Avete mai visto il film d'animazione Inside Out? Probabilmente se avete dei figli piccoli (o che erano piccoli nel 2015) sapete di cosa sto parlando, se non ne avete, vi faccio io un breve ripasso.
Dentro la testa di cascuno di noi "lavorano" dei veri e propri personaggi legati a delle emozioni, che sono Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto. Ogni persona ha un'emozione dominante e in base alle dinamiche con cui lavorano le emozioni, la persona si può comportare in modi differenti mentre affronta le situazioni della propria vita. Il film ha avuto anche un sequel, Inside Out 2 uscito nel 2024, nel quale si aggiungono i personaggi di altre cinque emozioni, Ansia, Invidia, Imbarazzo, Noia e Nostalgia.
Cattiva coscienza non è che con Inside Out c'entri molto, ma al film d'animazione di Pete Doctel e Ronnie del Carmen deve molto.
Siamo nel mondo delle coscienze, un mondo immaginato dagli sceneggiatori Davide Minnella, che è anche regista, Stefano Sardo, Teresa Gelli e Giordana Mari nel quale vivono le coscienze degli esseri umani. Le coscienze sono esse stesse dei personaggi che interagiscono con l'essere umano cui sono stati assegnati e cercano, parlandogli nella mente, di fargli fare le scelte giuste. Più una coscienza è brava e migliori saranno le scelte del suo umano.
Le coscienze sono anche in competizione fra loro, perché in base a quello che riescono a far fare o non far fare ai loro umani ricevono dei punti. Una di queste, Otto (Francesco Scianna) è in testa alla classifica e viene considerato dagli altri una sorta di maestro.
L'umano di Otto è Filippo (Filippo Scicchitano), un avvocato cordiale, gentile, altruista, ex chitarrista di un famoso gruppo rock e, soprattutto, in procinto di sposarsi con Luisa (Beatrice Grannò). Solo che subito prima del matrimonio incredibilmente Filippo si innamora di Valentina (Matilde Gioli), mandando all'aria non solo la sua vita, ma anche quella di Otto nel mondo parallelo, che rischia di perdere la testa della classifica delle coscienze italiane. Otto dovrà quindi fare il possibile e anche l'impossibile per rimediare, osando quello che nessuna coscienza aveva mai osato: passare dal mondo della coscenza al mondo degli umani! Non senza impreviste complicazioni.
Nel cast anche Giovanni Esposito e Caterina Guzzanti, nei panni rispettivamente di Trentanove e Dodici, altre due coscienze, Alessandro Benvenuti, nel ruolo di Eriberto, l'umano di Trentanove, e Drusilla Foer/Gianluca Gori, la Presidente di tutte le coscienze italiane.
Ecco, la storia non è proprio quella di Inside Out, ma è inevitabile pensare al film d'animazione della Disney.
Cattiva coscienza è senza dubbio una commedia, recitata come una commedia, per quanto il genere possa ospitare al suo interno opere estremamente diverse fra loro. E' una commedia con attori esperti in questo genere, che sotto sotto ha anche qualche ambizione un po' più profonda.
Filippo, grazie all'operato di Otto, è una sorta di uomo perfetto. Tutte le sue scelte, influenzate dalla sua coscienza, sono sempre perfette e le migliori possibili. Filippo non fa nulla che non deve fare e tutti, quando hanno a che fare con lui, ne escono come persone migliori. Se si potesse descrivere una persona ideale, questa sarebbe a tutti gli effetti Filippo.
Eppure c'è un problema.
La vita di Filippo è una noia pazzesca. La sua è una vita traste, incatenata a quel dover fare sempre la scelta giusta. La coscienza è ovviamente una carattestica di noi esseri umani (anche se alcuni probabilmente devono averla persa da qualche parte, nota mia), ma lo è anche lo sono anche la trasgressione l'istinto. E infatti quando Filippo si trova occasionalmente e accidentalmente senza coscienza, sbrocca completamente e finisce per fare cose che nessuno si aspetterebbe da lui. Ed è pure giusto che la faccia, perché il vero Filippo non è quello che ogni secondo della sua vita si trattiene, per non fare la scelta sbagliata e che un po' alla volta si è come spento. Filippo è anche l'altro, quello che in una sola notte commette una serie di pazzie che finiscono per stravolgergli la vita.
Ho trovato questo film particolarmente ispirato. Come ho scritto è una commedia e infatti si ride spesso. Non sguaiatamente, perché non è quel tipo di commedia, ma comunque si ride, perché le trovate, anche se a volte un po' telefonate, funzionano. Ma non è una commedia necessariamente leggera, perché alla fine ci vuole dire di lasciarci andare. Non credo che il messaggio sia di agire senza coscienza, quello è solo l'espediente, ma lasciarsi andare sì, essere se stessi. Però c'è un altro aspetto ancora più fine. Il protagonista, infatti, al contrario di quello che siano portati a pensare per buona parte dell'inizio del film, non è Filippo, ma Otto. Nel momento in cui Filippo e Otto giocoforza si separano, entrambi hanno la stessa trasformazione. Le coscienze, come ci viene detto nel film, sono umani senza il coraggio. E invece è anche e proprio Otto a trovare il coraggio, per fare scelte che non sono necessariamente senza coscienza, cioè amorali, ma sono dettate anche dal coraggio. Il coraggio di buttarsi, di provare, di non autolimitarsi.
Bravo Filippo Scicchitano a interpretare sia il Filippo (il personaggio) limitato dalla sua coscienza opprimente, sia il Filippo libero. E bravo anche Francesco Scianna, perfetto finché vive nel mondo delle coscienze, dove lui è il campione e perennemente in difficoltà, quando passa nel mondo degli umani e deve fare i conti con la realtà e con le scelte della vita. In parte anche le protagoniste femminili, la tormentata Valentina di Matilde Gioli e la Luisa di Beatrice Grannò, il cui personaggio è forse un po' più in ombra rispetto agli altri per necessità di trama, ma che quando è chiamata in causa fa il suo dovere. Divertenti tutte le scenette con Alessandro Benvenuti.
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