mercoledì 13 novembre 2019

L'amica mortale - Dampyr n. 236

Ecco qua, dopo la lunghissima macrolinea narrativa dei Grandi Antichi, macrolinea che ha diviso i lettori (a me è piaciuta molto), Dampyr torna a sfornare un albo ultra classico.
Protagonista è Ann Jurging, che abbiamo visto anche nel numero scorso.
La nostra ultrapotente veggente si trova a rivivere un episodio del suo triste passato. Un episodio, però, che sembra tornato prepotentemente nel presente e che sembra destinato a lasciare una scia di sangue. Se da un lato, infatti, Ann ricorda quando si trovò a vivere prigioniera della strega Helena Morkov, dall'altro atroci rituali si stanno svolgendo un Germania: un gruppo di giovani ballerine di danza classica, infatti, sembrano cibarsi dei propri innamorati all'interno di un rito sanguinolento.

Abbiamo quindi un albo dalle forti tinte horror, che non disdegna virate sullo splatter e sul mistero, senza tralasciare un lato sentimentale che perfettamente si incastra in questo tipo di storia.
Per quanto io sia uno di coloro che ha apprezzato la saga dei Grandi Antichi coi suoi risvolti a tratti pesantemente fantasy, devo dire di aver sentito un po' la mancanza di questi albi.
Perché, non dimentichiamocelo, Dampyr è una serie a fumetti inquadrabile sotto il genere horror.
Devo dire che le atmosfere di quest'albo mi sono parse particolarmente inquietanti e disturbanti, proprio come dovrebbe fare qualsiasi opera horror. L'amica mortale è quindi un albo che mi sento di promuovere a pieni voti.
Un plauso quindi allo sceneggiatore Giorgio Giusfredi che non avevamo il piacere di leggere dai tempi dell'albo 221, più di un anno fa. Forse questo è il migliore albo sceneggiato da Giusfredi, anche se se la gioca con Il figlio di Erlik Khan. Sicuramente è il più piacevolmente horror.
Veramente inquietante e particolarmente riuscita è anche la copertina del solito Enea Riboldi. Bello anche l'effetto di Harlan riflesso nello specchio.
Ottimo lavoro anche da parte dell'autore dei disegni, Alessio Fortunato. Se devo essere sincero quando lo incontrai per la prima volta in questa serie non riuscii ad apprezzarlo fino in fondo, ma ora, non so se perché ho imparato a conoscere meglio il suo tratto o perché ha avuto una sua evoluzione, trovo i disegni di Fortunato estremamente evocativi, con quel ché di onirico che si adatta superbamente e molte delle atmosfere che gli sceneggiatori voglio creare per gli albi di Dampyr.
E adesso non ci resta che aspettare il Krampus, che finalmente fa il suo esordio su Dampyr!

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