Con il romanzo La polvere dei sogni inizia il ciclo conclusivo della
lunghissima saga di Steven Erikson, Il Libro Malazan del caduti. Come
annuncia lo stesso Erikson nell’introduzione, a differenza di tutti gli
altri volumi della saga che potrebbero essere considerati
autoconclusivi, in questo due caso gli ultimi due romanzi andrebbero
intesi come un unico lunghissimo libro.
Ma se il lettore si aspetta di trovare le varie macrotrame che si
vanno a fondere nel gran finale, ancora una volta Erikson riesce a
stupirlo. Certo, le macrotrame ci sono e la superconvergenza inizia ad
arrivare, ma Erikson si mantiene e inserisce nuove sottotrame, come
quella del Serpente, una lunga carovana di bambini che fugge nel deserto
delle terre dolate del continente di Lether, inseguiti da… non si sa
cosa.
Nella polvere dei sogni troviamo anche un’importante evoluzione della
fino qui lentissima trama degli Shake, così come arriva a una svolta
quella dei Barghast e del loro nuovo condottiero, il redivivo Imass
Tool. Non mancano i sempre splendidi passaggi che riguardano i
Cacciatori di Ossa, che lasciano la capitale dell’impero, per
intraprendere un improbabile viaggio verso le terre desolate. Un viaggio
che rischia di distruggere il fortissimo esercito, in quanto i saldati
da un lato non sanno cosa andranno ad affrontare e dall’altro iniziano a
soffrire la lunga inattività. Con i soldati Malazan troviamo anche un
esercito di Letherii guidati da Brys Beddict e, ad attenderli fuori
dalla capitale, anche le Lacrime Bruciate e gli Elmi Grigi Perish.
Per la verità La polvere dei sogni è un romanzo piuttosto lento,
soprattutto perché, volutamente, è un romanzo (di 1200 pagine!) che
serve per preparare e introdurre ciò che avverrà nel romanzo conclusivo.
Quindi oltre alla tradizionale lentezza di Erikson, che non si può
certo dire che sia uno scrittore dal ritmo incalzante, qui si aggiunge
una lunghissima preparazione degli eventi.
Eppure devo dire che, per quanto mi riguarda, la lettura della polvere dei sogni è stata velocissima.
Sarà il desiderio di leggere il finale della saga, dal quale ci si aspettano i fuochi d’artificio.
Sarà che ormai il mondo di questa complessisima ambientazione ce l’ho
dentro, l’ho metabolizzato e le difficoltà iniziali nel fare i
collegamenti e capire i vari passaggi è superata.
Sarà che ancora una volta Erikson ci fa conoscere e ci descrive
personaggi decisamente sopra la media, le cui vicende riescono ad
appassionare anche quando non accade nulla.
Sarà che non è proprio vero che non accade nulla. Sul continente
arriva Draconus. E Draconus non è uno che arriva in sordina. E poi c’è
comunque una battaglia finale, contro i fortissimi K’Chain Nah’ruk,
durante la quale i Malazan hanno modo di dimostrare ancora una volta il
loro eroismo. Il passaggio in cui Brys vede combattere i nuovi Arsori di
Ponti e dice sottovoce “ma che soldati siete?”, stupito per quello che
riescono a fare, è da brividi.
Insomma, la polvere dei sogni sarà anche lento, ma passa che è un piacere. E introduce al meglio il gran finale.
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