Pagine

lunedì 9 gennaio 2017

La Dimora Fantasma

Chi legge Erikson deve essere pronto a tutto, perché ha scelto di leggere un autore che sempre e comunque e stupirà. Se terminare i Giardini della Luna (660 pagine nella nuova edizione) può essere sembrata un’impresa, soprattutto per l’insolito stile dell’autore, La Dimora Fantasma (860 pagine nella nuova edizione) non è da meno.
Con il primo romanzo abbiamo iniziato a conoscere una serie piuttosto ampia di personaggi e ci siamo addentrati in una storia complessa, con un assedio a due città del continente di Genabackis. Ma ora Erikson ci mette subito in difficoltà. La Dimora Fantasma si svolge cronologicamente subito dopo al romanzo precedente, ma qui siamo in un altro continente, con una linea narrativa completamente diversa e tantissimi personaggi nuovi. Dei personaggi conosciuti nei Giardini della Luna, solo Kalam, Crokus, Apsalar e il Violinista (Fiddler nella vecchia edizione) ci accompagnano in questa nuova avventura.

Qui abbiamo un continente, Sette Città, già parzialmente in mano all’impero Malazan, ma alle porte di una sanguinaria rivolta di matrice religiosa che prenderà piede duranto lo stesso romanzo. Una delle trame del romanzo è proprio quella dei civili Malazan sopravvissuti, che formeranno una catena di profughi (la Catena dei Cani), protetta da uno sparuto esercito superstite, in cerca della salvezza. La trama viene descritta dagli occhi dello storico imperiale Duiker, ma il personaggio più rilevante è sicuramente Coltaine. Non mancano però i punti di vista dei ribelli, con Leoman, Toblakai e altri personaggi che s’incontreranno nei romanzi successivi.
Nel romanzo è possibile però leggere anche la trama di Felisin Paran, sorella del Ganoes Paran incontrato nel primo romanzo, nobile Malazan deportata, prigioniera nelle miniere di Otataral e di Heboric, ex-prete del dio decaduto Fener, uno dei personaggi di Erikson di tutta la saga le cui vicende risultano più oscure.
Altra trama del romanzo è quella di Fiddler (Violinista) e Kalam in cerca di vendetta nei confronti dell’Imperatrice Laseen, per quanto è accaduto nel primo romanzo, durante l’assedio di Pale.
Ultima trama principale del romanzo, oltre a innumerevoli microtrame, è quella di Ikarium, un mezzo jaghut e Mappo, un trell, due insoliti e misteriosi personaggi che vagano per il continente e le cui vicende si svilupperanno nei romanzi successivi.
Il romanzo è talmente complesso e inserito nella gigantesca saga che risulta persino difficile riassumerne la trama. Quello che traspare in questa seconda opera, sicuramente più matura dal punto di vista stilistico, è che se il mondo ideato da Erikson era parso enorme e dettagliatissimo già dal primo romanzo, dopo aver letto il secondo ci si rende ancora più conto della complessità.
Sette Città è un continente completamente diverso dal Genabackis conosciuto nel primo. Qui ci sono popolazioni diverse con usi e costumi completamente diversi. Un po’ come se leggessimo un romanzo che si svolge, ad esempio, nell’est europeo e poi un nuovo romanzo che si svolge nel Corno d’Africa. Ma se è relativamente facile descrivere queste differenze in romanzi che si svolgono nel mondo reale, una simile precisione diventa insolita e difficile in un mondo immaginario.
Non mancano, inoltre, passaggi in cui l’epica troneggia (cosa vogliamo di più da un romanzo fantasy?), soprattutto con le incredibili e disperate imprese degli uomini di Coltaine.
Vogliamo trovare anche qualche difetto? La complessità ha un limite ed è quel limite che separa l’estrema complessità dal caos. I personaggi sono circa un centinaio per romanzo, di cui, occorre ricordarlo, il fatto che compaiano poco non significa che siano scarsamente importanti. La linea narrativa, come già detto, è diversa da quella del romanzo precedente. Sono presenti diverse trame principali e numerose microtrame. Spesso molte cose che a fatica si capiscono risultano essere diverse e poi diverse ancora, perché Erikson non svela nulla, ma fornisce al lettore gli stessi indizi, a volte ingannevoli, che sono a disposizione dei personaggi. Così capita di incontrare un personaggio destinato a diventare fondamentale, che era già comparso duecento pagine prima e del quale non ci si ricorda più nulla, perché, magari, sembrava un personaggio minore. Ed Erikson non è uno che si ripete (per quello bisogna leggere Brooks). Già dal secondo romanzo appare chiaro che per avere una buona comprensione degli eventi occorre leggere l’intera saga almeno 2 volte.
Coraggio e dedizione. Ma non si rimarrà delusi.


Nessun commento:

Posta un commento