Avengers: Endgame, come diceva anche il titolo, doveva e poteva essere la fine di tutto. Lo scontro finale con Thanos doveva chiudere e ha chiuso la megatrama dei 21 film precedenti. Una super saga cinematografica di 22 pellicole che ha stravolto il cinema dei supereroi e ha stravolto la stessa Hollywood, incassando, con l'ultimo film, più di ogni altro precedentemente prodotto nel mondo.
Ma la gallina dalle uova d'oro va sfruttata fino in fondo. E poi sì, la megatrama è definitivamente finita, ma le tante altre sottotrame sono ancora in piedi
e poi la Marvel/Disney ne starà sicuramente preparando un'altra, con l'arrivo della cosiddetta Fase Quattro, della quale sono già stati annunciati cinque titoli, in uscita fra il 2020 e il 2021: uno dedicato alla Vedova Nera già in lavorazione (ma non era morta? Dovrebbe ambientarsi nel passato, ma vedremo cosa si inventeranno), uno con gli Eterni, uno con Shang-Chi, il sequel del Doctor Strange e il quarto film di Thor (grazie al regista del terzo film, Waititi, cui sono state affidate anche la sceneggiatura e la regia del quarto, Hemsworth ha deciso di continuare a vestire i panni del Dio del Tuono).
Ecco, Spider-Man: Far from Home, che chiude la Fase Tre, si pone un po' a metà strada fra il nuovo corso e il vecchio, portando sul grande schermo una sorta di epilogo della prima grande epopea dei Vendicatori e aprendo gli scenari per il mondo dopo ciò che è accaduto in Infinity War e in Endgame.
Due parole sulla trama, senza scrivere troppo.
Sono trascorsi otto mesi dallo scontro finale con Thanos e il mondo sta cercando di tornare alla normalità. Peter Parker e la maggior parte dei suoi amici erano stati cancellati dalla realtà, blippati, come viene detto in questo film e ora sono ritornati a frequentare il liceo. L'Uomo Ragno è stato nello spazio, ha partecipato a guerre epiche, ma è ancora l'impacciato supereroe di quartiere che aveva sempre voluto essere. E' un Vendicatore, ma fatica ad accettare di ereditare il ruolo di nuovo Iron Man lasciatogli dal suo defunto mentore Tony Stark e, da normale sedicenne, più che salvare il mondo, le sue attenzioni sono prese dagli amori adolescenziali. E infatti Peter evita di rispondere alle incessanti chiamate al telefono di Nick Fury e, in gita scolastica in Europa, fra cui anche un lungo passaggio nella nostra Venezia, il suo unico obiettivo è conquistare la compagna di classe MJ.
Solo che nel mondo arrivano i giganteschi Elementali, delle creature fatte di aria, acqua, terra e fuoco, che già hanno distrutto il pianeta Terra di un'altra dimensione. A opporsi a queste incredibili forze pare esserci il solo Quentin Beck, poi soprannominato Mysterio, un uomo proveniente da una Terra parallela distrutta, che vuole salvare il pianeta in questa dimensione.
Ovviamente chi ha letto anche solo qualche numero dei fumetti dell'Uomo Ragno o degli Vendicatori sa che... No dai, non lo scrivo. Chi conosce i fumetti non verrà deluso e chi non li conosce è giusto che si possa vedere la pellicola senza spoiler clamorosi.
Comunque, anche se contro la sua volontà, Peter Parker sarà chiamato a rivestire i panni dell'Uomo Ragno e a tornare a essere quel supereroe che Tony Stark aveva visto in lui, nonché per rimediare ai numerosi pasticci che lo stesso Peter combina in continuazione, anche perché adesso non c'è più Iron Man a coprirgli le spalle.
Insomma, eccolo!
Sono stato bravo? Non ho messo spoiler!
Abbandonato il tono per forza di cose drammatico di Infinity War e ancora di più di Endgame, questo secondo capitolo dedicato all'Uomo Ragno riprende le atmosfere scanzonate del primo Homecoming. Ritorna il Peter Parker chiacchierone, simpatico e sfigato della versione cinematografica (che io continuo a vedere come la migliore versione del Peter Parker dei fumetti, seppur modernizzata). Un Peter Parker che forse sente un po' meno la responsabilità morale di essere un supereroe e che viene raffigurato come un normalissimo essere umano, un ragazzo coi problemi di un qualsiasi sedicenne. Certo, ingigantiti dal fatto di essere un supereroe!
E così, in mezzo a scontri mozzafiato coi villain di turno, assistiamo a una pellicola molto adolescenziale, simpatica e riuscita. Riuscita proprio perché tutte le parti che la compongono funzionano molto bene.
Rimane soddisfatto chi vuole vedere, come in tutti i film della Marvel, della gente che si mena e degli effetti pazzeschi (e qui veramente si sono superati), rimane soddisfatto chi vuole vedere le acrobazie dell'Uomo Ragno, ma anche chi si aspetta la storia d'amore fra adolescenti e chi si aspetta l'evoluzione del Marvel Cinematic Universe post Endgame. Rimane soddisfatto anche chi cerca dei villain riusciti e chi, oltre alle macrotrame, vuole vedere al cinema anche l'evoluzione delle tante sottotrame.
Da rilevare anche una notevole alchimia fra il sempre bravissimo Tom Holland e Zendaya, che non fa che arricchire la pellicola, nonché l'ottima gestione di Mysterio.
Sono riusciti a prendere uno dei personaggi col costume più brutto dell'universo Marvel, questo
rendendolo decente senza cambiarlo più di tanto. E poi Jake Gyllenhaal ci ha messo del suo con un'ottima interpretazione.
Come ci hanno insegnato tutti i film del Marvel Cinematic Universe, le pellicole vanno guardate fino all'ultimo secondo, senza tralasciare nemmeno l'ultimo titolo di coda, perché è proprio qui che troviamo le ultime e spesso importantissime scene.
Ve lo ricordate J. Jonah Jamenson? E' il discutibile direttore del Daily Bugle, il quotidiano per cui lavora Peter Parker nel fumetto. Da sempre impegnato a mettere in cattiva luce l'Uomo Ragno.
Jamenson compare nella trilogia Spider-Man di Sam Raimi, interpretato da J. K. Simmons. Lo troviamo anche qui, proprio in una delle scene all'interno dei titoli di coda, interpretato ancora una volta da J. K. Simmons che, forse, ma dovrei verificare, diventa il primo attore a interpretare lo stesso identico personaggio in due franchise diversi.
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