Time trap parla di viaggi nel tempo, seppur in modo un po' anomalo e quindi di diritto entra in questo blog. Perché qui, per i viaggi nel tempo, ci sarà sempre spazio.
Ma partiamo dalla trama, che Time trap non è famosissimo e quindi lo conoscono in pochi. Ma proprio perché non è famoso, cercherò di evitare spoiler. In caso, avviso.
Hopper, professore di archeologia, è ossessionato dalla ricerca di una famiglia scomparsa negli anni settanta in una serie di grotte e gallerie sotterranee in una località sperduta e lontana da tutto. Individuato un ingresso delle grotte, vede, dall'esterno, un uomo vestito da cowboy immobile. Sì, esatto, immobile. È una statua? Cos'è? Non si capisce.
Hopper, che deve avere un'idea di cosa stia accadendo, torna quindi in città per prepararsi per l'esplorazione e qui dissuade Taylor e Jackie, due suoi studenti diplomati, dall'accompagnarlo.
Dato che dopo due giorni Hopper non è ancora tornato, Taylor e Jackie decidono di andarlo a cercare, coinvolgendo nell'impresa anche l'amica Cara, nonché la sorella minore Veeves che lei sta badando e il suo migliore amico Furby.
Tutti i ragazzi si calano in un cunicolo che conduce al sistema, tranne Furby, che li attende all'esterno in collegamento radio. Ma quando i ragazzi sono dentro, le funi con cui si sono calati vengono tagliate, imprigionandoli nelle grotte. E da qui inizia il disperato tentativo di uscita, cercando di destreggiarsi fra i misteriosi abitanti delle grotte e la sconvolgente scoperta che lì all'interno delle gallerie sembra esserci una strana anomalia temporale. Nel frattempo i ragazzi iniziano a prendere coscienza dì un'inquietante verità.
Ecco, credo di non aver rivelato nulla di essenziale, ma spero che la descrizione sia sufficientemente allettante. Perché Time trap è una pellicola che stupisce. Ormai di storie sui viaggi nel tempo ne esistono parecchie, ma devo dire che questa volta la trama ha preso una piega insolita e abbastanza originale. Certo, probabilmente non abbastanza per gridare al capolavoro, ma sufficientemente per discostarsi dallo standard dei viaggi nel tempo. Anche perché a volte si può viaggiare nel tempo in maniera inconsapevole...
Time trap è un film ricco di debolezze. A partire dal budget, probabilmente molto limitato, ma questo è un difetto alla fin fine accettabile, perché viene sopperito da una trama che, malgrado qualche piccolo passaggio a vuoto, risulta sufficientemente solida. Altre pellicole sui viaggi nel tempo lo hanno dimostrato ampiamente. Budget limitato che viene sopperito anche dal fatto che in pratica tutta la pellicola viene girata all'interno di pochi ambienti limitati (una serie di grotte) e si fonda, più che su immagini e scenografie particolari o scene di azione, sull'angoscia data dalla situazione in cui vengono a trovarsi i ragazzi. Una situazione che, a loro insaputa, tende a evolvere rapidamente e sempre in peggio, tanto che ogni volta che si trovano a comprendere un tassello in più del mistero, la situazione è già peggiorata.
Ecco che quindi l'atmosfera creata dalla trama risulta l'elemento fondante della pellicola, molto più di tutto il resto e riesce a portare lo spettatore verso un finale che, a un certo punto, diventa sempre più atteso, perché ci si chiede come possano riuscire i due registi, Mark Dennis e Ben Foster, a trovare una conclusione per tutto quello che sta avvenendo. Per la verità, quel piccolo finale buonista (che comunque s'incastra nella trama e che ovviamente non rivelo) volendo si poteva anche evitare, ma va bene così.
Time trap è un film che riporta gli echi di The descent, pellicola di tutt'altro genere, ma che si svolge sempre in un sistema di grotte e gallerie dove i protagonisti si trovano in un qualche modo intrappolati e minacciati.
A un certo punto...
ATTENZIONE, RISCHIO SPOILER
i registi utilizzano anche la tecnica del found footage. Quando ritrovano la telecamera di Furby (no, dai, non scrivo cos'è successo), ricostruiscono ciò che gli è accaduto riguardando quanto il ragazzino aveva filmato. Anche se a un certo punto, più che il suo filmato, si vede cosa i ragazzi immaginano che lui abbia visto.
FINE SPOILER
Se vogliamo proprio essere pignoli, un neo sarebbe quello degli attori, un po' troppo acerbi per reggere tutta la pellicola sulle spalle, malgrado la trama funzionante. Il più carismatico è sicuramnete Andrew Wilson (il professor Hopper) che, tuttavia, anche se all'inizio della pellicola poteva sembrare il protagonista, si rivela solo un personaggio secondario, seppur fra i motori della trama. Wilson, fratello dei più noti Owen e Luke, aveva già parecchie pellicole alle spalle, anche se aveva sempre interpretato personaggi minori (e l'ha fatto anche questa volta). Reiley McClendon (Taylor), che comunque recita da quando aveva 10 anni, viene per lo più dalle serie TV. Stesso curriculum per Brianne Howey (Jackie) e ancora meno esperienza per Cassidy Gifford (Cara). Ancora più scarno il curriculum di Olivia Draguicevich (Veeves) e di Max Wright. Questa carenza di esperienza e forse anche di carisma degli attori si sente parecchio, anche perché non troppo supportati da una trama che pur essendo solida, non brilla certo per i dialoghi, che a volte fanno pensare più a un cosiddetto film di serie B. Anzi, diciamo che tutta la pellicola potrebbe stare a cavallo fra la normale produzione cinematografica e quella dei film di serie B (basso budget, scenografia limitata, attori poco conosciuti, ma discreti spunti di trama).
Forse è proprio tutto questo che ha condotto il risultato dell'opera prodotta e diretta da Mark Dennis e Ben Foster, il primo anche autore del soggetto e della sceneggiatura, risultato comunque molto buono, a non raggiungere livelli che una trama come questa forse avrebbe meritato.
In ogni caso è una pellicola che lascia il segno.
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