Partiamo dal presupposto che le storie che giocano sui paradossi
temporali già per questo mi piacciono. E quando la trama diventa
abbastanza intricata da non capire cosa stia accadendo, è ancora meglio.
Per Time Lapse le premesse sono tutte soddisfatte.
Credo che il primo film che ho visto nel quale sono stati trattati i
viaggi nel tempo e i conseguenti paradossi temporali sia stato l’ormai
mitico Ritorno al futuro. Ai tempi ero un bambino, ma capii subito che
ne volevo ancora!
In realtà il gioco relativo al paradosso temporale messo in piedi da
Bradley Dean King nel suo Time Lapse è un po’ anomalo rispetto al
solito, ma in questo caso l’espediente del viaggio nel tempo (o di
qualcosa che riesce a viaggiare nel tempo) è talmente centrale nella
trama da essere quasi come un protagonista e la pellicola si pone come
un piccolo cult dell’argomento.
Ma veniamo alla trama, senza spoiler.
Si parte dai tre protagonisti, Finn, un custode/manutentore di un
complesso condominiale, che aspira a diventare un pittore, ma è in crisi
creativa, la sua ragazza, Callie, cameriera in un ristorante e
aspirante scrittice e Jasper, miglior amico di Finn, consumatore e
spacciatore di pillole varie e scommettitore incallito di corse fra
cani. I tre, che vivono in un piccolo appartamento sito al piano terra
del condominio presso il quale lavora Finn, un giorno scoprono che il
loro dirimpettaio, il signor B., è morto e all’interno del suo
appartamento trovano una gigantesca macchina fotografica puntata verso
il loro soggiorno.
Inizialmente pensano che il signor B. sia un guardone, ma poi
scoprono che la macchina fotografica è un geniale esperimento
scientifico: è infatti in grado di imprimere su pellicole istantanee
immagini di eventi che avvereranno 24 ore dopo. La foto viene scatta
automaticamente ogni giorno alle 8 di sera. Finn vorrebbe chiamare la
polizia per denunciare la morte del signor B., Callie è indecisa e
Jasper propone di utilizzare la macchina per comunicare ai loro stessi
del passato i risultati delle corse dei levrieri, in modo da poter
scommettere e vincere.
Dopo lunghe discussioni decidono di attendere la prossima foto per
capire cos’avranno fatto nel futuro. La foto, che li farà cadere in un
circolo vizioso, ritrae i tre ragazzi con un foglio attaccato al vetro
della finestra che indica i risultati di una corsa. La decisione è
presa. Per evitare di cambiare il futuro, dato che temono che il signor
B. sia morto proprio a causa del suo tentativo di mutare gli eventi,
Jasper inizia con le scommesse. Nella foto si vede anche un quadro
dipinto da Finn, che, quindi, può ricopiarlo e vincere la sua crisi
creativa. E inizia anche il delirio. Ovviamente quando si gioca col
tempo, le conseguenze possono essere gravi.
In tutte le storie in cui qualcuno può conoscere il futuro
inevitabilmente cercherà di cambiarlo in suo favore o, quantomeno,
cercherà di evitare eventi spiacevoli. Qui il gioco è diverso, perché
Finn, Callie e Jasper vogliono fare in modo che le cose vadano
esattamente come mostrato dalle foto! Ogni giorno l’arrivo di una nuova
foto diventa sempre di più un evento portatore di ansia, perché i tre
ragazzi dovranno prodigarsi perché tutto avvenga come nella foto stessa.
Se spesso, nella realtà, ci troviamo a essere schiavi del passato, nel
film di King i protagonisti diventano schiavi del loro futuro, incapaci
di capire se le loro azioni possano realmente cambiare gli eventi o se
tutto sia ineluttabile.
In un crescendo di tensione e di situazioni che peggiorano da un
giorno all’altro, da una foto all’altra, arriva la paranoia, causata
dalle pastiglie che Jasper continua ad assumere senza controllo, da
nuovi soggetti che compaiono nelle foto, da un bacio fotografato fra
Callie e Jasper mentre Finn sta dipingendo e molto altro. Il tutto
ovviamente degenererà, con una rivelazione finale da far pardere la
testa agli amanti dei paradossi temporali.
Stiamo parlando di un film a bassissimo costo, nel quale la maggior
parte delle scene si svolgono in una stanza dell’appartamento dei tre
protagonisti e anche per le restanti scene gli ambienti utilizzati sono
pochi e di facili. Il film è quindi semplicissimo nella sua
realizzazione, quanto complesso nella trama, a causa di quel continuo
paradosso temporale che, dalla scoperta della macchina fotografica,
troneggia sull’intera pellicola.
Quello che ci si chiede è: chi decide cosa i tre personaggi dovranno
fare? Le decisioni che riguardano cosa dovranno fare di volta in volta
le hanno prese loro stessi, ma nel momento in cui le devono prendere,
sono condizionati dallle decisioni che, a causa della foto, sanno di
aver già preso nel futuro. Il paradosso è ben sintetizzato dai quadri di
Finn. Anche dopo aver scoperto la macchina fotografica, il ragazzo
resta in crisi creativa, dato che un giorno, vedendo una tela bianca
nella foto, non riesce a ideare alcun disegno. I quadri vengono
realmente dipinti da Finn, ma ogni volta li copia dall’immagine del
quadro che farà. Quindi quando riesce a vincere la crisi crativa?
King è anche abile a non cadere in inutili errori. Non ci sono
improbabili spiegoni scientifici sul funzionamento della macchina
fotografica. I tre ragazzi non sono scienziati, quindi non si chiedono
come la macchina possa funzionare e l’aspetto scientifico, che sarebbe
stato improbabile, viene saggiamente tralasciato.
Alla fine alla pellicola manca qualcosa per essere un capolavoro.
Forse si poteva osare un po’ di più e il film sfiora più volte quello
che non diventa, ma il giochino regge e il castello messo in piedi da
King funziona. Anche i tre attori, Matt O’Leary, Danielle Panabaker e
George Finn, nell’ordine Finn, Callie e Jasper, fanno la loro parte,
anche se va detto che anche loro, a tratti, sfiorano l’eccellenza, ma
forse non osano andare fino in fondo.
Il film resterà comunque un piccolo gioiello dei paradossi temporali,
anche se credo sia meglio non scervellarsi troppo per capirne la
logica. Soprattutto alla luce della rivelazione finale, non sono sicuro
che tutto abbia una spiegazione logica e, anzi, sospetto che ci sia
qualche falla. D’altronde, come ci ricorda più volte lo stesso Jasper, è
pericoloso giocare col tempo.
Non potevano fotografare I biglietti della lotteria o le quotazioni di Borsa?
RispondiEliminaFanno qualcosa di simile con le corse dei levrieri no?
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