivoluzionaria contro i robot e il sistema (più o meno). Cosa che a Thomas interessa relativamente, dato che lui fondamentalmente è interessato per lo più solo a Tiffany/Trinity.</div><div>In questo modo inizia una storia scopiazzata male dagli episodi precedenti, dove un redivido e più debole Neo fa di tutto per recuperare Trinity, ostacolato dall'immancabile agente Smith (un Jonathan Groff che non ha nemmeno un decimo del carisma di Hugo Weaving) e, soprattutto, dal nuovo <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">villain</a>, il capo delle macchine, nonché l'analista di Thomas dentro Matrix (Neil Patrick Harris).</div><div><br /></div><div>E il tutto funziona?</div><div>No.</div><div><br /></div><div>Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss sono ancora due grandi attori, ma alla fine in questo contesto risultano più mosci rispetto a quando li abbiamo visti nella trilogia originale, l'analista e l'agente Smith e pure Morpheus difettano di carisma, gli effetti speciali sono esattamente gli stessi già visti nelle precedenti pellicole e non fanno più strabuzzare gli occhi per la meraviglia, l'ambientazione è esattamente la stessa e la trama latita, tanto è vero che più volte durante la visione dei 148 mi sono chiesto dove volessero arrivare Lana Wachowski e gli altri sceneggiatori, David Mitchell e Aleksandar Hemon.</div><div><br /></div><div>Tutto quello che succede sa pesantemente di già visto e una pellicola che tutto sommato dovrebbe essere fra le altre cose adrenalinica, finisce per far morire di noia. O, almeno, ha fatto morire di noia il sottoscritto. E dire che io con la fantascienza sono pure di bocca buona e tendo ad accontentarmi.</div><div><br /></div><div>A volte bisognerebbere rendersi conto che quando una storia è finita, è finita. Basta, punto e a capo. Facciamo altro. E invece quello che spesso succede a Hollywood è che, forse per carenza di idee valide, si abusi dei <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">sequel</a>, dei sequel dei sequel e dei sequel dei sequel dei sequel all'infinito, tanto si sa che se anche il prodotto non è il massimo, se l'opera di partenza è valida, un certo successo lo risquoterà comunque, ereditando meriti non suoi. E infatti io stesso questo <i>Matrix Resurrections</i> ho finito per guardarlo, anche se avevo nasato che fosse poca roba.<br /></div><div><br /></div><div>Quasi quasi mi viene da sconsigliarlo a chi ha amato la trilogia iniziale. Meglio finire in bellezza, piuttosto che rimanere amaramente delusi da questo stanco revival.<br /></div>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-39235234378313965122023-11-09T22:24:00.001+01:002023-11-09T22:24:28.979+01:00Meglio di noi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoAMG8nuhECpG9EBaLS_b8P87hGR5aw4HT6gUEFMVjiYQJeIss2-W2fHk4tVOsSXod6KWGSym_2AqfVD6436OHQuGZ6L2ewXLlmuBjlzjZwVD104D_jWOXEsmamP5LWi6I2YRRvXS4ZJcS1bj_YUB-rn2uRuem4WDnAObMUHx1WN3fMw7w-Q_dkrHcDWeY/s750/Meglio%20di%20noi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoAMG8nuhECpG9EBaLS_b8P87hGR5aw4HT6gUEFMVjiYQJeIss2-W2fHk4tVOsSXod6KWGSym_2AqfVD6436OHQuGZ6L2ewXLlmuBjlzjZwVD104D_jWOXEsmamP5LWi6I2YRRvXS4ZJcS1bj_YUB-rn2uRuem4WDnAObMUHx1WN3fMw7w-Q_dkrHcDWeY/s320/Meglio%20di%20noi.jpg" width="213" /></a></div><p><i>Meglio di noi</i> è la prima serie TV di produzione russa diffusa ampiamente fuori dai confini nazionali. Uscita in madrepatria in due stagioni da 8 episodi l'una nel 2018, è arrivata in Italia in un'unica stagione da 16 episodi complessivi.</p><p><i>Meglio di noi</i> affronta uno dei temi classici della fantascienza, quello dell'introduzione di robot dall'aspetto umano all'interno della società, con tutte le conseguenze che ne possono derivare e decide farlo nel modo più classico possibile, citando, in apertura del primo episodio, le famose Tre Leggi della Robotica. Se non sapete cosa sono, significa che conoscete poco la fantascienza e, sicuramente, non avete letto nulla o quasi nulla di Isaac Asimov.</p><p>Va bene, se proprio non le conoscete, vi faccio un ripasso io.<span></span></p><a name='more'></a><p></p><p>1. Un robot non può recar danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.</p><p>2. Un robot deve ubbidire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.</p><p>3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge.</p><p>Detto questo, partiamo da Mosca, nella sede della Cosmos, una grande azienda diretta da Viktor Toropov (Aleksandr Ustyugov), ma di proprietà di Alexey Stepanovich (Sergey Sosnovsky), padre della moglie di Viktor, Svetlana (Irina Tarannik) impegnata nella produzione di androidi. La Cronos ha acquistato dalla Cina un nuovo superandroide empatico, Arisa (Paulina Andreeva), che potrebbe rivoluzionare il mercato dei robot.</p><p>Arisa finisce inizialmente nell'appartamento privato di Viktor, insieme ad altri robot per usi sessuali. Qui, l'operaio che ha il compito di consegnarla, prova a utilizzarla proprio come robot sessuale e Arisa, che evidentemente non ha il limite delle 3 Leggi della Robotica, si difende e accidentalmente l'operaio muore. Arisa fugge e incontra casualmente una bambina, Sonya (Vita Kornienko) e la riconosce come utente primario. Proseguendo in pratica con la descrizione del primo episodio, ma senza raccontare troppo, verranno risconosciuti come utenti primari anche il fratello di Sonya, Egor (Eldar Kalimunin) e soprattutto il padre, Georgy Safronov (Kirill Käro), un ex chirurgo con un passato da dimenticare alle spalle, che attualmente fa l'anatomopatologo e che ha divorziato dalla moglie, Alla (Olga Lamonosova).</p><p>In questa prima macrotrama Arisa andrà a costituire una strana famiglia (così la chiama lei) con Sonya, Egor e Georgy.</p><p>Una seconda macrotrama, invece, è quella della Cronos e delle macchinazioni di Viktor per riuscire a recuperare Arisa e usarla per vincere un grande appalto pubblico per la fornitura di robot.</p><p>La terza e ultima macrotrama, intrecciata alle precedenti, è quella dei Liquidatori, una sorta di gruppo "terroristico" che protesta contro l'introduzione dei robot nella società e che mira a distruggerli, guidato da Bars (Aleksandr Kuznetsov), fratello di Zhanna (Vera Panfilova), ragazza della quale si innamora Egor.<br /></p><p>E lungo queste tre macrotrame si sviluppano tutte le 16 puntate della serie, andando a proporre una storia che non si discosta per nulla da quello che ci si potrebbe aspettare da delle premesse come queste e che, a dir la verità, non ha neppure l'ambizione di essere originale.</p><p><i>Meglio</i> <i>di</i> <i>noi</i> è quindi un'onesta storia di robot, un po' banale e prevedibile forse, ma in grado di arrivare senza troppi scossoni, ma nemmeno senza troppi errori o svarioni verso il prevedibile, ma funzionale finale.</p><p>Poi va detto che la serie contiene anche trame morte, come quella del rapporto fra Georgy e l'ex moglie Alla, che a un certo punto viene lasciata perdere per virare su altro. Oppure buchi logici, come le motivazioni di Viktor e della Cronos. Quali sono esattamente gli obiettivi del villain? Vincere una gara d'appalto per produrre un robot che non è in grado di produrre? Eppure, malgrado tutto questo è malgrado tutte le debolezze, il complesso funziona e risulta guardabile.</p><p>Conosco molto poco la produzione cinematografica russa e ancor meno le serie che si producono in quel di Mosca, ma devo dire che questo <i>Meglio</i> <i>di</i> <i>noi</i>, pur essendo molto lontano dall'essere un capolavoro, dimostra che anche nell'est Europa sono in grado di produrre materiale di fantascienza credibile.</p><p>Una delle cose che apprezzo di Netflix è proprio l'aver sdoganato produzioni che vengono un po' da tutto il pianeta, dando la possibilità di sognare anche a chi produce intrattenimento al di fuori di Hollywood. </p><p>Alla fine <i>Meglio</i> <i>di</i> <i>noi</i> è una serie che faccio fatica a inquadrare, sempre al limite fra l'essere un prodotto decente e un'opera ancora primitiva.</p><p>E gli attori?</p><p>Paulina Andreeva sembra nata per interpretare un robot. Riesce a essere incredibilmente fredda e rigida come potrebbe essere un androide eppure quando serve la sua espressione fissa sembra comunicare eccome i sentimenti che viene quasi da pensare che Arisa possa esprimere. Attorno a questo tema, quello dell'androide empatico che sembra avere dei sentimenti, si sviluppano in pratica buona parte degli episodi. Sì, lo so, sembra una cagata, ma se avrete la pazienza di arrivare agli ultimi episodi, tutto questo avrà una spiegazione credibile.</p><p>È più difficile valutare Kirill Käro. Il suo personaggio è centrale quanto quello di Arisa, forse anche di più. Si tratta certamente di un attore che riesce a creare un personaggio che riesce a tenere la scena, ma sarà una scrittura non sempre perfetta, saranno le differenze culturali, sarà che Käro a volte ha espressioni un po' strane, quasi fuori luogo, ma a tratti stride un po'.</p><p>Gli altri raggiungono, chi più, chi meno, la sufficienza, come i due ragazzi, Eldar Kalimunin e Vera Panfilova, che non toccheranno vette eccelse, ma il loro lo fanno. Odioso ed efficace Aleksandr Ustyugov nei panni di Viktor.</p><p>Attenzione, come ho scritto all'inizio, le sedici puntate uscite in Italia corrispondono in realtà a 2 stagioni in Russia. Se all'ottava puntata un finale non c'è, così non si può dire dell'ultima puntata. La serie termina con un finale definitivo che di fatto chiude un po' tutte le trame, anche se nell'epilogo sono stati messi gli elementi per un'ulteriore, anche se improbabile, nuova stagione. Che immagino non sia nei piani dei produttori.</p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-30693469090544688542023-10-28T13:00:00.001+02:002023-10-28T13:00:00.145+02:00A scanner darkly<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi_V3Vzn43sih8f4Zo7jE9_Rc1uHqyAiabHzKkLk5ngbnUUVNm3g1X4fmfSQx0_cSmevwrbTGk1iLJQw5U-KMY4MD-Ua9mELm331VoXfThoWWGTZ6uGF_sgBZY8H-Bs6KzhcktoMhRTBJrpAuYd7SAaUAh-P_-LtQh9oXd_3GlCbhmvgAmbpZPSNOFiCa6/s600/A%20scanner%20darkly.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhi_V3Vzn43sih8f4Zo7jE9_Rc1uHqyAiabHzKkLk5ngbnUUVNm3g1X4fmfSQx0_cSmevwrbTGk1iLJQw5U-KMY4MD-Ua9mELm331VoXfThoWWGTZ6uGF_sgBZY8H-Bs6KzhcktoMhRTBJrpAuYd7SAaUAh-P_-LtQh9oXd_3GlCbhmvgAmbpZPSNOFiCa6/s320/A%20scanner%20darkly.jpg" width="224" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Se siete soliti leggere questo blog, sapete che sono un amante della fantascienza e che considero Philip K. Dick uno dei migliori scrittori in assoluto del genere. E, soprattutto, avrete letto poco tempo fa la recensione del romanzo <a href="https://vaarth.blogspot.com/2023/09/un-oscuro-scrutare.html">Un oscuro scrutare</a>, una delle opere simbolo del tormentato scrittore di Chicago.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Nel 2006 uscì nei cinema <i>A scanner darkly</i>, adattamento cinematografico del romanzo, sceneggiato e diretto da Richard Linklater, film girato in live action, ossia con gli attori in carne ed ossa, ma poi ritoccato con animazione grafica digitale, utilizzando una tecnica che si chiama interpolated rotoscoping. In pratica <i>A scanner darkly</i> sembra quasi un cartone animato, ma è stato recitato da attori veri. E che attori!</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ma andiamo alla trama, che se avete già letto <i>Un oscuro scrutare</i>, praticamente è la stessa, con qualche taglio.<br /></div><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Protagonista della vicenda è Bob Arctor/Fred. Perché due nomi? Perché Bob/Fred è due persone contemporaneamente. Da un lato c'è Bob, agente della narcotici infiltrato in un gruppo di tossici e dall'altro c'è Fred, agente della narcotici pure lui, incaricato di spiare, tramite telecamere nascoste nella casa di Bob, i movimenti dei tossici, fra cui lo stesso Bob! Sì, perché tutti gli agenti della narcotici quando non sono in missione indossano una tuta disindividuante, un dispositivo tecnologico che impedisce loro di essere riconosciuti. Per cui tutti i colleghi di Fred sanno che lui è infiltrato, ma nessuno sa che lui sia Bob.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ma quale missione deve portare a termine Bob/Fred?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Negli Stati Uniti l'uso di droghe, di tutti i tipi, ha raggiunto livelli impressionanti, tanto che un'elevata percentuale di popolazione ne fa uso. E in particolare, fra le altre, si è diffuso un nuovo tipo di droga, la Sostanza M (che sta per Morte). Si tratta di una nuova droga molto potente, che porta in brevissimo tempo alla dipendenza e che provoca effetti devastanti, fra cui la dissociazione. Ed è chiaro che se una droga che porta alla dissociazione viene assunta da una persona che deve essere due persone contemporaneamente, le conseguenze sono ovvie. Solo che nessuno sa chi ci sia dietro alla produzione della Sostanza M e l'obiettivo della missione è proprio scoprirlo.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Ma nelle storie invente da Dick spesso nulla è quello che sembra e infatti, lo si capirà solo alla fine, l'intreccio è un po' più complesso e sempre solo alla fine sarà chiaro chi controlla chi, con una sorprendente rivelazione che ovviamente, se avete già letto il libro tanto sorprendente non può essere.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><i>A scanner darkly</i> è un buon film?</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Certamente. Non sono in grado di dire come sia la visione per chi non ha letto il romanzo, perché... ormai l'ho letto e molto di quello che avvene nella pellicola ha un perché che forse viene spiegato meglio su carta, ma questo è un problema storico di tutti i film tratti da dei romanzi. C'è da dire che in questo caso Richard Linklater è rimasto piuttosto fedele all'opera di Dick e nella pellicola si vedono chiaramente molti degli episodi visti anche nel romanzo, per cui direi che la trama, anche senza le spiegazioni della carta stampata, resta ugualmente chiara. Sono stati fatti alcuni tagli (la pellicola dura 105 minuti) e forse un minutaggio maggiore non avrebbe guastato, ma direi che tutto ciò che è essenziale non manca.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Non è facile guardare un film intero che utilizza la tecnica dell'interpolated rotoscoping, ma devo dire che in questo caso la scelta fatta dal regista, che ha certamente voluto massimizzare la sensazione di straniamento che dai protagonisti, soprattutto Bob/Fred, si trasferisce al pubblico è particolarmente azzeccata, perché questa tecnica contribuisce a generare uan certa confusione mentale da parte di guarda le immagini, confusione mentale che ovviamente vive anche Bob/Fred e che è centrale nella trama.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Tutti perfetti i pochi attori principali. Tutti riescono a dare un volto al proprio personaggio che è esattamente quello che ci si poteva immaginare dopo aver letto il romanzo e credo che questo sia uno dei più grandi complimenti che si possono fare a un attore e anche al regista che li ha diretti. Da Keanu Reeves che ha interpretato un sempre più confuso Bob/Fred a Robert Downey Jr. col suo logorroico e maligno Barris. Dallo sballatissimo Luckman di Woody Harrelson al provato Freck di Rory Cochrane, senza dimenticare ovviamente Winona Ryder che ha interpretato la centralissima Donna Hawthorne.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Una degna trasposizione di un fantasico romanzo. <br /></div>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-75747764641055316912023-10-03T19:00:00.029+02:002023-10-03T19:00:00.139+02:00Ash Vs Evil Dead<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHuiehJ_IjoIk7dAuTI7NMFKvWBmx1lqcLm4o-WwT1fE5XaZQp9iDLL4JOTOL_kt1q9QUTbvE1gXALHHWwlrMLF-tWomw3Y5t-4aEFh1r5DVjb0idX0l4JuW49jX6fzmn4_-rig3d4hSOD_ItNeUxLJ3JF7WJ0fs7iWJmA-AxY98Ns6oWVcD5Z8oKHAEOe/s1024/ash-vs-evil-dead.