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martedì 24 ottobre 2017

Questione di tempo

Questione di tempo (About time) di Richard Curtis è uno di quei film che in un qualche modo devono per forza far parte di questo blog, avendo affrontato uno degli argomenti che preferisco in assoluto: il tempo.
Per la verità, se ci soffermiamo sul nome del regista, capiamo già subito che Questione di tempo non è un classico film di fantascienza. Anzi, non è proprio un film di fantascienza e non lo vuole essere. Richard Curtis, prima di questa, aveva diretto solo due pellicole, Love actually e I love radio rock, ma aveva sceneggiato film come Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, i film di Bridget Jones, un film e undici episodi della serie TV di Mr Bean. Niente fantascienza, quindi, a parte un episodio della serie Doctor Who.
Ma la trama?
Partiamo con la voce narrante di Tim (un bravo Domhnall Gleeson, che successivamente interpreterà alla grande anche quell'ottimo, ma poco noto, film che è Ex machina), un ragazzo ventenne timido e un po' sfigato, ma a modo suo brillante che descrive la stramba famiglia: la burbera madre (Lindsey Duncan), il saggio padre (il gigantesco Bill Nighy, attore presente anche nei precedenti lavori di Curtis e autore di un'interpretazione sopra le righe), la pazza sorella cui è legatissimo (Lydia Wilson) e lo zio... borderline (Richard Cordery).
All'età di ventun'anni il padre rivela all'impacciato Tim un bizzarro segreto: tutti i maschi della famiglia possiedono la capacità innata di viaggiare nel tempo. L'istrionico e versatile Bill Nighy spiega a un incredulo Tim che questo "potere" ha dei limiti. Non è possibile andare nel futuro, ma solo spostarsi nel passato e solamente in un tempo e in un luogo che si è conosciuto. Come fare? Basta rintanarsi in un luogo piccolo, chiuso e buio, come un armadio (?!), stringere i pugni, chiudere gli occhi e pensare a un episodio del proprio passato e si avrà modo di riviverlo. Non è un'esperienza mentale, ma proprio uno spostamento temporale. Il soggetto, con tutte le conoscenze e i ricordi acquisiti fino a quel momento, torna nel proprio corpo nel tempo voluto.
Tim ovviamente non ci crede, chi lo farebbe, ma decide di provare e... ci riesce! Ritorna così indietro nel tempo e rivive l'ultima e recente festa di capodanno, durante la quale riesce a baciare una ragazza, cosa che non era riuscito a fare la prima volta. E si rende conto di essere tiuscito a farlo, perché l'aver saputo come sarebbero andate a finire le cose gli ha permesso di superare i suoi limiti.
Il padre spiega a Tim che, stando attenti e cercando di apportare solo piccoli cambiamenti, è possibile evitare di stravolgere la storia e quindi continuare a muoversi liberamente nel tempo vivendo molte diverse sfaccettature della propria vita. Lui, fra le altre cose, è riuscito a sfruttare il suo potere per leggere molti più libri di quelli che avrebbe potuto leggere una vita normale. Il programma di Tim, invece, pare essere trovare una ragazza. Progetto che inizialmente non porta a risultati con la bellissima Charlotte (una brava e come sempre affascinante Margot Robbie, ancora praticamente agli esordi). È invece a Londra che Tim, anche sfruttando le sue doti, conoscerà la dolce Mary (una Rachel McAdams particolarmente in parte). A Londra Tim sarà ospitato dall'eccentrico Harry (Tom Hollander), un drammaturgo amico del padre, altro personaggio perfettamente riuscito.
A parte la supercazzola del funzionamento del viaggio nel tempo che Curtis non ci pensa nemmeno a spiegare (ma non dimentichiamo che Questione di tempo NON è un film di fantascienza), tutta la pellicola gira attorno agli episodi e alle "imprese" della vita di Tim, sia quando viaggia nel tempo, sia quando non lo fa, con un tono da commedia apparentemente leggera, ma che vuole anche lanciare messaggi morali profondi.
Questione di tempo alla fine è un film più che altro sentimentale, che parla di una storia d'amore, ma che, soprattutto, parla della famiglia e ha la piccola grande ambizione di insegnarci a vivere pienamente il tempo che abbiamo. Curioso che a farlo sia proprio un ragazzo che ha sempre una possibilità di riserva da sfruttare ogni volta che fallisce.
Per la verità, come insegnano tutte le storie che sfruttano i viaggi nel tempo, giocare col tempo comporta i suoi rischi. Almeno un paio di volte, infatti, Tim combina un casino ed entrambe le volte deve rimediare. Perché se anche nella sua mente restano tutti i ricordi delle versioni degli episodi che ha vissuto, per il resto del mondo non è così. Solo l'ultima versione è quella che il resto del mondo conosce e quello che lui ha cambiato... non esiste più.  E poi...

... diciamolo, da qui iniziano degli SPOILER...
... ci sono dei "paletti" che non possono essere superati. Il principale è quello dei figli. Tornando indietro nel tempo, prima del concepimento di un figlio, è poi probabile che il figlio sia diverso, perché ogni volta c'è la casualità del concepimento e di quale spermatozoo andrà a fecondare l'ovulo. Ne farà le spese Tim, quando cercherà di modificare il passato della sorella (riuscendo a far viaggiare nel tempo anche lei), ma tornato nel presente si troverà con una brutta sorpresa: sua figlia è un maschio e quella bambina che lui ha cresciuto e amato non esiste più. In pratica si può tornare indietro nel tempo tutte le volte che si vuole, ma non si può andare a prima della nascita di un proprio figlio (a meno di non rischiare di perderlo). Tim riesce anche a rimediare, ma non sono sicuro che il meccanismo messo in piedi da Curtis funzioni. Anzi, direi che è proprio un buco logico (e forse ce n'è un altro, quando il padre di Tim torna con Tim nel passato di entrambi, quando suo figlio era solo un bambino. E il tutto accade mentre Tim sta vivendo nel suo stesso passato). Ma anche film di questo tipo più fantascientifici e rigorosi hanno delle inevitabili falle, per cui sono disposto a perdonare Curtis. E sinceramente, malgrado durante la visione il buco logico paia evidente, non viene minimamente voglia di fare le pulci al regista, perché si è ugualmente presi dalla trama.
Fine SPOILER.

In definitiva non assistiamo a continui viaggi avanti e indietro nel tempo di Tim con la generazione degli inevitabili paradossi su paradossi (non sarebbe stato neanche male vedere questo tipo di film, ma Questione di tempo è altro), vediamo semplicemente un ragazzo che ogni tanto tende a barare e a cercare di rivivere eventi che avrebbero potuto andare meglio. Non è un film frenetico dove si sovrappongono linee temporali dove i protagonisti combinano casini per risolvere altri casini combinati precedentemente alla Ritorno al futuro, nè un eterno ripetere alla Source Code o Edge of tomorrow (lì tutto è centrato sull'azione e quelli sono veri film di fantascienza). No, qui al centro ci sono i sentimenti.
Nel complesso Questione di tempo si rivela una pellicola sceneggiata e diretta molto bene, con attori che svolgono ottimamente il loro ruolo.
Da vedere.
Anche se avviso gli appassionati di viaggi nel tempo che Questione di tempo è molto diverso dal classico film di fantascienza del genere. Forse l'ho già scritto? Probabilmente sì. Ma spesso guardando un film prevenuti e aspettandosi qualcosa di diverso, si finisce per restare delusi. E allora, meglio avvertire.

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