Questo blog ospita una notevole rassegna di film sui viaggi nel tempo e anche una mia lunghissima dissertazione semiscientifica su quanto tutto ciò possa essere reale/realistico con la citazione di parecchi esempi. In tutti i film e non solo che ho recensito ci sono svariate tipologie di viaggi nel tempo e pensavo più meno, di averle viste tutte.
E invece no!
Perché
in Durante la tormenta Pablo Oriol, il regista e sceneggiatore se ne inventa un altro. Un po' di
trama, che poi il fulcro del film è anche nel trailer.
Vera
Roy (Adriana Ugarte) è sposata con David Ortiz (Álvaro Morte, diventato
famoso in tutto il mondo con la serie tv La casa di carta) e i due
hanno una figlia. Una sera, durante una tempesta, si crea un'anomalia
temporale e Vera riesce a parlare con un bambino che abitava in quella
stessa casa 25 anni prima, Aitor Medina (Marco de Francisco) salvandogli
di fatto la vita, dato che Aitor sarebbe di lì a poco morto.
Questo
però genererà un cambiamento del passato che avrà delle ripercussioni
nella vita di Vera del presente, che non è più sposata con David e,
soprattutto, non ha più una figlia!
La parte più drammatica della pellicola sta proprio qui. Vera è riuscita a salvare il piccolo Aitor, ma quest'azione, come sa benissimo ogni appassionato di viaggi nel tempo, non sarà indolore, perché ogni seppur piccola modifica del passato avrà sempre delle conseguenze nel presente. E infatti Vera, che non deve aver visto nemmeno una pellicola di quella serie capolavoro dei viaggi nel tempo che è Ritorno al futuro, sembra non saperlo. In compenso Paulo Oriol Ritorno al futuro deve amarlo parecchio, dato che non solo il suo Aitor ricorda molto Marty McFly, ma in Durante la tormenta c'è anche il fulmine che colpisce l'orologio che resta bloccato alle 10.04. Esattamente come in Ritorno al futuro! Comunque, dicevo, il cambio del passato dovuto all'intenzione di Vera salvare una vita determina delle conseguenze drammatiche, perché da un secondo all'altro Vera si ritrova un una linea temporale alternativa, che non è quella in cui vuole vivere!
Attenzione, non sto facendo spoiler, perché tutto questo si capisce anche dal trailer e comunque il regista non fa nulla per nasconderlo. Il film è del 2018 e Pauolo Oriol sa benissimo che il pubblico di oggi che va a vedere una pellicola come questa è avvezzo coi paradossi temporali e con le linee temporali alternative, per cui non ha nessun senso nascondere cosa stia accadendo.
L'espediente della tempesta che crea l'anomalia temporale attraverso cui la televisione nel presente entra in contatto con la stessa televisione nel passato forse è un po' debole e non del tutto credibile, ma talmente funzionale a generare una trama che per il resto è regge dal punto di vista del ritmo (pur non essendo troppo solida dal punto di vista logico, ma ci torno dopo) che ci si può soprassedere tranquillamente. Anche perché in questo caso Vera, che non rispetta le raccomandazioni che il dott. Emmett fa a Marthy quando lo porta nel passato ("non parlare con nessuno, non toccare niente, non fare niente, non fare niente con nessuno e cerca di non guardare niente") nel passato in realtà non ci va e, infatti, questo è un film che ricade nella categoria delle pellicole con dei paradossi temporali, ma è senza viaggi nel tempo! Eppure un cambiamento c'è. Un bambino che doveva morire si salva. Ma perché questo genera dei simili cambiamenti? Non abbiamo un'invasione di robot che vengono dal futuro, il mondo rimane esattamente lo stesso. Eppure quel cambiamento della linea temporale, di una vita di una persona che con Vera non ha nulla a che fare, stravolge proprio la sua di vita!
Durante la tormenta è quindi un film a suo modo originale, pur muovendosi in un campo che inizia a essere un po' inflazionato e che parte da un espediente originale, pur debole.
E poi c'è da dire che la pellicola diventa a un certo punto una sorta di giallo. Perché se è vero che la morte di Aitor sembrava casuale (veniva investito da un'auto uscendo da casa sua), quello che stava accadendo attorno al bambino, che è coinciso alla fine con la sua morte, era, invece, una vera e propria scena di un crimine. Un crimine che coinvolgeva, direttamente o indirettamente, varie persone e che non vado a descrivere, altrimenti sì che farei degli spoiler. E questa nuova linea temporale porterà Vera a conoscere meglio dei dettagli anche della sua vita nella linea temporale originaria che ignorava.
Lo spettatore segue le vicende di Vera nella nuova linea temporale e le vicende di Aitor nel passato, anche lui nella nuova linea temporale, anche se il punto di vista è quello del personaggio interpretato da Adriana Ugarte e quindi un po' alla vota si viene a conoscere cosa c'è dietro a quell'episodio e a capire come possa fare Vera e rimettere tutto a posto.
A un certo punto viene anche un sospetto e vari elementi sembrano confermarlo, anche se altri paiono fuorvianti (non vi scrivo mica quale sia, altrimenti vi rovino tutta la visione!) e forse nel complesso tutto il castello contiene qualche passaggio che scricchiola un po'. Ma lo sappiamo, coi viaggi nel tempo (o film di questo tipo, dai, abbiamo capito) è estremamente difficile creare una trama che sia completamente a prova di spettatore pignolo. Che poi se il giochino funziona, anche noi appassionati di film del genere possiamo anche passare sopra a qualche piccolo errore o a qualche piccola incongruenza. Anche queste, comunque, non le scrivo, ve le lascio trovare da soli. Comunque se sie anche solo un minimo appassionati del genere, ne trovate parecchie di incongruenze.
Quindi alla fine Durante la tormenta è un film se vogliamo un po' debole, con degli attori principali che a tratti fanno un discreto lavoro, ma a tratti sembrano perdersi un po' (trovo che Adriana Ugarte sia una brava attrice, ma che non sia troppo carismatica per essere la protagonista principale di un'intera pellicola. Álvaro Morte, invece, è un buon attore, ma finiamo per non vederlo poi così spesso. Chi invece non mi ha proprio convinto è l'ispettore interpretato da Chino Darín che aiuta Vera nella linea temporale alternativa). Eppure è il ritmo che riesce a salvare la confezione finale.
Forse si sarebbe potuto lavorare di più sulla scelta etica. Vera fa ciò che fa unicamente per salvare dalla morte un bambino del passato. Le suo motivazioni sono giuste, solo che finisce per rimetterci. E quindi cosa fare? Lasciare che il bambino muoia quando lo potrebbe salvare? In realtà la sua azione non è reversibile, perché ormai l'ha già compiuta. Eppure troverà comunque la strada per creare un'ulteriore nuova linea temporale che rimedia ai problemi creati con la seconda.
E basta che poi rivelo troppo.
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