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mercoledì 9 gennaio 2019

Il cuore dell'inverno

Orma Jordan lo conosciamo. Per quanto i capitoli della lunghissima saga La Ruota del Tempo siano romanzi autoconclusivi, ogni romanzo inizia esattamente dov'è finito quello precedente, senza soluzione di continuità fra l'uno e l'altro. Anche questo nono volume, Il cuore dell'inverno, non si sottrae alla ferrea regola di Jordan e così, dopo poche pagine, anche se dovesse essere trascorso del tempo dalla lettura del romanzo precedente, ci si immerge rapidamente nelle affascinanti atmosfere ideate dallo sfortunato scrittore di Charleston.
Anche questo romanzo è strutturato tramite linee narrative che accompagnano i vari personaggi o gruppi di personaggi, con l'aggiunta di alcuni capitoli scritti dal punto di vista di personaggi minori o, addirittura, di antagonisti.

Non particolarmente presente, rispetto ad altri romanzi, ma anche questa non è una novità, è il protagonista principale, Rand, il quale, comunque, quando ha dei capitoli a lui dedicati lascia sempre il segno, con un'evoluzione degli eventi che proprio in quest'occasione potremmo definire fondamentale per l'intera saga.
Poco presente Perrin, che troviamo solamente nella prima parte del romanzo, alle prese col rapimento della moglie Faile da parte degli Aiel Shaido avvenuto nel romanzo precedente. Mi aspetto che questa linea narrativa venga sviluppata nel romanzo successivo, dato che dopo alcuni capitoli non sappiamo più nulla, né di lui, né di lei.
Finalmente torna Mat, completamente assente nel romanzo precedente e, anche se per leggere le sue gesta occorre aver già superato almeno un quarto del romanzo, bisogna dire che dal momento in cui compare, a lui sono dedicate tutte le parti migliori.
Presente anche la linea narrativa di Elayne e Nynaeve e di tutte le altre Aes Sedai, Cercavento e donne della Famiglia, anche se questa linea a un certo punto si fonde con quella di Rand e Min e, quando le due linee si dividono nuovamente, alcuni personaggi passano da una linea all'altra.
Come sempre Jordan scrive un romanzo lungo, ma con un finale affrettato al quale sicuramente avrebbe potuto dedicare più spazio. Ma questo ormai è un difetto che viene ripetuto in tutti i suoi romanzi e quindi viene da chiedersi se non sia una scelta stilistica voluta.
Comunque, a prescindere dal fatto che sia veloce e concitato, c'è da dire che è perfetto.
Forse questo romanzo porta al culmine quello che è stato il progressivo rallentamento che ha avuto la saga e che ora è diventato fin troppo marcato. Certo, in queste pagine avvengono anche avvenimenti piuttosto importanti (non tantissimi, per la verità, ma non si può nemmeno dire che non ce ne siano), ma nel complesso la trama rallenta significativamente.
Mi sarebbe piaciuto che Jordan avesse sostituito qualche immancabile descrizione degli indumenti dei personaggi, soprattutto femminili, con qualche scena d'azione in più, dato che, a parte il finale, questo romanzo ne è praticamente esente. Però bisogna anche ammettere che gli aspetti, per così dire, frivoli, sono sempre stati presenti nella saga della Ruota del Tempo.
Un limite, dopo ben nove romanzi di centinaia di pagine e altri cinque romanzi dal finale, è forse rappresentato dal numero di personaggi inseriti. Ormai ce ne sono talmente tanti che diventa difficile ricordarsi chi sia il soggetto che sta interagendo con uno dei protagonisti. Anche perché alcuni di questi compaiono magari per poche pagine in un romanzo e tornano, sempre per poche pagine, alcuni romanzi dopo. Non sempre è semplice ricordarsi, da un nome, con chi si ha a che fare e, soprattutto, da che parte stia. Questo è reso ancora più estremo con gli innumerevoli personaggi femminili. Non che non siano tutti ben caratterizzati, ma ormai le incanalatrici presentate, che siano Aes Sedai, Cercavento, Sapienti o membri della Famiglia, sono decine e decine o forse centinaia.
Comunque, non voglio dedicare più tempo alle critiche che agli elogi.
Il cuore dell'inverno resta un ottimo romanzo fantasy, ben al di sopra della media, all'interno di una lunga e fantastica saga, anch'essa ben al di sopra della media.
Suggerisco però, per la prossima ristampa o edizione, di aggiungere una nota nelle prime pagine del primo romanzo: attenzione, prendere appunti!

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