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lunedì 22 ottobre 2018

2:22 - Il destino è già scritto

Avete presente quei film in cui per un qualche motivo il protagonista rivive all'infinito una certa giornata o comunque un certo periodo di tempo? Ecco, la pellicola 2:22 - Il destino è già scritto rientra in questo sottogenere, anche se la ripetizione non è una vera e propria ripetizione e forse non è nemmeno un vero e proprio loop temporale, anzi, forse non lo è proprio, ma è anche un film sulla reincarnazione, che poi anche forse no. Ci avete capito qualcosa? No vero? Secondo me nemmeno Nathan Parker e Todd Stein che hanno scritto la sceneggiatura.
Come sempre partiamo dalla trama, in breve.
Il protagonista è Dylan Branson (l'olandese Michiel Huisman), che di lavoro fa il controllore del traffico aereo. Per la verità voleva fare il pilota d'areo come il padre e avrebbe anche studiato e superato l'esame per farlo, sole che, pensa te, ha paura di volare! Dylan è un vero e proprio fenomeno che riesce a portare ordine nel caos, riuscendo al meglio a gestire l'enorme traffico aereo che può avere un aeroporto trafficato come quello di New York.
Solo che un giorno succede una cosa strana...
Che non si è capito bene cosa sia, un'onda gravitazionale anomala, un'anomalia spazio temporale, il passaggio di una cometa (giuro, a un certo punto nel film si sente qualcuno, in TV o in radio, non ricordo, che parla del passaggio di una cometa, come se sapessero che pochi giorni prima di questa pellicola io avessi visto Coherence!), a me è semplicemente sembrato un aereo che passa in un vuoto d'aria o qualcosa del genere. Comune in questo non ben chiarissimo frangente Dylan viene rapito da una visione confusa e lisergica in parte collegata a qualcosa che è accaduto, sta accadendo o accadrà nella stazione centrale di New York. Solo che mentre Dylan è preso dai suoi viaggi acidi, un aereo in fase di atterraggio e uno in fase di decollo vanno i rotta di collisione e non si scontrano solo per culo. Ah, dimenticavo, sono le 2:22. Tutti salvi, ma Dylan viene sospeso, dato che la sua piccola distrazione ha rischiato di causare centinaia di morti.
E il loop temporale cosa c'entra?
Calma, ci arriviamo. E poi non è un vero loop.
Dal giorno dopo Dylan non ha un cazzo da fare, solo che lui è uno metodico e in un qualche modo deve riuscire a riempire la giornata e così inizia a osservare i dettagli di quello che accade accanto a lui. Una sera va anche a vedere uno spettacolo di balletto aereo (o qualcosa del genere) utilizzando un biglietto che gli ha regalato una collega. In realtà di biglietti ne ha due e avrebbe dovuto andarci con una ragazza, ma non avendo alcuna ragazza ci va da solo.
E chi conosce allo spettacolo?
Sarah (l'australiana Teresa Palmer, su questo blog l'abbia già vista qui e qui) che, oltre a essere una gran gnocca ed essere andata a vedere lo spettacolo anche lei da sola, si trovava nell'aereo che stava atterrando e che per poco, a causa del delirio di Dylan, si stava per schiantare. Fra i due c'è subito un feeling quasi magico.
Ma questo stramaledetto loop?
Ecco, ora ci siamo. Abbiamo detto che Dylan osserva tutto ciò che accade attorno a lui. Ebbene, il controllore del traffico aereo più acido del mondo si accorge che durante la giornata, tutti i giorni, avvengono le stesse identiche cose, allo stesso orario. Una goccia gli cade sulle mani tutte le mattine, anche se il cielo è sereno, una donna urla, anche se non è sempre la stessa, in strada c'è un incidente, due persone parlano, ecc., fino a convergere in qualcosa che dovrebbe avvenire nella stazione centrale. Perché i viaggi lisergici di Dylan continuano e in uno di questi vede un omicidio avvenuto in passato proprio nell'atrio della stazione. Tutti dettagli più o meno insignificanti e con protagonisti ogni giorno diversi, ma che immancabilmente si ripetono.
Intanto conosciamo anche Jonas (Sam Reid) un artista eccentrico che sta esponendo proprio nella galleria d'arte in cui lavora Sarah e che con Sarah ha avuto una relazione. E, lo si capisce subito, ne è ancora innamorato. Anche Jonas sembra in un qualche modo collegato al delirio di Dylan, visto che la sua più grande opera è un gigantesco ologramma che ha ricostruito proprio l'omicidio avvenuto anni prima nella stazione centrale.
Va bene, qui mi fermo, perché avevo scritto che il riassunto della trama sarebbe stato breve.
Comunque, sempre ringraziando quelli del progetto isnotTV, qui ci sono altre informazioni sul film.


2:22 - Il destino è già scritto è una pellicola tutto sommato guardabile, sufficientemente misteriosa che mi ha anche attirato. Peccato che chi ha scritto la sceneggiatura non abbia deciso che tipo di film fare. Fantascienza, viaggi nel tempo, loop temporali, reincarnazione, una storia d'amore? Un film su qualcuno che conosce il futuro, che poi è il passato, che poi non è il suo, che lo vuole cambiare? E fra l'altro non ha minimamente capito come fare per cambiarlo, ma alla fine risolve tutto, anche se non è chiaro come ciò avvenga, tanto che a un certo punto Dylan ce lo deve anche spiegare.
Peccato, perché poi da questa macedonia di idee esce un film che potrebbe anche non essere poi così male. Diciamo che il regista, Paul Currie, uno che negli ultimi 18 anni ha lavorato su oltre dieci film, per lo più da produttore, ma a volte anche da sceneggiatore e/o da regista (fra i suoi lavori giunti in Italia possiamo ricordare La battaglia di Hecksaw Ridge di Mel Gibson di cui è produttore e LEGO Ninjago - Il film, di cui è regista della parte live action) ha fatto del suo avendo però in mano una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti. Perché è proprio la sceneggiatura che non funziona. E pensare che è stata scritta da Nathan Parker, lo stesso che ha scritto la sceneggiatura di Moon oltre che dal meno noto Todd Stein.
Quindi complimenti a Paul Currie che partendo da un soggetto debole è riuscito a tirarne fuori un film che quasi funziona e anche ai due attori, Michiel Huisman e Teresa Palmer, i due bellocci che ce la mettono tutta e, devo essere sincero, hanno anche una non indifferente alchimia fra loro, tanto che secondo me qualche altro registra potrebbe anche provare a riproporli insieme.
Solo che un film di una trama ne ha bisogno. O almeno, sempre per citare nuovamente Coherence, se anche una vera e propria trama non c'è, deve essere solido il suo surrogato. E invece qui la trama vacilla. Perché, tanto per fare un esempio, questo loop temporale che cito fin dall'inizio del post, a ben vedere col la storia del film non c'entra un cazzo! Se è vero che Dylan, Sarah e Jonas rivivono ciò che è accaduto una trentina di anni prima a Jake, Evelyn e Noah di cui sono in un qualche modo e inspiegabilmente una sorta di reincarnazione, la ripetizione avrebbe dovuto riguardare solamente ciò che accadde alle 2:22 nella stazione di centrale di New York. E invece, senz'alcun motivo logico o anche illogico, Dylan ritrova tutti i giorni a partire da alcuni giorni prima, alcuni elementi comuni con quella giornata e il tutto parte, sempre senza un motivo, qualche giorno prima, proprio alle 2:22, quando accade quella cosa non definita all'aeroporto. Insomma, un po' troppa roba buttata lì a caso per avere un senso!

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