mercoledì 11 gennaio 2017

The Shannara Chronicles

Dopo aver scritto qualcosa (recensito è forse un po’ troppo) su tutti i libri della saga letteraria (i 22 che ho letto io, qui, qui e qui), non si poteva non scrivere qualche commento anche per la serie TV The Shannara Chronicles, tratta dal romanzo Le Pietre Magiche di Shannara di Terry Brooks. Lo scrittore statunitense, per la verità, era da anni che proponeva i suoi libri come soggetto per un’opera del grande schermo. Finalmente la proposta è stata accettata, anche se per un’opera destinata al piccolo schermo (e, aggiungo io, Brooks avrebbe fatto meglio ad attendere ancora…).
La trasposizione su pellicola della saga di Brooks è partita stranamente dal secondo libro e non dal primo. Ciò è stato spiegato dallo stesso Brooks ed è legato al fatto che nel primo romanzo i protagonisti sono solo uomini. Io aggiungerei che il primo romanzo assomiglia troppo al Signore degli Anelli, ma sono illazioni… Comunque Le Pietre Magiche di Shannara è forse il migliore romanzo dell’intera saga e può essere letto anche a prescindere dal primo, quindi va bene così.
Io generalmente odio le serie TV, ma questa è tratta da un romanzo che mi è piaciuto molto, facente parte di una saga che ho amato (poi ho finito per odiarla, ma questo è un altro discorso, i primi romanzi restano validi) e in più è fantasy, come potevo non vederla?
Wil Ohmsford con una delle espressioni più intelligenti, mentre cerca di capire, guardando una Pietra Magica, se la serie avrà un senso
A essere sinceri fin da subito si è palesato un elemento di preoccupazione: il produttore della saga era MTV, un canale televisivo statunitense il cui target sono principalmente adolescenti (da non confondere con Videomusic, il mitico canale musicale italiano che solo quelli che hanno qualche anno come me possono ricordare, poi acquistato da Cecchi Gori e trasformato in TMC2. Oggi MTV trasmette in Italia nelle frequenze che un tempo furono di Videomusic… Quanti ricordi, ma non divaghiamo!). Le Pietre Magiche di Shannara come tutti i romanzi della saga ha molti protagonisti che sono dei ragazzi, ma, rispetto ad altri, si presta di più al cosiddetto teen drama. Il romanzo originale non ha nulla a che vedere con i romanzi young adult (ma è diventato obbligatorio usare termini inglesi?) tanto in voga oggi, ma la scelta della produzione è stata quella.
Amberle con una delle sue espressioni tipiche
La seconda perplessità è quella della lunghezza. Il romanzo di Brooks non è lunghissimo, come avrebbero potuto trasformarlo in una serie TV? La Compagnia dell’Anello, nella versione estesa comprendente tutte le scene poi tagliate è lungo 228 minuti, quasi 4 ore. Se fossero episodi di 40 minuti l’uno, tagliando con l’accetta, diventerebbero quasi 6. Per farne 10 dalle Pietre Magiche di Shannara occorre inventare qualcosa.
