lunedì 26 novembre 2018

Benvenuti a Zombieland


Ecco che dopo un breve ossessivo ciclo sui viaggi nel tempo, che poi riprenderò, torniamo a un altro sottogenere che troverà sempre posto su questo blog, quello dei film di zombie.
Diciamo la verità, quello degli zombie è un tema negli ultimi anni un po' inflazionato, per cui se non si vuole cadere nella ripetizione, bisogna lavorare bene. Serve qualche idea a livello di sceneggiatura, ma anche un regista che non si limiti al compitino. E magari anche qualche attore che fornisca una buona interpretazione. Ebbene, Benvenuti a Zombieland contiene tutto questo. E già dalla locandisa si capisce che ci sarà da divertirsi. Soprattutto per quel tipo lì a sinistra...
Di solito ci sono due strade per iniziare una storia di zombie. O si parte da un mondo che sta vivendo la diffusione della piaga e questa descrizione è parte o addirittura tutto il film oppure si fa un inizio in medias res in cui gli zombi ci sono già. Benvenuti a Zombieland sta un po' a metà.
L'inizio è effettivamente in medias res, dato che gli zombie hanno già invaso e devastato il pianeta, ma il regista dedica ugualmente i primi minuti a descriverci in modo simpatico il contesto, facendolo dal punto di vista di un personaggio e, in questo modo, iniziamo anche a conoscere uno di questi bizzarri soggetti che ci accompagneranno fino alla fine della pellicola. Perché il punto di forza di Benvenuti a Zombieland non sono gli zombie, non è l'ambientazione, non sono le poche scene di paura o le riuscitissime scene d'azione, ma gli strambi personaggi. Personaggi che già sarebbe bello vedere in un contesto normale, ma che qui possono dare sfogo a tutte le loro potenzialità.
Tanto per averne un'idea, eccolo qua!
Il motore trainante della trama è Columbus (Jesse Eisenberg), un ragazzo schivo e asociale, un nerd sfigato e quanto più lontano dall'eroismo si possa immaginare, che è stato sorpreso dall'epidemia zombie mentre si trovava nell'appartamento in cui viveva durante il college. Columbus, che è riuscito a sopravvivere proprio grazie al suo carattere e al suo modo di vivere metodico e distaccato dal mondo, sta andando a Columbus (da qui il suo nome) in cerca dei genitori che spera siano ancora vivi. Columbus, che è sempre stato un solitario e non è mai stato in sintonia con la sua famiglia, ora cerca ciò da cui è sempre fuggito. Cerca la sua famiglia pur sapendo di non trovarsi a suo agio coi parenti anche più stretti, perché non ha altro. Cerca la compagnia di altri esseri umani (vivi), perché anche se prima, in mezzo ai vivi, preferiva isolarsi, ora che i vivi non ci sono più, li vorrebbe al suo fianco.

Lo sfigato Columbus

Per strada Columbus incontra Tallahassee (un gigantesco, immenso, fantastico Woody Harrelson), che prende il nome dal fatto che... vuole andare a Tallahassee. Tallahassee è l'opposto di Columbus. Vive uccidendo gli zombie e pare che ci abbia pure preso gusto. Dove Columbus è impacciato e timido, Tallahassee è una spregiudicata macchina di distruzione. Per altro pieno di follie, di cui non scrivo, per non rovinare il gusto che si ha scoprendo questo fantastico personaggio. E forse questo personaggio assurdo è tale anche perché noi lo vediamo con gli occhi di Columbus.

L'incontenibile Tellahassee

I due in strada incontrano anche Wichita (la bellissima Emma Stone) e la sorella minore Little Rock. Anche in questo caso i nomi derivano da nomi di città, come se in questo mondo che sopravvive dopo l'apocalisse tutto fosse cambiato, compresi i nomi delle persone, dal momento che sono state costrette a vivere una nuova vita. Di Wichita e Little Rock non scrivo nulla, perché come per Tallahassee è bello conoscerle da ciò che fanno durante la visione della pellicola.

