Finalmente sono tornato a recensire film vecchi: ormai questo blog non lo riconoscevo più! Che poi questo è solo del 2015, ma va bene lo stesso.
Il regista, Ron Howard, dopo aver diretto ottime pellicole come Rush, EdTV, A beautiful mind e altre, ma aver interpretato anche Richard Cunningham in ben 171 episodi di Happy Days, ha deciso di cimentarsi nella narrazione della storia da cui è nato il celebre romanzo di Moby Dick di Herman Melville, Heart of the sea (maledetta questa moda di lasciare i titoli in inglese).
Curiosa la storia di Herman Melville. Dopo aver raggiunto la fama grazie ai suoi romanzi marinareschi, Melville scrisse Moby Dick, romanzo che fu un clamoroso fallimento commerciale e che decretò il declino dell'autore. Poi, una trentina d'anni dopo la morte di Melville, Moby Dick fu riscoperto, diventando una delle principali opere della letteratura americana e mondiale.
Heart of the sea parte proprio con Herman Melville, interpretato da Ben Whishaw, che nel 1850, in cerca dell'ispirazione per scrivere un nuovo romanzo, incontra Thomas Nickerson (Brendan Gleeson), un vecchio ubriacone, ancora stravolto da un'esperienza vissuta in gioventù...
durante la quale fu tra i pochi sopravvissuti del tragico naufragio della nave baleniera Essex, distrutta da una balena gigantesca nel 1820.
Protagonista della storia è Owen Chase (Thor/Chris Hemsworth), un esperto baleniere di umili origini, che, malgrado gli sia stato promesso il comando di una nave per via della sua carriera impeccabile, viene costretto dagli armatori di Nantucket ad arruolarsi come primo ufficiale della Essex, comandata dall'inesperto George Pollard (Benjamin Walker), il quale riesce a ottenere il posto in quanto figlio di una rispettata famiglia di comandanti di baleniere. Dell'equipaggio fanno parte, fra gli altri, anche l'ufficiale in seconda Matthew Joj (Cillian Murphy), il giovane cugino di Pollard Owen Coffin (Frank Dillane) e il novellino Thomas Nickerson (Spider Man/Tom Holland).
Il film procede descrivendoci la dura vita dei balenieri, le privazioni (Owen Chase ha lasciato a casa la moglie incinta e sa che il suo viaggio durerà non meno di 1-2 anni!), le tempeste, le difficoltà legate alla cattura dei capodogli, il recupero dell'olio (quello era l'obiettivo delle navi baleniere, dato che ancora non si usava il petrolio), la progressiva scomparsa delle balene e la conseguente necessità di andarle a cercare in zone inesplorate, ecc. Il tutto coronato dalla rivalità fra il primo ufficiale Owen Chase e il capitano George Pollard.
Le difficoltà e la durezza del lavoro raggiungono l'apice quando la nave Essex viene affondata da una gigantesca balena e i pochi superstiti si trovano soli, sperduti in mezzo all'Oceano Pacifico a bordo di tre piccole scialuppe di salvataggio, senza acqua e viveri e in balia dei venti e delle correnti. Se la vita del baleniere è dura e aspra, quella del naufrago lo è molto di più e per non morire i pochi sopravvissuti dovranno fare delle scelte inquietanti che li cambieranno e li segneranno per tutta la vita.
Clamorosamente Heart of the sea fu un flop al botteghino e non riuscì nemmeno a incassare abbastanza per coprire le spese di produzione (97 milioni di dollari a fronte di 100 spesi), forse a causa della critica americana che lo stroncò immediatamente, forse a causa di una sbagliata promozione delle Werner, appena uscita dal clamoroso flop del film su Peter Pan o forse dall'errore di voler fare un blockbuster con una pellicola che blockbuster non è.
In realtà, invece, a me Heart of the sea è sembrato veramente un buon film. Quasi tutto funziona a dovere. Il realismo della vita dei balenieri è duro e crudo e, malgrado io sia uno di quelli che non possono fare a meno di tifare per la balena, ho empatizzato con i protagonisti. E' narrata anche molto bene la rivalità fra Owen Chase e George Pollard, due personaggi forti che alla fine riusciranno anche a incontrarsi nella tragedia. Così come sono fatte bene le varie scene d'azione (ma con 100 milioni di dollari non è che si può sbagliare). Buone, per me, anche le riflessioni filosofiche che il film spinge a fare e che poi sono le stesse che Herman Melville riuscì a mettere nel suo libro. Certo, nel film sono sbattute in faccia allo spettatore e Howard non ci gira attorno, lasciando che sia proprio lo spettatore a metterci del suo, ma a me sta bene così. Un plauso anche agli attori, secondo me tutti perfettamente in parte. Credo che Chris Hemsworth, al netto della bellezza e del fisico, stia diventando un attore sempre più sottovalutato, vittima proprio dell'aspetto esteriore. Se nei primi due Thor mi era sembrato un po' troppo impostato, nel terzo Thor, ma anche nell'ottimo Rush e in questa pellicola ha dimostrato di essere anche un bravo attore.
Forse l'unica cosa che non rende del tutto è la parte con Herman Melville e il racconto del vecchio Thomas Nickerson. Gli attori fanno il loro dovere e il racconto liberatorio ha un suo perché, ma nel complesso il tutto in rende. Ho anche l'impressione, inoltre, che il doppiaggio non sia il massimo, ma questo accade ormai spesso.
Nella realtà la genesi del romanzo andò in maniera leggermente diversa. Moby Dick fu ispirato non a uno, ma a due eventi realmente accaduti. Uno fu realmente il naufragio della Essex a causa dell'urto con un capodoglio, narrato anche dal primo ufficiale Owen Chase in un testo da lui pubblicato e durante il quale si verificarono più o meno gli avvenimenti del film. Il secondo fu l'uccisione del capodoglio albino Mocha Dick, un feroce capodoglio che sembrava attaccare le navi baleniere in maniera calcolata e premeditata. Il romanzo, comunque, pur ispirandosi a questi due avvenimenti reali, è farina del sacco di Melville.
E' singolare come sia il romanzo, sia questo film nel quale compare un personaggio che è lo stesso Melville abbiano raccolto entrambi meno di quello che dovevano raccogliere. Spero che anche il film, come già accadde per il romanzo, venga rivalutato in futuro.
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