Pur essendo, come sempre, una recensione scritta in ritardo rispetto
all’uscita al cinema, questa volta ho ridotto i tempi, dato che L’ultimo
cacciatore di streghe è un film del 2015. La pellicola è il quarto
lungometraggio diretto dal regista Breck Eisner del quale conoscevo
solamente l’horror fantascientifico La città verrà distrutta all’alba,
remake del 2010 dell’omonimo film del 1973 di George A. Romero. L’ultimo
cacciatore di streghe si qualifica come un film fantastico o,
addirittura, fantasy urbano e quindi rientra fra i generi che più
apprezzo, con un piccolo rischio di fondo: se il fantasy rende bene (a
seconda degli autori) nei romanzi, non sempre l’esito è altrettanto
positivo al cinema.
Ma veniamo alla storia.
Si parte da un episodio che si svolge in un periodo imprecisato del
Medioevo. Un gruppo di cacciatori di streghe di cui fa parte Kaulder (un
Vin Diesel con un’insolita lunga barba), dopo aver attraversato a piedi
degli impervi picchi innevati, giunge a un gigantesco albero che ospita
al suo interno la Regina delle Streghe e i suoi accoliti. L’obiettivo
del gruppo è uccidere la Regina che, con le sue arti magiche sta
diffondendo la peste fra la popolazione. Le motivazioni della malvagia
regina non sono del tutto chiare, comunque, dopo uno scontro in cui
molti cacciatori ci lasciano le penne, Kaulder, che impugna una
fiammeggiante spada infuocata, riesce a uccidere la Regina, la quale,
però lo maledice strappandogli il cuore e condannandolo alla vita
eterna.
Non del tutto certi di aver compreso lo scopo della maledizione, si
riprende ai giorni nostri. Kaulder, proprio grazie alla maledizione
della Regina, è diventato un espertissimo cacciatore di streghe che
stermina o cattura i suoi avversari con abilità ed esperienza, sotto la
guida della Chiesa cattolica (perché? il gruppo di cacciatori medioevali
lavorava già per conto della Chiesa? Ciò non viene spiegato). Kaulder
viene assistito dal 36° Dolan (l’eterno Michael Caine), un prete che
funge da supervisore della sua attività. Il 36° Dolan è anche il
migliore amico di Kaulder, nonché l’unico assistente che ha avuto nella
sua lunga vita di cui si fidi. Ma il 36° è ormai un vecchio e la Chiesa
ha nominato il 37° Dolan, Elijah Wood/Frodo. Ma anche le streghe col
trascorrere dei secoli sono cambiate. Oltre al fatto che ci sono anche
gli stregoni (non è chiaro se ci siano sempre stati), le incantratrici
hanno stretto un patto con la Chiesa: sono libere di utilizzare le loro
arti magiche, a condizione di non utilizzarle sugli esseri umani. Quando
qualcuno trasgredisce, ecco arrivare Kaulder, che cattura la strega (o
lo stregone) e la consegna al consiglio delle streghe per essere
imprigionata.
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Guardate come sono cattiva! |
Tutto qui? Ovviamente no. Alcune streghe (e alcuni stregoni, anzi,
soprattutto uno stregone, Belial, ben interpretato dal quasi sconosciuto
attore islandese Ólafur Darri Ólafsson) stanno lavorando per portare in
vita la Regina delle Streghe, il cui ritorno è collegato proprio alla
malediazione di Kaulder. Il cacciatore di streghe, seppur aiutato dalla
giovane strega Chloe (Rose Leslie), dovrà faticare non poco e prendere
delle sonore legnate per aver ragione dei suoi avversari.
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Ecco a voi il cacciatore! No, non ci crede nemmeno Chloe sullo sfondo… |
Alla fine è un buon film? Decisamente no. Partiamo dal protagonista, Vin
Diesel, che ce la mette anche tutta per impersonare al meglio il
cacciatore, ma che, pur avendoci abituato ai suoi personaggi duri, ormai
inizia a essere un cinquantenne anche un po’ in sovrappeso. E poi,
diciamocelo, non ha una faccia fantasy! Non è adatto, non rende.
Lasciamogli fare le sue corse sulle auto truccate. Ma sono anche le
motivazioni dei vari personaggi che risultano alla fine deboli. Cosa
sono le streghe? Esseri umani che sanno utilizzare la magia? Creature
non umane? Nemmeno un accenno a una spiegazione. La Regina delle Streghe
cosa vuole fare? Nel medioevo diffondeva la peste per fare cosa?
Sterminare la razza umana e dominare il pianeta? E il suo obiettivo una
volta tornata in vita qual è? Kaulder l’affronta all’interno di una
sorta di visione del futuro in cui si trova in una citta deserta, con
auto e palazzi abbandonati e la natura che si è ripresa le strade. La
Regina è forse un’estrema ecologista? Si cita inoltre la storia (i roghi
delle streghe perpetrati dalla Chiesa nel medioevo), ma si tratta di
una trama morta. Kaulder si limita a dire che quello fu un errore,
perché quelle non erano veramente streghe. E poi non si torna più
sull’argomento. E il 37 Dolan? Occhio, spoiler. Tradisce Kaulder perché è
un figlio di una strega (e di uno stregone), ma lui non sa utilizzare
la magia. E quindi? Riportare in vita la Regina gli può far avere la
magia? Altra trama morta e un personaggio che non si riesce ad amare né a
odiare. Forse il personaggio più interessante dell’intero film è il 36°
Dolan, il buon vecchio e carismatico Caine, il quale, però, finisce in
uno stato di morte apparente già all’inizio del film, a causa di Belial,
per risvegliarsi solo poco prima del finale. Quindi il suo particolare
rapporto con Kaulder non viene sfruttato a dovere.
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Anche il 37° Dolan ha qualche dubbio… |
Complessivamente si tratta di un film che parte da alcune premesse che
avrebbero anche potuto essere valide, ma né le idee su cui si è
sviluppato, né tantomeno la sceneggiatura raggiungono la sufficienza. E
dire che, in caso di successo al botteghino, c’era l’intenzione di
sviluppare un franchise, con una serie di film. Intenzione che si
percepisce chiaramente durante la visione di tutta la pellicola. Non
credo che produrranno un sequel.
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