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lunedì 9 ottobre 2017

Il caso Freddy Heineken

Di solito su questo blog le recensioni non seguono proprio le uscite al cinema, ma le mie visioni, che a volte avvengono anche con anni di ritardo. E così questa pellicola di Daniel Alfredson sembrerebbe rispettare la regola. E invece no. Perché Il caso di Freddy Heineken al cinema in Italia non potete averlo visto, perché non c'è mai arrivato!
Questa pellicola, prodotta nel 2015 e tratta da un libro del giornalista investigativo Peter Rudolf de Vries (anch'esso mai arrivato in Italia) del 1987, pur avendo fra gli attori principali parecchi nomi noti, quali Anthony Hopkins (che non necessita di presentazioni), Jim Sturgess (io l'ho visto in Upside Down e Cloud Atlas, ma ha recitato in una decina di pellicole e svariate serie TV), Sam Worthington (Avatar dice nulla?) e Ryan Kwanten (anche per lui una ventina di film e numerose serie TV), ha avuto una distribuzione limitatissima. In Italia è arrivato solamente per il mercato home video e solamente alla fine dell'anno scorso.
Che poi anche il regista non è certo un signor nessuno, dato che fra le sue opere possiamo trovare nientemeno che La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, rispettivamente secondo e terzo episodio della famosissima Trilogia Millennium tratta dai romanzi di Stieg Larsson e iniziata col celebre Uomini che odiano le donne. Insomma, visti i nomi in campo, questa pellicola non deve neanche essere costata poco, per cui non si capisce perché sia stata ignorata dalla distribuzione.
Ma la trama?
Se il titolo italiano non dice molto, quello inglese è invece più significativo: Kidnapping Mr Heineken. Sì, perché tutti sappiamo che la Heineken è una delle più famose e consumate birre del mondo, ma non che il titolare della famiglia Heineken nel 1983 fu oggetto di un rapimento, in Olanda, per il quale fu chiesto il più grande riscatto mai pagato per quei tempi.
Il film parla proprio di questo episodio. Protagonisti furono quattro ragazzi amici d'infanzia squattrinati, cui se ne aggiunge un quinto strada facendo, che decisero di tentare il grande colpo rapendo appunto Freddy Heineken con quello che fu definito da alcuni "il crimine del secolo".
La storia di suo non è particolarmente interessante, tanto che molto probabilmente al di fuori dell'Olanda in pochi se ne ricordano, ma il film riesce comunque a cavarne qualcosa di buono.Comunque dal libro di de Vries era già stato tratto un film nel 2011, De Heineken ontvoering con Rutger Hauer nei panni del magnate della birra, una produzione olandese del regista Maarten Treurniet che non è mai riuscita a superare i confini nazionali. Io credo che se la vicenda fosse accaduta negli Stati Uniti la conosceremmo tutti...
Per la verità la sceneggiatura non va molto a fondo e non ci spiega più di tanto la storia dei personaggi. I due principali sono Cor (Jim Sturgess), mente del gruppo e il suo amico fraterno, nonché fratello della sua fidanzata, Willelm (Sam Worthington). I due, insieme a Jan e Frans, tentano prima di farsi finanziare un progetto da una banca, la quale, però, non fa credito, poi cercano di liberare una palazzina di loro proprietà attualmente occupata da degli squatters, ma anche qui finisce male e così, una sera, durante una gita in barca nei canali di Amsterdam, fra una birra e l'altra (e a occhio e croce direi che sono Heineken!) ipotizzano il rapimento. Per farlo, però, hanno bisogno di soldi e, così, partono da una violenta rapina in banca. Rapina durante la quale vengono sì sparati centinaia di colpi di arma da fuoco, ma non viene ferito nessuno, perché i ragazzi, comunque, non vogliono fare del male ad altri esseri umani. Il quartetto (che poi diventano cinque, ma il passaggio non è del tutto chiaro) ha sì deciso di delinquere, ma i ragazzi non sono comunque dei malvagi e anche per questo durante la pellicola si finisce per tifare per loro.
C'è anche una storia nella storia. Il padre di Willelm e della ragazza di Cor è stato per tantissimi anni dipendente proprio della Heinekem ed è eternamente grato a Freddy per averlo fatto lavorare, tanto da conservare nel proprio salotto una foto che li ritrae entrambi, anche se lo stesso Freddy l'ha poi licenziato.
Il non essere dei veri criminali, però, inizia a rivelarsi, nel proseguo del film, un problema, al punto che la gestione di tutto il rapimento diventa sempre più difficile.
Senza spoilerare nulla, comunque sarà lo stesso Freddy a introdurre la parte finale del film parlando con Cor, quando la famiglia Heineken sta per pagare il riscatto: "ci sono due modi per essere ricchi. Uno è avere tanti soldi e l'altro è avere tanti amici, ma mai le due cose contemporaneamente".
Il film nel complesso ha anche ottimi spunti, peccato che si focalizzi troppo sull'evento narrato e non si preoccupi di farci conoscere i personaggi e le loro storie personali, tranne, in parte, Cor e Willelm. Forse questo l'avrebbe reso un buon film e, invece, così si supera di poco la sufficienza.
Anche la messa in scena non offre picchi. Il tutto è molto lineare e classico e l'impressione è che Daniel Alfredson si sia limitato al completino, senza osare nulla di più. Forse ciò è dovuto, per cercare un'impostazione documentaristica, ma il risultato non è particolarmente valido.
Un rammarico per la prestazione di Anthony Hopkins. Il grande Hannibal Lecter resta sempre uno dei migliori attori in circolazione, ma la sua interpretazione di Freddy Heineken non verrà certo ricordata fra le sue migliori. Freddy rimane un personaggio che svolge la funzione di pretesto per lo svolgimento della trama al quale, dato il materiale umano a disposizione, il regista avrebbe potuto concedere più spazio.

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