Quando ho scoperto che sarebbe uscita al cinema una nuova pellicola dedicata al gioco di ruolo Dungeons & Dragons, quasi non ci volevo credere. Un po' perché aspettavo da tempo una cosa del genere e un po' perché il precedente non era stato proprio il massimo.
Mi ricordo bene infatti l'orripilante pellicola Dungeons & Dragons - Che il gioco abbia inizio del 2000, di Courtney Solomon, con Jeremy Irons. Forse il peggior film di Irons. Ne guardai non più di 15 minuti, poi lasciai perdere, scosso dai conati di vomito. La pellicola ebbe incredibilmente anche un sequel nel 2005, diretto da Gerry Lively, Dungeons & Dragons 2: Wrath of the Dragon God, con uno solo degli attori protagonisti del primo episodio, Bruce Payne. Jeremy Irons deve aver ucciso il suo agente appena ha sentito la parola Dungeons... Non contento Gerry Lively ha poi diretto nel 2012 Dungeons & Dragons: The Book of the Vile Darkness, un film per la tv.
Dopo tutto questo squallore, il timore che questa nuova pellicola potesse rivelarsi una cagata come le precedenti era grande e anche fondato.
Perché c'è da dire che io sono un accanito giocatore di ruolo. Ho iniziato quando avevo appena 11 anni e, salvo qualche pausa, continuo tutt'ora che ne ho quasi 46 e di vedere D&D svilito da un film mal riuscito proprio non mi va.
Ecco, dopo questa premessa timorosa, scrivo un po' di trama assolutamente senza spoiler e vediamo com'è andata a finire.
Come in ogni campagna di D&D che si rispetti abbiamo un gruppo eterogeneo di personaggi, dei quali uno forse è il personaggio principale, nonché l'elemento scatenante di tutta la trama, Edgin (Chris Pine). Edgin è più o meno un bardo che per anni ha lavorato per gli Arpisti, una corporazione più o meno segreta che mira al bene e al mantenimento degli equilibri fra le forze. A causa della morte della moglie procurata da un mago rosso del Thay cui Edgin aveva pestato i piedi durante la sua attività, il bardo ha cambiato vita ed è riuscito a crescere fra mille difficoltà la neonata figlia Kira (Chloe Coleman), trasformandosi in un ladro, insieme all'amica fraterna Holga (Michelle Rodriguez), una valorosa barbara emargianta dalla sua tribù. Hanno fatto parte della squadra anche Simon (Justice Smith), uno stregone non troppo capace e Forge (Hugh Grant), un ladro professionista, nonché un'inguaribile canaglia. Solo che durante una missione che aveva l'obiettivo di rubare una tavoletta magica in grado di resuscitare una persona (e che Edgin avrebbe voluto usare per riportare in vita sua moglie), il bardo e Holga sono stati catturati, probabilmente a causa di Sofina (Daisy Head), una misteriosa e inquietante maga, nuova alleata di Forge. E così Edgin e Holga sono finiti in prigione, mentre Forge, sempre con al fianco Sofina e con Kira della quale è diventato una sorta di padre adottivo, grazie alle sue macchinazioni si è ritrovato Signore di Neverwinter.
Tutto questo è in pratica una sorta di prologo, più o meno raccontato dal bardo. Edgin e Holga, usciti di prigione, avranno l'obiettivo di riprendersi Kira e mettere nuovamente le mani sulla tavoletta della resurrezione. Per farlo metteranno insieme una nuova squadra, della quale fanno parte oltre al redivivo Simon, anche la druida tiefling Doric (Sophia Lillis) e, per un breve, periodo anche il paladino Xenk (Regé-Jean Page). Un cameo anche per Bradley Cooper che interpreta l'halfling Marlamin.
Se volete sapere di più, guardatevi la pellicola!
E il responso?
Diciamolo subito. Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri è un film perfettamente riuscito e che vince alla grande la difficile sfida.
