mercoledì 11 gennaio 2017

E venne il giorno

E venne il giorno è un film di fantascienza catastrofica del regista americano, di orgini indiane, M. Night Shyamalan. Dello stesso regista anche gli ottimi Il sesto senso e Unbreakable, entrambi con Bruce Willis e il favoloso The village, ma anche i più modesti, ma degni, Signs e After Earth (vabbè, questo l’ha fatto dopo). Tutti i film di cui ha curato anche la sceneggiatura.
E da uno bravo ci si aspetta sempre il massimo. Solo che non sempre il massimo arriva. In questo caso, per la verità, forse non arriva nemmeno il minimo sindacale. Peccato, perché l’idea di partenza non era affatto male.
Ma di cosa parla E venne il giorno? Tutto il film si basa su una trama molto semplice. All’improvviso, in alcune città del nord est degli Stati Unite le persone, dopo aver respirato una non ben identificata tossina, vanno in tilt e tendono a suicidarsi con quello che trovano.
All’inizio si pensa che sia un attacco terroristico, ma, mentre il fenomeno si allarga, si scopre che le cause, per la verità solo ipotizzate, sono ben altre. La diffusione della tossina è inarrestabile e chi non l’ha ancora respirata può solo cercare di fuggire, ma non si sa bene dove. I protagonisti sono tutte persone normali, che vivono una vita normale e che viene stravolta dal terribile fenomeno.
Il problema è che la pellicola, che sembra a basso costo, ma che comunque è stata realizzata con un budget di circa 60 milioni di dollari (dove li avrà spesi Shyamalan???) non rende. Non c’è tensione e i singoli avvenimenti sembrano buttati lì a caso. Le sottotrame, poche, per la verità, sono deboli quando non addirittura poco credibili, i dialoghi non funzionano e gli attori sembrano abbandonati a sé stessi.
Non sono un fan di Mark Wahlberg, ma comunque credo che questo sia uno dei suoi peggiori film. La stessa cosa si può dire di Zooey Deschanel. Con una regia più incisiva sanno fare sicuramente di meglio.
E così l’uomo comune, che in mezzo a tanti altri esseri umani comuni sta cercando di fuggire a qualcosa di più grande, finisce per trovarsi nelle situazioni più irreali. A un certo punto viene quasi da chiedersi se Elliot Moore, il personaggio principale interpretato da Wahlberg, non sia destinato a incontrare tutti i soggetti più pazzi che abitano l’America. Solo per esigenze di trama. Trama, peraltro, che a un certo punto si perde.
Sono assurdi i due ragazzini, che hanno perso le rispettive famiglie e che, senze particolari contraccolpi psicologici, si legano al gruppo di Elliot, ridendo e scherzando col protagonista (che poi la loro utilità è puramente quella delle vittime sacrificali). Così com’è assurda la Signora Jones, la cui trama sembra inserita per dare una spruzzata di horror. Ma anche questa strada narrativa poi non viene percorsa e quindi il suo personaggio e le vicende ad esse correlate servono a poco.
Personalmente non ho empatizzato con Elliot e non ho sperato ardentemente che riuscisse a salvarsi. Così come non mi ha detto nulla la crisi coniugale, poi risolta durante il film, che ha con la moglie.
A parte un buon titolo (solo quello italiano. Quello originale è The Happening), un’idea mal sviluppata e gli occhi della Deschanel, di questo film resta ben poco.

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