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="718" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHuiehJ_IjoIk7dAuTI7NMFKvWBmx1lqcLm4o-WwT1fE5XaZQp9iDLL4JOTOL_kt1q9QUTbvE1gXALHHWwlrMLF-tWomw3Y5t-4aEFh1r5DVjb0idX0l4JuW49jX6fzmn4_-rig3d4hSOD_ItNeUxLJ3JF7WJ0fs7iWJmA-AxY98Ns6oWVcD5Z8oKHAEOe/s320/ash-vs-evil-dead.jpg" width="224" /></a></div><p>Sì, lo so, questa è una serie TV. Mica dovete dirmelo, il post l'ho fatto io, ma credo di poter essere perdonato. Intanto perché era da un po' che non scrivevo di una serie e poi perché stiamo parlando proprio di QUESTA serie, mica di una serie qualsiasi.<br /></p><p>Alzi la mano chi ha la mia età (sono nato negli anni settanta) e non ha mai visto almeno un episodio della serie di film <i>La Casa</i>. Ecco, vedo qualcuno là in fondo, nelle ultime file. Siete pregati di uscire il prima possibile da questo blog e tornare solo dopo averne visto almeno uno.<br /></p><p><i>La Casa</i> (<i>The Evil Dead</i> nell'originale in inglese) è un film del 1981, scritto e diretto da Sam Raimi al suo secondo lungometraggio. Un film che ha rivisto un'intero filone dell'horror, scorrazzando di gusto nello splatter e inserendo, perché no, interessanti spunti comici, grotteschi e a volte quasi surreali.</p><p>E, soprattutto, Sam Raimi ha inventato l'assurdo personaggio di Ash Williams, interpretato magistralmente da Bruce Campbell.</p><span><a name='more'></a></span><p>Raimi e Campbell devono aver capito, dopo aver girato <i>La Casa</i>, di avere per le mani un prodotto innovativo e forse, in grado di lasciare un segno indelebile nella storia del cinema di genere, pur trovandosi in una zona di confine fra il cinema di serie A e quello di serie B.</p><p>E' con questa convinzione che esce nel 1987 <i>La Casa 2</i> (<i>Evil Dead II</i>) che parrebbe un <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">sequel</a>, visto il titolo, che sequel non può essere, dato che il mitico Ash muore alla fine del primo capitolo. Diciamo piuttosto un <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">remake</a>. Perché Sam Raimi rimette Ash Williams all'interno della casa maledetta e costringe il personaggio di Bruce Campbell ad affrontare nuovamente i demoni evocati dal Necronomicon, pseudobiblion inventato da <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/12/tutti-i-racconti-di-howard-phillips.html">Lovecraft</a>. Ma se <i>La Casa</i> era ancora agli albori nello sviluppo di questo nuovo genere ibrido, con <i>La Casa 2</i> Raimi riesce a mettere in scena tutta la follia che aveva in mente e la trasformazione della sua visione dell'orrore risulta completa. <i>La Casa 2</i> è un film ancora più grottesco e quasi comico e su questo Raimi e lo stesso Campbell sembrano voler puntare tutto.</p><p>Anche <i>La Casa 2</i> avrà un sequel, nel 1992, ma anche questa volta ci saranno delle anomalie: <i>L'Armata delle Tenebre</i>. Nel finale de<i> La Casa 2</i>, infatti, Ash finiva in un mondo medievale, ma l'incipit de <i>L'Armata delle Tenebre</i> è diverso dall'epilogo de <i>La Casa 2</i>. Raimi ci ha fatto capire, ancora una volta, che lui scrive quello che vuole e pure le esigenze di <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">continuity</a> per lui valgono poco. <i>L'Armata delle Tenebre</i>, un vero e proprio <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Fantasy">fantasy</a>/<a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Horror">horror</a>, esplorò ancora più a fondo l'assurdo personaggio di Ash Williams, protagonista assoluto della pellicola e vera e propria colonna portante.<br /></p><p>La serie di film è diventata talmente mitica di aver avuto anche un ramake ufficiale nel 2013 (<i>La Casa</i>, sempre <i>Evil Dead</i> nell'originale), che a sua volta ha avuto anche un suo sequel quest'anno, <i>La Casa - Il risveglio del male</i> (<i>Evil Dead Rise</i>), ma si tratta di pellicole horror che ritornano a essere canoniche. Esistono inoltre dei sequel apocrifi della trilogia originale, <i>La Casa 3 - Ghosthouse</i> (1988), <i>La Casa 4 - Witchcraft</i> (1988) e <i>La Casa 5 </i>(1990), pellicole di produzione italiana che in realtà, pur riprendendo il tema della casa maledetta/infestata, non hanno nulla in comune con quelli originali.<br /></p><p>Poco dopo l'uscita del primo remake de <i>La Casa</i> non diretto da Raimi, l'eclettico regista statunitense ha annunciato che aveva intenzione di scrivere una serie TV dedicata all'iconico Ash Williams con protagonista, ovviamente, l'immancabile amico Bruce Campbell. E così è nata <i>Ash Vs Evil Dead</i>.</p><p><i>Ash Vs Evil Dead</i>, che viene prodotta da una piccola casa di produzione, la Starz, riprende appieno l'originale evoluzione dell'horror ideata da Raimi negli anni ottanta.</p><p>Un po' di trama, se di trama si può parlare.</p><p>Sono trascorsi circa 30 anni dagli episodi della trilogia e la serie TV sembra ignorare quanto avvenuto ne <i>L'Armata delle Tenebre</i> e pare essere un sequel de <i>La Casa 2</i>, anche se alla fine del secondo capitolo sia Ash Williams, sia la sua mitica automobile che immancabilmente ritorna erano finiti nel mondo medievale. Ma non divaghiamo, Raimi non si formalizza troppo. E infatti poi gli episodi de <i>L'Armata delle Tenebre</i> verranno citati nella terza stagione.<br /></p><p>Ash lavora ancora nel centro commerciale e vive in una ruolotte, rimorchiando ragazze a ogni occasione malgrado la sua età e facendo uso di alcol e droghe. Ed è proprio mentre sta cercando di impressionare una di queste ragazze, strafatti entrambi, che legge una pagina del Necronomicon e risveglia il male. L'eroe/antieroe interpretato da Bruce Campbell dovrà riprendere la mitica motosega innestata nel moncherino del braccio destro e il Remigton a doppia canna e a canne mozze per affrontare i demoni che via via iniziano a possedere uomini in lungo e in largo per gli Stati Uniti. Comprimari di Ash sono altri bizzarri personaggi, Pablo Simon Bolivar (Ray Santiago), un giovane immigrato messicano collega di Ash e Kelly Maxwell (Dana DeLorenzo), altra giovane collega di lavoro, i cui genitori vengono uccisi nel primo episodio dai demoni. C'è anche una sorta di antagonista, Ruby Knowby (interpretata da Lucy Lawless, la mitica <i>Xena - Principessa Guerriera</i>, <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">spin-off</a> di <i>Hercules</i>), parente di alcuni personaggi visti ne <i>La Casa 2</i> e, come si scoprirà dopo poco, essa stessa demone.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj53gpJV78AKOA88FVcFCyxHPaz2-jzo-5_Qngl96x-SdLzluiO7_o6q4n0olXJgrBhrwSHllX8QnSkx2D8HZYcN4l0T33Ae9uNhQCq9R07GNofgJHYy31LDCfbZRY0AKUg24kX22TkS-DaMgriIiqLRhlXgyrcEvMj4NG3DW8aZoBguzdYuatFQQliYxEH/s1800/Ash%20Williams.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1800" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj53gpJV78AKOA88FVcFCyxHPaz2-jzo-5_Qngl96x-SdLzluiO7_o6q4n0olXJgrBhrwSHllX8QnSkx2D8HZYcN4l0T33Ae9uNhQCq9R07GNofgJHYy31LDCfbZRY0AKUg24kX22TkS-DaMgriIiqLRhlXgyrcEvMj4NG3DW8aZoBguzdYuatFQQliYxEH/s320/Ash%20Williams.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gli anni passano, ma Ash è sempre lui<br /></td></tr></tbody></table><p></p><p>Di stagione in stagione, fino alla terza, continuano le assurdità della trama, con Ash e Ruby che a volte sono pure alleati (come nella maggior parte della seconda stagione) e a volte sono nemici, Pablo e Kelly vengono posseduti, Pablo viene pure ucciso e i nostri eroi devono tornare indietro nel tempo per salvarlo e via dicendo. Sì, ci sono anche i viaggi nel tempo! Nella terza stagione, che si svolge in una realtà alternativa, dato che Ash ha cambiato il passato, scopriamo anche dell'esistenza di una figlia dello strampalato eroe, che entra nel gruppo dei protagonisti, Brandy Barr (Arielle Carver-O'Neill) e facciamo la conoscenza, nella prima stagione, ma con varie comparsate successivamente, del padre di Ash, Brock, interpretato nientemeno che da Lee Majors, noto a tutti quelli che hanno qualche anno sulle spalle come me col nome di Steve Austin, <i>L'uomo da sei milioni di dollari</i>! E c'è pure una qualche capatina in una specie di "sottosopra" che richiama un po' <i>Stranger Things</i>, anche se con la nota serie di successo non ha nessun legame.<br /></p><p>E alla fine <i>Ash Vs Evil Dead</i> si rivela una serie folle, delirante, grottesca, surreale, volgare, stupida, demenziale, scorretta e... e insomma, avete capito no? Una serie che se vogliamo è anche volutamente trash! Soprattutto alcuni episodi, che nel trash più estremo sguazzano a piene mani. Senza vergognarsi per averlo fatto.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh65OOO0TEjL9itDXzPaZT5esHXx23T9XafoAlI98xUC1rYk6qQGZTL7xdUAVdfuKiX8uvPp2Ehn0_KFrdUGIvndZGbdoX369a637eOINKULa9JJKuX_ieCA-c320lYSJZ78ovkDR4bTXNgZdLqEB48YlVxkGftA1zkr5xFrGLl6Ic7ck2aCz1O3BCWoYRI/s310/Pablo%20Simon%20Bolivar.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="270" data-original-width="310" height="270" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh65OOO0TEjL9itDXzPaZT5esHXx23T9XafoAlI98xUC1rYk6qQGZTL7xdUAVdfuKiX8uvPp2Ehn0_KFrdUGIvndZGbdoX369a637eOINKULa9JJKuX_ieCA-c320lYSJZ78ovkDR4bTXNgZdLqEB48YlVxkGftA1zkr5xFrGLl6Ic7ck2aCz1O3BCWoYRI/s1600/Pablo%20Simon%20Bolivar.jpg" width="310" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Eccolo, lo stralunato Pablo<br /></td></tr></tbody></table><p></p><p>Se vi aspettate qualcosa di serio, probabilmente avete sbagliato prodotto, ma se invece volete un puro divertimento in chiave horror, sullo stile de <i>La Casa 2</i> e ancora di più de <i>L'Armata delle Tenebre</i>, <i>Ash Vs Evil Dead</i> fa esattamente per voi. Una serie in cui può accadere esattamente di tutto ed effettivamente accade di tutto. Dove Raimi non si pone alcun limite e non si fa nemmeno dei problemi a lasciare per strada dei buchi logici o degli errori di trama. Perché, chissenefrega, <i>Ash Vs Evil Dead</i> è da prendere così com'è, coi suoi mostri fatti con degli attori che fondamentalmente indossano dei mascheroni (e si vede eccome che li indossano) lasciando gli effetti digitali ad altre produzioni ben più fighette. Con le sue cascate di sangue che vanno a volte oltre lo splatter e che diventano dei momenti immancabili delle varie puntate, fra l'altro sempre presenti prima della sigla, ma presenti anche nel proseguo (con personaggi che spesso sono completamente sporchi di sangue e a volte anche di altri liquidi organici, ma che pochi fotogrammi dopo compaiono quasi puliti!). Ma non andiamo a fare le pulci a Raimi. Nei film della trilogia la motosega e il fucile di Ash non finivano mai la benzina e i colpi, mentre qui addirittura, in alcune puntate, motosega e fucile diventano ben più realistici. Un po' meno l'auto, che viene a volte parecchio distrutta (e una volta anche posseduta! Altra citazione palese), ma che rivediamo sempre in funzione e intatta nella puntata successiva. </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCAxAqPqaswJXzCeUk0CFylgALXNfd-0dE2rMzreagihGy5IA9-qye0jmd2O_bEaZxbkeA_Gd-7dVtH6XVX9VDBc3C8TGtd8lII0w79byECvY3fk1YHFMwzuksvEXzvEQNHBYFiY281jMFVxD31sCoS2aGn2No1rn1hWPUD0JdAO7LINhPzBn-Jj5tAWJD/s350/Kelly%20Maxwell.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="241" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCAxAqPqaswJXzCeUk0CFylgALXNfd-0dE2rMzreagihGy5IA9-qye0jmd2O_bEaZxbkeA_Gd-7dVtH6XVX9VDBc3C8TGtd8lII0w79byECvY3fk1YHFMwzuksvEXzvEQNHBYFiY281jMFVxD31sCoS2aGn2No1rn1hWPUD0JdAO7LINhPzBn-Jj5tAWJD/s320/Kelly%20Maxwell.jpg" width="220" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Kelly non è da meno<br /></td></tr></tbody></table><p></p><p>I personaggi fanno a volte cose senza senso? Ma che problema c'è? E' lo stesso Ash Williams, protagonista assoluto della serie, a essere completamente folle e senza senso e proprio per questo piace (cioè, deve piacere. Se non piace il genere lasciamo stare). Ma va detto che i due principali comprimari, Pablo e Kelly, funzionano proprio e sono stati pensati e scritti molto bene, anche se, specifichiamolo, non hanno la potenza di Ash e non sarebbero in grado di reggere da soli tutta la serie come fa Bruce Campbell. In ogni caso se la cavano molto bene Ray Santiago e Dana DeLorenzo a interpretarli. Buon lavoro anche quello di Lucy Lawless/Xena, che interpreta un personaggio molto più serio degli altri 3 protagonisti/comprimari, ma che riesce comunque ed essere efficace. Di Bruce Campbell non scrivo nulla, sarebbe troppo facile, dato che è in assoluto uno dei miei attori preferiti e in assoluto uno dei miei preferiti è proprio l'iconico personaggio di Ash. Fra l'altro ci sono anche alcuni personaggi che sembrerebbero
importanti per come sono stati scritti, inseriti e presentati, ma che dopo un paio di episodi finiscono per morire (in
genere molto male), riuscendo quindi a stupire lo spettatore. </p><p style="text-align: center;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbXQj7loTxwQfGOOH8UZ4ZWAIoSFtpdwajwd7j0y1aglFwk6H_pwxAyCChKhVKlA_fL6fVlg-33dLpyU1sAPuTB62mmezE3r5jhNr_7PcwIsuKltV_8OvWHaZC0HN9RgYrc30_5kBZv2abv47fBZ44Bjs8ZsDxwRIw3DKy2UMeW25GrgTuJJ0GYXZQVceU/s736/Ruby%20Knowby.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="736" data-original-width="736" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbXQj7loTxwQfGOOH8UZ4ZWAIoSFtpdwajwd7j0y1aglFwk6H_pwxAyCChKhVKlA_fL6fVlg-33dLpyU1sAPuTB62mmezE3r5jhNr_7PcwIsuKltV_8OvWHaZC0HN9RgYrc30_5kBZv2abv47fBZ44Bjs8ZsDxwRIw3DKy2UMeW25GrgTuJJ0GYXZQVceU/s320/Ruby%20Knowby.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ruby, una Lucy Lawless che è riuscita a reinventarsi<br /></td></tr></tbody></table><p></p><p>Purtroppo le cose non sono finite benissimo. <i>Ash Vs Evil Dead</i> è stata prodotta da un canale televisivo minore, la Starz e il progressivo calo degli ascolti, fenomeno che per la verità sembra coinvolgere quasi tutte le serie ha portato alla cancellazione dopo la terza stagione. Effettivamente, dopo una partenza strepitosa, coi quasi 450.000 spettatori della prima stagione, la seconda ha avuto un certo calo qualitativo (se di qualità si può parlare) che ha portato a un'emorragia di pubblico. Calo che, a mio avviso, è stato completamente recuperato nella terza stagione, ma ormai la perdita di pubblico era inarrestabile e non più sostenibile per la piccola Starz. Peccato perché il finale della terza stagione non è un vero e proprio finale e una nuova stagione fantascientifica, con un'ambientazione alla Mad Max l'avrei proprio voluto vedere.</p><p style="text-align: center;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHObh_keKhkrS6UUACwFXLl1_WL-0wBZVU5BbrHEIphpnAT7uxhFTkadmwbDxqy6EKNKEroh2leqi0NnYvOusvInJQCaAZsfVky9LulJCwRzP0H8zGuWh__PyNtSfVOVbLlaq82Dn4AuK2mc_-yAh_RsvfxFBcWS4Eel9vArLOecsUk0kBLGtUDc2lVs_b/s1024/Brandy%20Barr.jpeg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="1024" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHObh_keKhkrS6UUACwFXLl1_WL-0wBZVU5BbrHEIphpnAT7uxhFTkadmwbDxqy6EKNKEroh2leqi0NnYvOusvInJQCaAZsfVky9LulJCwRzP0H8zGuWh__PyNtSfVOVbLlaq82Dn4AuK2mc_-yAh_RsvfxFBcWS4Eel9vArLOecsUk0kBLGtUDc2lVs_b/s320/Brandy%20Barr.jpeg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Brandy ovvero piccoli Ash crescono<br /></td></tr></tbody></table><p></p><p>Chissà che in futuro qualcuno non cambi idea e riesca a riportare Ash Williams sullo schermo, malgrado lo stesso Bruce Campbell abbia recentemente dichiarato che l'esperienza del suo iconico personaggio è finita!<br /></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-58018156620610623262023-09-15T19:00:00.001+02:002023-09-15T19:00:00.159+02:00Un oscuro scrutare<p style="text-align: center;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQkRzwoCNQ4l1TGScjPxhCHByZXyHnQy61qDrA-XwyguEmP-4TJSf5aXWzwZxAESi-6otNZFLnyAFirvTbtMKx85mRaNYexhzUpTCG4FmdJhtdQsXbtz6KXm2TECINjHm0JFr1YezGhSRQr783HyRtexLRG63GZmULlgke4Ss5sy7u59rJknJX-YpA90vH/s803/Un%20oscuro%20scrutare.