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mercoledì 2 ottobre 2019

ARQ

Evvai coi viaggi nel tempo e con il loop temporale!
Questo è un genere che troverà sempre posto in questo blog e quindi anche ARQ, uno dei tanti nuovi film prodotti e trasmessi recentemente da Netflix conquista il suo spazio.
Bando alla ciance e vai di trama, senza scrivere troppo, che qui si rischia di rovinare tutto.
Renton (Robbie Amell) si sveglia alle 6.16 nel suo letto con al suo fianco Hannah (Rachael Taylor) che sta ancora dormendo. Mentre si sofferma a guardare la ragazza tre uomini con maschere antigas irrompono nella stanza e li aggrediscono. Dopo una breve collutazione riescono ad avere la meglio e trascinano Renton per i piedi lungo il suo appartamento, finché il ragazzo non riesce ad aggrapparsi a un angolo di un muro e a liberarsi.
Tutto questo origina una nuova collutazione, al termine della quale Renton cade dalle scale, sbatte la testa, perde i sensi e... si risveglia nel suo letto, esattamente alle 6.16, con Hannah al suo fianco che sta ancora dormendo.
Dopo un attimo di confusione, viene interrotto da 3 uomini con maschere antigas che irrompono nella stanza e li aggrediscono...
L'inizio è completamente in medias res e la storia ci viene mostrata con la tecnica dello show, don't tell (se non è chiaro il significato, c'è sempre il dizionario del blog): non sappiamo chi sia Renton, né Hannah e anche i misteriosi assalitori resteranno tali per un po' di tempo. Non sappiamo neanche esattamente dove ci troviamo e quale sia il contesto in cui si svilupperà la trama del film. Tutta l'ambientazione e anche l'antefatto vengono rivelati poco alla volta, tramite le parole dei personaggi e, a un certo punto, anche una trasmissione TV (anzi, un ologramma) che i personaggi distrattamente ascoltano. E quindi, oltre a capire cosa stia accadendo, dobbiamo anche capire perché e farci un'idea del mondo in cui Renton e Hannah vivono. Anche perché la sceneggiatura è ben fatta e i dialoghi non sono stati costruiti ad arte per lo spettatore, per far avere informazioni sul passato. Se io parlo con un'altra persona, normalmente non le racconto cos'è accaduto nel mondo negli ultimi 10 anni, no?

Dato che non voglio rovinare la visione a nessuno, consiglio di vedere questo film senza leggere oltre. Credo che il modo migliore di affrontare ARQ sia guardarlo senza sapere nulla di più di quello che è scritto in queste poche righe. Per chi ha intenzione di vederlo, ci risentiamo fra un po' di tempo. Chi l'ha già visto può proseguire.
Io ho avvisato.

Durante la visione capiamo, ma ci vuole un bel po' per ricostruire il tutto, che siamo nel futuro, il pianeta ha finito le risorse e l'aria è irrespirabile. Ci sono state delle guerre e forse le nazioni non esistono nemmeno più. Chi sta prendendo il controllo dell'intero pianeta è la multinazionale Torus, anche con l'uso della forza. Qualche ribelle, i Bloc, tenta di resistere.
Renton ha lavorato per la Torus e ha inventato la macchina dell'energia perpetua. Poi ha deciso di scappare, portando la sua invenzione con sé. Solo che la sua invenzione ha generato un piccolo effetto collaterale: ha creato un loop temporale, imprigionando al suo interno Renton, Hannah e i misteriosi assalitori.
Fra colpi di scena, doppiogiochisti, doppiodoppiogiochisti, tentativi di fuga falliti per un'inezia, la storia si sviluppa, anzi, si ripete per poco meno di un'ora e mezza.
ARQ è sicuramente una buona pellicola, girata in maniera forse un tantino scolastica, ma con una sceneggiatura solida e robusta, che permette di sorvolare magari su qualche debolezza tecnica.
Attenzione, perché ARQ è anche uno di quei film che ci insegnano che per fare una grande pellicola servono prima di tutto delle idee, non necessariamente dei soldi. Con un budget di soli 2 milioni di dollari (sul mio conto sarebbero tantissimi, ma per un film non sono poi così tanti), Tony Elliott, regista e sceneggiatore, è riuscito a tirarne fuori una pellicola che funziona perfettamente. Anche perché, per come è realizzato il film, sembrano non essere necessarie particolari risorse. Gli attori sono solamente sei, più una settima che interpreta la papessa in un ologramma per pochi secondi. E gli ambienti sono, con l'esclusione di pochi minuti, sempre ossessivamente la casa di Renton, un ambiente labirintico ove il ragazzo si è attrezzato per sopravvivere e che quasi diventa protagonista anch'esso. Persino la macchina del tempo è... un rullo che ruota!
Va detto che alcune spiegazioni pseudo scientifiche sono palesemente delle supercazzole, ma a essere sinceri non si può pretendere troppo da un film, da un'opera di intrattenimento. Io credo che tutte le opere fantastiche non debbano essere realistiche (altrimenti non sarebbero fantastiche!), ma credibili. Credibili significa che in quel contesto reggono, al di là di imprecisioni o errori. E l'esordiente Tony Elliott è perfettamente riuscito nell'intento. Ad esempio quando Renton spiega ad Hannah perché le registrazioni dei vari loop non si azzerano quando tutto torna alle 6.16, secondo me è un po' debole. Ma è accettabile, si tratta di una supercazzola che non travalica il limite della sospensione dell'incredulità.
ARQ è anche una pellicola che tutto sommato, pur narrando una storia che si ripete puù e più volte, riesce a inserire quando servono i necessari colpi di scena che mantengono alta la tensione stravolgendo molto di quello che si era capito fino a quel momento. Compreso il colpo di scena finale (che no, dai, questo non lo scrivo), che porta a rivedere un po' tutta la pellicola, rendendo la situazione ben più drammatica di quello che si potrebbe pensare.
Se Elliott è alla prima esperienza, gli attori un certo curriculum ce l'hanno, anche se nessuno di essi è famosissimo. Robbie Amell aveva alle spalle già più di 10 film, anche se mi pare nessuno da protagonista principale e moltissime serie TV. Situazione simile per Rachael Taylor che forse ha interpretato personaggi più importanti nelle varie serie TV cui ha preso parte. Ecco, per quanto entrambi se la cavino ben oltre la sufficienza, mi viene da dire che forse peccano un po' per assenza di carisma, quel carisma in più che, al di là delle capacità recitative, alcuni attori hanno e col quale riescono a bucare lo schermo.
Comunque queste sono critiche ingenerose, perché alla fine ARQ si rivela comunque, con tutti i suoi limiti, un buon film.
Eccone un assaggio.



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