Una copertina completamente anonima, seppure forte, con quel rosso intenso e una bizzarra quarta di copertina, questa: "Storia malsana di morti viventi tra donne morenti", il primo (ma non ultimo) romanzo horror del maestro del cinema trash italiano Piero Galli. Una vicenda nata e morta tra squallidi locali e vecchi cimiteri.
Così si presenta questo romanzo breve/racconto lungo di Piero Galli, un'opera del tutto indecifrabile, che tuttavia promette originalità, per quanto possa offrire qualcosa di originale una storia di zombi al giorno d'oggi, quando ormai i morti viventi sono stati descritti in tutti i modi possibili.
Ma Piero Galli, il "maestro" del cinema trash, riesce veramente a scrivere qualcosa di originale? Riesce veramente a stupire?
Effettivamente ce la fa!
Zombi ferox è veramente una storia trash.
Parecchio trash.
Volutamente e profondamente trash.
Anche perché il trash, che letteralmente significa "spazzatura", inizialmente veniva utilizzato come termine dispregiativo per identificare un certo tipo di cinematografia o letteratura di bassa qualità. Ma oggi è diventato un vero e proprio genere, in cui il brutto viene volutamente ricercato e messo in scena o raccontato. Un romanzo trash, come questo, non è più un romanzo scadente, ma è un romanzo che l'autore ha voluto ascrivere all'interno di un certo genere che volendo potrebbe essere anche definito estremo. Estremo, perché fare scelte estreme come quelle di Galli rischia sempre di far decadere l'opera finale. E qui entra in gioco il trash. Va bene, le scelte sono estreme. Va bene, la trama è "non convenzionale", ma tanto è trash. Certo, non deve essere usa scusa per scrivere tutto quello che passa per la testa. Ma qui effettivamente lo stile c'è e la qualità pure. Quindi il romanzo breve/racconto lungo di Galli riesce perfettamente nell'obiettivo di orientare il gusto verso un recupero di ciò che è deteriore, tanto per recuperare una definizione del vocabolario Treccani.
Non racconto la trama, nemmeno con un breve riassunto, perché il romanzo è talmente breve e insolito che rischierei di rivelare troppo. Comunque se vi aspettate una storia veramente spazzatura, con i classici zombi che in questo caso sono piuttosto insoliti e ci volete mettere anche una spruzzata di erotismo, direi che c'è tutto. Che gli zombi con l'erotismo fanno veramente trash! Perché effettivamente una spruzzata di erotismo calza a pennello con questo tipo di genere ed effettivamente se si parla di cattivo gusto, sempre per riprendere la definizione di trash data da Treccani, l'accostamento zombi-sesso colpisce perfettamente il bersaglio.
Piero Galli, che ha diretto opere come Amicophagus, primo vero film non domestico, Gay Holocaust, definito da Radio Capital come il peggior film della storia del cinema, Mondo Gabber, Sesso Omega, Vaticano su Marte, Danke schön Hitler, Podèt, è uno che il cinema il trash lo conosce bene e ha deciso di dedicarsi anche alla letteratura, riuscendo pienamente nella sfida. Guardando le opere cinematografiche di Galli, infatti, si ha come l'impressione di avere di fronte una sorta di Robert Rodriguez italiano, con molti meno soldi e la mancanza di un amico sostenitore del calibro di Quentin Tarantino. Perché Rodriguez è uno che, grazie al nome che si è fatto (giustamnete eh, dato che Dal tramonto all'alba, Spy Kids, C'era una volta in Messico e Sin City, tanto per citarne qualcuno, li ha diretti lui) e all'appoggio di Tarantino, ha potuto scrivere e dirigere Machete, pellicola che, alla fine, è un'opera trash, seppur ingioiellato. Machete che è costato 10,5 milioni di dollari (alla faccia del trash!) e ne ha incassati oltre 45 milioni, potendo contare su un cast composto niente meno che da Danny Trejo, Jessica Alba, Jeff Fahey, Robert De Niro, Michelle Rodriguez, Steven Seagal e Lindsay Lohan e che ha avuto persino un sequel, Machete Kills, cui hanno partecipato anche Mel Gibson, Charlie Sheen, Sofia Vergara, Lady Gaga, Antonio Banderas e Cuba Gooding jr. Insomma, il trash volendo potrebbe anche sfondare, quando tutto va nel modo giusto. Che poi Podèt è una sorta di Machete italiano, anzi, bresciano e lo stesso termine podèt, nonché soprannome del protagonista, altro non è che la roncola in dialetto bresciano, con Kurys Vasco a fare la parte di Danny Trajo.
Per cui sì, gli zombi erotomani di Galli sono trash che più trash non si può, ma alla fine Zombi Ferox si legge che è un piacere e scorre velocemente verso il finale, con l'enorme merito di generare nel lettore quella domanda che determina il successo di un romanzo: dove vorra arrivare lo scrittore?
Dove voleva arrivare Galli non ve lo dico. Leggetevelo!
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