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="803" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQkRzwoCNQ4l1TGScjPxhCHByZXyHnQy61qDrA-XwyguEmP-4TJSf5aXWzwZxAESi-6otNZFLnyAFirvTbtMKx85mRaNYexhzUpTCG4FmdJhtdQsXbtz6KXm2TECINjHm0JFr1YezGhSRQr783HyRtexLRG63GZmULlgke4Ss5sy7u59rJknJX-YpA90vH/s320/Un%20oscuro%20scrutare.jpg" width="214" /></a></p><p style="text-align: left;">Chi è solito leggere questo blog ha già incontrato recensioni di libri scritti da Philip Dick o di film tratti dalle sue opere e sa che lo considero uno dei più grandi scrittori di <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/fantascienza">fantascienza </a>in assoluto. Lo scrittore di Chicago, infatti, non solo è stato "utilizzato" come base per scrivere le trame di innumerevoli pellicole tratte dai suoi romanzi o dai suoi racconti, ma probabilmente ha ispirato la maggior parte della fantascienza attualmente esistente, con la sua capacità di affrontare praticamente tutti i temi del genere.</p><p style="text-align: left;">Con <i>Un oscuro scrutare</i> Dick affronta questa volta a fondo il tema della tossicodipendenza, tema che già comunque era stato inserito anche in altre opere e che probabilmente è legato alle dipendenze dalle droghe patite dallo stesso scrittore nella sua travagliata vita.</p><p style="text-align: left;">Protagonista del romanzo è Bob Arctor, un agente della Narcotici infiltrato nel mondo dei tossicodipendenti.</p><span><a name='more'></a></span><p style="text-align: left;">Nella California di un futuro non ben precisato, ma non molto lontano dal presente, si è diffusa una nuova droga, comunemente chiamata "sostanza M" o "sostanza Morte", una droga che porta a una forte dipendenza, ma anche a una pesante dissociazione da parte di chi la assume. La Narcotici vuole arrivare a chi ha immesso sul mercato questa nuova droga e per farlo utilizza degli infiltrati, proprio come Bob.</p><p style="text-align: left;">Il problema è che Bob stesso diventa un tossicodipendente che non solo vive nel mondo dei tossicodipendenti, ma vive come loro. E così il romanzo descrive le giornate di Bob insieme ai suoi compagni di appartamento, sballati come lui e colui che doveva lavorare per fermare la diffusione della sostanza M e fermare quel mondo della tossicodipendenza che stava prendendo sempre più piede, finisce per farne parte.</p><p style="text-align: left;">Ma non solo. L'appartamento di Bob è anche pieno di telecamere nascoste, con le quali Bob deve osservare i suoi "amici" tossici e anche sé stesso, aumentando ancora di più la schizofrenia che normalmente viene causata dall'uso e dall'abuso della sostanza M. Perché lavorando in incognito, i capi di Bob della Narcotici non conoscono la sua identità e considerano Bob Arctor un tossico/spacciatore né più né meno degli altri.</p><p style="text-align: left;">E così un po' alla volta l'agente Bob, che viene chiamato col nome in codice Fred e che non viene riconosciuto dai colleghi, in quanto utilizza una speciale tuta disindividuante (l'unica cosa realmente fantascientifica dal punto di vista tecnologico che incontriamo nel romanzo) quando ha a che fare loro, inizia a essere due persone diverse. Il tossico Bob Arctor e l'agente Fred.<br /></p><p style="text-align: left;">Come non vedere, in questo romanzo del 1977, gli episodi della vita dello stesso Dick degli anni settanta. Lo scrittore di Chicago assumeva regolarmente anfetamine, per limitare la depressione che gli derivava da una lieve schizofrenia e che lo portarono a una forma di dipendenza. Una serie di epidodi lo fecero poi precipitare nel baratro e si ritrovò ad assumere LSD e mescalina e vivere con altri tossicodipendenti come lui. Che sembra esattamente la vita che conduce il protagonista di <i>Un oscuro scrutare</i>!</p><p style="text-align: left;">Ma questo romanzo, pur essendo stato scritto 46 anni fa, è ancora quanto mai attuale. Andate a cercare in internet la combinazione di parole "tranq" e "Philadelphia". Il tranq è una droga attualmente piuttosto diffusa negli Stati Uniti, specialmente a Philadelphia, ma pare che stia raggiungendo altre località. E' prodotta tagliando il fentanyl, un potente oppiode (cento volte più forte della morfina) con un sedativo per animali, la xilazina. L'assunzione di tranq porta i tossicodipendenti a rimanere in uno stato di trance, anche in piedi accartocciati su sé stessi. Comporta inoltre una forte dipendenza e la comparsa di gravi ulcere sul corpo che possono portare anche ad amputazioni. Quasi come il krokodil che si è diffuso poco tempo fa in Russia. Una piaga che negli Stati Uniti sta destando una certa preoccupazione.<br /></p><p style="text-align: left;"><i>Un oscuro scrutare</i> si spinge parecchio a fondo nell'analisi del'America degli anni di Dick, un po' grazie ai dialoghi stralunati che Bob ha con gli altri tossici, soprattutto James Barris, Ernie Luckman e Charles Freck o nella descrizione della vita di un'intera generazione. Si veda il racconto delle ambizioni per il futuro che ha Donna Howthorne, la ragazza di cui Bob è innamorato.</p><p style="text-align: left;">Ma Dick, come sempre, è un autore che opera su più livelli. Un autore che a volte si limita a scrivere di una singola idea, senza ricamarci sopra più di tanto, come fa coi racconti, ma che quando si cimenta in un romanzo, è abitutato ad andare a fondo, creando una realtà che nascosta che verrà scoperta solo strada facendo. Ed esattamente quello che accade col romanzo <i>Un oscuro scrutare</i>, dove solo nel drammatico finale il lettore può capire fino a dove si possa spingere la manipolazione della società.</p><p style="text-align: left;">Un romanzo imprescindibile per chi ama Dick.<br /></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-56123027616730932422023-09-14T21:00:00.013+02:002023-09-14T21:00:00.253+02:00Army of thieves<div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7L6hmwNN5bSZKABIxs8AqJC-L29heTq2I5qPcwthpW80AMXzyM4KmTu0ee-BacSohfnD7sEHw_FhDkKwE--K4YCRjYWIqgW8nkrqEBn2WaLJhi-pjYwbbURWJGKBrlDq9aLomUdOGUrpHTqBmlkqpxrSAA4ZunuDPxh-3Ji_13BVgZF4PfX3TB6F45ymd/s755/army%20of%20thieves.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="755" data-original-width="510" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7L6hmwNN5bSZKABIxs8AqJC-L29heTq2I5qPcwthpW80AMXzyM4KmTu0ee-BacSohfnD7sEHw_FhDkKwE--K4YCRjYWIqgW8nkrqEBn2WaLJhi-pjYwbbURWJGKBrlDq9aLomUdOGUrpHTqBmlkqpxrSAA4ZunuDPxh-3Ji_13BVgZF4PfX3TB6F45ymd/s320/army%20of%20thieves.jpg" width="216" /></a></div><p></p><p>Ho da poco visto e recensito <a href="https://vaarth.blogspot.com/2023/09/heart-of-stone.html">Heart of stone</a>, film d'azione con Gal Gadot per me non troppo riuscito e, guardando quella pellicola, mi sono reso conto che mi sarebbe piaciuto vedere una pellicola con protagonista Matthias Schweighöfer. E guarda caso, ho subito avuto l'occasione per essere accontentato.</p><p>Facciamo un passo indietro.</p><p>Matthias Schweighöfer è un attore tedesco ancora relativamente giovane (42 anni) che ha già interpretato innumerevoli pellicole, per lo più tedesche, ma da alcuni anni sta iniziando ad avere un successo internazionale. Per dire, in questo blog, oltre a <i>Heart of stone</i>, l'abbiamo visto che in <a href="https://vaarth.blogspot.com/2023/01/le-nuotatrici.html">Le nuotatrici</a> e in <a href="https://vaarth.blogspot.com/2021/10/army-of-dead.html">Army of the dead</a>. </p><p><i>Army of the dead</i> è una grossa cagata, non ci piove, ma il suo regista, sceneggiatore e produttore, Zack Snyder aveva in mente di farne una serie di film e prodotti vari. E così nello stesso anno di uscita di <i>Army of the dead</i>, il 2021, è uscito anche questo <i>Army of thieves</i>, che in pratica è sia un <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">prequel</a>, sia uno <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">spin-off</a> del precedente.</p><span><a name='more'></a></span><p>Per quanto, infatti, <i>Army of the dead</i> fosse una pellicola venuta male, uno dei personaggi meglio riusciti era quello del bizzarro Ludwig Dieter, interpretato appunto da Matthias Schweighöfer, più che altro per le capacità attoriali dello stesso Schweighöfer e quindi Snyder ha deciso di affidare allo stesso attore tedesco anche la regia del film che avrebbe dovuto raccontare la sua storia.</p><p style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha_pWqzP4ZIWAvcVLzA0k7aMiPBroHe9gIALzHR0w82s3ctLIXlBe0iMSFKw4OEF5h_k6yvShCUEA8PjDgDrbanp8sfzg5MQaaVdL1uxM2O7-69tdjfFom4TcvNXEmLJpzRDtKCITlyTePJ9Akzprv17u1-3JZLnqexpTCRSUhEks-wpHdWTqFtb7ROkF-/s304/Schweigh%C3%B6fer.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="166" data-original-width="304" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha_pWqzP4ZIWAvcVLzA0k7aMiPBroHe9gIALzHR0w82s3ctLIXlBe0iMSFKw4OEF5h_k6yvShCUEA8PjDgDrbanp8sfzg5MQaaVdL1uxM2O7-69tdjfFom4TcvNXEmLJpzRDtKCITlyTePJ9Akzprv17u1-3JZLnqexpTCRSUhEks-wpHdWTqFtb7ROkF-/s1600/Schweigh%C3%B6fer.jpg" width="304" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Eccolo</td></tr></tbody></table></p><p><i>Army of thieves</i> si svolge qualche tempo prima, sei anni per la precisione, di <i>Army of the dead</i>, quando l'apocalisse zombie sta prendendo piede negli Stati Uniti. Queste pellicola, invece, si svolge tutta in Europa, dove pare che l'interesse per gli zombie sia relativo.</p><p>Protagonista della pellicola è Sebastian Schlencht-Wöhnert (Matthias Schweighöfer) che abbiamo visto in <i>Army of the dead</i> col nome di Ludwig Dieter. Il cambio di nome lo scopriremo all'interno di questa pellicola. Lo strambo Sebastian è un impiegato frustrato che manifesta la sua genialità con un'incredibile capacità di scassinare le casseforti. Sebastian ha una vera e propria ossessione per le casseforti ideate da Hans Wagner, omonimo del compositore Richard Wagner e che ha dedicato il nome delle sue opere ai capitoli dei <i>Nibelunghi </i>dell'artista tedesco. In <i>Army of the dead</i> Ludwig/Sebastian aveva scassinato la Götterdämmerung, l'ultima cassaforte, che riporta il nome del Crepuscolo degli Dei dei <i>Nibelunghi</i>. Qui scopriamo come sono state svaligiate dallo stesso Sebastian le tre precedenti casseforti, la Rheingold, la Valchiria e la Sigfrid.</p><p>Sebastian viene "reclutato" dalla bella Gwendoline (Nathalie Emmanuel) per entrare a far parte del suo gruppo di ladri. Il precedente esperto di casseforti è stato catturato e Sebastian deve prendere il suo posto. Fanno parte del gruppo anche l'esperta informatica Korina (Ruby O. Fee), l'autista Rolph (Guz Khan) e il macho Brad Cage (il bravo Stuart Martin che abbiamo visto anche in <a href="https://vaarth.blogspot.com/2022/11/dampyr.html">Dampyr</a> e che qui assomiglia incredibilmente a Hugh Jackman). Il gruppo sarà inseguito dal poliziotto Delacroix (Jonathan Cohen), che ha un conto in sospeso con Brad Cage e dalla sua assistente Beatrix (Noémie Nakai).</p><p>Il film si sviluppa facendoci conoscere gli strambi e sfaccettati personaggi che fanno parte del gruppo di Gwendoline, sempre, però, dal punto di vista del geniale quanto sfigato Sebastian, mente si cimentano nelle imprese per l'apertura delle prime tre casseforti di Wagner.</p><p style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgupbn9UVQ8W4c90sFT0bDrVL9SzQjZxLjIM2lsAHvTUEZb6Q72DIFvpDYHUZv23v-ymwK4mOOQIM5i7ptSSaA0Cc-qYkOPzgpkkGgiPtShkZ3u_xZuj_xmvBFfeTpiiNHPsbVAgeKaZoemPqdQUOe2l1x70ALO0yx-VeNTDxvvlYAx6mjhFr-g_A-POX3E/s620/army_of_thieves_cast-9b9fe9d.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="413" data-original-width="620" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgupbn9UVQ8W4c90sFT0bDrVL9SzQjZxLjIM2lsAHvTUEZb6Q72DIFvpDYHUZv23v-ymwK4mOOQIM5i7ptSSaA0Cc-qYkOPzgpkkGgiPtShkZ3u_xZuj_xmvBFfeTpiiNHPsbVAgeKaZoemPqdQUOe2l1x70ALO0yx-VeNTDxvvlYAx6mjhFr-g_A-POX3E/s320/army_of_thieves_cast-9b9fe9d.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gli strambi personaggi<br /></td></tr></tbody></table> </p><p style="text-align: left;">Per fortuna <i>Army of thieves</i> è un film completamente diverso da <i>Army of the dead</i>, che con <i>Army of the dead</i> c'entra poco o niente e che Matthias Schweighöfer è riuscito a dirigere molto meglio di quanto non sia riuscito a fare Snyder con la pellicola di partenza, per quanto Snyder abbia creato i personaggi e la storia e la sceneggiatura sia di Shay Hatten, che aveva lavorato anche ad <i>Army of the dead</i>.</p><p>I personaggi di questa pellicola funzionano molto più di quelli della prima, non solo Sebastian, da cui dipende tutta la trama e che rappresenta il punto focale, ma anche tutti gli altri. Così come funziona meglio il tono. Se là era stato completamente sbagliato, qui pare riuscito, al netto di qualche rallentamento di troppo. Anche in <i>Army of the dead</i> erano stati preparati tanti buffi personaggi, ma non so se sia per delle idee riuscite male, per un'amalgama che non funzionava, per gli attori sbagliati o per il manico del regista, fatto sta che alla fine il risultato era stato largamente insufficiente. Cosa che invece sembra essere riuscita in <i>Army of thieves</i>.<br /></p><p>Ma anche la messa in scena, che in <i>Army of the dead</i> era stata noiosa, qui risulta molto più solida e scoppiettante. Ancora una volta merito di Schweighöfer, che non solo si dimostra un buon attore, ma ci fa scoprire di avere anche delle ottime doti da regista. Certo, forse qualcosa è ancora da affinare, ma la mano già si vede.</p><p>Ora c'è da capire se Schweighöfer resterà intrappolato in questo tipo di personaggio o se riuscirà ad affermarsi fuori dalla sua nazione anche facendo altro.<br /></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-5630758601573910802023-09-08T19:30:00.001+02:002023-09-08T19:30:00.153+02:00Heart of stone<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixRmYQggBOWwSOPw5k-0It_9fcOI8hW-bukkTT6vZ-zjrAn1aE0hSNT8hOyW_2_LI6fpaQwoFfg29cuU8Oamb3k4Jh84WEP9bKMLh1HlJ6WMBDZEbzcQleItDJeoP0nvGskUF7SUyzRKiqWfTMWbc3HokR8vujxXLOZ4k-x53k1E_wNTqO5j4GK6CZ9qdI/s1350/heart%20of%20stone.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1350" data-original-width="1080" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixRmYQggBOWwSOPw5k-0It_9fcOI8hW-bukkTT6vZ-zjrAn1aE0hSNT8hOyW_2_LI6fpaQwoFfg29cuU8Oamb3k4Jh84WEP9bKMLh1HlJ6WMBDZEbzcQleItDJeoP0nvGskUF7SUyzRKiqWfTMWbc3HokR8vujxXLOZ4k-x53k1E_wNTqO5j4GK6CZ9qdI/s320/heart%20of%20stone.jpg" width="256" /></a></div><p></p><p style="text-align: left;"><i>Heart of stone</i> è un film d'azione uscito quest'estate sulla piattaforma Netflix con protagonista principale il personaggio di Rachel Stone interpretato da Gal Gadot e diretto da Tom Harper.</p><p style="text-align: left;">Subito la trama.</p><p style="text-align: left;">Rachel Stone è un'agente segreto del MI6 e fa parte della squadra guidata da Parker (Jamie Dornan) e di cui fanno parte anche Theresa Yang (Jing Lusi) e Max Bailey (Paul Ready). Rachel è un'esperta informatica che, spinta da una certa imprudenza, si troverà ad agire in prima linea. In realtà Rachel fa segretamente parte di una misteriosa organizzazione denominata Charter che mira a mantenere la pace nel mondo e fa uso di incredibili tecnologie. Quindi Rachel è una specie di agente segreto fra gli agenti segreti o qualcosa del genere.<br /></p><p style="text-align: left;">Un hacker misterioso, Keya Dhawan (Alia Bhatt), riesce a penetrare nel sistema informatico del Charter, Il Cuore, con una serie di altrettanto misteriori alleati, pare intenzionata a impossessarsene. Da qui nasce una sfida all'ultimo sangue fra agenti segreti.</p><span><a name='more'></a></span><p style="text-align: left;">Da una pellicola del genere non è che ci si aspetti molto e, infatti, non è che <i>Heart of stone</i> offra poi molto. Scene di azione ce ne sono e sono anche generalmente ben fatte e intrighi fra agenti segreti con qualche colpo di scena (non troppi) non mancano, anche se uno, l'appartenenza di Rachel al Charter, la scopriamo subito. E infatti l'ho scritto anch'io poco sopra, perché non è uno spoiler e viene rivelato un po' in tutte le presentazioni del film.