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lunedì 7 ottobre 2019

Il re in giallo - Dampyr n. 235


Con l'albo in edicola questo mese giunge a un epilogo (ma sarà l'epilogo?) la lunghissima linea narrativa dei Grandi Antichi, che ci ha accompagnato, seppur spesso in sordina, fin dagli albori di questa serie.
Nell'ultimo anno Nyarlatothep, Chtulhu e gli altri Grandi Antichi ideati dalla mente di Lovecraft e diventati col tempo patrimonio della produzione horror mondiale avevano quasi monopolizzato le pagine di Dampyr, con un susseguirsi di eventi sempre più importanti e sempre più coinvolgenti.
L'albo precedente ci aveva lasciato con la pantomima messa in scena nella città del crepuscolo, ove Nyarlatothep aveva trovato il modo per ritrovare l'ubicazione della perduta Carcosa, portale per il ritorno dei Grandi Antichi nel multiverso.
L'albo 234, che aveva visto nientemeno che lo scontro fra lo stesso Nyarlatothep e Draka (dove il padre di Harlan aveva dimostrato di poter tenere testa a un dio!) e si era concluso con la fuga dello stesso Nyarlatothep verso Carcosa, con al seguito Kurjak, ormai soggiogato dalla Pallida maschera della verità, e Harlan al suo inseguimento, accompagnato, oltre che dal potentissimo padre, anche da Tesla, Dandy ed Emil, il figlio di Kurjak.
E' proprio da qui che parte questo nuovo albo.
Malgrado Draka possieda le preziosissime svastiche, oggetti magici potentissimi che permetto di viaggiare fra i mondi, non riesce a individuare ove si trovi Carcosa, al cui interno è prigioniero Kurjak, anche sfruttando il suo legame con Tesla, Dandy e Xeethra.
Harlan e suo padre dovranno richiedere l'aiuto di Ann Jurging, che già in passato li aveva aiutati, coi suoi poteri, a ritrovare ancora una volta Kurjak, sempre disperso nel multiverso. E sarà della partita anche Eisheth Zenumium, nientemeno che la pericolosa succuba, che ha un debito con Kurjak, il quale, insieme ad Harlan, l'aiutò a ritrovare la perduta sorella Agrat nel lontano albo n. 231. Sarà della partita anche... Ambrose Bierce, colui che scrisse la storia breve Un cittadino di Carcosa.
Non posso scrivere di più senza rischiare spoiler, comunque finalmente possiamo assistere al rituale destinato a riportare i Grandi Antichi nel multiverso e vediamo che i nostri eroi sono costretti a battersi disperatamente, non solo per salvare l'amico, ma l'intero multiverso.
Se, personalmente, la macrotrama dei Grandi Antichi per lungo tempo non mi ha entusiasmato, devo dire di aver trovato veramente coinvolgente l'accelerata degli ultimi anni e di aver letteralmente divorato gli albi che ne hanno fatto parte. Malgrado, da quello che si legge in Internet, questa sia una linea narrativa che ha profondamente diviso i lettori.
Leggerne il finale è stato quindi estremamente piacevole. Ho sempre pensato che ogni storia, anche la più bella, debba avere una fine e quella de Il re in giallo sembra proprio essere una fine. Certo, i Grandi Antichi esistono ancora, ma almeno tutta la trama legata alla pallida maschera è arrivata all'epilogo. Un epilogo non senza strascichi che potrebbero rivelarsi interessanti. Leggete l'ultima pagina per capire di cosa sto parlando.
Si tratta nel complesso di un ottimo albo, per di più disegnato da uno dei disegnatori storici e più apprezzati della serie, Luca Rossi.
Purtroppo devo dire che un epilogo del genere, che oltre a concludere una storia ne introduce e ne sviluppa una tutta sua, quella di Ambrose Bierce, sta un po' stretto in un albo regolare di sole cento pagine. Pur essendo del tutto equilibrato nel suo sviluppo, il finale risulta un po' troppo rapido e concitato e, soprattutto, dopo li scontro finale sarebbero servite alcune pagine in più per gestire i vari rapporti fra i vari personaggi. Così come sarebbe stato bello vedere qualche vignetta dedicata a ciò che stanno facendo gli amesha e i demoni contemporaneamente ad Harlan e compagni, per contrastare il ritorno dei Grandi Antichi. E' evidente, però, che tutto questo non poteva stare in un normale albo regolare. Non ne faccio quindi una colpa a Boselli, che è riuscito a tenere viva la narrazione fino all'ultimo.
E comunque basta guardare la copertina del prossimo speciale, per vedere che sentiremo ancora parlare della pallida maschera.

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