Pagine

domenica 29 settembre 2019

La casa del coccodrillo

Onde evitare dubbi, chiariamolo subito, questo è un film per bambini, come ogni tanto mi capita di recensire su questo blog. Non perché io non sia ancora del tutto cresciuto (cioè, sì, insomma...), ma perché ogni tanto mi tocca guardare dei film per la famiglia. E ogni tanto finisce bene. Cioè, preferivo altro, ma almeno non è stato una palla totale, anzi.
La casa del coccodrillo è un film tedesco di qualche anno fa, il 2012, forse quasi sconosciuto, con una trama accattivante e complessa e una resa efficace.
Partiamo proprio dalla trama.
La famiglia di Victor si trasferisce nell'appartamento di un prozio che a sua volta si è spostato in un ospizio. L'appartamento si trova all'interno di una vecchia e misteriosa villa abitata anche da altri inquilini.
Poco dopo il trasferimento Viktor resta solo con le sorelle Cora e Louise, di cui una maggiorenne, in quanto i genitori partono per un lungo viaggio. In questa casa, piena di oggetti antichi e inquietanti e, ovunque, piccoli coccodrilli, Victor si imbatterà prima nel diario di Cecilia, una sua lontana cugina che visse proprio in quella casa e che morì misteriosamente proprio quando aveva l'età di Viktor e poi dovrà fare i conti con una figura mascherata che compare in casa.
Lo studio del diario di Cecilia si rivelerà una specie di indagine su quanto avvenuto nel passato, perché Viktor dovrà ritrovare tutti gli indizi lasciati dalla bambina che amava questo tipo di giochi.
E quindi la storia regge, dalla prima all'ultima scena, senza crolli di tensione, con una ricerca degli indizi che rimane viva per tutta la durata del film. Anzi, è proprio la trama a rivelarsi sorprendente, con un intreccio complesso, che si dipana solo col tempo, tanto da essere completamente imprevedibile all'inizio della pellicola. Perché nulla si rivelerà essere esattamente quello che sembra e alla fine Viktor avrà ragione, perché esiste veramente un mistero attorno alla morte di Cecilia. Ma anche qui il mistero risulterà più complesso di quello che poteva sembrare. Sì, perché Cyrill Boss e Phillip Stennert non sono due dilettanti, anzi. I due registi sono piuttosto abili nel disseminare tutta la pellicola di falsi indizi che spingono lo spettatore a farsi spesso un'idea sbagliata in merito a quale piega prenderà la trama, lasciandolo tutte le volte sorpreso per l'evoluzione imprevista.
Non mancano anche abili mosse che spingerebbero il film a virare verso altri generi, lasciando intendere anche questi possibili sviluppi, che poi, tutte le volte, Boss e Stennert cambiano all'ultimo. Ne è un esempio quando Viktor si intrufola nell'oscuro seminterrato della villa. Qui vediamo una stanza in fondo al misterioso corridoio che il bambino percorre che sembra quasi una foresta. Come a farci pensare a una svolta fantastica e a un viaggio in un altro mondo, dove magari poteva essere finita Cecilia. E invece no, sono solo delle piante in vaso, magari portate in cantina per l'arrivo della stagione fredda. Bravi anche a mettere subito in chiaro chi saranno i protagonisti della storia. I genitori se ne vanno subito, come in ogni storia per ragazzi che si rispetti e Viktor si trova a essere ben presto al centro della trama.
Protagonista tanto quanto i personaggi è la villa in cui abitava il vecchio prozio. Antica, misteriosa, oscura, piena di strani passaggi che aprono a infinite possibilità.
Un plauso infine anche agli attori. Non sempre in queste piccole produzioni gli attori sono il massimo. In questo caso, invece, per senza strafare, ogni attore sembra perfettamente al proprio posto, con una recitazione più che sufficiente. A partire proprio da Viktor, Cora e Louise, fratello e sorelle anche nella realtà (gli attori Kristo, Joanna e Vijessna Ferkic).
Insomma, un film per la famiglia, senza particolari pretese, per una serata che poteva finire molto peggio.
Eccone un assaggio...



Nessun commento:

Posta un commento