Le due sorelle

E così in quest'America sconvolta dall'epidemia zombie i quattro, non senza frizioni, diventano protagonisti di una sorta di bizzarro road movie pieno zeppo di citazioni e rimandi di ogni tipo. E ci sono anche Bill Murray e Amber Heard in due riuscitissimi camei.
Basta, della trama non scrivo altro, perché Benvenuti a Zombieland è un film da vedere per quello che è.
Giuro, era parecchio che non ridevo così di gusto alla visione di un film. Perché Benvenuti a Zombieland è un film di zombie che mischia al suo interno parecchi generi, dall'orrore (ovviamente, dato l'argomento), all'azione pura, dalla commedia fino agli aspetti più sentimentali, con qualche risvolto sociale inaspettato e la cosa incredibile è che tutto riesce alla perfezione. Si tratta di un film tutto sommato breve, dura meno di un'ora mezza, pochissimo per gli standard attuali, coi quali sembra che se non si arriva alle due ore si stia commettendo un delitto. E invece, Benvenuti a Zombieland non indugia mai inutilmente, correndo come un treno verso il pirotecnico finale, dove Tallahasse e noi spettatori ci divertiamo un mondo.
La cosa incredibile è che questa pellicola è stata scritta da un esordiente (Paul Wernick, che prima aveva lavorato solo su serie TV) e da un quasi esordiente (Rhett Reese, che prima aveva scritto solo un'altra sceneggiatura di un film e, anche lui, aveva lavorato per delle serie) e diretta da un regista esordiente pure lui, Ruben Fleischer (lo stesso che quest'anno ha sbancato i botteghini con Venom). Eppure tutti questi esordienti hanno saputo mettere in piedi un'opera niente male, abbastanza spregiudicata da saper prendere in giro il genere, ma anche abbastanza fine da dimostrare tutto il suo valore, al di là delle singole scenette divertenti.
E gli attori, sicuramente ben diretti, hanno partecipato alla grande al gioco. Su tutti giganteggia Woody Harrelson, ma non lo scopriamo qui. Harrelson è uno di questi attori in grado di reggere un'intera pellicola sulle proprie spalle e fornire prestazioni sempre sopra le righe, dando vita a personaggi che non si dimenticano. Ma in questo caso, come per l'ormai mitico Assassini nati, sembra che la sceneggiatura sia stata scritta appositamente per lui. Woody Harrelson è senza ombra di dubbio Tallahasse e non immagino nessuno che avrebbe potuto interpretare meglio di lui questo personaggio. Pazzo, violento, esibizionista, anticonformista. Credo che Wernick e Reese abbiano pensato a lui dal primo momento in cui hanno iniziato a scrivere la sceneggiatura. O se non l'hanno fatto, a un certo punto devono aver detto: "Ehi, ma questo è Woody Harrelson!"
Ma anche gli altri fanno la loro figura. Jesse Eisemberg interpreta al meglio il ragazzino sfigato, con una fisicità che anche nel suo caso è perfetta, così come Emma Stone dà vita a una Wichita che nello stesso film riesce a essere sia la bella da salvare, sia la cattiva ragazza dalla quale un imbranato come Columbus è meglio che stia lontano. Anche la piccola Abigail Breslin, pur intepretando un personaggio che è poco più che la spalla della sorella, è praticamente perfetta.
Certo, l'ironia con tema zombi non è nata qui. Ad esempio non si può non ricordare Shaun of the dead (tristemente tradotto con L'alba dei morti dementi...) uscito al cinema cinque anni prima, ma qui credo che Fleischer, Wernick e Reese si siano spinti oltre, dato che oltre all'ironia e alla satira, hanno spinto all'estremo tutto. Tuttavia senza esagerare.
E' stato annunciato, per il 2019, il sequel di questa pellicola, con il cast principale confermato (e non so come faranno, dato che tutti gli attori avranno 10 anni in più, compresa Abigail Breslin che ai tempi aveva 13 anni e, infatti, interpretava una bambina!), confermati anche sceneggiatori e regista.
Vada come vada, Benvenuti a Zombieland è un film fantastico.

2 commenti:

  1. Qua siamo al top...
    decisamente geniale il film in chiave horror/commedia con degli attori azzeccatissimi, dove fra le altre cose spicca il re, ovvero un Woody Harrelson in grande spolvero che regge praticamente tutta la pellicola da solo.
    Ma non c'è come dicevo solo lui...
    geniale
    8

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    Risposte
    1. Woody Harrelson è uno che già da solo ti tiene in piedi un film. Questa poi sembra una pellicola fatta proprio per lui.
      Trovo il due però un gradino inferiore

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