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lunedì 14 ottobre 2024

I figli di Dune



E tre.
Dopo il primo iconico romanzo che da un lato ha portato Frank Herbert a diventare uno dei più noti e influenti autori della storia della letteratura di fantascienza e dall'altro ha dato il via al celebre Ciclo di Dune, siamo arrivati al terzo capitolo.
Se il secondo romanzo era stato in un certo modo una sorta di lungo epilogo della prima opera, in cui avevamo avuto modo di scoprire quali erano state le conseguenze delle azioni finali di Paul Atreides, questo I figli di Dune è forse il primo vero sequel della serie. Perché la storia di Paul è finita nel primo romanzo e nel secondo ci sono stati descritti i dettagli di quel finale, magari verificatisi anni dopo, ma è con questo nuovo capitolo che la dinastia del primo Duca Leto, trasferito forzatamente da Caladan a Dune/Arrakis vede all'opera dei nuovi protagonisti. Anche se Paul...

Le vicende ripartono come sempre da Dune, il pianeta inventato da Herbert e protagonista assoluto delle sue creazioni. Ora che non c'è più Paul, Muad'Dib, e sono trascorsi anni, l'impero e ciò che resta della famiglia, ossia i figli Leto e Ghanima, sono affidati alla sorella Alia, mentre la madre di Paul, lady Jessica è tornata nella sorellanza Bene Gesserit. Ma Dune/Arrakis è cambiato, è stato stravolto da incredibili trasformazioni fisiche e sociali. I Fremen non sono più gli stessi e Alia, l'Abominio, non è Paul. Alia ha sfruttato la religione sorta attorno alla figura di Muad'Dib per creare un sistema che le permettesse di schiavizzare l'intero universo conosciuto. Dall'altra parte il Bene Gesserit continua a portare avanti i suoi piani di selezione genetica e, a suo modo, di controllo del potere, con l'inossidabile Jessica che non è mai chiaro da che parte stia. La famiglia Corrino, che un tempo governava l'impero, invece, lavora, tramite l'opera di Wensicia, per riprendere il potere, anche se il nuovo pupillo della casata, Farad'n, non sembra intenzionato a farsi manovrare. In mezzo tutti questi intrighi i due bambini, Leto e Ghanima, che bambini non sono, dato che possiedono la memoria genetica di tutti i loro avi dovranno risolvere la situazione. O forse, essi stessi, vorranno solamente portare a compimento il loro piano per conquistare il potere. Senza dimenticare i dubbi e i sospetti che praticamente tutti i personaggi hanno fra di loro. Leto e Ghanima sono stati cresciuti da Irulan, la sposa di Paul, anche se la madre è Chani, ormai morta. Ma Irulan altri non è che la sorella di Wensicia, anche lei una Corrino. E lady Jessica ha nel suo sangue anche i geni degli Harkonnen (e quindi anche Paul e Alia) i malvagi precedenti signori di Dune. Così come il compagno di Alia (che ora sta dalla parte di non si sa chi) è Duncan Idaho, che in realtà è un ghola, ossia una creatura ricreata in laboratorio dal Bene Tleilaxlu dai resti del vero Duncan Idaho, uno dei migliori combattenti degli Atreides, morto per difendere Paul e la sua famiglia nel primo romanzo. Il nuovo Duncan è stato ricreato come una Mentat ossia un computer umano ed è stato inviato a Paul come regalo da parte della casata Corrino, ma anche con l'obiettivo di uccidere lo stesso Paul, anche se poi i ricordi del Duncan vero l'hanno portato a tornare a essere fedele a Muad'Dib.

Ci avete capito qualcosa? Immagino di no, se non avete letto i precedenti due romanzi o se non avete almeno visto i film, quelli recenti di Denis Villeneuve o quello del 1984 di David Lynch. Perché il mondo inventato da Herbert è un mondo estremamente complesso e articolato e la complessità risulta ancora più spinta leggendo questo romanzo.

Secondo l'opinione di molti la migliore opera di Herbert è e resta il primo romanzo e progressivamente i successivi hanno visto un seppur lento calo di qualità. Per quel che mi riguarda, invece, questo I figli di Dune è per il momento il migliore, forse perché ormai il mondo di Arrakis mi è ormai noto e muovermi fra i Sietch o sentir parlare della prescienza non mi risulta così incomprensibile.

I romanzi di Herbert restano romanzi estremamente lenti, dove le pagine fatte di dialoghi scorrono una dopo l'altra. Poi, all'improvviso, ecco accadere qualcosa che Herbert, maledetto, se la sbriga in poche parole. Come se il buon vecchio Frank ci dicesse: "Attenti! Non dovete leggere i miei romanzi con leggerezza. Non dovete distrarvi nemmeno un attimo.

Comunque, se dopo aver letto il secondo romanzo, avete pensato che quello fosse la conclusione del primo, sappiate che una vera e propria conclusione, di quelle vicende almeno, arriverà solo con questo romanzo, che porterà a uno sviluppo non certo prevedibile della trama.

La fantascienza di Dune è una strana fantascienza, lontana da quella ipertecnologica attuale, molto mistica ed evocativa, a tratti con elementi comuni col fantasy. A tratti eh, non fraintendete.

Ma I figli di Dune, così come i precedenti romanzi, è un'opera che non disdegna profonde considerazioni sulla politica, sulla religione, sul potere e sulla sua gestione. Tutte considerazioni che, pur nascendo in un mondo futuro e futuribile quanto forse improbabile, si adattano perfettamente al nostro mondo e al nostro presente. Perché la fantascienza, ricordiamocelo, non è mai solo intrattenimento. 

In ogni caso, sì, lo consiglio. Se avete letto il primo e il secondo romanzo, vale la pena continuare.

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