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martedì 14 aprile 2020

Singularity


Singularity è una pellicola di produzione americana e svizzera del 2013 del regista Robert Kouba, poi rivisto e integrato con l'aggiunta di un nuovo personaggio nella sua versione definitiva uscita nel 2017.
Si trattava di un film a bassissimo budget, il cui titolo iniziale doveva essere Aurora. Poi fu inserito il personaggio interpretato da John Cusack e fu fatto interagire solamente con un altro attore, Carmen Argenziano, con l'aggiunta di diversi effetti in CGI. Il budget totale, comunque, non ha superato i 100 mila dollari. 
Ma andiamo con ordine e partiamo dalla trama.
Elias Van Dorne (John Cusack) è il CEO della VA Industries, leader mondiale nella robotica, potentissima azienda che ha diffuso in tutto il mondo i suoi robot.
La VA Industries ha prodotto anche dei robot da guerra che avrebbero avuto lo scopo di risolvere le guerre esistenti e terminarle. Ma il risultato è stato il moltiplicarsi dei conflitti in tutto il pianeta. E così la VA Industries ha progettato nel 2020 Kronos, un supercomputer che avrebbe dovuto trovare la soluzione ai conflitti. Solo che Kronos trova una soluzione drastica e definitiva: annientare il genere umano.
Questo è in pratica il prologo del film, in cui vediamo Elias e il collaboratore Damien Walsh (Carmen Argenziano) discutere di ciò che sta avvenendo durante lo scoppio della guerra mondiale causata da Kronos e assistiamo anche alle prime scene di guerra, dove facciamo la conoscenza di Andrew Davis (lo svizzero Julian Schaffner) un ragazzo che, prima dell'apocalisse, va a trovare la madre malata.
Rivediamo Andrew dopo un salto di 97 anni (come mai? Lo si scoprirà, niente spoiler), seguito dalle onnipresenti telecamere nascoste della VA Industries e spiato da Elias e Damien. Andrew si risveglia confuso in un mondo distrutto e postbellico, senza sapere cosa gli sia successo in quasi cent'anni. Qui incontra Calia (Jeannine Wacker), una determinata e coraggiosa ragazza in fuga dai robot, che sta tentando di raggiungere la mitica Aurora, ultima roccaforte degli umani. I due ragazzi, dopo le prime diffidenze, decideranno di continuare il viaggio insieme.
Già dal prologo e dai primi effetti speciali s'intuisce che qui i mezzi sono veramente pochi. Certo, gli effetti speciali non sono nemmeno male, se si considera quanto poco devono essere costati, ma si capisce in che acque si stia navigando. Però Robert Kouba è uno che comunque, pur essendo conscio dei suoi mezzi, ha il coraggio si sparare in alto.
Purtroppo la povertà dei mezzi si vede tutta, anche quando compaiono in scena i due ragazzi. Se almeno Jeannine Wacker in un qualche modo se la cava, Julian Schaffner pare veramente in difficoltà e lo vediamo praticamente sempre con la stessa espressione dall'inizio alla fine della pellicola.
E purtroppo, se nel complesso Kouba vorrebbe sparare in alto e ce la mette tutta per sfornare una pellicola decente, anche la sceneggiatura, pur partendo da una trama di base che non è certo da buttare via, si sviluppa in maniera fin troppo semplificata ed elementare, tanto che alla fine Singularity si rivela un film per ragazzini (e questo ci potrebbe anche stare), ma con degli episodi purtroppo spesso veramente banali.
Che si voglia puntare a un pubblico teen lo dimostra anche il fatto che Calia abbia un aspetto che richiama fortemente Katniss di Hunger Games.

Julian Schaffner quando gli hanno detto che avrebbe recitato in un film
Ed ecco la novella Katniss. Non ha l'arco, ma la balestra...
La mia sembrerebbe quasi una stroncatura, ma non voglio essere così crudele. Perché Kouba ha veramente fatto un'impresa, riuscendo a mettere in piedi un film che nel suo piccolo qualche emozione riesce a darla, praticamente senza mezzi. Non dimentichiamo che Singularity è stato realizzato con un budget di appena 100 mila dollari. Salvatores, con 8 milioni di Euro, ci fece Il ragazzo invisibile e riuscì a fare molto peggio.
Quindi sì, non aspettatevi un capolavoro della fantascienza, ma alla fine Singularity non è proprio da buttare via!
Tra l'altro il finale sembra voler far credere che in lavorazione ci sia un potenziale sequel, anche se i soli 86 mila dollari incassati  avranno sicuramente fatto abbandonare qualsiasi idea in tal senso. E tutto sommato credo sia un peccato, perché con qualche mezzo in più ne poteva uscire anche un discreto prodotto.
Comunque eccolo...



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