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domenica 27 ottobre 2019

L'alba dei morti dementi


Ancora un film sugli zombie e ancora una commedia.
Ma se Benvenuti a Zombieland era del 2009 e Manuale scout per l'apocalisse zombie del 2015, questa volta sono andato all'origine di tutto, ossia quando Edgar Write e Simon Pegg hanno ideato e sceneggiato questa commedia sul tema zombie, col primo passato anche alla regia e il secondo diventato attore protagonista.
E' proprio da Simon Pegg (dal suo Shaun) che partiamo.
Shaun è un ventinovenne, impiegato senza troppo entusiasmo e gratificazione presso un negozio di elettrodomestici della periferia di Londra, dove i colleghi più giovani non gli portano rispetto. Shaun vive in un appartamento con Ed, il suo migliore amico, un ciccione perditempo, che passa le sue giornate seduto sul divano a giocare coi videogiochi e fa lo spacciatore part time e con Pete che non sopporta Ed e fatica a tollerare anche Shaun.
Shaun ha una fidanzata, Liz, che vorrebbe da lui qualcosa di più, vorrebbe che maturasse e invece Shaun resta un eterno bambino e, fosse per lui, trascorrerebbero tutte le sere al pub Winchester, insieme all'inseparabile amico Ed. Partecipano occasionalmente alle serate anche i conviventi di Liz, la coppia formata da David e Dianne, che non sopportano, ricambiati, Shaun ed Ed.
Liz chiede a Shaun di fare qualcosa di diverso per il loro anniversario. Shaun, preso dal lavoro, dalle litigate con Pete e dalle perdite di tempo con Ed, deve comprare anche dei fiori per la madre Barbara, che vive col patrigno Phillip, col quale ha un rapporto difficile.
Intanto stanno accadendo alcune cose legate alla caduta di un satellite artificiale, si sentono in TV notizie per nulla tranquillizzanti, ma Shaun è troppo preso dai suoi casini per ascoltarle. Tanto preso dai suoi casini che finisce per dimenticarsi di prenotare al ristorante e così propone a Liz di... andare al Winchester. E qui Liz lo molla, avendo capito che Shaun è un caso disperato e incorreggibile.
Shaun, inconsolabile, va con Ed a ubriacarsi, ovviamente al Winchester e nel frattempo arriva l'epidemia zombie. Ma i due non se ne accorgono.
Se ne accorgeranno solamente la mattina seguente, quando ormai la città è invasa dai morti viventi. Shaun, antieroe per eccellenza, diventa uno scalcagnato e sfigato eroe e tenta, con lo stralunato Ed al seguito, di salvare la madre Barbara e Liz. Recuperate le due donne e gli immancabili David e Dianne, il piano di Shaun è... andare al Winchester e aspettare!
E così la pellicola procede fra fughe dagli zombie, scontri con gli zombie, litigi fra i protagonisti e, insomma, tutto quello che si può chiedere a un film sugli zombie e a una commedia. Perché gli zombie ci sono e sono anche piuttosto problematici. Non sono particolarmente veloci, né particolarmente svegli (e per forza, sono zombie!), ma hanno dalla loro parte il numero soverchiante. E si ride. Perché L'alba dei morti dementi è soprattutto una commedia, che a tratti sfocia pure nella satira.
A differenza dei successivi Benvenuti a Zombieland e Manuale scout per l'apocalisse zombie, in questo caso, pur restando nell'ambito della commedia, i morti viventi sono veramente minacciosi e uccidono eccome e diversi personaggi ne faranno le spese.
Certo, si tratta spesso di un umorismo inglese, un umorismo a volte raffinato e a volte un tantino freddo, che non porta alla risata sguaiata, ma che spesso lascia l'amaro in bocca. Perché quello è l'obiettivo di Wright e Pegg.
Non a caso, prima dell'arrivo degli zombie, la società in cui vivono Shaun, Ed e Liz viene descritta già come una società metaforicamente fatta di zombie e quindi alla fine i vari personaggi non faticano poi più di tanto a convivere con dei morti viventi. Perché tutti sono un po' morti viventi. Da notare il risveglio mattutino di Shaun, proposto a inizio e a fine film, dove il protagonista stesso sembra uno zombie.
Peccato per il titolo demenziale, per un film che demenziale non è e non lo vuole essere. Il titolo originale in inglese è Shaun of the dead, un gioco di parole che richiama il famoso Dawn of the dead di Romero del 1978 (che poi in Italia fu tradotto semplicemente con Zombi, andando a perdere il significato della trilogia del regista americano. Solo il remake del 2004, lo stesso anno del film di Wright, diretto da Zack Snyder, fu tradotto col più fedele L'alba dei morti viventi). Peccato che il gioco di parole sia intraducibile in italiano e ne sia uscito un titolo svilente e poco adatto alla pellicola.
Comunque, se tollerate la commistione fra generi e amate un umorismo fine, L'alba dei morti dementi è un film da vedere. Non vi rotolerete dalle risate, ma resterete piacevolmente presi dai 99 minuti di questa pellicola.
E ora, come sempre, un assaggio...

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