sabato 16 dicembre 2017

Il ragazzo invisibile

Un film italiano su un supereroe? Ma dai!
Eppure...
Al cinema sta per uscire Il ragazzo invisibile. Seconda generazione, quindi, meglio prepararsi. Per questo sono andato a recuperare questo primo film di Salvatores.
La trama, brevemente.
Protagonista è Michele Silenzi, un ragazzino di 13 anni che vive a Trieste con la madre Giovanna, di mestiere poliziotto. Michele, vittima di bullismo da parte di alcuni compagni di scuola, è timido e sfigato, fino al giorno in cui scopre... di avere misteriosamente acquisito la capacità di diventare invisibile. Come sfruttare questo inaspettato potere?
Michele, da bravo tredicenne, ne approfitta per vendicarsi dei bulli che da sempre lo tormentano e per tentare qualche approccio con Stella, la compagna di classe di cui è innamorato, nonché intrufolarsi nello spogliatoio della ragazze a scuola. La storia si rivelerà però più complessa, a partire dall'origine dei poteri di Michele. La vita del ragazzo e del mondo che lo circonda sarà inoltre stravolta dal misterioso rapimento di alcuni ragazzi.
Il progetto è ambizioso. Insieme al film sono usciti anche un libro e un fumetto (si dice, infatti, che questo è un progetto crossmediale), e già da subito s'intuisce l'intenzione di produrre uno o più sequel e un vero e proprio merchandising. Sull'onda della fortunata operazione del Marvel Cinematic Universe, Salvatores (mica l'ultimo regista in circolazione) e niente meno che Indigo Film, Rai Cinema e 01 Distribution hanno tentato il colpo grosso con la via italiana al cinema dei supereroi. Mi piace pensare che forse anche grazie a questo primo tentativo di Salvatores, poi sia arrivato un anno dopo Lo chiamavano Jeeg Robot di Marinelli, l'altra recente pellicola italiana sui supereroi, ma dal tono completamente diverso. In fin dei conti, se accettiamo un colosso verde generato da non ben definiti raggi gamma, un uomo potenziato dal siero del supersoldato, mutanti vari originati in maniera non del tutto chiara e con poteri assurdi e poco credibili, un adolescente che in seguito al morso di un ragno accidentalmente investito da radiazioni si è ritrovato con svariati superpoteri, anche la storia messa in scena da Salvatores potrebbe andare. Senza spoilerare, anche se stiamo parlando di un film di tre anni fa, l'origine dei poteri di Michele Silenzi, per quanto poco credibile, sarebbe comunque perfettamente plausibile in un contesto di supereroi.
Ma c'è qualche ma...
C'è che se si vuole copiare o imitare qualcosa di grosso, bisogna anche averne i mezzi. Nel 2014, anno di uscita dell'ambizioso tentativo di Salvatores e soci, il MCU era già arrivato al settimo anno e aveva messo in sala ben 10 pellicole. Quando al cinema usciva Il ragazzo invisibile, la Marvel portava in sala il primo Guardiani della Galassia, pellicola di un livello nettamente diverso. Non solo, se vogliamo fare qualche paragone, Ant-Man uscito un anno dopo, uno degli eroi meno conosciuti del MCU, serebbe costato 130 milioni di dollari, mentre con l'opera di Salvatores siamo a 8 milioni di euro. I mezzi non sono nemmeno paragonabili! Senza contare che tutti i film del MCU derivano da fumetti più o meno noti, mentre per quanto riguarda Il ragazzo invisibile si è partiti da zero. È evidente che lo scontro è impari. Prima dell'uscita della pellicola di Salvatores non poteva esserci nessuna attesa spasmodica, perché il suo personaggio non lo poteva conoscere nessuno. E dire che anche in Italia vengono prodotti fumetti, alcuni anche di un certo successo, perché non attingere da uno di questi?
Tutto sommato la trama su cui ha lavorato Salvatores non è nemmeno male. Certo, è piena di cazzate, ma anche i film dei supereroi americani lo sono, eccome! Stiamo comunque parlando di un genere che, fondamentalmente, ... si fonda sulla cazzate. E allora cosa manca?
Quello che manca è che la produzione italiana sforna un film con una recitazione a tratti imbarazzante e uno sviluppo della trama pieno zeppo di banalità tanto che viene da chiedersi se, oltre ad avere un protagonista di 13 anni, anche gli autori della sceneggiatura abbiano la stessa età. Senza nulla togliere ad Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, i tre sceneggiatori, in tutto il film appare evidente come forse sarebbe servito uno sforzo maggiore. A partire dalla scenette comiche, presenti in tutta la pellicola, così come nei film del MCU (un po' meno in quelli seriosi della DC che, infatti, non mi piacciono), ma con una comicità che a tratti sembra derivata dai cinepanettoni. Senza dimenticare le citazioni appiccicate con lo sputo, come l'inquietante negozio cinese o il bat-segnale (anzi, lo smile-segnale).
Ma torniamo al cast e, ahimè, alla recitazione.
