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mercoledì 8 settembre 2021

Replay: una vita senza fine


C'è una cosa che mi affascina sempre in quelle storie in cui qualcuno ha l'opportunità o la condanna di rivivere alcuni episodi della propria vita: la seconda possibilità. Quanti sono in rimpianti per il passato? Se avessi detto quella cosa che non ho detto, cosa sarebbe successo? E se non avessi fatto quella scelta? Se avessi avuto il coraggio di conoscere quella ragazza? Se avessi scelto una diversa università? Se avessi accettato quel posto di lavoro? La vita purtroppo raramente concede una seconda possibilità e le nostre azioni del passato sono incancellabili, rendo il presente, che è sempre la sintesi del nostro passato, immutabile e univoco.
È invece queste storie rompono proprio la gabbia temporale che tanto sembra indistruttibile, offrendo infinite possibilità di modificare le proprie scelte, quasi come se si partecipasse a un videogioco.
Di solito, però, la ripetizione riguarda un periodo di tempo limitato, spesso un giorno o poco più e a volte anche meno. Questo blog ospita una discreta rassegna di opere di questo tipo, tutti film. In questo caso, invece, ciò che viene ripetuto è un'intera vita o quasi, con tutte le conseguenze che ne derivano. Attenzione, perché se la ripetizione infinita di una giornata può diventare un incubo, la ripetizione di una vita comporta perdite non da poco,
Ma un po' di trama la vogliamo scrivere?
Jeff Winston ha 43 anni, è sposato e senza figli e la sua vita non è del tutto soddisfacente. Un giorno, mentre è al telefono con la moglie, viene colpito da un infarto e muore improvvisamente. Tranquilli, non è uno spoiler, siamo ancora alla prima riga del romanzo! Giuro, è la prima riga.
Solo che Jeff riapre gli occhi e scopre di trovarsi nella sua stanza dell'università, durante il primo anno. Inizialmente crede che si tratti di un sogno e impiega un po' di tempo per rendersi conto di quello che effettivamente gli sta accadendo. Anche perché, riprendendo quanto scritto prima, un conto è ripetere la giornata appena trascorsa, dove i ricordi sono ancora freschissimi, un conto è ripetere gli ultimi 25 anni.
Passata la costernazione iniziale, cosa fa Jeff. Forse quello che avremmo fatto tutti al suo posto, almeno tutti quelli che hanno visto Ritorno al futuro: utilizza le sue conoscenze del futuro per scommettere tutti i soldi che ha in eventi sportivi e, racimolata una certa cifra, fonda un'azienda che investe su tutti i progetti tecnologici vincenti, col vantaggio che Jeff sa esattamente quali saranno. E forse, anche se non mi pare che venga mai citato, Jeff Ritorno al futuro potrebbe anche averlo visto, dato che muore nel 1988, mentre la mitica pellicola di Robert Zemeckis è del 1985.
Comunque, raggiunta una agiatezza economica invidiabile, Jeff ha la possibilità di dedicare tutti i suoi sforzi a fare quello che non è riuscito a fare nella vita precedente. Anche se alcune cose andranno bene, ma altre male, perché avere una seconda possibilità non significa automaticamente che tutto filerà liscio e la vita diventerà un paradiso. Anzi... Perché ogni scelta ha sempre delle conseguenze.
Ma non è tutto qui.
Giunto nuovamente nel 1988 Jeff avrà un altro infarto e ricomincerà ancora a ripetere la sua vita, a partire dal 1963. E tutta la vita vissuta? Dove finisce? Per la verità a Jeff non è chiaro dove vada a finire ogni volta il mondo in cui lui ha vissuto, dopo il suo infarto, ma per lui in ogni caso è definitivamente perso. 25 anni di vita completamente persi. A volte la perdita sarà della moglie, a volte della figlia mai avuta nella prima vita, ma avuta e amata nella seconda e così via. E magicamente quello che era un semplice romanzo di fantascienza si trasforma in un vero e proprio dramma esistenziale. A cosa serve vivere sempre nuove vite, se il risultato è, ogni volta, perdere tutto? Perché affannarsi per far sì che la vita sia il meglio, se tanto, in pochi secondi, si è sempre destinati a perderla? Perché magari aiutare delle altre persone, se tanto, comunque, tutto tornerà come prima?
E soprattutto, la domanda che perseguita tanto il protagonista quanto il lettore è perché? Perché Jeff sta vivendo tutto questo? In altre storie del genere il motivo della ripetizione o, almeno, l'obiettivo è chiaro. Ma qui, perché l'autore Ken Grimwood ha deciso di relegare in questo inferno il protagonista?
Per la verità accadranno alcune cose che mischieranno un po' le carte in tavola, senza tuttavia migliorare la situazione di Jeff o, almeno, quando la miglioreranno, il tutto avrà risvolti sempre più drammatici, ma non le rivelo, perché sarebbero spoiler. E già uno di questi me lo sono svelato leggendo prima di aver terminato il romanzo una recensione poco accorta.
Per la verità è triste anche la storia di questo romanzo e del suo autore. Fu pubblicato nel 1986 col titolo di Replay, pubblicato in Italia nel 1988 col titolo di Un'altra occasione per vivere nel 1988 e poi ripubblicato nel 2007 col titolo Replay: una vita senza fine. Sempre nel 1988, proprio l'anno in cui inizia tutto e Jeff muore, il romanzo vinse il World Fantasy Award. Vittoria che probabilmente fu una piccola condanna, perché creò delle aspettative sbagliate su questo romanzo, che ebbe successo solo successivamente.
Ken Grimwood, nato nel 1944, morì di infarto, proprio come il protagonista del suo romanzo più celebre, nel 2003, a soli 59 anni, mentre stava lavorando al sequel di Replay. Mi piace pensare che ora Ken stia rivivendo la sua vita, provando come Jeff nuove esperienze. O, magari, questo romanzo sia stato stato partorito proprio in seguito a svariate ripetizioni della vita di Ken.

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