Amberle che ricicla l’espressione di prima. Lo farà spesso nelle 10 puntate…
E, infatti, si parte inventando. Nella prima puntata ci sono gli elfi che devono scegliere i nuovi Eletti, cioè coloro che si occuperanno dell’accudimento dell’albero sacro, l’Eterea e lo fanno in un’assurda corsa bendata nei boschi. In più gli elfi vengono dipinti con un aspetto molto più gotico di quello che ci si potrebbe aspettare (sembrano i vampiri di Underworld! O forse anche quelli di Twilight, ma non li ho visti).  Comunque, tanto per strizzare un occhio a Hunger Games e Divergent, la corsa, una violenta competizione fra giovani, viene vinta da una ragazza che sarà la protagonista della serie, Amberle, una giovane, forte e determinata elfa. E proprio qui non ci siamo. L’Amberle del romanzo fugge dalle proprie responsabilità, è debole e insicura e solo grazie al sostegno di Wil riesce a portare a termine il suo compito. Solo alla fine del romanzo, dopo un viaggio che l’ha fatta maturare, accetterà le sue responsabilità. La forza d’animo e la determinazione che sono state date a Amberle sono state sottratte a Wil, che così risulta nella serie TV completamente svuotato. Mi chiedo cosa resti al Wil di Austin Butler, a parte i pettorali (che vengono fatti vedere in continuazione, con ogni espediente…), che non credo facessero parte dell’originale, per come Brooks se l’era immaginato. Peccato, perché il Wil del romanzo cartaceo era proprio un bel personaggio, ben diverso dai soliti Ohmsford gnoloni di tutti gli altri romanzi, sempre allegro, propositivo e pronto a elaborare piani strampalati e regolarmente non funzionano. Anche Allanon (che, francamente, scommetto che tutti i lettori avevano immaginato ben diverso da come è stato reso dal seppur bravo, ma sprecato Manu Bennett) risulta piuttosto svuotato, trasformadosi in una spalla di Wil, che interviene qua e là quando serve, peraltro raccogliendo spesso figuracce per esigenze di trama. L’Allanon originale è invece un sapiente manovratore che conosce quello che potrebbe essere il futuro, ma non lo rivela completamente, per spingere i personaggi a fare ciò che devono fare. L’unico personaggio, fra i principali, che riprende esattamente l’originale del romanzo è l’ambigua Eretria. Anche per quanto riguarda il personaggi secondari non va meglio. Si parte dalla famiglia Elessedil, con re Eventine e i due figli Arion e Ander profondamente diversi, soprattutto questi ultimi, da come erano stati pensati nel romanzo. Anche le loro storie subiscono variazioni notevoli, con tutte le diatribe sulla successione al trono. Altro personaggio diverso, se non assurdo, è Cephelo, padre “adottivo” di Eretria, che cambia drasticamente da una puntata all’altra per semplici esigenze di trama.
Lieve variazione sul tema. La bocca è un po’ meno aperta e gli occhi sono lucidi. E qui chiudiamo con le principali espressioni dell’attrice Poppy Drayton
Così si continua con episodi tratti in maniera più o meno credibile dal romanzo alternati ad altri palesemente (e malamente) inventati, come quello degli affioramenti di sostanze inquinanti che l’allegra comitiva dei tre ragazzi e la scorta elfica dovranno attraversare. Ecco un altro elemento su cui la produzione ha deciso di calcare la mano: l’ambientazione post catastrofica. Il mondo di Shannara è un mondo fantasy che si rivela essere il nostro mondo, trasformato da guerre e inquinamento. Ma ciò, nella prima trilogia, è appena percettibile e anche nella seconda quadrilogia risulta comunque secondario. Invece nella serie TV diventa un elemento piuttosto presente nell’ambientazione con degli scenari che, bisogna dirlo, per lo più sono fatti veramente bene e funge anche da elemento scatenante di molti eventi importanti della trama. Si tratta di una scelta chiaramente ispirata al successo di alcuni film (Hunger Games, Divergent, Maze runner) tratti da romanzi con simili ambientazioni (ma non fantasy) che, alla fine, è anche accettabile. Se non fosse per qualche discutibile assurdità, come la flebo, i generatori di corrente e la festa tecno con musica e luci colorate (sigh!).
