Una delle caratteristiche della lunga saga di David Gemmell è che uno potrebbe anche prendere un libro a caso e non avrebbe alcuna difficoltà a leggerlo.
La saga, che non è stata scritta in ordine cronologico, si suddivide in tre diversi cicli dedicati ad altrettanti personaggi, più alcuni romanzi autoconclusivi, ma alla fine ogni romanzo può essere letto senza sapere niente di quello che è avvenuto negli altri.
Ad esempio in questo caso Il lupo dei Drenai è il secondo capitolo del ciclo di Waylander, ma Gemmell è stato abbastanza abile da renderlo assolutamente comprensibile per tutti.
Senza fare spoiler, sono trascorsi vari anni dal precedente capitolo con protagonista Waylander/Dakeyras. Ora l'ineffabile assassino si è ritirato nei boschi e vive con la figlia (adottiva) Miriel, mentre la moglie è morta e l'altra figlia si è sposata ed è andata a vivere col marito.
Ma il passato ritorna e viene viene messa una taglia sulla testa di Waylander. Sono molti gli assassini ad accorrere, ma scopriranno che c'è un motivo se la fama di Waylander è diventata leggendaria.
Poi la trama prende una strana piega, si aggregano alla famiglia anche Angel, un gladiatore sfigurato amico di Waylander, Senta, un abile spadaccino e Belash, un Nadir che faceva parte di un gruppo di assassini che dovevano uccidere Dakeyras. Waylander si separa dal gruppo e tutti finiscono per partecipare alla guerra fra i Nadir e Ventria avendo fra l'altro un ruolo fondamentale. Ah, c'è anche Dardalion, che ha costituito i Trenta. I primi Trenta, i preti guerrieri.
Dai, non ho rivelato troppo.
Se il primo romanzo era risultato un po' troppo grezzo, lo stile di Gemmell aveva poi preso una sua direzione ben definita, rimanendo sempre rude, ma in maniera più stilistica e anche la qualità dei romanzi era cresciuta costantemente, tanto che Waylander dei Drenai era stato un ottimo romanzo e L'ultimo eroe dei Drenai forse ancora meglio (sono pareri personali ovviamente). Ecco, questa volta, per la prima volta, ho notato un passo indietro. Dal punto di vista stilistico il modo di scrivere di Gemmell lo conosciamo; piaccia o no è quello. Il problema invece è che la trama questa volta inizia a manifestare uno dei problemi della maggior parte delle saghe di questo tipo con l'andare del tempo. L'eroismo, caratteristica di Gemmell, resta, ma il tutto inizia a sapere un po' di già letto. Il personaggio di Waylander resta affascinante e potente, così come tutti gli eroi di Gemmell e anche gli altri personaggi, seppur un po' troppo tagliati con l'accetta, com'è solito fare l'autore, sono stati caratterizzati, ma onestamente questo nuovo romanzo, seppur piacevole, non porta niente di nuovo. Anzi, si trascina un po' troppo a seguito di una trama che per una volta non pare del tutto spiegabile. E ancora una volta assistiamo al manipolo di eroi impegnati in una difesa disperata e senza speranze. Per carità, Gemmell ce la mette anche tutta, ma leggendo le pagine di questo romanzo non mi sono emozionato come con i precedenti.
Chissà se sarà stato solo un passaggio a vuoto o se questo romanzo sarà il primo di una parabola discendente.
Comunque non mancherò di scrivervelo. Perché in ogni caso trovo giusto dare almeno un'altra possibilità a Gemmell.


Nessun commento:
Posta un commento