Erano mesi che non recensivo un albo di Dragonero, anzi, nel nuovo corso Dragonero il Ribelle e finalmente ho trovato il tempo per scrivere qualche riga su questa grande impresa fantasy della Bonelli.
Già dal titolo s'intuisce che per il nostro ex scout imperiale è giunto il momento di riprendere in mano la trama lasciata a lungo in sospeso con lontanissimo n. 12, Minaccia dal profondo, uscito in edicola nel maggio 2014. Gli Ubiqui, infatti, sono un'antichissima popolazione che viveva nel mondo di Ian e soci in un lontanissimo passato. Chiamati Ubiqui proprio per la loro capacità di trovarsi facilmente in molti posti, si pensa che utilizzassero le pietre sonore (pietre che non sono un'invezione del creatori di Dragonero, ma sono fortemente ispirate alle creazioni dell'artista sardo Pinuccio Sciola) sparse in tutto l'Erondar per aprire dei portali in grado di facilitare i loro spostamenti.
Proprio nell'albo n. 12 Ian, Gmor e Sera, al seguito del bizzarro mappatore imperiale Radah' El Kremater, scoprirono una città sotterranea e abbandonata degli Ubiqui che si trovava sotto Solian. Il mappatore casualmente riuscì ad attivare una pietra sonora e finì trasportato altrove, non si sa bene dove, faccia a faccia con un insettone gigante con tanto di cavaliere.