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mercoledì 30 ottobre 2019

Lasciami entrare (ma io volevo vedere Zombie night)


Sì, non sono impazzito, Zombie night con Lasciami entrare non c'entra proprio nulla. Nemmeno qualche occasionale elemento in comune, anche se entrambe le pellicole vengono classificate sotto al genere horror.
E allora cos'è successo?
E' successo che dopo una serie di commedie zombesche, dal frizzante Benvenuti a Zombieland, al demenziale Manuale scout per l'apocalisse zombie e al più anglosassone L'alba dei morti dementi, volevo vedere un film sugli zombie vero, un film che facesse saltare sulla sedia, senza comicità o satira. E così ho provato con questo abbastanza nuovo Zombie Night, film del 2013 di John Gulager. Chi? Vabbè, il regista non lo conosce nessuno e si tratta di un film per la TV, ma in questo genere di pellicole a volte si trovano delle piacevoli sorprese.
Questa volta no.
Dopo 15 minuti di assurdità totali ho mollato completamente la rifattissima Daryl Hannah e ho virato su Lasciami entrare, pellicola pluripremiata dello svedese Tomas Alfredson, tratta dall'omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist, autore anche della sceneggiatura. Nel quale, però, gli zombie non ci sono...
Per la verità il titolo svedese sarebbe Låt den rätte komma in, Let the right one in, in inglese, con una traduzione italiana non propriamente fedele, ma non andiamo troppo per il sottile.
Siamo nel lungo inverno scandinavo (e già questo deve essere deprimente), in un sobborgo degradato di Stoccolma negli anni ottanta e protagonista della pellicola è Oskar. Oskar ha 12 anni, vive con una madre che si occupa poco di lui e il padre, che vede solo il fine settimana, se ne occupa ancora meno, preso più dal nuovo compagno, che dal figlio. Sì, perché si suppone che il padre sia omosessuale. Ma occhio, perché Alfredson è uno che non spiega mica tutto. Lui mostra la sua storia, poi sta a noi capire. Quindi questa cosa si può intuire, ma non ne avremo mai la certezza.
Oltre alle sfighe familiari, Oskar, che abita in un palazzo popolare di un quartiere non certo benestante, deve anche subire le angherie quotidiane di alcuni bulli della sua classe.
Insomma, una vita di merda.
Finché un giorno arrivano dei nuovi e misteriosi inquilini nell'appartamento di fianco al suo. Oskar vede solo un uomo di una certa età oscurare una finestra con un cartone.
Una sera, mentre l'efebico Oskar è fuori casa su una panchina in mezzo alla neve, compare alle sue spalle Eli, una strana ragazzina, anch'essa di 12 anni, dall'aspetto vagamente androgino, coi capelli arruffati e le braccia scoperte che non sembra sentire il freddo. La stranissima Eli (persino il suo odore è strano) è la nuova vicina di casa di Oskar. Subito Oskar sembra avere un certo interesse per Eli e anche la bambina, malgrado gli dica immediatamente che loro due non potranno mai diventare amici, sembra ricambiarlo.
Nel frattempo in città iniziano a verificarsi alcuni misteriosi omicidi e la situazione rapidamente degenera, fino a quando Oskar capirà che la bambina di cui si è invaghito è una vampira.
Giuro, non è uno spoiler, viene detto anche nel trailer.
Chiariamo subito una cosa.
Qualcuno ha immaginato una sorta di parallelismo fra Lasciami entrare e Twilight (entrambi sono del 2008. O, almeno, del 2008 è il primo film di Catherine Hardwicke, con Kristen Stewart e Robert Pattinson). Ecco, il parallelismo non c'è proprio e Lasciami entrare e Twilight sono due pellicole completamente e profondamente diverse. Per fortuna...
Se nel caso di Twilight si tratta di un prodotto per adolescenti che mette in scena un amore adolescenziale fra dei fighissimi vampiri e degli altrettanto fighissimi esseri umani, che forse non si merita nemmeno l'etichetta "horror", nel caso di Lasciami entrare siamo lontani anni luce. Nella pellicola di Alfredson di fighissimo non c'è proprio nulla, anzi, tutto risulta piuttosto sordido e probabilmente nel romanzo di Lindqvist da cui è tratto è ancora peggio.
È quindi finiamola qui coi paragoni.
Eli è una bambina e come una bambina di 12 anni gioca, ma non è e non potrà mai essere una normale bambina di 12 anni. Da dove viene, che storia ha, quanti anni ha veramente? Non ci viene rivelato nulla. Sappiamo solo che quando Oskar le chiede quanti anni ha, le risponde "ne ho 12, ma li ho da molto tempo".
Ma Eli è anche un mostro. Non c'è niente di bello o piacevole nell'essere un vampiro. Spesso Alfredson indugia a inquadrare le sue mani, il regista svedese sembra fissato coi particolari, e vediamo le unghie sporche. Stessa cosa coi piedi, dato che Eli cammina spesso scalza. La piccola vampira ci prova a essere normale, ma non può. Prova anche a mangiare una caramella offertale da Oskar e quando esce con lui è vestita normalmente, ma la sua natura torna comunque fuori. E il suo passato deve contenere episodi indicibili. Lei stessa dice a Oskar di non essere nemmeno una ragazza! Stop, qui mi fermo. Vedendo il film si capirà o s'intuirà cosa voglia intendere.
Lasciami entrare è una pellicola totalmente satura di metafore, tante che forse non sono nemmeno sicuro di essere riuscito a cogliere tutte. Anche perché, come ho già scritto, è nello stile di Alfredson dire e non dire.
Lasciami entrare alla fine si rivela un horror completamente atipico e a modo suo originale. Una pellicola nello stesso tempo delicata e brutale. Delicata, perché alla fine non sono poi così tante le scene forti e anche queste sono proposte in maniera in genere non truce e soprattutto non splatter. Ma è brutale, perché brutali sono i suoi contenuti.
Inquietante è la figura di Håkan, colui che inizialmente viene creduto il padre di Eli. Chi è Håkan? Che rapporto c'è esattamente fra lui ed Eli? Quello di Håkan sarà il triste destino di Oskar?
E come sempre, eccolo...


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