lunedì 4 aprile 2022

Granchio Nero

 

Granchio Nero (Black Crab o Svart Krabba nell'originale svedese) è una recentissima pellicola prodotta in Svezia con protagonista una delle più note attrici nordiche del momento, Noomi Rapace, diventata famosa in tutto il mondo per aver interpretato il personaggio di Lisbeth Salander nella trilogia Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, film tratti dagli omonimi bestseller di Stieg Larsson. Poi, grazie al successo di queste pellicole, Noomi Rapace è stata chiamata a recitare in numerose produzioni internazionali, fra cui Sherlock Holmes - Gioco di ombre di Guy Ritchie, Prometheus e Alien:Covenant di Ridley Scott, Passion di Brian De Palma e altri, fra cui il recente Bright. Ma a un certo punto l'attrice gitano-svedese deve aver deciso di tornare a recitare in pellicole nordiche e la rivediamo in questo nuovo film svedese.

Di cosa parla Granchio Nero?

Siamo in un futuro imprecisato non troppo lontano nel tempo e in un contesto distopico, nel quale le cose non devono appunto essere andate benissimo. In un qualche non ben definito stato nordico si sta combattendo una guerra e Caroline Edh (Noomi Rapace), in fuga in auto con la figlia, Vanja (Stella Marcimain Klintberg), viene fermata da dei militari che rapiscono entrambe e le separano.

Ritroviamo Caroline qualche tempo dopo, direi anni, ma le spiegazioni non abbondano. La donna, che è diventata un soldato e della figlia non sappiamo più nulla, viene ingaggiata per far parte di una squadra che dovrà consegnare dei misteriosi contenitori in una base che si trova oltre il territorio nemico, in un arcipelago completamente ghiacciato. La riuscita della missione sarà fondamentale per stabilire gli esiti della guerra. Caroline viene scelta per le sue abilità come pattinatrice, dato che la maggior parte del percorso dovrà essere coperto pattinando, abilità possedute anche dagli altri membri del gruppo, Nylund (Jakob Oftebro), Malik (Dar Salim), Karimi (Ardalan Esmaili) e Granvik (Erik Enge), gruppo che verrà capitanato da Forsberg (Aliette Opheim).

Oltre al fatto che pare evidente che questa è una missione che definire suicida è poco, l'armonia nel gruppo non regna proprio sovrana. Nylund deve condurre inizialmente Caroline alla base da cui parte la missione, ma strada facendo si ferma col proprio mezzo e scende, entrando in un edificio e chiedendole di aspettarla. Ovviamente Caroline scende e viene aggredita da dei disperati dovendosi difendere e finendo per scappare, abbandonando Nylund, che ritroverà solo dopo. E così due dei personaggi principali sono diffidenti l'uno dell'altra e anche i rapporti fra gli altri non sono proprio idilliaci. Proprio Caroline è la più determinata del gruppo, dato che le viene detto che presso la destinazione troverà la figlia Vanja in un campo profughi.

Già vivere nell'estremo nord non deve essere facilissimo. Combattere deve poi essere anche peggio e la pellicola ci mostra tutte le difficoltà cui va incontro il gruppo. Senza spoilerare troppo, i problemi si presentano già da subito. Perché il mare attorno all'arcipelago è sì ghiacciato, ma non sempre il ghiaccio regge. E infatti proprio all'inizio della missione Forsberg affonda e cade nell'acqua perdendo la vita. E così il gruppetto si trova subito senza un capo, sostituito poi da Nylund, il più alto in grado e, soprattutto, si ritrova totalmente senza informazioni sulla missione in corso.

E così la pellicola continua in questo pesante clima nordico che fa soffrire sia i personaggi, sia lo spettatore, proseguendo con quella sensazione di non detto che rimarrà fino alla fine. Perché fino alla fine non sapremo quasi nulla. Quali sono le fazioni in lotta? Dove ci troviamo? Cos'ha causato la guerra? Perché la popolazione è nelle condizioni che vengono descritte? Chi sono i "buoni"? Sempre che si possa parlare di buoni in una guerra. Anzi, se c'è una cosa che il film ci dice, è proprio che in una guerra la fazione giusta non esiste. Addirittura gli avversari vengono definiti "il nemico", in maniera così totalmente e volutamente generica.

La tensione c'è, dall'inizio alla fine, così come la curiosità per cercare di capire come andrà a finire e questa mancanza di informazioni ha un effetto straniante non solo sui personaggi, ma anche sullo spettatore. Tutto il film risulta drammatico e credo che questa sia una delle poche pellicole in cui non si  vede nemmeno un sorriso. Da subito si capisce che non può finire bene, anche perché, comunque vada a finire, è chiaro fin da subito che di buono non c'è proprio nulla.

E i personaggi?

Ecco, qui, forse, c'è la pecca principale della pellicola. Il gruppo non è particolarmente numeroso e i personaggi di contorno sono pochissimi, per cui lo spazio per un po' di approfondimento ci sarebbe. Eppure non ci si dilunga più di tanto. Veniamo a sapere qualcosa di Karimi e di Granvik, ma veramente poco e anche la protagonista della pellicola, Caroline, rimane alla fine abbastanza sconosciuta. Praticamente nulla si sa di Malik e rimane assolutamente ignota la storia di Nylund, seppur il soldato sia fondamentalmente il principale comprimario. Forse si tratta di una scelta voluta da parte del regista, ma la mancanza di approfondimenti si sente eccome.

Ma alla fine non voglio essere crudele. Al netto di alcuni passaggi che si potevano fare meglio e di alcune carenze, volute o meno, questo insolito Granchio Nero è comunque un buon film, che mi sento di consigliare.

3 commenti:

  1. Mi spiace Vaarth ma non sono d'accordo.
    Il film ha certamente delle scene suggestive (gli annegati in primis) ma il finale è assolutamente senza alcun senso logico.

    Peccato, il lavoro aveva delle potenzialità ma le ha sprecate in modo decisamente banale.

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    1. Accidenti, questa volta non siamo allineati!
      Che il finale sia deludente siamo sicuramente d'accordo. Però le scene (quella degli annegati è veramente ottima) e le atmosfere mi hanno veramente colpito, al netto non solo del finale, ma anche altri passaggi un po' troppo deboli

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    2. Diciamo che ho premiato più le potenzialità e le premesse dell'effettivo risultato finale...

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