Qui sono stati scelti alcuni attori noti e bravi di contorno, come Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio e Ksenia Rappoport (che comunque, a parte l'ultima, non mi sono sembrati del tutto in parte. Esclusa appunto la Rappoport che forse ci ha creduto veramente, gli altri due hanno a un certo punto hanno tirato i remi in barca. Peccato, perché certe scene Bentivoglio le ha ancora girate bene) e una serie di attori giovanissimi , a partire dal protagonista, decisamente non noti o addiruttura esordienti. Il ruolo di Michele è stato assegnato all'allora tredicenne Ludovico Girardello. Si tratta di un ragazzino proveniente da una famiglia dedita alla recitazione e al cinema (due sorelle hanno studiato arte drammatica, il fratello si è laureato in storia del cinema e lui stesso era iscritto a un'accademia teatrale). In Internet si legge che Girardello fu scelto in un provino al quale parteciparono 650 candidati; avrei voluto vedere gli altri 649... Per la verità non se la cava malissimo, ma si vede che siamo ancora molto lontani da una vera prova attoriale. Chi va sicuramente peggio è Noa Zatta, scelta per interpretare Stella Morrison, la ragazzina di cui Michele è segretamente innamorato. Si tratta di un'altra esordiente per il cinema, seppur con un lungo curriculum di partecipazioni teatrali, che in teoria avrebbero dovuto garantire un'esperienza in più. Senza dubbio Noa Zatta è una bella ragazza (diciamo ragazzina...), ma in quanto a espressività... Totalmente deludenti infine le prove di Filippo Valese (Martino Breccia), Enea Barozzi (Brando Volpi) e Riccardo Gasparini (Ivan) che, credo non solo per colpa loro, sembrano più che altro delle parodie dei personaggi che avrebbero dovuto interpretare.
Se anche qui vogliamo fare un paragone impietoso, anche nell'ottimo Spiderman: Homecoming, altro film con supereroi con protagonisti degli adolescenti, furono scelti attori bravi e famosi di contorno (ma li c'era gente come Michael Keaton e Marisa Tomei!) e dei protagonisti poco noti, ma i "poco noti" erano comunque, ad esempio, soggetti come Tom Holland (non proprio agli esordi...) o Zendaya (attice, cantante, ballerina già prima del film dell'arrampicamuri).
Quello di Salvatores, per quanto apprezzabile nelle sue ambizioni e sicuramente per il coraggio, è stato un grosso azzardo.
Diciamo che paragonare Il ragazzo invisibile a un film Marvel di supereroi fa lo stesso effetto dell'ascoltare un italiano che parla un inglese maccheronico. Un po' come quando Renzi pretese di parlare in pubblico in inglese, ma lasciamo stare, dato il periodo sembra un po' di sparare sulla Croce Rossa.
C'è anche il fatto che non si capisce dove Salvatores voglia andare a parare. Un film intimista? Un film sul disagio adolescenziale? Un film d'autore, pur sul tema dei supereroi? Un film per bambini? Un film fracassone? Sembra quasi che Salvatores (o gli autori della sceneggiatura) non l'abbia deciso in tempo. E quindi il risultato finale è un ibrido che proprio in quanto tale non sfrutta pienamente i tanti spunti che la trama contiene. E così, se uno va a vedere Il ragazzo invisibile aspettandosi una pellicola tipo Spiderman: Homecoming resta deluso, ma resta deluso anche chi si aspetta un film intellettuale, ingannato dal nome del regista, perché Il ragazzo invisibile alla fine non è né l'uno né l'altro.
Resta un grande rammarico, perché al netto di tutti i difetti e i problemi che potevano esserci e un budget a disposizione sicuramente scarso per quelle che potevano essere le ambizioni (che poi Lo chiamavano Jeeg Robot è costato meno di un quarto e la pochezza dei mezzi si vede tutta eppure il risultato è decisamente meglio. Anche se, va detto, anche in quel caso si sente un po' di eco dell'inglese maccheronico), Il ragazzo invisibile aveva degli spunti mica male, sui quali, lavorandoci un po' meglio, si poteva arrivare a qualcosa di più.
Ma dopo tante critiche, devo anche essere sincero. Io il film l'ho visto con mio figlio che ha 8 anni e a lui è piaciuto molto. Anzi, ne ha parlato entusiasta per tutto il giorno successivo. Quindi forse il target è quello e da quel punto di vista è riuscito. Ecco, forse Il ragazzo invisibile è un film con supereroe un bambino o poco più pensato per essere visto da dei bambini.
Malgrado un budget a disposizione inadeguato (chiariamoci, 8 milioni di euro non sono mica brustoline, ma se li paragoniamo a quello di una qualsiasi pellicola prodotta a Hollywood...), il risultato degli effetti speciali risulta più che accettabile. Non sono moltissimi per la verità, ma sempre azzeccati a riusciti e quindi Salvatores ha dimostrato di sapersi arrangiare ottimamente con quello che aveva. Peccato per le scene inserite nei titoli di coda. Copiando ancora una volta il MCU, anche qui sono state inserite le scene nei titoli di coda, che Salvatores ha utilizzato per farci vedere alcuni "dietro le quinte" che svelano la natura dei trucchi utilizzati. Magari sono anche interessanti, ma avrei preferito altro. E' come se il regista avesse voluto dirci: "Avete visto? Anchio so fare quella roba lì".
Il ragazzo invisibile ha incassato in Italia meno di 5 milioni di euro. Non so quali siano stati gli incassi all'estero, sempre che la pellicola sia uscita dai confini nazionali (questo purtroppo è un annoso problema del cinema italico. E' difficile recuperare le spese, se non si sfondano le frontiere) e non so quali siano state le vendite del romanzo e del fumetto (ma non certo 3 milioni di euro, in modo da recuperare le spese), tuttavia si legge in Internet che il mercato home video e quello delle TV a pagamento sia andato bene. Quindi può anche essere che mettendo insieme tutto le spese siano anche state recuperate. Magari non è un flop clamoroso (anche perché non sono stati spesi 200 milioni di Euro per girarlo!) ma poco ci manca. In ogni caso è in uscita il sequel, segno che Salvatores e i produttori credono di poter investire ancora sull'idea.
Questa volta il protagonista avrà 17 anni e un po' più di esperienza e più esperienza sul campo l'avrà anche Salvatores, vedremo se anche il tono e soprattutto la resa del film saranno altri.

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