Questo non sta certo diventato un blog di recensioni di serie TV, ma quando il tempo è veramente poco, è più semplice guardare una puntata di una serie che un film, dato che guardarsi una pellicola di due ore divisa in duo o tre parti proprio non mi va.
Biohacker è una serie tedesca di due stagioni da 6 episodi l'una pubblicata nel 2020 e nel 2021.
Protagonista principale è Mia Akerlund (Luna Wedler), una studentessa di medicina al primo anno che si è iscritta all'Università di Friburgo, dove ha l'opportunità di assistere alle prestigiose lezioni della professoressa Tanja Lorenz (Jessica Schwarz), una biologa e ricercatrice di fama internazionale e magari entrare anche a far parte del suo staff.
Tutto inizia come una normale storia di ragazzi universitari, per lo più genialoidi, come la stessa Mia, ma anche i neo compagni di appartamento, Chen-Lu (Jing Xiang) e Ole (Sebastian Jakob Doppelbauer) ospitati tutti dalla ricca e nobile Lotta (Caro Cult). E questi ragazzi fanno cose da universitari, fra lezioni intense e feste sfrenate. Mia conosce pure un giovane biologo ricercatore, Jasper (Adrian Julius Tillmann), che guarda caso lavora per la Lorenz e col quale intraprende una relazione, pur essendo chiaramente attratta anche dal suo compagno di appartamento, Niklas (Thomas Prenn).
Ma le cose non sono così semplici e lineari. Niente spoiler, lo dice anche Netflix nella sua presentazione. Mia sta infatti indagando su una tragedia familiare del suo passato e i misteriosi esperimenti genetici della professoressa Lorenz. Su questo tema si svolge tutta la trama della prima stagione.
La serie è breve, ogni stagione dura appena 6 episodi, neppure troppo lunghi, per cui il ritmo risulta abbastanza incalzante, dato che la sceneggiatura di cose da dire ne ha. I colpi di scena, così come gli stravolgimenti non mancano, anche se a volte sono telefonati e prevedibili, ma nel complesso risultano funzionali a rendere accattivante la narrazione.
A tutto questo si aggiunge l'idea, piuttosto riuscita, di un progressivo flashforward che finisce per complicare la trama e confonderla ulteriormente.
Cercando di non fare spoiler, la seconda stagione parte da un clamoroso cliffhanger della prima stagione e si avvia col botto, stravolgendo di fatto la linea narrativa dei primi sei episodi.
Va detto che la scelta di ricorrere a un eccesso di cliffhanger e a numerosi colpi di scena all'interno di uno stesso episodio, alla lunga diventa un po' pesante per la tenuta della trama, dato che in alcuni casi risultano un po' forzati.
Anche le relazioni fra i personaggi principali in alcuni casi vengono eccessivamente semplificate. Un personaggio in particolare diventa sempre più importante nel corso della prima stagione per poi ridursi a poco più di una comparsa nella seconda.
Al netto di tutti i difetti, Biohacker è una serie che osa e lo fa senza timori, riuscendo a trovare la sua strada e a essere avvincente, dimostrando che in Germania la produzione di serie TV sta raggiungendo ottimi livelli.
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