Intanto la pellicola è riuscita perché i registi Jonathan Goldstein e John Francis Daley, autori anche delle sceneggiatura, hanno indovinato alla perfezione il taglio da dare al film. Non si tratta, infatti, di un fantasy serioso ed epico, ma di una vera e propria commedia in ambientazione fantasy (che, fra l'altro, è l'arcinota ambientazione di Forgotten Realms di D&D). Non a caso Jonathan Goldstein e John Francis Daley sono stati anche sceneggiatori di Spiderman - Homecoming, anche se in quel caso la scelta della comicità era più facile, dato che si inseriva perfettamente nel Marvel Cinematic Universe che aveva fatto della comicità, più o meno spinta, il suo marchio di fabbrica. In questo caso, quindi, vedere Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri è come vedere un film leggero e divertente, spesso molto divertente, che può piacere a tutti, sia all'assiduo giocatore di ruolo che non poteva perdersi la pellicola, sia chi si è fatto convincere dal giocatore di ruolo ad andare al cinema, ma di D&D non conosce praticamente nulla. Questa è la chiave. Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri non è un film per nerd! Non occorre conoscere D&D per vederlo, non occorre aver studiato i manuali e le regole, non occorre averci giocato. Per ridere non serve tutto questo. E va detto che le scene comiche sono praticamente tutte ben fatte.
Però Jonathan Goldstein e John Francis Daley sono stati ulteriormente abili, perché se è vero che Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri non è assolutamente un film per nerd, è anche vero che io, che giocatore di ruolo lo sono veramente, ho sicuramente visto nella pellicola molte più cose di chi D&D non lo conosce e quindi sono uscito dal cinema più che soddisfatto. Per i nerd che ancora non l'hanno visto (non credo ce ne siano), non pensate di andare al cinema con i manuali di D&D (della versione con cui giocate) sottobraccio per controllare se quello che è stato messo in scena corrisponde alle regole che conoscete. Non è così e non è questo l'obiettivo di Goldstein e Daley. Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri è una pellicola con una sua coerenza di trama e di ambientazione, ma che non necessariamente mette in scena le regole di D&D. Il film è ispirato a D&D, ma non è D&D.
Diciamo che alla fine Goldstein e Daley hanno portato al cinema non tanto le avventure epiche che i giocatori di D&D sognano o credono di giocare, quanto piuttosto l'atmosfera scanzonata e leggera che si crea attorno a un tavolo durante una normale sessione di D&D e che, probabilmente, è una delle chiavi del successo così duraturo di questo gioco.
Una nota anche sugli effetti speciali.
Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri ha potuto contare su un budget di tutto rispetto, 150 milioni di dollari e gli effetti, così come i costumi e le ambientazioni ne hanno certamente giovato. Ma Goldstein e Daley hanno fatto anche la bizzarra scelta di affiancare agli ottimi effetti anche qualcosa di molto più posticcio, come, ad esempio, alcuni personaggi non umani che non sono altro che attori che indossano delle grandi maschere. Avrebbero avuto i mezzi per evitarlo, ma credo che questa sia una scelta assolutamente voluta, con lo scopo di dare una sorta di aspetto rétro al pacchetto finale, perché è proprio D&D, pur essendo ancora moderno e giocato da giovani e non giovani come me in tutto il mondo, a essere un po' rétro. Non a caso il gioco ha avuto una sorta di revival forse inaspettato dovuto al successo della serie tv Stranger Things, ambientata negli anni 80, dove i protagonisti giocano appunto a D&D.
Che dire, per concludere. Non sono uscito dal cinema con gli occhi impressionati dalle scene epiche che ho potuto vedere nelle trilogia del Signore degli Anelli, tanto per stare in tema fantasy, ma divertito come dopo aver visto uno dei più riusciti film Marvel, che, in questo momento, è probabilmente l'esempio migliore di cinematografia leggera di successo, almeno fino alla fine della Saga dell'Infinito. Poi mi pare si siano un po' persi.
Spero veramente che Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri abbia un seguito, anzi, più seguiti e che siano pellicole con lo stesso tono del primo episodio.
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