Eccomi qua, pensavate che mi fossi dimenticato? Purtroppo il lavoro e gli impegni personali si fanno pressanti e il blog ne resta vittima, ma non demordo.
Anche perché, diciamolo, l'albo n. 219 di Dampyr è stato, per quello che mi riguarda, il più atteso da parecchi anni a questa parte, dopo quello che abbiamo letto sul 218.
Diciamolo subito: commentare quest'albo senza fare spoiler è qualcosa di molto difficile. E allora chiarisco che QUESTA RECENSIONE CONTIENE SPOILER. Non leggetela prima di aver letto l'albo. Per fortuna si tratta di un fumetto uscito in edicola quindici giorni fa, per cui ormai la maggior parte dei lettori della serie dovrebbe averlo già letto.
Quel satanasso di Boselli ci aveva lasciato nel numero precedente con la clamorosa morte (vera? Apparente?) di uno dei tre personaggi principali: Tesla. Un evento rarissimo nei fumetti e ancora di più in quelli della famiglia Bonelli.
E quest'albo, seppur indipendente, non è altro che la continuazione della trama appena letta.
Non è che io ci tenga a leggere della morte di Tesla, ma ho apprezzato la scelta audace e la drammaticità dell'intero albo, con quell'intenso finale. Però...
Però sotto sotto lo sapevo che, dai, non poteva essere così. E infatti tutti gli indizi (compresi copertina e titolo di quest'albo) portavano a pensare che ci fosse sotto qualcosa...
Ma non indugiamo troppo a lungo, dato che nemmeno Boselli ha indugiato: già a pagina 15 vediamo la prima vignetta in cui compare Tesla e, alternando episodi che la vedono protagonista, con altri che vedono Harlan ed Emil o Nikolaus e Savnok, comparirà in tutto l'albo.
Quindi tanto rumore per nulla?
Niente affatto, perché Boselli evidentemente ne sa una più del diavolo, dato che sì, Tesla c'è, ma è lei o non è lei? E' viva (si fa per dire, dato che anche prima era una non morta...) oppure no?
Malgrado la revisione del colpo di scena dell'albo precedente, il dubbio resta comunque fino all'ultima pagina. E quel maledetto di Samael, che si conferma come il personaggio più ambiguo dell'intera serie, esplicitamente non chiarisce nemmeno alla fine cos'abbia fatto, anche se di dubbi ne restano pochi.
Quindi se da un lato la drammaticità del numero scorso finisce apparentemente a "tarallucci e vino", quest'albo si rivela esso stesso angosciante e tutt'altro che tranquillo, dato che non è chiaro quale sia la realtà e quale la menzogna. Tra l'altro assistiamo anche al gradito ritorno di Meridiana, altro personaggio infernale totalmente ambiguo e alla comparsa di altre succubi.
Diciamo che Boselli ci ha lanciato un messaggio ben chiaro: attenzione, perché qua nessuno è immortale. E ci sono da tempo molti indizi, fra cui alcuni anche in quest'albo, che presto si affronterà nuovamente la questione relativa alla possibile dipartita di un personaggio principale.
Non si può non dire qualcosa anche dei disegni di Corrado Roi, illustratore eclettico che ha lavorato per molte testate Bonelli. E' noto a tutti che il disegnatore lombardo possieda uno stile particolare e originale, che porta sempre a un duro impatto, a causa delle grosse differenze rispetto agli stili cui siamo abituati. Quando ho letto che avrebbe disegnato lui quest'albo ho avuto qualche perplessità. Ma le perplessità sono sfumate quando ho avuto in mano l'albo. Il tratto onirico di Roi si è rivelato perfettamente adatto per le atmosfere infernali, ambigue e ingannevoli di questa trama.
Insomma, alla fine ancora nel complesso un ottimo lavoro.
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