Era anche ora che scrivessi questo post, dato che il film l'ho visto in luglio! Per una volta che sono in tempo con la visione, arrivo tardi con la recensione e ormai ne hanno già scritto tutti.
Non importa, questo blog è fatto così.
Finalmente è arrivato il tanto atteso film interamente dedicato all'Uomo Ragno (perché si è sempre chiamato Uomo Ragno, anche se adesso tutti dicono Spider-Man) nell'Universo Cinematografico Marvel, dopo la prima e buona apparizione nel terzo capitolo di Capitan America.
Diciamo la verità, ho sempre avuto uno strano rapporto con l'Uomo Ragno. Mi è sempre stato simpatico l'eroe sfigato e chiacchierone, ma ho talmente amato il suo principale antagonista dei fumetti, Venom (quello di Eddie Brock, non i successivi), da non poterlo apprezzare completamente. Ma qui Venom non c'è, quindi il problema non si pone.
Andiamo alla trama? Ma sì, dai.
Qui si parte da subito dopo gli avvenimenti di Civil War (quella cinematografica).
L'Uomo Ragno non è ancora entrato negli Avengers, ma sta studiando per farlo. Possiede ancora il costume per lui creato da Tony Stark e fa il supereroe di quartiere, proteggendo i comuni abitanti dai comuni criminali, combinando guai come potrebbe farlo un normale liceale che si trova a gestire degli inaspettati superpoteri. Peter Parker fa tutto questo in attesa della chiamata di Tony Stark, dal quale spera di poter essere introdotto finalmente negli Avengers.
E così le vicende della vita da adolescente si mescolano quelle del piccolo supereroe, finché l'Uomo Ragno non incrocia le attività dell'Avvoltorio, il supercriminale Adrian Toomes, e della sua banda.
La trama è questa, nulla più e, comunque, ormai l'avete visto tutti.
Ma andiamo subito al dunque: questo nuovo corso cinematografico dell'Uomo Ragno ha stravolto o no l'originale del fumetto?
Intanto non abbiamo tutta la solita storiella del ragno geneticamente modificato che morde accidentalmente Peter Parker. Forse un solo accenno marginale, senza vedere nulla.
E va bene così!
Lo sappiamo tutti com'è nato l'Uomo Ragno e da cosa derivano i suoi poteri, per cui è inutile sprecare un mezzo film per dire cose note anche a chi non ha mai letto il fumetto, né visto i precedenti adattamenti cinematografici. E poi l'Uomo Ragno l'abbiamo già visto in un altro film dell'Universo Cinematografico Marvel, nel quale è stato introdotto, per cui non serve altro. E il regista, Jon Watts (poche opere alle spalle, lo sconosciuto horror Clown, il thriller Cop Car con Kevin Bacon, una serie TV e pochi altri lavori non da regista, fra cui anche un'esperienza da attore), l'ha capito perfettamente. E poi non è nemmeno del tutto chiaro quali siano i poteri di questo Uomo Ragno. E' agile, è forte e ha il senso del ragno (o almeno sembra che l'abbia), ma tutto il resto deriva dal suo costume tecnologico creato dal mentore Tony Stark alias Iron Man.
E poi c'è zia May. Non abbiamo la rimbambita zia paterna, ma la bella Marisa Tomei, così come non sappiamo nulla del tragico passato, la morte dei genitori, la morte dello zio che Peter non riesce a salvare, ecc. Non sappiamo nemmeno se in quest'ambientazione siano avvenuti o no. E Jon Watts, che è anche autore, a più mani, della sceneggiatura, gioca su questo. Probabilmente sono eventi che fanno parte del passato di Peter, ma solo perché lo sappiamo in quanto il personaggio è noto, non perché ce lo dica il film.