</p><p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWZCFcmlQMz076lRp-oD4PC-UkrwprF9rg_a1uceKPw23uXAH4VKogQiCwiR7TJhhyrQi7_wzaYaWiNBaJ5jnFZU9QMhw650zbHUHdyKfhQ8tO8Vf0W_gSyQyyBr1F9vRqY3nQo0b_ywO32BtpGIBMNCsmqJu-wpZt9Pp5Y7CKl5N9tRHgMEPJi6Vwym9o/s250/heart%20of%20stone%202.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="201" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWZCFcmlQMz076lRp-oD4PC-UkrwprF9rg_a1uceKPw23uXAH4VKogQiCwiR7TJhhyrQi7_wzaYaWiNBaJ5jnFZU9QMhw650zbHUHdyKfhQ8tO8Vf0W_gSyQyyBr1F9vRqY3nQo0b_ywO32BtpGIBMNCsmqJu-wpZt9Pp5Y7CKl5N9tRHgMEPJi6Vwym9o/s1600/heart%20of%20stone%202.jpg" width="201" /></a></div><p></p><p style="text-align: left;">Subito per mettere in chiaro le cose, a mio avviso <i>Heart of stone</i> sta almeno un gradino sotto a <a href="https://vaarth.blogspot.com/2022/01/tyler-rake.html">Tyler Rake</a> come film adrenalinico. Anzi, rispetto al primo anche due gradini e rimane sotto anche al <a href="https://vaarth.blogspot.com/2023/07/tyler-rake-2.html">secondo</a>. Ma sono opinioni personali, ovviamente.</p><p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib6kwGiuyjEE9nHXhm9aMzhhHlRwoB5jk4CZ8GGT1hxG6bWrt8MBbhlswtUOKMlPbkSaYBn5QGFzEwZjFMei07A7dQ7-qi40tCXboiQzqib7a6QTzCDTq4YBjJXv2rJfySTrtjmxPrXDKFT6Rs3UhlXg36HlBHYoMlB79rIUsJMwCWBf2ZvQtjuY_36NuY/s251/heart%20of%20stone%203.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="251" data-original-width="201" height="251" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEib6kwGiuyjEE9nHXhm9aMzhhHlRwoB5jk4CZ8GGT1hxG6bWrt8MBbhlswtUOKMlPbkSaYBn5QGFzEwZjFMei07A7dQ7-qi40tCXboiQzqib7a6QTzCDTq4YBjJXv2rJfySTrtjmxPrXDKFT6Rs3UhlXg36HlBHYoMlB79rIUsJMwCWBf2ZvQtjuY_36NuY/s1600/heart%20of%20stone%203.jpg" width="201" /></a></div><p></p><p style="text-align: left;">La pellicola è divertente e non manca qualche battuta più o meno ironica, non molte per la verità e, come scritto, l'azione è bene fatta, così come sono bene fatte le scene d'azione. Va però detto, e anche questa è un'opinione personale, che Gal Gadot pur essendo un'attrice bella e molto brava, non riesce completamente a immedesimarsi in un ruolo d'azione come questo. O, almeno, io non sono riuscito a vederla completamente in parte, anche se concedo all'attrice israeliana di aver fatto il possibile. Non so, forse è una questione fisica. E dire che di pellicole d'azione inizia ad averne interpretate un certo numero.</p><p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAFjq720jOyDJmvg_LGMEfN4K8fbdQDNSDk_OzteDd_xmsUt80tOqv3k8NMMSrvhCAh3BMaTN19uSPDcbjfiqjrLycKc8WgmQezPyeqHlHNzoK--L9Mv-SXxaz9UzW7d4yHAas0Ff4McUsa4hcO2q3oUz5lLpbT0yTXAeSNlPLMtIxBWh7rS9Iw58x-tLk/s251/heart%20of%20stone%204.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="251" data-original-width="201" height="251" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAFjq720jOyDJmvg_LGMEfN4K8fbdQDNSDk_OzteDd_xmsUt80tOqv3k8NMMSrvhCAh3BMaTN19uSPDcbjfiqjrLycKc8WgmQezPyeqHlHNzoK--L9Mv-SXxaz9UzW7d4yHAas0Ff4McUsa4hcO2q3oUz5lLpbT0yTXAeSNlPLMtIxBWh7rS9Iw58x-tLk/s1600/heart%20of%20stone%204.jpg" width="201" /></a></div> <p></p><p style="text-align: left;">Confesso un'altra cosa. Dopo circa un'ora ho iniziato pesantemente a sbadigliare. Cosa che per un film d'azione non è proprio il massimo. Se <i>Tyler Rake 2</i>, seppuyr inferiore al primo e con una trama abbastanza debole e lineare era comunque in film esaltante, questo <i>Heart of stone</i>, al netto delle scene d'azione che continuo a dire che siano ben fatte, mi è sembrato alla fine piuttosto fiacco.</p><p style="text-align: left;">La storia non mi ha preso più di tanto e a un certo punto ho quasi iniziato a tifare per gli antagonisti, anche se era evidente che in un film come questo alla fine gli antagonisti avrebbero perso. Questi antagonisti, iperarmati e attrezzati a un certo ho anche iniziato a chiedermi di cosa campassero, ma quando si guardano queste pellicole è sempre meglio non porsi troppe domande, perché poi le risposte non ci sono.</p><p style="text-align: left;">Jamie Dornan regge a sufficienza la sua parte, ma non mi pare che sia andato oltre appunto la sufficienza, così come Alia Bhatt. Come sempre trovo molto bravo lo stralunato Matthias Schweighöfer e mi piacerebbe vederlo protagonista principale di una pellicola dedicata ai personaggi che lui sa interpretare.</p><p style="text-align: left;">Da vedere?</p><p style="text-align: left;">Dipende. Senza impegno e soprattutto senza nessuna aspettativa.<br /></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-50473351000078632212023-08-31T19:30:00.002+02:002023-09-04T12:33:25.824+02:00Flatliners - Linea mortale<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe8OH9kESoOQ6rSrAJ9L2ES9VaC86ah3cpkPJBub8zmldNDqy1waS8MSfH20xo3N8pQwMiq0XAdfe0l7Hj1YoIBl4criEIMUjd2nslabQtuH0zFoe6CuH09gvOUQsWhvgIgrqkPc3yZUbYJXmPDrvfq1cPjHRFV1dm-F2iRRLsOFUYS9az5RHvUC8a9RoQ/s251/Flatliners%202017.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="251" data-original-width="201" height="251" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe8OH9kESoOQ6rSrAJ9L2ES9VaC86ah3cpkPJBub8zmldNDqy1waS8MSfH20xo3N8pQwMiq0XAdfe0l7Hj1YoIBl4criEIMUjd2nslabQtuH0zFoe6CuH09gvOUQsWhvgIgrqkPc3yZUbYJXmPDrvfq1cPjHRFV1dm-F2iRRLsOFUYS9az5RHvUC8a9RoQ/s1600/Flatliners%202017.jpg" width="201" /></a></div><br /><p style="text-align: left;">La pellicola Flatliners, della cui storia parliamo dopo, parte con un breve prologo in cui vediamo una giovane Courtney (Ellen Page) in auto con la piccola sorella Tessa (Madison Brydges). Le due vengono coinvolte in un incidente, a causa di una disattenzione della sorella maggiore.</p><p style="text-align: left;">Ritroviamo Courtney anni dopo, specializzanda in medicina all'interno di un ospedale, che coinvolge altri specializzandi, Sophia (Kiersey Clemons) e Jamie (James Norton) in un rischioso esperimento pre morte. Nei sotterranei della clinica, in un reparto vuoto approntato per le emergenze, i due ragazzi dovranno fermare il cuore di Courtney e rianimarla dopo un minuto, registrando nel frattempo l'attività encefalica rilevata con una risonanza magnetica. Il risveglio si rivela più complesso del previsto e i due riescono solo grazie all'intervento di un'altro specializzando, Ray (Diego Luna). Si unirà al gruppo, subito dopo il risveglio, una quinta specializzanda, Marlo (Nina Dobrev).</p><span><a name='more'></a></span><p style="text-align: left;">L'esperimento funziona e sembra che il cervello di Courtney abbia svolto parecchia attività mentre era clinicamente morta. In quel minuto, che in realtà è stato un po' di più, la ragazza ricorda di aver viaggiato con la mente. La cosa incredibile è che l'esperienza la porta, oltre a essere più euforica, anche a ricordare alla perfezione informazioni del passato, come la capacità di suonare il pianoforte oppure tutte le nozioni che ha letto nei libri di medicina.</p><p style="text-align: left;">Affascinati da questi "poteri", un po' alla volta anche gli altri ragazzi voglio sottoporsi all'esperimento, prima Jamie, poi Marlo e infine Sophia. L'unico a non farsi uccidere e poi rianimare è Ray, che continua ad aiutare gli amici, ma considera sbagliato ciò che stanno facendo.</p><p style="text-align: left;">Solo che oltre ai "superpoteri", Courtney inizia a vivere delle allucinazioni orrorifiche sempre più intense. Cosa che, però, non rivela agli altri ragazzi i quali, in serie, inizieranno ad avere gli stessi problemi, anche se le allucinazioni (ma sono veramente allucinazioni?) di ciascuno sono diverse da quelle degli altri e riguardano il proprio passato.<br /></p><p style="text-align: left;">E quindi un po' alla volta i ragazzi, in maniera sempre più drammatica, dovranno fare i conti con ciò che hanno risvegliato (o addirittura portato fuori) dal loro inconscio.</p><p style="text-align: left;">Senza scendere ulteriormente nei dettagli, che poi diventano <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">spoiler</a>, questa pellicola del 2017 richiama piuttosto bene la trama dell'originale del 1990 della quale è un <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">remake</a>, attualizzandolo. Ma come il film del 1990 non ebbe immediatamente successo, diventando poi un piccolo cult negli anni seguenti, anche questo (che poi non è diventato un cult) ha raccolto subito delle risposte un po' freddine da parte del pubblico.</p><p style="text-align: left;">Le scene thriller, per la verità non tantissime, ma più che sufficienti per catalogare la pellicola in questa categoria, sono effettivamente fatte generalmente bene e devo dire che non mancano i classici salti sulla poltrona, indispensabili in un film thriller che si rispetti. E a un certo punto anche l'angoscia della situazione che si va creando, unita a un colpo di scena che non ci si aspetta affatto (soprattutto se si ricorda la pellicola originale del 1990) devo dire che non è mica male. Peccato che il film resti claudicante su tutto il resto.</p><p style="text-align: left;">Per esempio, perché Courtney fa ciò che fa?</p><p style="text-align: left;">Certo, ovviamente è sopraffatta dal senso di colpa per la morte della sorella, evento per il quale lei chiaramente si sente colpevole e questo, senza tanti giri di parole, ci viene fatto capire fin dall'inizio, dal prologo. Ma per quale motivo dovrebbe ritenere che un'esperienza pre morte dovrebbe metterla in contatto con la sorella defunta? Per quale motivo ritiene che ci sia la possibilità di poter parlare con lo spirito di un morto? Magari sarebbe stato interessante farci capire il perché di questa ossessione per questo tipo di pericoloso esperimento.</p><p style="text-align: left;">Anche i "superpoteri" acquisiti dai ragazzi non sono del tutti chiari. Certo, sono la motivazione che spinge gli amici di Courtney a provare l'esperienza della pre morte dopo il primo esperimento, ma anche qui un piccolo approfondimento non avrebbe fatto male. Anche perché a un certo punto il regista Niels Arden Oplev ci prova anche, ma poi lascia perdere.</p><p style="text-align: left;">E poi c'è la conclusione. Il modo con cui si riesce a risolvere tutto risulta un po' banale e l'apice della tensione crolla con un finale a tarallucci e vino che stride un po'. </p><p style="text-align: left;">Se vogliamo anche sul reparto non utilizzato, ma completamente attrezzato e rifornito di materiali, macchine, attrezzature e medicinali, compresa la risonanza magnetica cui i ragazzi accedono tranquillamente e che riescono a utilizzare senza grossi problemi avrei qualcosa da ridire. Diciamo che nella realtà questa cosa forse non sarebbe proprio così, ma perdoniamo la sceneggiatura per qualche leggerezza tecnica.<br /></p><p style="text-align: left;">Avevo preannunciato che avrei parlato della storia del film. <i>Flatliners - Linea mortale</i>, come ho scritto poco sopra, non è altro che un remake della pellicola <i>Linea mortale</i> del 1990 di Joel Schumacher, con Kiefer Sutherland, Julia Roberts, Kevin Bacon, William Baldwin e Oliver Platt. Le versioni in lingua originale hanno entrambe il titolo <i>Flatliners</i>.</p><p style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz3vQsk0xDn6GAN429xXLuUZOQ83p6v_mrzx7P7l-k-eIfbQsWABozRzQ-s1YLKPbiPa716f8Ni9oDqrvaUBwqjV9QRNOMXGkpkm9edZtfneiaXwFmCnHKf2-idG6678XSTDklrupLLghgQ7gLPhAkOdcywZmtncXHA1f8ZyOtpsEyBjVmZsYtXW_ENt6x/s480/Flatliners%201990.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz3vQsk0xDn6GAN429xXLuUZOQ83p6v_mrzx7P7l-k-eIfbQsWABozRzQ-s1YLKPbiPa716f8Ni9oDqrvaUBwqjV9QRNOMXGkpkm9edZtfneiaXwFmCnHKf2-idG6678XSTDklrupLLghgQ7gLPhAkOdcywZmtncXHA1f8ZyOtpsEyBjVmZsYtXW_ENt6x/s320/Flatliners%201990.jpg" /></a> <br /></p><p style="text-align: left;">La cosa strana è che il protagonista della pellicola del 1990, Nelson Wright, era Kiefer Sutherland, attore che compare anche nel <i>Flatliners</i> del 2017, come direttore dell'ospedale presso cui lavorano i cinque ragazzi, ma non si tratta dello stesso personaggio, dato che qui si chiama Barry Wolfson. Magari potrebbe essere lo stesso personaggio che per nascondere il passato ha cambiato nome, ma nulla lascia intendere che questa interpretazione possa essere corretta.<br /></p><p style="text-align: left;">Pare che l'obiettivo fosse quello di produrre non un semplice remake, ma un vero e proprio <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">requel</a>. Il prof. Wolfson, oltre che direttore dell'ospedale, è il vero e proprio mentore dei ragazzi, ma in nessun caso li spinge a compiere gli esperimenti di pre morte, né è a conoscenza di quello che stanno facendo, quindi Barry Wolfson non è Nelson Wright. Non è del tutto chiaro se all'inizio il remake avesse dovuto essere un sequel della pellicola del 2017 (un requel, appunto), tanto che le prime immagini rilasciate sembravano lasciar intendere che i due personaggi interpretati da Sutherland fossero in realtà lo stesso. Cosa che invece non accade. Il regista, Niels Arden Oplev, avrebbe infatti dichiarato che i due film dovevano essere collegati e all'inizio doveva essere presente una scena di un paio di minuti in cui il prof. Wolfson parlava in modo strano della morte. Scena che poi è stata tagliata, in quanto ritenuta non efficace e utile per il nuovo pubblico cui il film è destinato. Questa la dichiarazione di Oplev "Kiefer's role is very cool as their professor, and for the older
audience that remembers the old film, they're like, 'What does he know,
what does he not know?' For me it's mostly an element of paying an
homage to the old film, saying that we acknowledge our inheritance. We
are standing on shoulders. We are reinterpreting something that was done
before. But also, we had to acknowledge for the younger audience, under
25, they have no clue about the old film and that Kiefer had a role in
