Lo so, l'albo n. 234 è appena uscito in edicola e io sto inserendo sul blog la recensione del numero del mese scorso. Coi film riesco a fare di molto peggio, scrivendo recensioni di pellicole che hanno anche più di dieci anni, ma con serie mensili di fumetti quest'abitudine non può funzionare.
Ma un albo come questo, anche se non ho avuto prima il tempo di scrivere qualcosa, non potevo lasciarlo fuori dal blog.
La trama de "I Grandi Antichi" riprende esattamente da dov'era terminata quella del 232, "La compagnia guerriera", andando a completare una doppia fantasy mozzafiato e proseguendo alla grande la lunga fase finale (forse) della macrotrama dei Grandi Antichi, le malvagie e misteriose divinità provenienti da un altro mondo, inventate da H. P. Lovecraft e riprese da molti autori successivi, fra cui il nostro Boselli, padre della serie Dampyr.
Harlan, Kurjak (comprimario della serie, ma protagonista di questa doppia), Tesla e Savnok, a fianco delle amazzoni guerriere di Rhaleya, stanno combattendo l'orda del caos del principe infernale ribelle Alastor e dei suoi alleati, i Grandi Antichi, che tramano per ritornare nel multiverso e dominarlo. Una guerra che fa parte, quindi, di un epico conflitto mondiale, anzi, universale. O, ancora meglio, multiversale! Un conflitto di una portata tale da spingere all'azione diretta anche gli altri principi infernali, primo fra tutti lo stesso Iblis, in questo caso, ma non è la prima volta, alleati di Harlan e soci. Mentre Caleb Lost e Nicolaus si muovono dietro le quinte, partecipa direttamente allo scontro al fianco del figlio anche il maestro delle tenebre Draka che, piccolo spoiler, ma tanto l'albo l'hanno già letto tutti, vedremo nientemento che in uno scontro diretto col più forte dei Grandi Antichi, Nyarlathotep. Senza dimentacare che proprio Kurjak, il quale qui deve far coesistere la sua ormai storica fidanzata vampira Tesla, con Dandy, l'amazzone guerriera che vediamo in copertina e che fu la compagna del rude soldato quando vistò l'altra volta il suo mondo, undossa suo malgrado la pallida maschera della verità, che è parte di Nyarlathotep stesso.
L'albo 233 è un fumetto che completa perfettamente e senza cali di tensione l'epica avventura iniziata nel numero precedente, con tanto di scontri disperati contro forze quasi impossibili da affrontare, geste eroiche e quant'altro si possa chiedere a un fumetto come questo.
Forse I Grandi Antichi, così come il precedente albo, non avrà soddisfatto del tutto i lettori storici di Dampyr che non apprezzano pienamente queste toccate spregiudicatamente fantasy (e questa volta di fantasy ce n'è parecchio, a partire da una super copertina del solito Enea Riboldi), ma per quel che mi riguarda resterà un numero storico di questa collana che merita di essere letto e riletto più volte nel tempo.
Forse la saga dei Grandi Antichi, confrontata con altre che abbiamo potuto leggere in questi quasi vent'anni di storia editoriale di Dampyr, non ha appassionato tutti i lettori, come molti affermano su vari blog e social, ma, partita nel lontassimo numero 8 del 2000, sta vivendo in questi ultimi albi un epilogo (ma sarà un epilogo?) veramente movimentato ed emozionante.
Un plauso a Maurizio Rosenzweig, il disegnatore chiamato a realizzare questi due albi, che, pur avendo un tratto decisamente particolare e abbastanza insolito su queste pagine, è riuscito a barcamenarsi in questa royal rumble di personaggi, dando vita a scene di combattimento concitate e dinamiche. Va detto, comunque, che la sceneggiatura dell'esperto Boselli è riuscita a gestire in perfetto equilibrio tutti questi eventi e questi personaggi, dedicando sempre i giusti spazi.
E ora non resta che scoprire il destino di Kurjak sull'albo 234!
Nessun commento:
Posta un commento