18 gennaio 2025

Dune - Parte due

 

Confesso, pur essendo un amante della fantascienza non da ieri, avevo lasciato da parte Frank Herbert e il suo Ciclo di Dune. Avevo visto da piccolo il Dune di David Lynch e probabilmente ci avevo capito poco, ma non mi ero mai addentrato nel mondo visionario dello scrittore che ha inventato il mondo di Arrakis.

Ci ha pensato Villeneuve a richiamarmi all'ordine con il suo primo film del 2021 che mi ha fatto riscoprire la magia dei mondo iconico di Herbert. Si vedano i vari romanzi recensiti più o meno di recente.

Come ho avuto modo di scrivere nel post della prima parte, il film Dune (ricordo che il romanzo Dune è stato diviso da Villeneuve in due lunghi film distinti) è stata una pellicola pesante, non facile da vedere, che prababilmente ha esaltato gli appassionati dei romanzi e anche molti appassionati della fantascienza, ma che altrettanto probabilmente è stato difficile da digerire per molti altri. Che poi, si sa, Villeneuve non è un regista propriamente leggero e "digeribile"...

Comunque quel Dune era chiaramente un'opera incompleta, perché quantomeno doveva arrivare la seconda parte del romanzo. Poi, per un eventuale ulteriore sequel basato sul successivo romanzo, lo stesso Villeneuve aveva dichiarato che avrebbe aspettato l'esito al botteghino per decidere cosa fare. O, forse, l'esito al botteghino l'avrebbero aspettato i suoi finanziatori.

Com'è andata a finire con Dune - Parte due?

E' andata a finire bene. Secondo me.

Perché Villeneuve, pur essendo appeso al filo degli incassi per poter decidere se proseguire o meno con un progetto che evidentemente lo affascina, ha comunque deciso di non abbandonare la sua strada. E avendo ormai intrapreso la via del colossal (sì, lo so che lo sapete cos'è un colossal, ma mi è parso strano non aver messo nel dizionario questo termine), al botteghino ci doveva guardare per forza. Apprezzo però la scelta di Villeneuve di non aver strizzato l'occhio allo spettatore. Il romanzo Dune è un romanzo certamente visionario, lento, immaginifico. Non è una commercialata e sarebbe stato orribile trarre da quest'opera letteraria di primordine un blockbuster (e se sapete cos'è un colossal, sapete anche cos'è un blockbuster, ma io al dizionario vi mando ugualmente). Non è frenetico e adrenalinico come può essere una pellicola della serie di Guerre Stellari, con tutti quegli irrealistici combattimenti fra veicoli spaziali o coi duelli con le spade laser. Qui di guerre ce ne sono. E sono anche piuttosto violente. Ma sono tutte di breve durata sullo schermo, così come c'è anche un celebre duello all'arma bianca, quello fra Paul Atreides (Timothée Chalamet) e il Na-Barone Feyd-Rautha Harkonnen (un irriconoscibile Austin Butler), questo non poi così breve. Ma l'attenzione di Villeneuve è per tutto il resto.

Quale resto?

La potenza dirompente di Paul, che un po' alla volta, grazie a quella che inizia a diventare una religione fondata sulla sua persona sapientemente diffusa dalla madre, Lady Jessica (Rebecca Ferguson), ottiene un controllo totale di quel popolo misterioso, fiero e duro che sono i Fremen. E sono le immagini di Paul e della sua forza che risultano centrali nel film, anche quando gli eventi non sono frenetici. Poi va detto che Dune - Parte due, non tanto per la sceneggiatura del film, ma per i contenuti del romanzo da cui è tratto, ha un ritmo decisamente più adrenalinico (ma non troppo) del primo.

Ciò che resta intatta e che rendo onore a Villeneuve per essere riuscito a mantenerla nella trasposizione cinematografica, è la visionarietà del romanzo di partenza. Una visionarietà che rende così difficile il romanzo Dune e, di conseguenza i due film Dune e Dune - Parte due, ma che nello stesso tempo rende tutte queste opere grandiose, nonché pietre miliari della fantascienza. Perché se il primo romanzo Dune è certamente diventato un riferimento della fantascienza di tutti i tempi, non ho dubbi che anche i film di Villeneuve lasceranno il loro segno. Anche se sarà sempre una fantascienza per palati fini. Non credo che avranno mai il clamoroso successo di Guerre Stellari (opera che fra l'altro, senza Dune, non sarebbe mai esistita!). E, qui lo dico e non lo nego, a me Guerre Stellari non ha nemmeno mai fatto impazzire.

Anche in questo secondo capitolo le musiche risultano fondamentali e centrali. Dune - Parte due, così come il primo film, è una pellicola che non può essere guardata con un volume basso, perché anche i suoni e le musiche sono da colossal. Non per niente Villeneuve ha confermato alle musiche il grande Hans Zimmer, che già aveva fatto un ottimo lavoro nel primo Dune e che ci ha ricordato ancora una volta perché venga considerato in assoluto uno dei migliori compositori di colonne sonore di sempre. Le musiche di Zimmer, sempre funzionali alle immagini, riescono a sferzare lo spettatore e diventano protagoniste. Basti pensare che Zimmer, che col primo Dune aveva vinto l'Oscar (incredibile che un compositore come lui ne abbia vinti in tutta la carriera solo due!), abbia scritto ben 90 minuti di musiche per Dune - Parte due prima che Villeneuve scrivesse la sceneggiatura. Proprio per aiutare il regista a trovare aiuto nell'ispirazione. Questo fa capire quanto siano centrali le sue musiche!

Vorrei far notare che fra gli sceneggiatori risulta anche Jon Spaihts? Chi? Se avete la memoria corta, ve lo dico io. Su questo blog era già stato recensito un altro suo film: Prometheus, uno dei prequel di Alien, una pellicola la cui sceneggiatura era talmente piena di buchi di trama da creare delle voragini insanabili. In quel caso avevo immaginato che le colpe fossero più che altro di Damon Lindelof, autore di vari episodi della serie TV Lost. Spaihts aveva poi lavorato anche alla sceneggiatura di Doctor Strange (ok, questa è decente), ma ai tempi era quasi impossibile sbagliare un film della Marvel, di Passengers, dove aveva nuovamente avuto l'occasione di sbagliare qualche colpo e infine della pellicola La Mummia del 2017 con la quale può vantarsi di aver vinto il premio per la peggior sceneggiatura dei Razzie Awards 2017. Evidentemente con Dune, grazie alla mano di Villeneuve e alla base di Herbert, le cose gli sono andate meglio.

Alla fine chi non sa nulla del romanzo non so quanto possa apprezzare fino in fondo l'opera di Villeneuve, ma personalmente consiglio questi due film, entrambi riuscitissimi, sia a chi ha letto Herbert, sia a chi non l'ha letto, sia a chi ama la fantascienza, sia a chi ama il cinema in generale. Quando un lavoro è ben fatto, è giusto che abbia il successo che merita.

Visto che il successo alla fine è arrivato eccome, in termini di incassi, è stato annunciato che il terzo film è in produzione. Il terzo film sarà la trasposizione del secondo romanzo, Messia di Dune, un romanzo molto più breve del primo e che di fatto ne è un lungo epilogo. Vedremo come se la caverà questa volta Villeneuve, perché Messia di Dune è un romanzo ancora più lento del precedente e ancora più difficile da trasporre in un'opera cinematografica di grido. Ma ho fiducia nel regista canadese.

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