it, because they don't know the older film!"</p><p style="text-align: left;">Quindi, in pratica, quello di Kiefer Sutherland risulta poco più di un cameo o, come dice lo stesso Oplev, un omaggio. Peccato, perché, senza neanche forzare troppo la mano, bastava qualche semplice trovata di trama per far sì che fosse proprio il personaggio di Kiefer Sutherland a spingere o almeno a influenzare Courtney a fare gli esperimenti pre morte.</p><p style="text-align: left;">Alla fine <i>Flatliners</i> si rivela un thriller guardabile, ma, soprattutto, un'occasione sprecata.<br /></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-11528837004463164822023-08-22T19:00:00.019+02:002023-08-22T19:00:00.156+02:00Total recall - Atto di forza<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwZbQbtRrA6wbu_iFomU44z6J8bgoEZyQIt6rJlWhcHhVuTcEAQYbkf199GvrMuR8YXZGGNrce0NVdQ84AF-L4l6e8974xHQvGsuCUVmT4wjlSjH1ZaerToMYmqv-IwQAOPJLBH1xVWPoE0c2SgSXv7pS6T5J3rVBRD_uNlp8Sr4sMrw_oipEudJJKavMl/s600/Total%20recall.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwZbQbtRrA6wbu_iFomU44z6J8bgoEZyQIt6rJlWhcHhVuTcEAQYbkf199GvrMuR8YXZGGNrce0NVdQ84AF-L4l6e8974xHQvGsuCUVmT4wjlSjH1ZaerToMYmqv-IwQAOPJLBH1xVWPoE0c2SgSXv7pS6T5J3rVBRD_uNlp8Sr4sMrw_oipEudJJKavMl/s320/Total%20recall.jpg" width="224" /></a></div><p></p><p style="text-align: left;">Di questo film ne avevo parlato poco tempo fa, <a href="https://vaarth.blogspot.com/2023/04/i-guardiani-del-destino-e-altri-racconti.html">qui</a>, quando avevo recensito una raccolta di racconti dell'immenso Philip Dick, fra i quali <i>Ricordiamo per voi</i> del 1966 e dal quale era già stata tratta un'altra pellicola nel 1990, <i>Atto di forza</i>, con Arnold Schwarzenegger, Rachel Ticotin e Sharon Stone, con alla regia nientemeno che Paul Verhoeven.</p><p style="text-align: left;">Già il film di Verhoeven si era allonanato in parte dal racconto originale di Dick, come spesso capita con lo scrittore americano che nei suoi racconti ha avuto delle idee geniali che poi sono state sviluppate in seguito da altri. Questa nuova opera di Len Wiseman, un vero e proprio <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">remake</a>, si discosta ulteriormente sia dalla pellicola di Verhoeven sia, ovviamente, dal racconto originario, rivedendo in una chiave sua, alcune scelte dell'opera di Verhoeven e cercando di rendere più attuale la pellicola del 1990.</p><p style="text-align: left;">Comunque, per andare alla trama...</p><p style="text-align: left;"><span></span></p><a name='more'></a>siamo alla fine del XXI secolo e il pianeta Terra è diventato inabitabile a causa di una guerra mondiale chimica.<p></p><p style="text-align: left;">E quindi si va su Marte.</p><p style="text-align: left;">No, non divaghiamo, su Marte ci andavano o ci volevano andare il Douglas di Dick e quello di Verhoeven. In questo caso non ci viene detto che ci sia vita al di fuori del pianeta. Perché due zone in realtà si sono salvate. Una è l'Unione Federale di Britannia, che comprende l'ex Regno Unito e l'Europa nord-occidentale. L'altra è la Colonia, che si trova in Australia, un territorio subalterno alla nuova Britannia.</p><p style="text-align: left;">Nell'Unione Federale di Britannia vivono i ricchi e nella Colonia vivono i poveri che spesso vanno a lavorare dalla l'altra parte. Come fanno? Con un avveniristico sistema di trasporto, chiamato "La Discesa", "The Fall" nell'originale, che attraversa letteralmente il pianeta, passando vicino al nucleo.</p><p style="text-align: left;">Proprio nella Colonia vive Douglas Quaid (Colin Farrell il cui cognome del personaggio nel racconto di Dick era Quail, poi modificato già nel primo film) il quale ha quasi tutte le notti lo stesso incubo. Si trova all'interno di una struttura dalla quale sta cercando di scappare insieme a una donna (Jessica Biel) che forse è la sua compagna. Alla fine, cioè al risveglio, solo la donna riesce a salvarsi (forse), mentre Douglas viene catturato.</p><p style="text-align: left;">Sogno a parte, che per Douglas non sembra aver alcun significato, nella vita reale il nostro protagonista vive in un piccolo appartamento di una megalopoli che richiama molto <i>Blade Runner</i>, dove piove molto e la città è divisa in livelli. Malgrado la vita abbastanza sfigata, Douglas e sua moglie Lori (Kate Beckinsale) sembrano felici e innamorati. Ma Douglas è inquietato da questi strani sogni e da altro che non ci viene ben spiegato.</p><p style="text-align: left;">E così mentre è al lavoro nell'Unione Federale di Britannia, perché Douglas è uno di quelli che tutti i giorni attraversano il pianeta, si fa convincere da un nuovo collega ad andare alla Rekall, un'azienda specializzata a impiantare ricordi nei suoi fasulli nel cervello dei suoi clienti. Hai una vita di merda? Non importa, se paghi avrai comunque dei ricordi meravigliosi. Come dice il collega di Douglas, Bob (John Cho) i ricordi migliori sono quelli che mi hanno dato loro.</p><p style="text-align: left;">Sole che al momento dell'impianto, dove Douglas ha chiesto di volere un passato da agente segreto, succede un casino. Si scopre che Douglas ha già avuto un impianto di memoria che non sapeva di avere, arriva la polizia, c'è una sparatoria, Douglas riesce a cavarsela come si fosse un vero agente segreto iperaddestrato e scappa dalla moglie. E da qui tutta la sua vita precipita, Duoglas non sa più chi sia, né chi siano le persone al suo fianco.</p><p style="text-align: center;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgi4ZevPYngr-893GnB1KDyOW_7CiRADR-yvdX9_Ty_KTwk0rmC85aMuDmFxATMuA2JloKNy4IXeeuPC5sbx6Gqb6hObe12YZ3Mg-l1QdazTLhJy8hhwDY7XoFr0Q5BHpurpuMGeEdNG48HR9aOumh845BuHKjKRCAjDoRRTZJ6LNudcaF_zXjYCd0PKCcz/s1375/Douglas%20Melina.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="592" data-original-width="1375" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgi4ZevPYngr-893GnB1KDyOW_7CiRADR-yvdX9_Ty_KTwk0rmC85aMuDmFxATMuA2JloKNy4IXeeuPC5sbx6Gqb6hObe12YZ3Mg-l1QdazTLhJy8hhwDY7XoFr0Q5BHpurpuMGeEdNG48HR9aOumh845BuHKjKRCAjDoRRTZJ6LNudcaF_zXjYCd0PKCcz/s320/Douglas%20Melina.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Douglas e Melina particolarmente espressivi...<br /></td></tr></tbody></table> <p></p><p style="text-align: left;">Le atmosfere che cercano di richiamare <i>Blade Runner</i> non mancano, così come non mancano richiami a <i>The cube</i> in un'assurdo inseguimento fra ascensori cubici che si muovono nelle tre dimensioni.</p><p style="text-align: center;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-1zZaWQQtKTEXo5MvdAayWoGcPgbdRi0pluQ1FQv3T8L3KcDidD_1zhTPsM6n--LhJ73obA-Lc2pninuhvO0GFV0CnjZcuT9ZwuqzXhkEJxD8dVSZhXAnICP8f7gEbN9ZhmEYoC82PF2DZ86gMrvgU5EPbZzhg0c1d3we5koeNBPxP5QKCuyHixDlgW8S/s1100/Cohaagen%20Lori.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="824" data-original-width="1100" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-1zZaWQQtKTEXo5MvdAayWoGcPgbdRi0pluQ1FQv3T8L3KcDidD_1zhTPsM6n--LhJ73obA-Lc2pninuhvO0GFV0CnjZcuT9ZwuqzXhkEJxD8dVSZhXAnICP8f7gEbN9ZhmEYoC82PF2DZ86gMrvgU5EPbZzhg0c1d3we5koeNBPxP5QKCuyHixDlgW8S/s320/Cohaagen%20Lori.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cohaagen e Lori<br /></td></tr></tbody></table> <p></p><p style="text-align: left;">Quando si fa una remake è inevitabile essere paragonati al film originale e in questo caso il paragone è con una pellicola che di sicuro è un po' datata, ma è stata diretta da un fenomeno come Paul Verhoeven il quale l'ha resa celebre e immortale. Ecco, salta subito agli occhi che Len Wiseman non è Paul Verhoeven, per quanto il regista californiano ci metta il massimo impegno. Non a caso le atmosfere oscure non mancano, atmosfere che Wiseman era già stato bravo a realizzare nelle sue prime due pellicole, <i>Underworld</i> e <i>Underworld: Evolution</i> (Wiseman è stato anche sceneggiatore di <i>Underworld - La ribellione di Lycans</i>, <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">prequel</a> della serie e del terzo capitolo <i>Underworld - Il risveglio</i>, nonché produttore dell'ultimo capitolo, <i>Underworld: Blood Wars</i>. Una curiosità che non c'entra nulla con <i>Total recall - Atto di forza</i>. Kate Beckinsale, protagonista principale di tutte le pellicole della serie tranne il prequel, chiese di inserire fra gli attori anche il suo attuale compagno, Michael Sheen, che poi diede vita al bel personaggio di Lucian. Peccato che poi la Beckinsale lasciò Sheen per poi sposare Wiseman! La coppia ha resistito fino al 2016, in tempo per riuscire a realizzare l'ultimo capitolo della serie e, nel 2012 Wiseman ha inserito la moglie in questo remake).</p><p style="text-align: left;">Ma veniamo agli attori.</p><p style="text-align: left;">Colin Farrell è sicuramente in bravo attore che, fra l'altro, aveva già incontrato le trame di Dick in <i>Minority Report</i>, al fianco di Tom Cruise. Però non sempre in questo caso mi è sembrato adatto a interpretare il protagonista di un film che si rivela più che altro di azione pura com'è <i>Total recall - Atto di forza</i>. Non dimentichiamoci che nella pellicola originale Daouglas era interpretato dall'iconico Arnold Schwarzenegger.</p><p style="text-align: left;">Anche le due attici, Jessica Biel e Kate Beckinsale non sembrano sempre al meglio. A parte il fatto che nel film si assomigliano pure (cosa forse voluta da Wiseman per aumentare la confusione), la prima dimostra in questo caso di possedere doti recitative non certo eccelse, mentre la seconda non sembra del tutto a suo agio nel ruolo della cattiva. L'esperto Bryan Cranston interpreta il <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">villain</a> della pellicola, Vilos Cohaagen. Cranston riesce a dare il volto a un personaggio malvagio come Cohaagen e probabilmente riesce ad avere anche il giusto carisma, ma forse non abbastanza. Il capo dei ribelli è invece Bill Nighy. L'attore britannico, che ha recitato in decine e dicine di film, è uno di quegli autori ai quali bastano pochi fotogrammi per dimostrare tutto il suo peso e il suo carisma. Forse per questo Wiseman decide di dedicargli così poco spazio.</p><p style="text-align: center;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5XEIx42Baq4NmlbIYKZo8kDgPqfxwKNNnRF8SfQ93U4jrKp8bukeCl8n8NwAHVnObGw3zus7NAN6XmiJt5wZ8vX-tVtomD-OXUI390WSafENQpf0cbl7GibLG_E_kqUpohBawBgN6_H06j8MnPrkMCfAm3dNNlCuNU6LMLIqJtYPa6jTkKn6eqzFOPu8Q/s630/Total%20Recall%20Bill%20Nighy.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="378" data-original-width="630" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5XEIx42Baq4NmlbIYKZo8kDgPqfxwKNNnRF8SfQ93U4jrKp8bukeCl8n8NwAHVnObGw3zus7NAN6XmiJt5wZ8vX-tVtomD-OXUI390WSafENQpf0cbl7GibLG_E_kqUpohBawBgN6_H06j8MnPrkMCfAm3dNNlCuNU6LMLIqJtYPa6jTkKn6eqzFOPu8Q/s320/Total%20Recall%20Bill%20Nighy.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Per fortuna c'è anche lui...</td></tr></tbody></table><p></p><p style="text-align: left;">Alla fine <i>Total recall - Atto di forza</i> perde un po' gli spunti interessanti sia del racconto di Dick, sia del primo di film di Verhoeven rivelandosi più che altro un film d'azione con dispendio di effetti speciali che, va detto, sono per lo più ben fatti.</p><p style="text-align: left;">La mia non vuole essere una bocciatura, ma diciamo che l'opera di Wiseman finisce per ridursi a puro e semplice intrattenimento senza nessuna vocazione più alta.</p><p style="text-align: left;">Sapete cosa vi dico?</p><p style="text-align: left;">A forza di scriverne, mi è venuta voglia di riguardare <i>Atto di forza</i> di Paul Verhoeven!</p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-76018628024852499592023-08-07T19:00:00.002+02:002023-08-22T15:15:27.872+02:00Fractured<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFbyyA4Ua68GycQ2QSDET8J99M0xNQznZg1RF8ZSOoGJeBbUauqMHMaNf93jYMW5JZI4fcbgbad9BEyZUXwVrNurhofNGAoW-Lx7rn_bhC2aBOIySO2T3zNxqsp87kLONGNZcACJ0a5EEH0jJ2hfqbv0LccoOBW45THOFDH_McPYomS6FkOUoky5SFfDem/s1000/Fractured.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="679" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFbyyA4Ua68GycQ2QSDET8J99M0xNQznZg1RF8ZSOoGJeBbUauqMHMaNf93jYMW5JZI4fcbgbad9BEyZUXwVrNurhofNGAoW-Lx7rn_bhC2aBOIySO2T3zNxqsp87kLONGNZcACJ0a5EEH0jJ2hfqbv0LccoOBW45THOFDH_McPYomS6FkOUoky5SFfDem/s320/Fractured.jpg" width="217" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">Avevo lasciato Sam Worthington col poco riuscito <a href="https://vaarth.blogspot.com/2021/09/the-titan.html">The Titan</a>, film partito da una buona idea, sviluppata male, messa in scena peggio, con una recitazione discutibile e un finale poco riuscito, come scrivevo nella recensione. E Sam Worthington non solo non era riuscito a salvare le sorti del film, ma era precipitato pure lui nel baratro, con una recitazione insufficiente.</div><div style="text-align: left;">Questo <i>Fractured</i>, che è stato fatto nel 2019, due anni dopo <i>The Titan</i>, è una pellicola di ben altro genere, in cui ho avuto modo di rivalutare Sam Worthington. Ma forse la diffrenza è nel manico di chi ha scritto la sceneggiatura e della regia (rispettivamente Max Hurwitz e Lennart Ruff in <i>The Titan</i> e Alan B. McElroy e Brad Anderson in <i>Fractured</i>).</div><div style="text-align: left;">Ma a voi di tutte queste menate, cosa ve ne frega?</div><div style="text-align: left;">Niente, quindi qualche parola sulla trama.</div><div style="text-align: left;">Protagonista della vicenda è Ray Monroe (Sam Worthington appunto) che, malgrado sia in procinto di separarsi, è in viaggio con la moglie Joanne Monroe (Lily Rabe) e la piccola figlia Peri Monroe (Lucy Capri) per raggiungere i nonni, non so se i genitori di lei o di lui, ma poco importa, per festeggiare il Ringraziamento.</div><div style="text-align: left;">In una stazione di servizio succede un incidente e Peri e lo stesso Ray cadono in un cantiere abbandonato. Il padre ha sbattuto la testa e la bambina sembra si sia rotta un braccio.<span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: left;">La coppia decide di raggiungere il più vicino pronto soccorso dove scopriamo che avere a che fare con la sanità, se vivi negli Stati Uniti, non è semplice, dato che sembra che l'ospedale non si possa occupare di Peri, perché l'assicurazione sanitaria della famiglia Monroe non copre le prestazioni di quel presidio sanitario. Risolti in un qualche modo i problemi, finalmente il dott. Berthram (Stephen Tobolowsky) prende in carico la piccola e sembra che il problema non sia solo al braccio. Così, per precauzione, decide di farle una TAC. Ray vede la figlia e la moglie scendere con un infermiere verso un piano interrato della struttura e si accomoda nella sala d'aspetto, dove, dopo poco, si addormenta.</div><div style="text-align: left;"> </div><div style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv67tHK0I-LwxoQo7Afvv7DeWZDP0raqXhoYeNQT3nCbX4MxICxUVb3UbxXcw_GPjnDYPbENrdJB4WUBcvE8u2jH_djzjTR3-rszIT4z9WjSBXUpi6CGI0EFUW9iE1aUZ0d8KnStrEoRhs6dauJ90_4LKppO22NOxtjsKTYY1oSqHLNdCdxobe8iQpIFtB/s1280/fractured%20caduta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv67tHK0I-LwxoQo7Afvv7DeWZDP0raqXhoYeNQT3nCbX4MxICxUVb3UbxXcw_GPjnDYPbENrdJB4WUBcvE8u2jH_djzjTR3-rszIT4z9WjSBXUpi6CGI0EFUW9iE1aUZ0d8KnStrEoRhs6dauJ90_4LKppO22NOxtjsKTYY1oSqHLNdCdxobe8iQpIFtB/s320/fractured%20caduta.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La caduta<br /></td></tr></tbody></table> <br /></div><div style="text-align: left;">Al suo risveglio sono trascorse varie ore e il personale dell'ospedale è cambiato, perché siamo nel turno successivo. Ma Peri e Joanne non sono ancora risalite!</div><div style="text-align: left;">Ray inizia a fare domande, ma nessuno riesce a dargli informazioni e, anzi, sembra che non ci siano proprio tracce delle due Monroe dentro l'ospedale. Mentre da un lato Ray inizia ad avere inquietanti sospetti su quello che sta avvenendo all'interno di quella struttura sanitaria, anche lo spettatore inizia a farsi delle domande, perché non è detto che tutto sia quello che sembra e quale sia la verità diventa difficile da capire.</div><div style="text-align: left;">Più di così non si può scrivere, per non rischiare di rovinare la visione della pellicola.</div><div style="text-align: left;">Perché secondo me la pellicola una visione la merita eccome.</div><div style="text-align: left;"> </div><div style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9w3WLqVYqNgUne58ivOdQmgySxN2WM05QHo7VJRS-vzfZHcVQsssVrDAa-uvb4NIrdsswa6R7cdc544GuixsBaGvDVWOIFlJIrH30J_Jpp-k8qhiH8N_UBz3SSkfXUDF9rRImq9S8ZNgzzqLjCsIlT582i5Zg0h0tldt-pd3hmNhSmjm2Q2k0-we3MXmu/s850/fractured%20ospedale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="484" data-original-width="850" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9w3WLqVYqNgUne58ivOdQmgySxN2WM05QHo7VJRS-vzfZHcVQsssVrDAa-uvb4NIrdsswa6R7cdc544GuixsBaGvDVWOIFlJIrH30J_Jpp-k8qhiH8N_UBz3SSkfXUDF9rRImq9S8ZNgzzqLjCsIlT582i5Zg0h0tldt-pd3hmNhSmjm2Q2k0-we3MXmu/s320/fractured%20ospedale.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'ospedale</td></tr></tbody></table></div><div style="text-align: left;"> </div><div style="text-align: left;">La suspance non manca e a un certo punto il disorientamento e il dubbio la fanno da padroni.</div><div style="text-align: left;">Confesso che fino alla fine mi sono chiesto quale fosse la realtà e quale fosse l'inganno e più volte ciò che stavo vedendo mi ha fatto cambiare idea, in un crescendo finale che diventa sempre più angosciante se ci si immedesima col protagonista.</div><div style="text-align: left;">Va detto che se uno conosce il regista, Brad Anderson, autore nel 2001 di <i>Session 9</i> con Peter Mullan e nel 2004 dell'<i>Uomo senza sonno</i> con Christian Bale sa bene quale sia lo schema narrativo che qui anni dopo ha voluto ripendere. Ma questo non toglie che la tensione di <i>Fractured</i> funzioni eccome e l'angoscia ci sta tutta.</div><div style="text-align: left;">Poi non è che Sam Worthington sia diventato improvvisamente espressivo, l'attore è sempre quello, ma se ben diretto, con una trama sufficientemente solida, riesce a funzionare.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">La pellicola riesce a mantenere costante tutta la tensione necessaria per tenere lo spettatore incollato al video, per capire come andrà finire. Minuto dopo minuto i sospetti e i dubbi non fanno che aumentare e continuano a portare verso interpretazioni diverse di quello che stiamo vedendo, senza che nessuna di queste sia sufficientemente giustificata e provata da essere attendibile.