Il cardine di Edge of tomorrow è l'infinita ripetizione di una giornata, un sotto-sottogenere della fantascienza nato col celebre Ricomincio da capo, commedia del 1993, diretta da Harold Ramis, con Bill Murray e Andie MacDowell, che prima o poi rivedrò. Sotto-sottogenere che ogni tanto ritorna cinema. Ne abbiamo anche una versione italiana, con E' già ieri, remake di Ricomincio da capo, diretto da Giulio Manfredonia, con Antonio Albanese.
Un espediente narrativo sempre interessante che permette, più di altri, di mostrare l'evoluzione e la crescita di un personaggio che, solo crescendo, riuscirà a superare il loop.
In questo caso, oltre al loop vero e proprio, abbiamo anche un'ambientazione ultrafantascientifica, con una guerra mondiale fra umani e alieni invasori e un fantastico formato da videogioco di cui poi scriverò.
Trailer?
Trailer.
Edge of tomorrow è la storia del maggior Willliam Cage (Tom Cruise), un funzionario dell'esercito incapace e vigliacco, che si occupa di informazione e che non è mai stato al fronte. Per una serie di coincidenze William, imbranato e inutile in combattimento, verrà mandato in guerra, sul fronte francese e lì, in quello che è un massacro in cui gli alieni uccidono gli umani a migliaia, William riuscirà a far fuori un Alfa, uno degli alieni più grossi, sacrificandosi e venendo inondato dal sangue del mostro.
E la storia finisce.
Almeno finisce la prima, perché da qui inizia il loop.
William si risveglia un giorno prima, appena arrivato al fronte, destinato a rivivere lo sbarco in Francia e il massacro. Qui conoscerà anche Rita Vrataski (Emily Blunt), simbolo della resistenza umana, un soldato che è riuscito a uccidere centinai di alieni e che, come William scoprirà, ha avuto, prima di lui il suo stesso potere.
Uno spaesato William Cage al primo sbarco |
Ve li ricordate gli sparatutto degli anni '80? Io, che sono nato alla fine degli anni '70 (ma quanto sono vecchio?) li ricordo bene. Erano videogiochi in cui per progredire e superare un livello bisognava giocare decine e decine di volte, a scapito di decine e decine di gettoni, anzi, ai tempi di monete da 200 lire (sì, sono proprio vecchio!), cercando di imparare ogni passaggio, ogni sequenza, memorizzando nell'ordine tutto ciò che andava fatto per andare avanti.
Ecco, Edge of tomorrow è esattamente questo.
William viene ucciso infinite volte e ogni volta può provare una nuova soluzione per superare il suo livello, arrivare più avanti nel gioco o, se vigliamo, nella trama del film. Perché tanto, una volta morto, potrà sempre risvegliarsi il giorno prima, prima dello sbarco.
William ormai soldato esperto |
All'inizio, cioè le prime volte che William rivive il loop, il regista Doug Liman ci fa rivedere esattamente le stesse scene, rivissute da William, magari con qualche variante. Ma col passare del tempo il giochino non potrebbe funzionare e così Liman cambia strategia. Capita che a volte, quando noi vediamo le vicende per la prima volta, in realtà William le ha vissute più volte e fa ciò che fa proprio perché sa già come andranno a finire le cose. Questo stratagemma offre la possibilità di vedere un William diverso e un modo diverso di interpretare gli eventi.
E poi c'è anche lei |
E le armature! Le armature sono fantastiche.
Complimenti quindi al regista Doug Liman, ma anche agli sceneggiatori, Christopher McQuarrie (Il cacciatore di giganti e tanti altri con lo stesso Tom Cruise scritti dopo), Jez Butterworth e John-Henry Butterworth, senza dimenticare che Edge of tomorrow è tratto da All you need is kill, una light novel (cioè un romanzo illustrato) di Hiroshi Sakurazaka scritta una decina di anni prima.
Costato 178 milioni di dollari, Edge of tomorrow incassò appena 100 milioni di dollari negli Stati Uniti, per poi arrivare a oltre 370 milioni di dollari complessivi grazie alle uscite in tutto il mondo, ma al di là del successo, credo lo si possa ormai considerare a suo modo un cult del genere.
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