C'è una pellicola abbastanza nota fra gli appassionati di viaggi nel tempo che si chiama Primer e che probabilmente avete più volte sentito nominare. Un film famoso per essere abbastanza complesso, seppur girato con quattro soldi. Un film dove, come tutti voi appassionati sapete, ci sono due giovani scienziati che hanno inventato una macchina del tempo (che poi è una scatola che tengono nel garage della casa di uno di loro) e con quella iniziano... a fare dei viaggi nel tempo.
E quindi anche io dovevo vederlo.
Attenzione, perché Primer non è mai stato tradotto in italiano, ne esiste solo una versione coi sottotitoli. Fra l'altro una versione anche abbastanza artigianale, di una pellicola che è essa stessa qualcosa di artigianale. Vi avviso, perché non sempre è semplice guardare un film coi sottotitoli.
Comunque ho provato a vederlo.
La povertà dei mezzi si vede fin da subito, ma ci si può passare sopra.
Ma gli scienziati sono quattro, non due! Non è che ho sbagliato film? Già una volta con Triangle avevo preso una cantonata pazzesca. No, andiamo avanti, di Primer ce n'è solo uno.
E poi i quattro iniziano a parlare fra di loro in merito alle loro ricerce e non ci ho capito quasi nulla.
Poi due inventano quasi per caso una macchina che permette di viaggiare nel tempo, con l'obiettivo di inventare altro. E quasi per caso se ne accorgono.
E ovviamente cosa fanno?
Iniziano a viaggiare nel tempo.
Ma qui iniziano i problemi, perché cosa succeda da qui in poi, sinceramente, non è che si capisca più di tanto. A essere ottimisti.
Adesso, però, ditemi la verità, se l'avete visto. Alla prima visione non ci avete capito assolutamente nulla. Dai siate sinceri.
Non ci credo che l'abbiate capito. Neanche un po', se prima non avete letto qualche spiegazione.
Intanto Primer non ci spiega nulla. Ma proprio nulla eh! Ci sono persone, in genere le stesse due, che fanno e dicono cose, ma voi non avete la minima idea di cosa stiano facendo e cosa stiano dicendo. È come se prendessimo due persone a caso che stanno parlando fra loro, magari da un po' di tempo e ci mettessimo ad ascoltarle. Probabilmente non capiremo nulla, perché normalmente quando parliamo con qualcuno non è che stiamo a spiegare a un osservatore terzo cosa stiamo dicendo.
E poi col fatto che il film è stato girato con pochi soldi, la maggior parte delle cose che succedono non ci vengono fatte vedere. Cioè, dovremmo capire quello che è successo da quello che dicono i personaggi prima e dopo. Senza capire poi esattamente quello che dicono, perché non ci spiegano nulla!
Ma Primer ha un altro problema. E bello grosso. Questo è un film sui viaggi nel tempo. E i due ragazzi più volte fanno dei viaggi. Solo che noi non sappiamo, perché non ci viene detto, quale versione di loro stiamo vedendo e, soprattutto, quando. Ecco la fregatura. Le scene che vediamo sono in parte mischiate. La trama probabilmente ha un suo perché, ma ogni episodio che vediamo andrebbe staccato dal resto e il film andrebbe ricostruito come un puzzle. Uno molto difficile, di quelli in cui non si capisce mai come incastrare i tasselli. Quando guardiamo uno degli episodi dobbiamo sempre chiederci quale versione del personaggio stiamo vedendo e quando. Forse per ogni episodio sarebbe necessario anche prendere degli appunti. Ad esempio, uno dei personaggi, Aaron, a un certo punto perde sangue da un orecchio. Inizialmente mi sono chiesto se non fosse una conseguenza dei viaggi nel tempo. E invece ciò è correlato a un episodio che avviene prima, ma che noi prima non vediamo. Quindi non ci basta prendere appunti su ciò che viene detto, ma anche sui particolari che vediamo, al fine di capire dove incastrare ogni singolo tassello del puzzle, sempre che ciò sia possibile.
Fra le tante particolarità di questa pellicola, oltre al costo incredibilmente irrisorio, c'è il fatto che uno dei due protagonisti, Aaron, sia interpretato da Shane Carruth, che è anche regista, autore del soggetto, della sceneggiatura, del montaggio e delle musiche. E sia anche il produttore!
Carruth, dopo Primer, che è del 2004, ha diretto (scritto, sceneggiato, musicato, prodotto, ecc.) un altro film, Upstream color, nel 2013, altrettanto strano quanto Primer. Poi qualche ruolo, non sempre da attore, in qualche altro film o serie TV. Non ho più sue tracce dopo il 2020. Lo vedo un po' come un genio incompreso.
Ma torniamo a a questo indecifrabile esperimento che è Primer. Un'opera che ci permette di capire che per fare un film volendo non serve praticamente niente, anche se il risultato finale non è per tutti. Primer è un film completamente svuotato di orpelli che per guardarlo costa fatica.
Ma, direi, ne vale la pena, se avete la voglia di guardarlo con impegno più e più volte.
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