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Qui sto per lanciarmi in un commento che contiene un parallelismo esagerato, gli dei della letteratura abbiano pietà e comprensione di me...</div><div style="text-align: left;">A tratti o, almeno, prima di una certa evoluzione, le vicende di Ray iniziano a essere kafkiane e l'angoscia che si prova vedendo il film richiama quella stessa angoscia che si prova leggendo le opere dello scrittore praghese.</div><div style="text-align: left;">A tratti, ho scritto!</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Un film disturbante. Non certo un capolavoro, ma comunque un'opera che raggiunge pienamente i suoi scopi.<br /></div>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-50644632494682018072023-08-04T19:00:00.001+02:002023-08-04T19:00:00.129+02:00L'ultima soglia<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPWme6emTIR2dEyHZ4JC-Q6URJnXbSrmgmUACZyq-lAU37CF_eMUeu-mrFFJAygRQdTrD3KTdgUywz8fx1Ia3utfPOdxykqJnrSDUnz7dOlDTPNqbHf1KshCuupNcSsSzJXaEL0Fl21WFPR_KS9smN3Bi5K_k0ev_BZ2o4ERF1-z_S8Y3wmM-pVkFI5dI5/s1000/L'ultima%20soglia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="639" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPWme6emTIR2dEyHZ4JC-Q6URJnXbSrmgmUACZyq-lAU37CF_eMUeu-mrFFJAygRQdTrD3KTdgUywz8fx1Ia3utfPOdxykqJnrSDUnz7dOlDTPNqbHf1KshCuupNcSsSzJXaEL0Fl21WFPR_KS9smN3Bi5K_k0ev_BZ2o4ERF1-z_S8Y3wmM-pVkFI5dI5/s320/L'ultima%20soglia.jpg" width="204" /></a></div><p></p><p style="text-align: left;">Eccolo qua l'episodio conclusivo della quadrilogia di <i>Neverwinter</i>, ennesima saga fantasy dello scrittore Robert Anthony Salvatore che si svolge nell'ambientazione di Dungeons&Dragons <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Forgotten%20Realms">Forgotten Realms</a>. Nonché ventiseiesimo volume della macrosaga denominata La leggenda di Drizzt, il più riuscito personaggio inventato dallo scrittore di Leominster, Massachussets.</p><p style="text-align: left;">Dopo aver letto e postato le recensioni dei precedenti capitoli, <a href="https://vaarth.blogspot.com/2022/02/gauntlgrym.html">Gauntlgrym</a>, <a href="https://vaarth.blogspot.com/2022/09/neverwinter.html">Neverwinter</a> e <a href="https://vaarth.blogspot.com/2023/03/lartiglio-di-caronte.html">L'Artiglio di Caronte</a>, questa sarà anche un po' la recensione dell'intera quadrilogia.</p><p style="text-align: left;">Un po' di trama e poi vai coi commenti.</p><p style="text-align: left;">Lo scontro che ha visto il coinvolgimento delle forze del tiefling Herzgo Alegni, rappresentante dell'impero di Netheril che si trova nel Piano delle Ombre, gli emissari Shadovar di Szass Tam, il lich a capo dei Maghi Rossi del Thay e pure una delegazione dei drow tanto cari a Salvatore e che ha visto al centro di tutte queste vicende e parti in causa Drizzt e il suo nuovo gruppo di compagni è giunto al termine.</p><span><a name='more'></a></span><p style="text-align: left;">Ma le vicende non sono ancora del tutto concluse.</p><p style="text-align: left;">Effron Alegni vuole ancora vendicarsi di Dahlia, l'impero di Netheril ha uno strano interesse per Drizzt e l'elfo scuro più famoso della letteratura fantasy ha dei piani in mente che comportano la riabilitazione del suo arcinemico storico, nonché alter ego, nonché, al momento, alleato, Artemis Entreri e anche la rinascita di Port Llast. Nonché altre varie cose, che sembra che Salvatore non abbia del tutto le idee chiare in testa.<br /></p><p style="text-align: left;">Lo so, non ci avete capito niente. Ma se non avete letto i romanzi precedenti non potete pretendere di comprendere la trama di questo romanzo conclusivo della quadrilogia, che è anche il ventiseiesimo dell'intera macrosaga.</p><p style="text-align: left;">Come avevo già scritto nelle recensione dei tre romanzi precedenti, purtroppo continuo a sospettare che Salvatore avrebbe dovuto fermarsi prima. Il <i>Re degli Spettri</i> terminava la trilogia Transizioni e conteneva quello che poteva essere un definitivo epilogo delle infinite vicende di Drizzt e soci, molti dei quali, fra l'altro, erano pure morti. Ma così non è stato. Se coi primi romanzi il ritmo di Salvatore era inferiore al classico romanzo l'anno, ultimamente le vicende di Drizzt devono averlo coinvolto sempre più. I quattro romanzi sono stati scritti dal 2010 al 2013 (<i>Il Re degli Spettri</i> era del 2009) e negli anni successivi Salvatore ha sfornato <i>I compagni</i> (2013), <i>La notte del cacciatore</i> (2014), <i>L'ascesa di un re</i> (2014), <i>La vendetta del nano di ferro</i> (2015), <i>L'Arcimago</i> (2015), <i>Maestro</i> (2016), <i>Hero</i> (2016), <i>Senza tempo</i> (2018), solo per citare quelli usciti in Italia, più altri quattro romanzi non ancora tradotti in italiano scritti fino al 2022.</p><p style="text-align: left;">Non so se Salvatore vuole raggiungere un qualche Guinness dei primati, ma sembra che non abbia alcuna intenzione di fermarsi. Il problema è che per andare aventi a scrivere delle vicende come queste servono anche delle idee.</p><p style="text-align: left;">Leggendo <i>L'ultima soglia</i>, infatti, sembra più di giocare un'avventura di D&D che seguire una vera e propria trama di un romanzo, cosa che ai fanatici giocatori di ruolo come me in parte può anche piacere, ma, ai lettori di veri romanzi fantasy e non (sempre come me!) potrebbe anche far storcere il naso. Caspita Salvatore, persino le avventure di D&D a un certo punto finiscono, tu vuoi andare avanti all'infinito? Quanto continueremo a leggere delle giravolte, delle capriole, dei fendenti che Drizzt compie nei suoi mirabolanti combattimenti? Fino a quando continueranno i suoi dubbi morali, che poi sono sempre gli stessi? Certo, Salvatore, nei limiti di quelle che possono essere le pretese per questo tipo di letteratura (se di letteratura si può parlare) scrive anche abbastanza bene e a tratti diventa incalzante, ma... tutto a un certo punto inizia a sapere di già letto. E se altre minisaghe, trilogie o quadrilogie che siano, avevano un loro filo logico, in questo caso Salvatore è andato veramente a casaccio. Non solo la trama della quadrilogia di <i>Neverwinter</i> sembra procedere più come un'avventura di D&D che come una serie di romanzi, ma si tratta di una di quelle avventure di D&D in cui i giocatori fanno un po' quello che vogliono e il master improvvisa sul momento. Ne è un esempio lampante proprio quest'ultimo romanzo che alla fine una trama sua non ce l'ha!</p><p style="text-align: left;">Prima assistiamo a un episodio legato a un non morto vampiro che in realtà è una vecchia conoscenza, episodio che non porta a nulla (pare che sia legato a un romanzo a fumetti che andrebbe letto prima di questo volumo, ma che credo non sia mai stato tradotto in italiano). Poi il nuovo gruppo di eroi formato da Drizzt, Dahlia, Artemis Entreri, Ambragris e Afafrenfere intende far rinascere la città di Port Llast assediata dai servi di Umberlee. Poi il gruppo lascia a metà il lavoro, se ne frega di Port Llast e va a recupare il pugnare di Entreri, poi c'è tutta la vicenda di Effron, che sì, è anche interessante, ma già si sta procedendo a zig zag e a caso. Ma non basta. Il nuovo gruppo, che comprende anche Effron, va nel Regno delle Ombre per recuperare Guenhwyvar. La missione finisce male. Il gruppo viene salvato da Jarlaxle. Tutti scappano nella Valle del Vento Gelido per sfuggire a Tiago Baenre (che improvvisamente è ossessionato da Drizzt) e da Draygo Quick. Mentre sono là Drizzt vuole andare a cercare il fantasma di Catti-Brie e di Regis e finiscono in non ho ben capito cosa. E poi, saltando molte altre cose successe a caso, c'è un finale che vorrebbe sembrare un finale definitivo (ma fatto veramente male) e che finale definitivo non è.</p><p style="text-align: left;">Perché non è definitivo?</p><p style="text-align: left;">Perché appena un anno dopo Salvatore ha scritto <i>I compagni</i>, primo libro di un'esalogia denominata The Sundering, un progetto multimediale della Wizard of the Coast mirato a gestire la transizione di D&D dalla quarta edizione alla quinta. Il primo libro dell'esalogia è scritto da Salvatore, mentre i successivi saranno scritti da altri scrittori. Lo scriviamo? Sì, dai. La dea Mielikki reincarna tutti i vecchi compagni di Drizzt per andare a salvare l'elfo scuro. Perché evidentemente questo <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">requel</a> delle trame fatto con la quadrilogia di <i>Neverwinter </i>non doveva essere piaciuto del tutto a Salvatore, che quindi ha pensato bene di farne un altro, ancora più spinto a copiare gli albori della saga.</p><p style="text-align: left;">Sarà che sono cresciuto e magari quello che mi emozionava da adolescente non funziona più adesso, ma non so se riuscirò ad andare oltre questo <i>L'ultima soglia</i>, che potrebbe essere, per me, il capitolo finale dell'infinita saga di Drizzt Do'Urden.<br /></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-25251774570974463622023-08-02T20:00:00.003+02:002023-08-22T15:28:50.020+02:00Paradise<div></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRRQZ_9A6iedgAhbxsjc6jVexf5Nl63eYIieQujFC8wOQwhDjU5Jev7VGA7HO4vf9XDA1Qc77C5Zb25TIbM8_GMqAf4uk0J8ReL6P1HRSPlWyV8NWeLjH7K-aTKg9e3ujZDQIv-VwIU3TrZdSyEBY2lOcw2YXuXcRBvoCOE05cXDEzSuK-WnYhyWNZOpvf/s1200/Paradise.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRRQZ_9A6iedgAhbxsjc6jVexf5Nl63eYIieQujFC8wOQwhDjU5Jev7VGA7HO4vf9XDA1Qc77C5Zb25TIbM8_GMqAf4uk0J8ReL6P1HRSPlWyV8NWeLjH7K-aTKg9e3ujZDQIv-VwIU3TrZdSyEBY2lOcw2YXuXcRBvoCOE05cXDEzSuK-WnYhyWNZOpvf/s320/Paradise.jpg" /></a><br /></div><div><br />Ogni tanto, molto di rado, mi capita di recensire un film appena uscito e non sono abituato. Cercherò di stare attentissimo con gli spoiler. Poi si tratta di una pellicola uscita su Netflix e non al cinema, ma poco cambia.<br />Parliamo del tedesco <i>Paradise </i>di Boris Kunz.</div><div> </div><div>Vai con la trama e poi i commenti.</div><div> </div><div>Siamo in un non lontanissimo futuro, in cui la società AEON ha sviluppato una tecnologia incredibile e rivoluzionaria. Grazie alla tecnologia inventata dalla multinazionale farmaceutica, è possibile trasferire degli anni di vita da una persona a un'altra. Come sia tecnologicamente possibile ovviamente non ci viene spiegato nei dettagli e comunque, con ancor meno spiegazioni, avevamo già visto qualcosa del genere nella pellicola <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/in-time.html">In time</a> di Andrew Niccol del 2011.</div><div>In pratica ci sono degli agenti della AEON che hanno l'obiettivo di reclutare dei donatori ossia delle persone che, in cambio di ingenti somme di denaro, sono disposte a donare degli anni della propria vita a dei ricchi che, invece, hanno ingenti somme di denaro da spendere per vivere di più.<span><a name='more'></a></span></div><div>E chi è che è disposto ha perdere degli anni di vita? Ovviamente chi vive in difficoltà e, magari, per sopravvivere, studiare, aprire un'attività lavorativa, è disposto a rinunciare a un certo numero di anni di vita. Più sono gli anni che si è disposti a donare e più verranno pagati dalla AEON.</div><div>Non è però così facile.</div><div>A differenza della pellicola di Niccol, qui gli anni non possono essere donati/venduti a chiunque. Dato che il procedimento è similscientifico, deve esserci una compatibilità genetica fra il donatore e il ricevente, per cui per chi vuole acquistare degli anni di vita è necessario fare approfondite ricerche per trovare un donatore.<br /></div><div> </div><div>E già qui ci sono sufficienti spunti di riflessione.</div><div> </div><div>Il protagonista della pellicola è Max (Kostja Ullmann), un agente della AEON, che in passato ha donato qualche anno di vita per pagarsi l'università.</div><div>Max, che è un perfetto agente, con un'invidiabile capacità di persuasione nei confronti dei donatori, è sposato con Elena (Marlene Tanczik) e insieme a lei ha acquistato un lussuoso appartamento in centro a Berlino grazie a un mutuo fatto con la banca.</div><div> </div><div style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ8vjNE1KqFxjqQ0jc2aEpKo24EYs8Px0rerw6C1FmfR9_k4DvEAqXjekf_593NUxB9bX2vjZw-Des2ZVM5-uXVzlB0Tvyp3Fi8lCdE3uEwNiqPnU4e4sz2hS0dzBncd40i46TiRMMJMh-iYEcSLieZ3V58Mqezs7VzHnPJ9qurwBbTFC8eG8-y9sFyoP5/s750/Paradise%20Max.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="365" data-original-width="750" height="156" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJ8vjNE1KqFxjqQ0jc2aEpKo24EYs8Px0rerw6C1FmfR9_k4DvEAqXjekf_593NUxB9bX2vjZw-Des2ZVM5-uXVzlB0Tvyp3Fi8lCdE3uEwNiqPnU4e4sz2hS0dzBncd40i46TiRMMJMh-iYEcSLieZ3V58Mqezs7VzHnPJ9qurwBbTFC8eG8-y9sFyoP5/s320/Paradise%20Max.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Max interpretato da un intenso Kostja Ullmann<br /></td></tr></tbody></table> <br /></div><div>Solo che...</div><div> </div><div>Solo che oltre alle normali garanzie, ossia che se Max ed Elena non riusciranno a pagare, l'appartamento passerà alla banca, Elena ha firmato un'ulteriore garanzia, all'insaputa di Max: se non sarà possibile cedere l'appartamento, Elena donerà 38 anni della propria vita. 38!</div><div> </div><div style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgDXfPwrBmM2H_hEHIko9Uqos3iThFMkkUos5-878P2ZeQWAcQd1piEx6_QgtHmj9Kd52Cng99XAnZzGQUCI6JXWoLYb5OBw0sgTas0yeyJe8h-koYJ1V6UTuv9jZcpdkRERqejNshFul_54-lh2SQUDKkfTA2ClbQKbc-gjDdz-T7c0hSUl_4VBOcehAC/s1200/Paradise%20Elena%20prima.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1196" data-original-width="1200" height="319" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgDXfPwrBmM2H_hEHIko9Uqos3iThFMkkUos5-878P2ZeQWAcQd1piEx6_QgtHmj9Kd52Cng99XAnZzGQUCI6JXWoLYb5OBw0sgTas0yeyJe8h-koYJ1V6UTuv9jZcpdkRERqejNshFul_54-lh2SQUDKkfTA2ClbQKbc-gjDdz-T7c0hSUl_4VBOcehAC/s320/Paradise%20Elena%20prima.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Elena subito prima di perdere 38 anni<br /></td></tr></tbody></table></div><div> </div><div>E, ovviamente, succede proprio questo. Ci sarà un incendio, l'appartamento andrà distrutto, ma l'assicurazione non pagherà ed Elena sarà obbligata a perdere 38 anni (e sarà interpretata da Corinna Kirchhoff).</div><div> </div><div style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ5Z4SBv2CaKFWKsTQgzvZ_aCrAdcchS4y6RtxY50DTW1orgaeGBYb3i3SC-bUzfYFGGc7FNGODi5zAHSXgOeKJYxJXzWmrEqo5jmDqOLw-ZD6TZ0OGxsrShMSDnbJ-b5VK67BbwvEllwTrm3zLEjUZSJX70rcQYJhpuiSgsJrio1mDKgBQZpSNQJOVsLt/s800/Paradise%20Elena%20dopo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ5Z4SBv2CaKFWKsTQgzvZ_aCrAdcchS4y6RtxY50DTW1orgaeGBYb3i3SC-bUzfYFGGc7FNGODi5zAHSXgOeKJYxJXzWmrEqo5jmDqOLw-ZD6TZ0OGxsrShMSDnbJ-b5VK67BbwvEllwTrm3zLEjUZSJX70rcQYJhpuiSgsJrio1mDKgBQZpSNQJOVsLt/s320/Paradise%20Elena%20dopo.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Elena con 38 anni in più<br /></td></tr></tbody></table></div><div> </div><div>Max, che non accetta l'accaduto, farà di tutto per cercare di far recuperare a Elena i suoi 38 anni, che, fra l'altro, sono stati utilizzati proprio dal CEO della AEON, Sophie Thiessen (Iris Berben) e i due, Max ed Elena, si troveranno a dover affrontare delle scelte morali che probabilmente li segneranno per tutta la vita.</div><div> </div><div>Senza scrivere di più, che rischio degli spoiler, l'avventura di Max ed Elena incrocerà l'organizzazione terroristica Adam, guidata da Lilith (Lisa Loven Kongsli), intenzionata ad agire in ogni modo per fermare il lavoro della AEON, anche uccidendo coloro che hanno ricevuto gli anni e finirà in Lituania, dove si svolgono trapianti clandestini. E i due saranno inseguiti dall'esercito privato della AEON, guidato dai due responsabili interpretati da Lorna Ishema e Numan Acar.</div><div>Basta, basta!