lunedì 18 ottobre 2021

Dune

  

Finalmente è arrivato al cinema l'attesissimo remake del celebre film Dune del 1984 di David Lynch, a sua volta trasposizione del romanzo omonimo di Frank Herbert del 1965.

E finalmente sono stati anche riaperti i cinema!

Andiamo subito alla trama, in breve e senza spoiler, che tanto è nota.

In un indefinito futuro l'impero umano intergalattico toglie il controllo del pianeta Arrakis, detto anche Dune, alla crudele famiglia Harkonnen. Sul pianeta Arrakis si raccoglie la "spezia", una droga sacra dei nativi Fremen e, soprattutto, l'unica sostanza che rende possibili i viaggi interstellari. Il controllo del pianeta viene affidato alla famiglia Atreides, una casata la cui popolarità sta pericolosamente crescendo in tutto l'impero.

Questo nuovo compito si rivelerà però una trappola e il rampollo della famiglia, Paul Atreides, si troverà presto a passare da erede a fuggitivo.

Di più non scrivo, che se volete saperne di più, guardatevi questo nuovo film di Denis Villeneuve, oppure guardatevi la trasposizione del 1984 di David Lynch o, ancora meglio, leggetevi l'omonimo romanzo di Frank Herbert del 1965, il cui film di Villeneuve traspone la prima metà. E non provate a dire che qua qualcuno ha copiato da Guerre Stellari. Semmai è il contrario, come ha ammesso lo stesso George Lucas.

Dune è un po' la storia della fantascienza, trasposto al cinema in modo visionario e fra mille difetti da Lynch e poi, in modo altrettanto visionario da Villeneuve, che già aveva diretto Arrival nel 2016 e, soprattutto, Blade Runner 2049 nel 2017, sequel del Blade Runner del 1982 di Ridley Scott, dimostrando di andarci forte anche lui. Villeneuve quindi è uno che non ha paura a toccare i classici del genere e ora ci ha provato con questo Dune, che riprende la prima metà del romanzo di Herbert.

Dune è un film lungo, pesante, spesso volutamente lento, seppur non privo di momenti di azione niente male. È un film con una fotografia notevole, pieno zeppo di scene che vogliono essere fighe e che riescono perfettamente nell'intento.

Dune è anche un film dove le musiche e gli effetti sonori sono protagonisti tanto quanto gli attori, se non di più, tanto da diventare fondamentali ai fini della narrazione, grazie anche al mitico Hans Zimmer, che se non sapete chi sia, andate a cercarlo su Wikipedia e scoprirete che ha scritto la colonna sonora di moltissimi film che avete visto.

Ma Dune non è un film facile. Intanto siamo, col romanzo di Herbert, in un contesto che potremmo definire una sorta di bibbia della fantascienza ed è una pellicola che esce al cinema dopo la travagliata trasposizione di Lynch del 1984, film che fu un flop clamoroso. ma che fu capace, negli anni, di diventare un vero e proprio cult. E, va detto, Villeneuve viene dall'impresa titanica di dirigere il sequel di quell'altro classico della fantascienza che è Blade Runner, anch'essa fallita. Insomma, Villeneuve sceglie un soggetto che sa benissimo che sarà complicatissimo da gestire e decide di metterlo in scena senza ammiccare troppo al grande pubblico. Villeneuve realizza quindi un vero e proprio colossal, pieno zeppo di attori noti e anche bravi e con costi da colossal (165 milioni di dollari). E quindi Villeneuve è pure riuscito a trovare qualcuno che investisse un sacco di soldi su di lui, dopo i deludenti risultati del precedente tentativo.

Pellicola quindi difficile anche da guardare, soprattutto se ci sia aspetta di vedere qualcosa di molto commerciale, in stile Guerre Stellari o giù di lì, perché, anche se Villeneuve non schifa certo il botteghino, non vuole produrre una semplice commercialata, sprecando la dote visionaria contenuta nel romando di partenza. E non la spreca.

Ma alla fine Villeneuve ce la fa?

Io direi proprio di sì.

Dune risulta proprio il prodotto che vuole essere, un film tosto da vedere, pesante, avvincente eppure lento, spettacolare e piacevole quanto può esserlo un film che non parte con l'obiettivo di essere puramente commerciale. Non sono in grado di dire al momento se rimarrà nella storia (il Dune di Lynch fu inizialmente bocciato, poi nella storia c'è finito ugualmente), ma per quel che mi riguarda non vedo l'ora vedere la seconda parte. Anche se non sono sicuro che il pubblico si aspettasse il tipo di film che Villeneuve ha prodotto.

E gli attori?

Conoscevo poco Timothée Chalamet, il protagonista e ho l'impressione che questo soggetto sarà protagonista di parecchie altre ottime pellicole, perché se la cava molto bene. Brava Rebecca Ferguson, fredda e dura come deve essere il suo personaggio, la madre di Paul, non del tutto convincente invece Oscar Isaac, il padre, per lo meno. non sempre convincente in tutta la pellicola. Veramente disgustoso e inquietante Stellan Skarsgård nei panni del malvagio barone Harkonnen, perfettamente riuscito. Un po' troppo rigido Jason Mamoa, che interpreta un personaggio che sembra fatto apposta per lui, ma che risulta alla fine meno carismatico di quanto l'hawaiano avrebbe potuto renderlo. Ma forse Mamoa, con quel fisico e quell'aspetto lì, risulta un po' incastrato nei soliti personaggi (cosa che, ad esempio, non è successa a Chris Hemsworth che, invece, ha esplorato anche la sua vena comica). Se la cava molto bene invece Zendaya nei panni della misteriosissima Chani. Nel cast anche Josh Brolin, Dave Bautista (poco presente, per la verità), Javier Bardem e altri, tutti più o meno in parte.

Insomma, una pellicola che, per quel che mi riguarda, è promossa, ma che temo dovrà fare i conti col box office.

Nessun commento:

Posta un commento

Powered By Blogger