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lunedì 30 settembre 2019

La lama dei sogni

Eccolo qua l'ultimo romanzo scritto dal compianto Robert Jordan della sua epica saga La Ruota del Tempo. Come ormai è noto, la saga avrebbe dovuto comporsi di dodici volumi. Purtroppo pochi mesi dopo la pubblicazione de La lama dei sogni avvenuta verso la fine del 2005, Jordan dichiarò di avere una rara malattia, la amiloidosi cardiaca. Era il 2006. I medici gli pronosticarono non più di quattro anni di vita. Robert, tenace e coraggioso, iniziò una una cura sperimentale, ma morì nel settembre 2007, lasciando incompiuta la saga letteraria che lo stava rendendo noto in tutto il mondo. Jordan doveva aver capito che le cose non stavano andando per il verso giusto e così decise di produrre parecchio materiale come appunti, registrazioni audio e anche interi capitoli già scritti per poter concludere la sua opera. E così la moglie incaricò lo scrittore Brandon Sanderson di terminare l'opera del marito. Malgrado qualche anno di attesa imprevista, La Ruota del Tempo è giunta alla conclusione, donando a Jordan quell'immortalità letteraria che si meritava.

Se devo essere onesto devo dire che gli ultimi romanzi della saga stavano iniziando ad avere un significativo peggioramento qualitativo, tanto che il decimo, Crocevia del crepuscolo, sembrò quasi un riempitivo per allungare il brodo. E anche questo La lama dei sogni inizia così com'era terminato il precedente, lasciando presagire il peggio. Ma poi ben presto le cose cambiano. Jordan deve aver deciso di dare una sterzata decisiva alla sua opera e ha ripreso le principali linee narrativa che si erano trascinate nel decimo volume, portando in tutte delle significative evoluzioni, in previsione del gran finale che avrebbe dovuto aver luogo nel dodicesimo romanzo. Poi Sanderson deve averci messo parecchio del suo, perché l'ultimo romanzo si è triplicato e la saga si è conclusa col quattordicesimo.
Comunque ogni sottotrama ha avuto le sue importanti evoluzioni. Sia quella di Egwene, prigioniera della Torre Bianca, che si rivela essere per l'Amyrlin Seat abusiva Elaida una prigioniera ben più problematica del previsto, tanto che il rapimento della giovanissima nuova Amyrlin Seat si rivelerà un boomerang per l'ottusa Aes Sedai dell'Aiah Rossa.
A un'importante evoluzione giunge anche la sottotrama di Perrin. Avevamo lasciamo il fabbro, ormai diventato Lord dei Fiumi Gemelli, a struggersi per il rapimento da parte degli Aiel Shaido della moglie Faile. Dopo averla tirata tanto per le lunghe, finalmente Perrin riesce ad assalire i rapitori.
Più divertente, come spesso è accaduto ultimamente, è la sottotrama di Mat, impegnato nella sua fuga con al seguito Tuon, l'erede al trono dell'impero Seanchan. Finalmente Mat riesce a raggiungere la Banda della Mano Rossa e torna a essere il condottiero che avevamo imparato a conoscere.
Pure la sottotrama di Elayne, quella più noiosa, giunge a una sorta di epilogo e, in tutta sincerità, mi ha annoiato meno delle altre volte.
Per concludere, eventi importanti riguardano anche Rand, che, se vogliamo, sarebbe il protagonista. Seppur protagonista della saga e senza dubbio personaggio più importante, sembra che questo romanzo sia dedicato più agli altri personaggi, tanto è vero che bisogna superare parecchie centinaia di pagine per trovare il primo capitolo dedicato a lui e anche successivamente lo spazio dedicato a Rand è tutto sommato modesto. A dir la verità alla fine non è che Rand termini il romanzo messo poi tanto bene, ma non voglio scrivere altro per non spoilerare.
Per una volta sono abbondanti anche le battaglie e, sempre per una volta, Jordan, seppur senza esagerare, si sofferma anche a descriverle, facendoci capire che tutto sommato non sono poi così al di fuori delle sue corde, col rimpianto di non averlo visto cimentarsi con questo tipo di narrazione nei romanzi precedenti. In effetti questa saga, pur svolgendosi in un continente attraversato da numerose guerre, per dieci romanzi di guerre ne aveva descritte davvero poche.
La cosa che forse più di tutte mi ha soddisfatto è proprio il fatto che il bravo Jordan si sia risollevato, confermando di essere l'ottimo scrittore che si era rivelato per più di metà della saga.
E ora vai col gran finale.
Che poi sono quasi 3000 pagine...

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