lunedì 12 ottobre 2020
Il terrore
Questo blog non è morto. Affatto. È sempre in cima ai miei pensieri. Ma purtroppo quando il tempo non c'è, bisogna fare delle dolorose scelte. E così ho un po' trascurato questo spazio.
Spero di recuperare. Intanto, ecco un nuovo post e una nuova recensione.
Il terrore è un romanzo breve dello scrittore gallese Arthur Machen vissuto a cavallo fra l'800 e il '900.
Si tratta di un romanzo (o forse sarebbe meglio chiamarlo racconto lungo) horror che forse letto oggi perde un po' della sua spinta orrorifica, dato che ormai siamo abituati a ben altro. Ma forse, per i suoi tempi, poteva essere considerato un buon prodotto per il suo genere.
Un po' di trama? Il terrore si svolge nelle campagne della Gran Bretagna, dove da un po' di tempo si stanno verificando strani fenomeni. Strani fenomeni che portano alla fine, sempre, alla morte di qualcuno.
Inizialmente nessuno sembra farci caso, ma col passare del tempo sono sempre di più le persone che iniziano a notare la cosa e a farsi sempre più preoccupate, iniziando un'indagine che, per quanto accurata, sembra non portare a nulla, perché sembra non esserci alcuna causa comune per tutti questi eventi.
È così il breve romanzo di Machen si dipana con la descrizione di questa indagine, effettuata da una manciata di protagonisti che, per certi versi, ricorda un po' lo stile di Poe. Attenzione, non voglio scrivere eresie, ricorda solamente, perché con Poe siamo proprio a un altro livello.
Ma anche se il livello narrativo non è eccelso, devo dire che la trama descritta da Machen si rivela a un certo punto accattivante. Fra gli episodi di morte descritta non sembra esserci alcun legame e i protagonisti brancolano nel buio più totale, anche perché messi fuori strada da una bizzarra ipotesi secondo la quale gli avvenimenti sarebbero causati dai servizi segreti tedeschi. E il lettore finisce per essere incuriosito.
Anche perché Machen a un certo punto sembra mettere talmente tanta carne al fuoco, sembra descrivere una serie di fenomeni talmente lontani fra loro, che ci si chiede dove voglia arrivare e come possa fare a raggiungere una conclusione che possa avere un senso.
Diciamo che questo romanzo, più che per le atmosfere horror che si rivelano alla fin fine piuttosto scialbe ed opache (ma forse è il titolo che aveva generato un po' troppe aspettative), si rivela comunque un racconto del mistero. Perché il mistero effettivamente c'è. E Machen, che fino ad ora ho sminuito, non è stato mica un dilettante. Al lettore può sembrare che la carne al fuoco sia un po' troppa e che l'autore gallese si sia perso in un ginepraio dal quale non riuscirà più a uscire, ma non è così. Machen l'idea complessiva l'aveva dall'inizio eccome e quando ci fornirà la spiegazione finale, ogni tassello del puzzle prenderà il suo posto.
Quindi forse non si tratta di un romanzo eccelso e che non può rivaleggiare con le opere del maestro Poe che ho già citato, ma Machen finisce per cavarsela dignitosamente. Anche se una descrizione degli eventi un po' meno scolastica e più coinvolgente avrebbe aiutato parecchio a innalzare il livello di quest'opera.
Se qualcuno ha visto il film E venne il giorno di M. Night Shyamalan, fra l'altro recensito in questo blog, potrebbe trovare qualche collegamento col racconto lungo di Machen, ma non scrivo altro, che poi finisco per spoilerare il finale.
Una lettura non troppo impegnativa e per nulla spaventosa, ma più che dignitosa.
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