Abbiamo anche gli amici di Peter che sono multietnici come è multietnica la società americana di oggi (ma anche quella italiana). La ragazza di cui Peter è innamorato non è la rossa e pallida Mary Jane, ma Liz Allan, interpretata dalla modella di colore Laura Harrier (nel fumetto Liz è bianca e ha i capelli biondi) e Jacob Batalon (attore originario della Hawaii) è il migliore amico. Anche Flash Thompson qui è ben diverso, interpretato da Tony Revolori (di origine guatemalteca).
Insomma, sembrerebbe un Uomo Ragno completamente diverso da come lo conosciamo.
E invece no.
Peter Parker/Uomo Ragno è un ragazzo supereroe che è stato ideato nel 1962 (o giù di lì), una vita fa, quando il mondo era ben diverso. E' inutile ambientare le sue storie nel mondo e nella società attuali, così diverse da quel mondo del dopoguerra. Spider-Man: Homecoming, invece, è la storia dell'Uomo Ragno come se fosse stata scritta oggi. Credo che questa sia la trasposizione cinematografica più fedele all'idea originale del personaggio che sia mai stata fatta.
Alla Marvel (Disney) hanno capito molto bene una cosa: questi film non hanno come target i lettori spaccapalle dei fumetti che magari s'incazzano se un personaggio ha un costume diverso o se il suo prozio porta i capelli più lunghi. Il target è molto più ampio e comprende anche tutti coloro che il fumetto non l'hanno mai letto e anche quelli che magari il personaggio non lo conoscono proprio. Altrimenti col cavolo che con gli sconosciuti Guardiani della Galassia incassavano al cinema 773 milioni e rotti di dollari col primo film e 863 e rotti milioni di dollari col secondo, per un totale, ad oggi, con 16 film usciti, di oltre 12 miliardi e mezzo di dollari incassati a fronte di meno di 3 miliardi di dollari spesi (senza considerare tutti gli incassi del mercato di DVD, gadget, abbigliamento, giocattoli e chi più ne ha più ne metta). Insomma, direi che la scommessa è più che vinta.
In conto va messa anche l'ironia. Fin dall'inizio questi film (parliamo dei Marvel) hanno sempre fatto anche ridere, ma l'aspetto comico ha preso sempre più piede col passare degli anni. Perché non posso guardare un tipo in calzamaglia che lancia ragnatele e rimanere serio. Per quanto le scene d'azione e gli effetti speciali sino ottimi (altrimenti non si spiegherebbe come abbiano fatto a spendere 175 milioni di dollari per fare questo film e comunque non meno di 130 milioni per quello che è costato meno, Ant-Man), alla fine la serietà è quella che è. E anche questa è una scelta azzeccata.
Come per i precedenti film, anche in questo caso gli attori sono stati scelti molto bene e funzionano alla grande. Tom Holland (che ridendo e scherzando ha comunque alle spalle una decina di partecipazioni a film e cortometraggi) sembra nato per interpretare l'Uomo Ragno. Anzi, questo Uomo Ragno. Mi permetto di azzardare a dire che se questo film funziona alla grande è anche grazie a come Holland ha retto la parte, anche grazie alla sua fisicità. Non credo che sia un caso il fatto che Holland sia un ballerino.
Poi c'è un cattivo, Avvoltoio, ben più spaventoso dell'Avvoltoio del fumetto, interpretato da un sempre gigantesco Michael Keaton. Keaton che ha la fortuna di dare il corpo e il volto a uno degli migliori antagonisti visti fino ad ora. Da notare che Michael Keaton ha interpretato nella sua lunga carriera cinematografica il protagonista di due film tratti da fumetti DC Comics (Batman) e l'antagonista nella famiglia Marvel. Ottimo anche il sempre bravo Robert Downey Jr. col suo Tony Stark/Iron Man, uno dei personaggi meglio riusciti del Marvel Cinematic Universe. Qui, come sempre, Tony Stark quando compare buca lo schermo, ma il personaggi si limita a fare da tutore del protagonista, senza rubargli la scena.
Per quello che è il mio modesto parere, Spider-Man: Homecoming si piazza nei primi posti della classifica dei 16 film Marvel usciti a partire dal lontano 2008.
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