</div><div><i> </i></div><div><i>Paradise</i> non si discosta molto, come temi, da <i>In time</i>, con la differenza che mentre <i>In time</i> era un film per lo più fighetto, <i>Paradise</i> è molto più sporco e proprio per questo i temi affrontati risultano molto più d'impatto.</div><div>Al di là della possibilità di potersi scambiare gli anni, cosa molta lontana dall'essere possibile, Paradise ci descrive un mondo in cui, anche in Europa, ci sono forti disuguaglianze sociali, con i ricchi che possono fare tutto, anche comprare il tempo e i poveri che, per sopravvivere, sono costretti a vendere anni della propria vita, senza rendersi conto, a volte, che il prezzo da pagare (gli anni persi) è molto più alto dell'apparente elevata cifra che la AEON è disposta a pagare. E in Lituania poi scopriamo che se nel mondo reale abbiamo i trafficanti di vite umane, nela realtà di <i>Paradise</i> abbiamo invece i trafficanti di tempo umano. Perché qualche disgraziato, consenziente o no, a cui rubare la vita lo trovi sempre.</div><div>La storia si complica ulteriormente, non dico come, con la presenza di Marie (Lisa-Marie Koroll), la figlia di Sophie, che non approva il lavoro della madre.</div><div>Addirittura ci viene detto, all'inizio del film che l'opportunità data ai più ricchi di vivere di più ha portato persino alla risoluzione delle crisi climatica. Perché chi può intervenire per fermare il declino del clima se non chi ha molti soldi in tasca e la possibilità di vivere a lungo?<br /></div><div>Alla fine quello che succede in <i>Paradise</i> è pura fantascienza, ma è una fantascienza che finisce per descrivere esattamente la nostra realtà e le contraddizioni morali del mondo in cui viviamo. Quanto è moralmente lecito che l'avere ingenti risorse economiche consenta a chi le ha di poter disporre della vita di chi, invece, vive in povertà? Quanto ci si può spingere avanti per raggiungere i propri obiettivi, che possono essere anche giusti? Qual è il limite?<br />Tutti in parte gli attori, che risultano credibili e riescono a dare vita a personaggi tridimensionali e sufficientemente solidi, interpretando al meglio le varie sfaccettature che ogni personaggio finisce per avere. Perché, altro merito a chi ha scritto la trama, ogni personaggio, anche chi compare poco, è profondo, ha delle sue motivazioni e si trova davanti a delle scelte etiche.</div><div><br /></div><div>Lontano dal fighettume di Hollywood, questa pellicola tedesca dimostra quanto possa essere maturo il cinema europeo, in grado di affrontare temi forti e farlo con un film alla fine adrenalinico quanto basta, coinvolgente e in un qualche modo disturbante, senza cali di tensione, errori, buchi di trama o passaggi a vuoto.</div><div><br /></div><div><i>Paradise </i>fiunziona ed è perfetto, dal primo fotogramma all'ultimo, dalla recitazione degli attori principali Kostja Ullmann e le due Elena, Marlene Tanczik e Corinna Kirchhoff e il villain Iris Berben, ai vari personaggi di contorno, dei quali non uno, seppur nel minor spazio a disposizione, fallisce il colpo.</div><div><br /></div><div>Complimenti a Boris Kunz per l'operazione perfetta.<br /></div>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-21568162038009063612023-07-21T19:30:00.002+02:002023-08-22T15:30:41.499+02:00Bird box Barcelona<p style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRwPWf-dY39rTAiTvar-_gZztn3LVBMebjTUFpVYvViYdRrHTOQ6R3vRj5uXn6WSw6q3pKAkf9IHZfutrC4yqwx1SuMekVcdxjNLR_lHWREgAF_-6RvC5XP09tbNu1LJspKda46iiTdWvKitcIwB0g6k5UZU19XQvOhvF5qcGjKgFAGBcB04thfByQkawi/s630/Bird%20Box%20Barcelona.jpg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRwPWf-dY39rTAiTvar-_gZztn3LVBMebjTUFpVYvViYdRrHTOQ6R3vRj5uXn6WSw6q3pKAkf9IHZfutrC4yqwx1SuMekVcdxjNLR_lHWREgAF_-6RvC5XP09tbNu1LJspKda46iiTdWvKitcIwB0g6k5UZU19XQvOhvF5qcGjKgFAGBcB04thfByQkawi/s320/Bird%20Box%20Barcelona.jpg" /></a></p><p>C'è questo romanzo di Josh Malerman del 2014 dal titolo <i>La morte avrà i tuoi occhi</i> (<i>Bird box</i> nell'edizione originale inglese) che narra una storia di un futuro post apocolattico nel quale delle misteriose entità, probabilmente degli alieni, hanno invaso la Terra e hanno decimato il genere umano. Questi alieni, se visti con gli occhi dagli esseri umani, spingono la nostra specie al suicidio. A parte alcuni soggetti che, anziché suicidarsi, presi dal delirio cercano di fare in modo che altri umani che in un qualche modo si sono salvati, vedano gli alieni e si suicidano.</p><p>Nel 2018 il romanzo è stato trasposto in un film distribuito da Netflix, sempre dal titolo <i>Bird box</i>, con la regia di Susanne Bier, una regista danese famosa per lo più in patria, con protagonisti, fra gli altri, Sandra Bullock e John Malkovich, che non hanno bisogno di presentazioni e che riprende abbastanza fedelmente il romanzo originale.</p><p>Questo per fare l'esperto, ma in realtà io non ho letto il libro e non sapevo dell'esistenza della pellicola del 2018.</p><p><span></span></p><a name='more'></a>Dato il successo ottenuto dalla prima pellicola, è sorta l'idea di realizzare uno <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">spin off</a> ambientato in un altro luogo (Barcellona) nel quale si svolgono altre vicende, con altri personaggi, ma contemporanee a quelle del film originale. Una sorta, quindi, di <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">sidequel</a>. E dato che questo secondo film si svolge a Barcellona, regista e cast sono spagnoli. Pare che ci sia l'idea, non so quanto confermata, di produrre altri spin off/sidequel ambientati in altre località.<p></p><p>Più o meno le cose che avvengono sono le stesse: le persone (e anche gli animali) sono obbligate a muoversi bendate, perché se vedono queste misteriose entità all'istante si suicidano. Salvo alcuni soggetti che, invece di suicidarsi, cercano in tutti i modi di far sì che anche gli altri vedano gli esseri alieni. Esattamente come nella pellicola originale.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIW1kchyMmioyV8SCsCCcD9G2xIc5WGQRRKQV7dAvfl8ORxb12L2oOEeBuqMekJPFXoC0A2yfwUU6vvRQos-pLCGZ3Zz7XsVv-bZ8SpVm5A-Z_aAHlSQBlwg3O6eLIhbF1eumK6AhwLStTmXsEfY9GmQ85-zbdLBim8jvC6TeKcuu_skh40-I6gXFMr_B1/s1486/Bird%20box%20Barcelona.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="991" data-original-width="1486" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIW1kchyMmioyV8SCsCCcD9G2xIc5WGQRRKQV7dAvfl8ORxb12L2oOEeBuqMekJPFXoC0A2yfwUU6vvRQos-pLCGZ3Zz7XsVv-bZ8SpVm5A-Z_aAHlSQBlwg3O6eLIhbF1eumK6AhwLStTmXsEfY9GmQ85-zbdLBim8jvC6TeKcuu_skh40-I6gXFMr_B1/s320/Bird%20box%20Barcelona.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vivere senza poter vedere<br /></td></tr></tbody></table><p style="text-align: center;"></p><p>Dato che l'inizio è in <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">medias res</a>, di sopravvissuti ce ne sono pochi e quei pochi si sono attrezzati come possono a fare in modo di resistere in questa situazione assurda, col costante timore di incontrare quei pazzi che, dopo aver visto gli alieni, cercano in tutti i modi di completare lo sterminio dell'umanità.</p><p>Principale protagonista, nonché punto di vista della narrazione, sia presente, sia di quasi tutti i <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">flashback</a> del passato è Sebastián (Mario Casas) che già dopo una decina di minuti dall'inizio del film ci fa capire che i due sceneggiatori, nonché registi, Álex e David Pastor hanno voluto mischiare un po' le carte in tavola, perché... no dai, non lo posso rivelare, sarebbe uno <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">spoiler</a> clamoroso, anche se si capisce quasi subito.</p><p>Non avendo letto il libro e non avendo visto il film originale non posso valutare questa pellicola se non in maniera a sé stante e devo dire che nel complesso tutto il sistema ideato, così come l'espediente insolito del protagonista che come ho scritto non rivelo, reggono eccome. A tratti <i>Bird box Barcelona</i> (e probabilmente anche l'originale) ricorda <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/e-venne-il-giorno.html">E venne il giorno</a>, la pellicola non del tutto riuscita del genere <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Sopravvissuti">sopravvissuti</a> di M. Night Shyamalan, ma complessivamente funziona meglio. Fra l'altro uno degli espedienti utilizzati e, da quello che ho capito, utilizzato anche nel film capostipite, è quello di non far mai vedere gli alieni o comunque le misteriose entità allo spettatore. Visione che sicuramente avrebbe fatto precipitare la tensione che invece la pellicola riesce a creare. Cosa siano queste entità resta un mistero dall'inizio alla fine. Ci accorgiamo della loro presenza solamente perché i materiali di piccole dimensioni che si trovano a terra, quali foglie, sassi, piccoli rifiuti come bicchieri di carta, frammenti di vetro, ecc., si sollevano come se fossero senza gravità. Tutto qui. Succede anche una cosa strana. Queste creature, presumibilmente aliene, possiedono un potere immenso (quantomeno per raggiungere il loro obiettivo, che sembra essere eliminare tutti gli esseri umani del pianeta), ma di fatto non riescono a interagire fisicamente con gli esseri umani. Basta infatta chiudersi in una casa con le finestre oscurate e già si è salvi. Queste misteriose creature aliene non sono in grado di aprire porte o rompere vetri, ad esempio. Quelli, infatti, che daranno più filo da torcere ai sopravvissuti saranno proprio gli umani che alla visione degli alieni non si suicidano, ma agiscono per loro conto. Dato che gli alieni non fanno nulla si fisico, infatti, per sopravvivere sarebbe sufficiente muoversi in strada sempre perennemente bendati (ovviamente con tutte le cautele necessarie). Ma cosa si fa quando si incontra uno degli altri che poterbbe venir lì e tirarti via la benda?<br /></p><p>Come ho già scritto, non conosco gli originali, né il romanzo, né il film, quindi non so quale linea sia stata tenuta, ma in questo spin off spagnolo si è scelto di inserire anche la religione, forse perché la Spagna, nazione scelta come ambientazione, è un terriorio piuttosto credente. Non a caso, infatti, uno degli "antagonisti", se così li vogliamo chiamare, anzi, il loro capo, è un prete che vede queste creature in maniera divina e a un certo punto sembra quasi aver creato una nuova religione a loro dedicata.</p><p>C'è inoltre questa bizzarra scelta che riguarda il protagonista che, ripeto, non posso svelare, che da un lato rende difficile empatizzare con lui, almeno fino a un certo punto, dall'altro rende più insolita la narrazione.</p><p>Forse per chi ha visto <i>Bird box</i>, <i>Bird box Barcelona</i> può essere un po' ripetitivo, dato che quello che avviene in questa pellicola non deve essere molto diverso da quello che è avvenuto nella prima pellicola. Resta comunque un film fantascientifico del genere sopravvissuti godibilissimo, con importanti tratti thriller/horror che magari non fanno saltare sulla sedia, ma riescono ugualmente a tenere lo spettatore sufficientemente incollato allo schermo.</p><p>Non so se faranno altri <i>Bird box</i> ambientati in altre località, il meccanismo potrebbe alla lunga diventare noioso, senza invetare qualche variante originale, ma questo primo tentativo è a mio avviso sicuramente riuscito.<br /></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-9031105377682558002023-07-19T19:00:00.003+02:002023-08-22T15:42:14.248+02:00Tyler Rake 2<p style="text-align: center;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaN_Ps4ej0139XUEXJip1gzeVzunaV0W_h2aWy9hI_JrK6LdNazwnn1PairNkAyfCax-r_zVVWCc4aAwABrJ_i6zq6LT_ozhFYcnD5q1c1gylEweiTOb0MYpYb4uwhRB1O5aIKw928l7EUucfk0b3S4TI-YqkDkjYMQ7bL1nVYMCggP8ddSDe0rvsInmB8/s1896/Tyler%20Rake%202.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1896" data-original-width="1280" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaN_Ps4ej0139XUEXJip1gzeVzunaV0W_h2aWy9hI_JrK6LdNazwnn1PairNkAyfCax-r_zVVWCc4aAwABrJ_i6zq6LT_ozhFYcnD5q1c1gylEweiTOb0MYpYb4uwhRB1O5aIKw928l7EUucfk0b3S4TI-YqkDkjYMQ7bL1nVYMCggP8ddSDe0rvsInmB8/s320/Tyler%20Rake%202.jpg" width="216" /></a></p><p>Facciamo una premessa. Non stiamo parlando di cinema d'autore, ma di cinema di genere anzi, in questo, caso, di un genere particolare, il cosiddetto "cinema da menare" che, se vogliamo, per i puristi non è proprio il massimo. E, per di più, parliamo anche di un film prodotto da una società di streaming e distribuito solo in streaming. Un film, quindi, che al cinema non ci è nemmeno arrivato. Ebbene, detto questo, non resta che dire che <i>Tyler Rake 2</i> è un grande film. Senza pretese, eh!<br /></p><p>Già il <a href="https://vaarth.blogspot.com/2022/01/tyler-rake.html">primo capitolo</a> era stato un ottimo lavoro e qui siamo rimasti sullo stesso livello. Magari leggermente sotto, ma siamo lì. Sempre fatte le dovute precisazioni.<br /></p><p>In questa pellicola, così come in quella precedente, non c'è niente di più di un massiccio Chris Hemsworth che picchia o spara o fa entrambe le cose dall'inizio alla fine. E un po' le prende anche, ma sono di più quelle che prendono gli altri, quando si ha a che fare con Tyler Rake. Questo film non vuole essere niente di più, ma ci riesce bene.<span></span></p><a name='more'></a><p></p><p>Soprattutto se hai visto la prima pellicola e sai perché ha avuto successo, non ti aspetti niente di più di quello che <i>Tyler Rake 2</i> ti propina. <br /></p><p>Andiamo con la trama, va là.</p><p>Avevamo lasciato il supermercenario dal cuore tenero Tyler Rake che era precipitato, ferito a morte più e più volte, da un ponte su un fiume in India, in non ricordo quale città. O forse è il Bangladesh. Una cosa che avrebbe fatto morire chiunque, così come gli innumerevoli colpi che aveva preso. Lasciati i panni di Thor, adesso Chris Hemsworth interpreta un personaggio completamente umano, anche se deve aver mantenuto qualcosa della quasi invulnerabilità del dio nordico trasposto nei fumetti da Stan Lee. Una scena dopo i titoli di coda aveva fatto pensare che Tyler si fosse salvato. Forse. Anche perché chi aveva prodotto la pellicola si voleva lasciare le porte aperte per proseguire, in caso di successo.<br /></p><p>Ebbene, dimenticate quella scena, perché gli autori sono poi andati in un'altra direzione. Tyler Rake, senza morire, ha galleggiato mezzo morto lungo il fiume, è stato ritrovato e alla fine soccorso dalla sua organizzazione di mercenari che, dopo averlo rattoppato, l'ha fatto tornare a casa, in prepensionamento o comunque in attesa di riprendersi.</p><p>Ma Tyler Rake tornerà presto in azione, perché uno sconosciuto, che poi è Idris Elba, lo contatta per conto dell'ex moglie, la quale gli chiede di andare a salvare la sorella e i due figli. Perché la cognata di Tyler ha sposato uno dei più grandi mafiosi della Georgia che ora è in prigione, insieme alla moglie. L'altro più grande mafioso della Georgia, che è il fratello, lo vuole andare a recuperare, ma le due missioni, quella di Tyler e quella del mafioso, non possono certo andare a braccetto. Ad aiutare Tyler ovviamente ci sarà la solita squadra, della quale l'alleato principale è la fidata amica Nik Kahn (una Golshifteh Farahani che a tratti continua ad assomigliare ad Ambra Angiolini).<br /></p><p>Più o meno la trama è questa e dentro questo contesto Chris Hemsworth ci ricorda che sì, possiede anche una vena comica che fra l'altro gli riesce molto bene, ma dopo l'abuso di comicità di <a href="https://vaarth.blogspot.com/2022/10/thor-love-and-thunder.html">Thor: Love and Thunder</a>, lui è un attore perfetto per il cinema da menare. E con quella fisicità le scene d'azione riescono eccome.</p><p style="text-align: center;"> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghXXCq9YkflX_tOZ0WLU5g8pEDmRb2vjCxrmjWfTXfvvj3f7VTu_hPpHBr7Hchmil1Y0U6-LsTUDrs0ZThnZllAfOf1J6PH5DKJOW6e1UNu6a6CT5aYlkH6nm21ncqBhwQzHXASFPhHsx4pzH87JBswZ2iN5t5YLcoNM3t-qFsPrr-nJAyY34h5Z_zDSjx/s637/Tyler%20Rake%202.