Eretria che imita Amberle
Le modifiche alla trama del romanzo diventano via via sempre più consistenti col procedere delle puntate. Fra queste l’assurdo e inutile episodio horror all’interno del Baluardo o quello di Utopia con gli umani e i troll ispirati a Eloi e Morlock della Macchina del Tempo di H.G. Wells (ma riusciti molto peggio). Parallelamente sono invece molti i tagli. L’avanzata dell’orda dei demoni e le progressive schermaglie con l’esercito degli elfi, fino alla battaglia finale alle porte di Arbolon manca completamente. Per la verità la battaglia finale c’è, ma forse per l’esaurimento dei fondi risulta veramente ridicola. Alcuni personaggi sono stati completamente tagliati, a scapito di altri inseriti malamente. Fra i tagliati è da notare l’assoluta assenza di Stee Jans, comandante del Libero Battaglione inviato dagli umani di Callahorn in soccorso di Arborlon, uno dei migliori personaggi dell’intera saga di Shannara, sicuramente uno dei più epici. Così come non compare il vecchio Hebel che nel finale del romanzo aiuta il terzetto composto da Wil, Amberle ed Eretria a raggiungere il Fuoco di Sangue. Tutta questa parte nella serie TV, fra l’altro diversa, viene descritta male e frettolosamente. Tra l’altro, ci sta che abbiano tagliato le parti della battaglia, perché avrebbero consumato troppi fondi, che evidentemente non c’erano, ma le parti finali del viaggio di Wil, Amberle ed Eretria no! Piuttosto che inventare episodi inutili e farlocchi per allungare il brodo, perché non utilizzare quello che è scritto nel romanzo? Fra i personaggi inseriti a caso troviamo lo Gnomo Slanter, preso in prestito dal romanzo successivo, che qui è però veramente ridicolo, nemico giurato e prigioniero per anni e anni degli elfi, decide, con motivazioni deboli, non solo di aiutare i suoi nemici, ma di convincere il suo popolo a impegnarsi in una battaglia suicida contro i demoni! E poi c’è l’elfo Bandon, inserito in una linea narrativa completamente inventata e che ha lo scopo, probabile, di introdurre una seconda stagione, sove farà la parte del malvagio.
Una costante dell’intera serie è quella degli eventi che si svolgono, più che altro, per sviluppare ciò che sembra essere per gli autori l’elemento più interessante dell’intera trama del romanzo: il triangolo amoroso Wil/Amberle/Eretria. Con Amberle che,  attratta, ricambiata, da Wil, si dimentica rapidamente il suo pretendente elfo che compare nel primo episodio, Eretria che prova a strappare Wil ad Amberle e, in un episodio, ci prova con Amberle stessa e Wil che non si lascia sfuggire l’occasione e, pur avendo scelto Amberle, si lascia sedurre anche da Eretria. Per i tre personaggi sono stati senza dubbio scelti attori giovani e belli. Se sapessero anche recitare…
Da notare come il coraggioso Wil mandi avanti le ragazze nel tunnel buio e misterioso…

Una delle cose singolari è il finale aperto per la produzione di una seconda stagione (già confermata). E’ curioso, però, che quello che, s’intuisce, possa essere il soggetto della seconda stagione, non abbia nulla a che fare con il successivo romanzo della saga. Nel romanzo Amberle si sacrifica e, trasformandosi in un albero, diventa la nuova Eterea, Wil è disperato, ma alla fine se ne fa una ragione e se ne va con Eretria. Il romanzo successivo si svolge 25 anni dopo e i protagonisti sono i figli di Wil ed Eretria. Nella serie TV Amberle entra nell’albero morente attraverso una porta (!?) e sono pronto a scommettere che nella seconda stagione in un qualche modo uscirà, Eretria viene rapita dai troll e Wil parte a cercarla, mentre Bandon, come detto assente nel romanzo, ormai contaminato dal male dei demoni, fugge da Arborlon.
Evidentemente agli autori della serie TV i libri di Brooks devono essere piaciuti poco…
Un commento finale è che la serie ha secondo me mancato gli obiettivi, per il semplice motivo che le premesse erano sbagliate. La mia spiegazione in tre “forse”.
Se si vuole realizzare una serie TV young adult, forse è meglio partire da una storia di quel tipo, piuttosto che da una storia diversa adattandola.
Se i soldi a disposizione sono pochi, forse non è il caso di mettere in scena un romanzo fantasy che, per almeno un terzo della trama, descrive un’epica battaglia contro orde di demoni scatenati.
Se si vuole creare serialità, partendo da una stagione, ma ipotizzandone altre successive con gli stessi personaggi, forse è meglio non partire da un romanzo la cui storia finisce al termine del romanzo stesso.
Ora vediamo cosa riusciranno a fare con la seconda stagione.

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