E venne il giorno è un film di fantascienza catastrofica del regista
americano, di orgini indiane, M. Night Shyamalan. Dello stesso regista
anche gli ottimi Il sesto senso e Unbreakable, entrambi con Bruce Willis
e il favoloso The village, ma anche i più modesti, ma degni, Signs e
After Earth (vabbè, questo l’ha fatto dopo). Tutti i film di cui ha
curato anche la sceneggiatura.
E da uno bravo ci si aspetta sempre il massimo. Solo che non sempre
il massimo arriva. In questo caso, per la verità, forse non arriva
nemmeno il minimo sindacale. Peccato, perché l’idea di partenza non era
affatto male.
Ma di cosa parla E venne il giorno? Tutto il film si basa su una
trama molto semplice. All’improvviso, in alcune città del nord est degli
Stati Unite le persone, dopo aver respirato una non ben identificata
tossina, vanno in tilt e tendono a suicidarsi con quello che trovano.
All’inizio si pensa che sia un attacco terroristico, ma, mentre il
fenomeno si allarga, si scopre che le cause, per la verità solo
ipotizzate, sono ben altre. La diffusione della tossina è inarrestabile e
chi non l’ha ancora respirata può solo cercare di fuggire, ma non si sa
bene dove. I protagonisti sono tutte persone normali, che vivono una
vita normale e che viene stravolta dal terribile fenomeno.
Il problema è che la pellicola, che sembra a basso costo, ma che
comunque è stata realizzata con un budget di circa 60 milioni di dollari
(dove li avrà spesi Shyamalan???) non rende. Non c’è tensione e i
singoli avvenimenti sembrano buttati lì a caso. Le sottotrame, poche,
per la verità, sono deboli quando non addirittura poco credibili, i
dialoghi non funzionano e gli attori sembrano abbandonati a sé stessi.
Non sono un fan di Mark Wahlberg, ma comunque credo che questo sia
uno dei suoi peggiori film. La stessa cosa si può dire di Zooey
Deschanel. Con una regia più incisiva sanno fare sicuramente di meglio.
E così l’uomo comune, che in mezzo a tanti altri esseri umani comuni
sta cercando di fuggire a qualcosa di più grande, finisce per trovarsi
nelle situazioni più irreali. A un certo punto viene quasi da chiedersi
se Elliot Moore, il personaggio principale interpretato da Wahlberg, non
sia destinato a incontrare tutti i soggetti più pazzi che abitano
l’America. Solo per esigenze di trama. Trama, peraltro, che a un certo
punto si perde.
Sono assurdi i due ragazzini, che hanno perso le rispettive famiglie e
che, senze particolari contraccolpi psicologici, si legano al gruppo di
Elliot, ridendo e scherzando col protagonista (che poi la loro utilità è
puramente quella delle vittime sacrificali). Così com’è assurda la
Signora Jones, la cui trama sembra inserita per dare una spruzzata di
horror. Ma anche questa strada narrativa poi non viene percorsa e quindi
il suo personaggio e le vicende ad esse correlate servono a poco.
Personalmente non ho empatizzato con Elliot e non ho sperato
ardentemente che riuscisse a salvarsi. Così come non mi ha detto nulla
la crisi coniugale, poi risolta durante il film, che ha con la moglie.
A parte un buon titolo (solo quello italiano. Quello originale è The
Happening), un’idea mal sviluppata e gli occhi della Deschanel, di
questo film resta ben poco.
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