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="375" data-original-width="637" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghXXCq9YkflX_tOZ0WLU5g8pEDmRb2vjCxrmjWfTXfvvj3f7VTu_hPpHBr7Hchmil1Y0U6-LsTUDrs0ZThnZllAfOf1J6PH5DKJOW6e1UNu6a6CT5aYlkH6nm21ncqBhwQzHXASFPhHsx4pzH87JBswZ2iN5t5YLcoNM3t-qFsPrr-nJAyY34h5Z_zDSjx/s320/Tyler%20Rake%202.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Più o meno questa è l'espressione di Chris Hemsworth per buona parte della durata del film<br /></td></tr></tbody></table></p><p style="text-align: left;">Per la verità questa volta la trama è anche piuttosto debole, banale e lineare. Non che prima fosse particolarmente elaborata, ma questa volta lo è ancora meno. Ci sono i cattivi, che sono proprio cattivi e spietati. Ci sono i "buoni", che sarebbero mercenari (e nella realtà sappiamo che i mercernari non sono proprio degli stinchi di santo, come abbiamo visto nella guerra in Ucraina, ma accettiamo, con la <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">sospensione dell'incredulità</a>, questa figura del mercenario ideale che ci propone Netflix). Ci sono tantissime persone che muoiono, perché alla fine, per salvare 3 persone, si compie una strage. Ci sono avversari che vengono gettati addosso a Tyler Rake e anche ad Ambra Angiolini letteralmente a secchiate, giusto per venire massacrati. Ci sono tanti effetti speciali. E anche in questo caso c'è un finto piano sequenza che tutto sommato riesce bene. Sam Hargrave, regista di entrambi gli episodi, sembra cavarsela che questo genere di pellicole (non a caso ha un passato da stuntman e in molti film del Marvel Cinematic Universe si è occupato del coordinamento di tutti gli stuntman impiegati.</p><p style="text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUCcZk9_ZC5c-1KoU3dlnoHbB61R0ttOqmkzeEBJOhrnBTT3KLHTQZs-_KyX6WI9RkRCi114_USeHYrSGf7ON71PAEHy_cr9MWrFgiXqYuaYjrcLPV7u1tETduWtG4_i-zYOBQr-gK4W6bRugUOcjtlYrOe1qNB7BkVbYQC6TIzXlzOeVwnvyluZFO-oN8/s500/Tyler%20Rake%20Golshifteh%20Farahani.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="281" data-original-width="500" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUCcZk9_ZC5c-1KoU3dlnoHbB61R0ttOqmkzeEBJOhrnBTT3KLHTQZs-_KyX6WI9RkRCi114_USeHYrSGf7ON71PAEHy_cr9MWrFgiXqYuaYjrcLPV7u1tETduWtG4_i-zYOBQr-gK4W6bRugUOcjtlYrOe1qNB7BkVbYQC6TIzXlzOeVwnvyluZFO-oN8/s320/Tyler%20Rake%20Golshifteh%20Farahani.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tyler Rake e Ambra Angiolini<br /></td></tr></tbody></table> </p><p style="text-align: left;">E dato che quelli di Netflix, piattaforma nata con le serie, sanno benissimo che la serialità al giorno d'oggi funziona eccome, hanno intuito che Tyler Rake ha ancora delle potenzialità e quindi ci hanno fatto capire che il passaggio dal sequel a una serie (di episodi da serie TV o di lungometraggi è tutto da vedere) è sicuramente nei piani dell'azienda californiana.</p><p>Il finale lascia quindi intendere che vedremo ancora Tyler Rake, che si è preoccupato di avere sempre Ambra Angiolini al suo fianco, continuare a massacrare i cattivi di turno.<br /></p><p></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4535149503473063639.post-86038121993975102572023-07-17T19:00:00.002+02:002023-07-18T10:44:01.321+02:00Notte dei coltelli<p style="text-align: center;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBzX3DozgpXz3t5pA5mRDf56CClaYI0CR_IoiiN9pA-ZCTRbApMDyWQbml-80mnGQAvVFQGYWp-8CthPvY7KG7tD8QDEwcdEPi4NNbGr8uvP9lOlbYHGRbST9dvSNqvvmI3VxpkmHce-FSc_fHZBNNcjHCcWDIT_OkggyoL292SHcLX0siXVIyA46VPA/s798/Notte%20dei%20coltelli.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="798" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBzX3DozgpXz3t5pA5mRDf56CClaYI0CR_IoiiN9pA-ZCTRbApMDyWQbml-80mnGQAvVFQGYWp-8CthPvY7KG7tD8QDEwcdEPi4NNbGr8uvP9lOlbYHGRbST9dvSNqvvmI3VxpkmHce-FSc_fHZBNNcjHCcWDIT_OkggyoL292SHcLX0siXVIyA46VPA/s320/Notte%20dei%20coltelli.jpg" width="215" /></a></div><p></p><p style="text-align: left;">Era il lontano 1982 quando l'archeologo e antropologo Steve Rune Lundin, poi noto col nome d'arte di Steven Erikson e l'amico Ian Cameron Esslemont archeologo pure lui iniziarono a elaborare un'ambientazione fantasy per giochi di ruolo. Ai tempi avevano rispettivamente 23 e 20 anni. Dopo 4 anni l'ambientazione era diventata sempre più ampia e articolata e i due futuri scrittori avevano provato a ricavarci una sceneggiatura per un ipotetico film, che chiamarono <i>I giardini della Luna</i>. Tuttavia chi poteva essere interessato a una sceneggiatura del genere edita da due perfetti sconosciuti? E infatti il tentativo fallì. Ma questo non arrestò l'elaborazione dell'ambientazione e non fermò le ambizioni dei due aspiranti scrittori che, anzi, decisero di iniziare a scrivere ciascuno una serie di romanzi ambientata nel complesso mondo che avevano inventato.</p><p style="text-align: left;">Il più veloce dei due a pubblicare il primo romanzo fu certamente Erikson che nei primi anni '90, basandosi sulla stessa bozza di sceneggiatura, scrisse <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/i-giardini-della-luna.html">I giardini della Luna</a>, primo romanzo della sua serie che poi chiamerà <i>The Malazan Book of the Fallen</i>, <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Il%20Libro%20Malazan%20dei%20Caduti">Il Libro Malazan dei Caduti</a>. Ma siamo ancora agli albori di quello che sarebbe successo, perché Erikson riuscì a far pubblicare il suo libro solamente nel 1999.</p><span><a name='more'></a></span><p style="text-align: left;">E da qui è arrivato il successo, nonché la svolta per entrambi gli autori. Fu l'editrice Transworld a vincere i diritti per la pubblicazione del primo romanzo nel Regno Unito, dopo varie offerte provenienti anche da altre case editrici. In questa fase Erikson riusciì a firmare un contratto che prevedeva la scrittura di ben 10 volumi totali solo per la sua serie.</p><p style="text-align: left;">Ed Esslemont? In realtà Ian già prima di Erikson aveva scritto due romanzi, <i>Notte dei coltelli</i> e <i>Il ritorno della Guardia Cremisi</i>, per quella che sarebbe diventata la sua serie, <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Storie%20dell%27Impero%20Malazan">Storie dell'Impero Malazan</a>, ma riuscì a far pubblicare il primo romanzo, riveduto e corretto, solo nel 2005, poi realmente distribuito nel 2007, ottenendo un contratto per 6 romanzi in totale. Nel frattempo Erikson aveva già pubblicato <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/la-dimora-fantasma.html">La Dimora Fantasma</a> (nel 2000), <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/memorie-di-ghiaccio.html">Memorie di ghiaccio</a> (2001), <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/la-casa-delle-catene.html">La Casa delle Catene</a> (2002), <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/maree-di-mezzanotte.html">Maree di Mezzanotte</a> (2004), <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/i-cacciatori-di-ossa.html">I Cacciatori di Ossa</a> (2006) e <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/venti-di-morte.html">Venti di morte</a> (2007, stesso anno di pubblicazione di <i>Notte dei coltelli</i>), nonché 3 racconti dedicati a due personaggi secondari, Bauchelain e Korbal Broach, <i>Blood Follows</i> (2002), <i>The Healthy Dead</i> (2004) e <i>The Lees of Laughter's End</i> (2007), questi ultimi ancora inediti in Italia.</p><p style="text-align: left;">Oggi Esslemont ha terminato la serie delle <i>Storie dell'Impero Malazan</i>, l'ultimo romanzo, <i>Assail</i>, è stato scritto nel 2014, e ha iniziato a scrivere nel 2016 una nuova serie, <i>Path of Ascendancy</i>, della quale al momento fanno già parte 3 romanzi, di cui l'ultimo scritto nel 2019 più un quarto in uscita nel 2023, serie dedicata ai personaggi di Kellanved e Dancer negli eventi antecedenti a quelli del <i>Libro Malazan dei Caduti</i> e anche a <i>Notte dei coltelli</i>, come vedremo poi.<br /></p><p style="text-align: left;">Il prolifico Erikson, invece, ha scritto fino al 2016 altri tre racconti dedicati a Bauchelain e Korbal Broach e, nel 2011, con <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/03/il-dio-storpio.html">Il Dio Storpio</a>, ha concluso la sua serie principale. Nel 2012 ha poi iniziato la <i>Trilogia di Kharkanas</i>, dedicata alle razze dei Tiste e agli eventi del passato citati in tutti i suoi romanzi, il cui ultimo romanzo, <i>Walk in shadow</i>, per ora non è ancora stato pubblicato, mentre nel 2021 ha pubblicato <a href="https://vaarth.blogspot.com/2023/01/il-dio-indifferente.html">Il dio indifferente</a>, primo romanzo della nuova <a href="https://vaarth.blogspot.com/search/label/Testimone">Trilogia del Testimone</a>, che si svolge dopo gli eventi del <i>Libro Malazan dei Caduti</i> e va a risolvere molte (ma non tutte!) trame lasciate aperte.</p><p style="text-align: left;">La storia editoriale italiana di questa... multiserie, chiamiamola cosi, è piuttosto travagliata. I diritti del <i>Libro Malazan dei Caduti</i> furono acquistati dalla Armenia Edizioni, una casa editrice con una cospicua sezione fantasy, la stessa che aveva pubblicato i romanzi correlati alle ambientazioni di D&D. Dal 2004 al 2011 pubblico i primi sette romanzi della saga, dividendo il terzo, il sesto e il settimo in due volumi ciascuno, così, giusto per guadagnare qualche euro in più. Fra l'altro l'Armenia Edizioni non aveva acquistato le copertine originali e ne aveva create delle sue orribili e, soprattutto, aveva commesso un clamoroso errore di traduzione nel titolo della serie, diventato <i>La caduta di Malazan</i>, oltre a molti altri errori di traduzione contenuti nel testi dei singoli romanzi. Ma gli appassionati di fantasy sopportano tutto. O quasi. Nel 2013 fu pubblicata la prima parte dell'ottavo romanzo, <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/i-segugi-dellombra.html">I Segugi dell'Ombra</a> e poi l'Armenia Edizioni fallì! Solo nel 2015 altre due case editrici, la Rusconi Libri e Il Castello acquistarono ciò che restava della Armenia Edizioni e diedero vita alla Armenia srl. Dopo una lunga opera di convincimento da parte dei lettori, fra cui il sottoscritto, l'Armenia srl decise di riprendere in mano la saga di Erikson. Nel 2015 ripubblicò in un nuovo formato, con le copertine originali e il titolo corretto tutti i romanzi dal primo all'ottavo, non più divisi in due parti. Nel 2016 arrivò <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/la-polvere-dei-sogni.html">La polvere dei sogni</a> e da lì a poco anche il volume conclusivo, <i>Il Dio Storpio</i>. Sembrava che tutto fosse finito lì, ma evidentemente le vendite non devono essere andate malissimo, perché nel 2022 finalmente l'Armenia srl ha pubblicato <i>Il dio indifferente</i>, ma di Esslemont pare che proprio non ne volesse sapere. Fortunatamente si è fatta avanti la Fanucci, casa editrice bene più solida e con una corposa e storica sezione fantasy, che proprio quest'anno ha dato alle stampe il primo romanzo delle <i>Storie dell'Impero Malazan</i>, <i>Notte dei coltelli</i>, affidandone fra l'altro la traduzione a un fan della saga, che quindi non è caduto negli errori della vecchia e della nuova Armenia.</p><p style="text-align: left;">Ma dopo questo lunghissimo prologo "editoriale", ne parliamo un po' di questo romanzo?</p><p style="text-align: left;">L'intero romanzo, molto più breve di quelle di Erikson cui siamo abitutati, si svolge praticamente in una sola notte, la Luna d'Ombra, durante la quale avvengono, a città di Malaz, alcuni avvenimenti che per i lettori del <i>Libro Malazan del Caduti</i> sono ben noti in quanto costituiscono di fatto uno dei prologhi: l'assassinio dell'imperatore Malazan, che si svolge subito dopo il prologo dei <i>Giardini della Luna</i> e prima del resto del romanzo. Evento sì noto, nel senso che si sa generalmente cosa sia successo, ma la vicenda è sempre rimasta molto nebulosa. Sono diverse le storie che si intrecciano, seguendo alcuni personaggi. Uno di questi è Temper, un veterano che ha prestato servizio insieme al mitico Dassem Ultor durante la conquista di Sette Città e che i lettori hanno già conosciuto nei <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/i-cacciatori-di-ossa.html">Cacciatori di Ossa</a>, <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/01/venti-di-morte.html">Venti di Morte</a> e <a href="https://vaarth.blogspot.com/2017/03/il-dio-storpio.html">Il Dio Storpio</a>, anche se si è trattato sempre di piccole parti marginali. Temper è stanco della guerra e cerca di fuggire dal suo passato; un passato però ingombrante che non lo vuole abbandonare. All'interno di Notte dei Coltelli vengono narrate anche alcune vicende proprio di quel passato di Temper e della "fine" di Dassem Ultor, uno degli altri eventi più celebri e clamorosi dell'intera multisaga, noti ai lettori di Erikson, ma che non è stato mai interamente raccontato. L'altro punto di vista principale è quello di Kiska, una ragazza che vuole uscire dalla città ed entrare nell'esercito Malazan o comunque vuole entrare a servizio dell'Impero e, facendolo, si trova coinvolta in complotti più grandi di lei. Kiska l'abbiamo vista nel romanzo <i>I Cacciatori di Ossa</i>, insieme al potente mago Tayschrenn, che proprio in questa occasione conosce. Il romanzo inizia con l'attracco di una nave al porto dalla quale scende un Artiglio, un agente segreto dell'impero, l'organizzazione fondata da Surly, quella che sappiamo prenderà il posto dell'Imperatore Kellanved col nome di Laseen.</p><p style="text-align: left;">Alla fine Esslemont, pur possedendo uno stile diverso da Erikson, non si discosta dai modi dell'amico con quale ha fondato l'universo di Malazan, perché è vero che <i>Notte dei coltelli</i> si svolge proprio nella fatidica notte in cui Surly (Laseen) prende il potere e Kellanved e il suo compagno Dancer occuperanno il canale dell'Ombra e diventeranno rispettivamente Tronod'Ombra e Cotillon, ascendenti patroni dell'Ombra, nonché fra i motori di molti degli avvenimenti successivi, ma i punti di vista e le azioni che poi verranno descritte nel romanzo non c'entrano nulla con quella vicenda che, alla fine, viene solo narrata "di striscio".</p><p style="text-align: left;">Quella, però, in cui ci troviamo immersi leggendo il primo romanzo di Esslemont è la pura ambientazione Malazan, con tutti i suoi pregi e la solita capacità di creare personaggi multidimensionali, complessi e ben caratterizzati, che si muovono in un mondo talmente dettagliato, culturalmente, geograficamente, socialmente, ecc. da sembrare che i due autori lo considerano quasi reale.</p><p style="text-align: left;">L'atmosfera di <i>Notte dei coltelli</i> è esattamente quella che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare leggendo i romanzi di Erikson e che ha portato al successo della saga. Magari con un po' meno filosofia e più azione, dato che il romanzo di Esslemont è molto più ridotto all'osso, rispetto a quelli del prolisso collega.<br /></p><p style="text-align: left;"><i>Notte dei coltelli</i> è un discreto romanzo che gode del fatto di potersi muovere all'interno di un'ambientazione fantasy estremamente dettagliata creata proprio dall'autore, insieme a Erikson, ma, nello stesso tempo, sembra quasi uno <a href="https://vaarth.blogspot.com/p/dizionario.html">spin-off</a> del <i>Libro Malazan dei Caduti</i>, cosa che probabilmente ne rende improbabile la lettura senza conoscere l'opera di Erikson. Anche se, va detto, <i>Notte dei coltelli</i> può essere letto anche senza conoscere minimamente i romanzi della lunghissima saga di Malazan. Il problema è che per un non conoscitore dell'altra saga <i>Notte dei coltelli</i> potrebbe rimanere un romanzo interlocutorio, con una trama non del tutto chiara.<br /></p><p style="text-align: left;">Da appassionato della saga ovviamente lo consiglio, dato che va ad arricchire ulteriormente il già sterminato mondo che i lettori hanno potuto conoscere con la saga principale.<br /></p>Vaarthhttp://www.blogger.com/profile/01011908438549512410noreply@blogger.com0