Pagine

mercoledì 8 marzo 2017

The Divide

Era anche ora che su questo blog su cui scrivo spesso di film di fantascienza arrivasse The Divide di Xavier Gens, inquietante pellicola post apocalittica del 2011.
Diciamolo subito. The Divide è un film decisamente imperfetto, pieno zeppo di errori o, se non vogliamo essere troppo critici e non chiamarli errori, di passaggi che, sotto sotto, non reggono. Però, incredibilmente, Gens riesce nell'impresa di realizzare una pellicola che, malgrado tutto questo, diventa un piccolo gioiello del genere sopravvissuti. Una pellicola che più che calcare sulla descrizione del mondo post apocalittico o di ciò che l'ha reso tale, preferisce dedicarsi alla paranoia dei sopravvissuti. Più che spingere sulla fantascienza, la usa come espediente, come piace a me.
La trama, alla fine, è anche piuttosto semplice ed è il prologo a spiegarci già quasi tutto quello che serve. Siamo in una città americana (New York?) in un tempo che potrebbe essere anche oggi, dato che non vediamo nulla che ci faccia pensare di essere particolarmente avanti nel futuro. Da una finestra di un palazzo vediamo degli aerei che sganciano delle bombe e poi delle esplosioni nucleari. I civili, più che altro gli abitanti del palazzo, sono nel panico. Anche perché, se ti tirano delle bombe atomiche sulla testa non è che resti molto da fare. Mentre quello che scopriremo essere il custode del palazzo si sta rifugiando nel seminterrato, uno sparuto gruppo di persone riesce a intrufolarsi.
Ora non è che fuori dal seminterrato hanno sparato qualche petardo, ma delle bombe atomiche, per cui le speranze di uscire e salvarsi sono piuttosto remote e i protagonisti sembrano destinati a rimanere intrappolati per un tempo indefinito. Fortunatamente Mickey, il custode, un paranoico veterano di una qualche guerra ha attrezzato il sotterraneo in modo da poter sopravvivere per parecchio tempo. Da solo. Ma con lui ci sono altre persone.
Da questo momento inizia la prima parte del film, con un unico personaggio che la fa da padrone, in tutti i sensi, Mickey e gli altri che non stanno ancora realizzando del tutto le conseguenze di ciò che è successo. Mickey che è dispotico, brusco e irritante.
Poi la situazione inizia a degenerare e il controllo, si fa per dire, sarà preso da Josh e Bobby in una degenerazione sempre più rapida, verso l'intenso finale, non senza colpi di scena.
La cosa incredibile è che il film è tutto qui, fra questi personaggi, in questo angusto e claustrofobico interrato, con la loro trasformazione da comuni esseri umani a mostri.
Come ho scritto le criticità sono tante.
Ad esempio i sopravvissuti non hanno la minima idea di cosa sia accaduto. Qui non c'è stato un attentato, ma un vero e proprio attacco militare ed è abbastanza singolare che degli aerei militari stranieri arrivino a sganciare delle bombe nucleari su New York senza che nessuno sappia nulla!
C'è il fatto che a parte Marylin e sua figlia, nessuno degli altri si renda conto della gravità della situazione.
Senza dover per forza cercare solo i difetti, c'è un intero episodio che sembra quasi provenire da un altro film!
OCCHIO, SPOILER.
A un certo punto qualcuno dall'esterno entra. Sono militari con tute anti radiazioni (poi si scoprirà che forse sono coreani, ma qui è tutto molto vago). Rapiscono la figlia di Marylin e se ne vanno, tranne due che finiranno per farsi ammazzare dagli incazzatissimi sopravvissuti. Poi uno dei sopravvissuti esce utilizzando una tuta e trova che è stato allestito una sorta di laboratorio che termina proprio nella loro porta e la bambina è stata messa in una specie di vasca, rapata a zero, con cerotti negli occhi e un tubo in bocca. Il sopravvissuto torna all'interno del rifugio e i misteriosi soldati saldano la porta dall'esterno, sigillando i sopravvissuti!
A questo punto Gens si ricorda del tipo di film che stava girando e torna sui suoi passi, riprendendo da dove era arrivato. Non che questo cortometraggio all'interno del film sia fatto male. Anzi, è anche piuttosto inquietante. Se c'entrasse qualcosa...
Così si continua ad assistere alla degenerazione dei personaggi. All'umanità che finisce, con un finale sempre più rapido, sempre più atroce, sempre più intenso.
Come detto, sono tanti gli errori. Verrebbe da chiedersi anche cosa respirino i personaggi rinchiusi nell'interrato dopo tanti giorni. Oltretutto fumano in continuazione (evidentemente Mickey aveva anche una scorta di sigarette oltre che una scorta di cibo e acqua...). Ma la forza delle scene è tale da farci passare sopra tranquillamente. Magari evitandoli sarebbe stato un capolavoro memorabile. Ma nel suo piccolo e nelle sue imperfezioni, credo che The Divide sia un film destinato e rimanere nella storia.

Nessun commento:

Posta un commento