Col primo romanzo della saga del Ciclo dei Drenai David Gemmell ci ha introdotto nel suo mondo fantasy e ci ha fatto conoscere il popolo dei Drenai, il loro impero e i barbari Nadir. E ci ha fatto conoscere anche il suo stile personale che, lo confesso, alla fine del primo romanzo, La Leggenda dei Drenai, non sono riuscito a classificare completamente. Uno stile affrettato e stereotipato o un modo di scrivere semplicemente brutale?
In ogni caso, per quel che mi riguarda e con tutti i suoi limiti, La Leggenda dei Drenai ha fatto guadagnare all'omonimo Ciclo il diritto di passare al secondo volume, Le spade dei Drenai.
Come avevo scritto nella recensione del primo libro, i molti volumi del Ciclo si svolgono in un arco di tempo molto ampio e descrivono innumerevoli vicende, ma Gemmell li ha scritti in ordine sparso, tanto che La Leggenda dei Drenai, pur essendo stato il primo, si colloca, temporalmente, più o meno a metà.
Il secondo romanzo, Le spade dei Drenai è stato pubblicato nel 1985, un anno dopo il primo, e s'inserisce nella saga esattamente dopo, anche se sono trascorsi ben cento anni. Si tratta di un romanzo autoconclusivo che, a differenza del precedente, dedicato al "sottociclo" di Druss che abbraccia più volumi, presenta vari personaggi e ne cita altri del passato, come il Conte di Bronzo, ma non va a inserirsi in un "sottociclo" suo.Come al solito mi faccio prendere un po' troppo dalla descrizione del romanzo e mi dimentico della trama, ma rimedio subito.
Non solo l'assedio dei Nadir di Ulric è fallito (l'abbiamo letto nel romanzo precedente), ma ce n'è stato pure un altro, più recente. Ora l'Impero dei Drenai è diventato una nazione decadente, guidata dal malvagio Ceska, che esercita il suo potere tirannico servendosi delle Unioni, creature metà umane e metà animali, nonché dei Templeri Oscuri, un ordine religioso dotato di poteri magici, simili ai Trenta, ma votato al male.
Protagonista di questo secondo romanzo è Tenaka Khan, un principe metà di sangue Drenai e metà di sangue Nadir che ha fatto parte dell'estinta prestigiosa unità militare dei Dragoni. Tenaka, un guerriero formidabile, il cui nome è piuttosto conosciuto nell'Impero, vuole uccidere Ceska e porre fine al suo governo tirannico. Per farlo si unirà a una serie di personaggi, fra cui il possente Ananais, anch'egli ex Dragone, nonché amico di lunga data di Tenaka e altri vecchi amici e nuovi personaggi incontrati per strada, più o meno "casualmente".
Un'immagine poi non utilizzata di Tenaka (al centro), Ananais (a destra) e Decado (a sinistra) elaborata da Luis Royo per la copertina del romanzo |
Fra i due romanzi è trascorso solo un anno, ma lo stile di Gemmell in un qualche modo è mutato. Resta sempre stereotipato eppure quella sensazione di stare leggendo qualcosa di ancora grezzo che emergeva chiaramente durante la lettura de La Leggenda dei Drenai ora è molto meno marcata. La brutalità di Gemmell resta, ma si fa più affinata e la narrazione meno spigolosa.
Resta la capacità di Gemmell di riuscire a descrivere, a volte anche con poche parole, dei personaggi estremamente epici, come, ad esempio, il protagonista delle vicende, Tenaka o il forte, brutale e teatrale Ananais o il tormentato Decado, giusto per rimanere nei tre dell'immagine sopra, ma ce ne sono anche altri molto interessanti, come Scalatore e Pagano che pur avendo tutto sommato poco spazio riescono a essere ben descritti. Anche se alla fine proprio Scalatore e Pagano, nonché Decado, il terzo ex Dragone rappresentano un po' un'occasione sprecata di personaggi che avrebbero meritato qualche approfondimento in più.
Rimane invece ancora troppo puerile la gestione della parte sentimentale dei personaggi. Questi, infatti, s'innamorano perdutamente e reciprocamente praticamente la prima volta che si vedono, con una profondità dell'intreccio che potrebbe immaginare un adolescente e che complessivamente finisce per "togliere dei punti" all'opera finale, che rischia di diventare, per quanto riguarda questo aspetto, troppo infantile. Questo è quello che accade in questa occasione fra Tenaka e Renya (non è uno spoiler, lo si capisce subito come andrà a finire) e assomiglia molto alle dinamiche del romanzo precedente fra Regnak e Virae. Va detto, però, che le vicende sentimentali, seppur sempre abbastanza stereotipate, sono un po' meno puerili per quanto riguarda un altro personaggio fondamentale della trama.
Non so se le Unioni di Gemmell siano un'invenzione sua o se a sua volta le abbia copiate da qualcos'altro, ma sono un'idea che verrà poi ripresa anche da Robert Jordan con i suoi Trolloc. Non so nemmeno se i Trolloc siano farina del sacco di Jordan o se a sua volta lo scrittore di Charleston li abbia presi in prestito da Gemmell. Comunque in entrambe le ambientazioni fanno la loro figura, andando a rappresentare degli avversari veramente temibili (fino a un certo punto, almeno, per quanto riguarda La Ruota del Tempo, che poi diventano solo carne da macello).
Le soluzioni a fine romanzo sono un po' meno affrettate del precedente e questa volta non mancano i colpi di scena (più o meno, senza esagerare), dato che l'altra volta l'esito dell'assedio era terminato con un evento totalmente anticlimatico.
Una buona seconda per Gemmell che si guadagna ancora una volta il diritto di farsi leggere anche il prossimo romanzo.
Nessun commento:
Posta un commento