Avevo lasciato Sam Worthington col poco riuscito The Titan, film partito da una buona idea, sviluppata male, messa in scena peggio, con una recitazione discutibile e un finale poco riuscito, come scrivevo nella recensione. E Sam Worthington non solo non era riuscito a salvare le sorti del film, ma era precipitato pure lui nel baratro, con una recitazione insufficiente.
Questo Fractured, che è stato fatto nel 2019, due anni dopo The Titan, è una pellicola di ben altro genere, in cui ho avuto modo di rivalutare Sam Worthington. Ma forse la diffrenza è nel manico di chi ha scritto la sceneggiatura e della regia (rispettivamente Max Hurwitz e Lennart Ruff in The Titan e Alan B. McElroy e Brad Anderson in Fractured).
Ma a voi di tutte queste menate, cosa ve ne frega?
Niente, quindi qualche parola sulla trama.
Protagonista della vicenda è Ray Monroe (Sam Worthington appunto) che, malgrado sia in procinto di separarsi, è in viaggio con la moglie Joanne Monroe (Lily Rabe) e la piccola figlia Peri Monroe (Lucy Capri) per raggiungere i nonni, non so se i genitori di lei o di lui, ma poco importa, per festeggiare il Ringraziamento.
In una stazione di servizio succede un incidente e Peri e lo stesso Ray cadono in un cantiere abbandonato. Il padre ha sbattuto la testa e la bambina sembra si sia rotta un braccio.
La coppia decide di raggiungere il più vicino pronto soccorso dove scopriamo che avere a che fare con la sanità, se vivi negli Stati Uniti, non è semplice, dato che sembra che l'ospedale non si possa occupare di Peri, perché l'assicurazione sanitaria della famiglia Monroe non copre le prestazioni di quel presidio sanitario. Risolti in un qualche modo i problemi, finalmente il dott. Berthram (Stephen Tobolowsky) prende in carico la piccola e sembra che il problema non sia solo al braccio. Così, per precauzione, decide di farle una TAC. Ray vede la figlia e la moglie scendere con un infermiere verso un piano interrato della struttura e si accomoda nella sala d'aspetto, dove, dopo poco, si addormenta.
Al suo risveglio sono trascorse varie ore e il personale dell'ospedale è cambiato, perché siamo nel turno successivo. Ma Peri e Joanne non sono ancora risalite!
Ray inizia a fare domande, ma nessuno riesce a dargli informazioni e, anzi, sembra che non ci siano proprio tracce delle due Monroe dentro l'ospedale. Mentre da un lato Ray inizia ad avere inquietanti sospetti su quello che sta avvenendo all'interno di quella struttura sanitaria, anche lo spettatore inizia a farsi delle domande, perché non è detto che tutto sia quello che sembra e quale sia la verità diventa difficile da capire.
Più di così non si può scrivere, per non rischiare di rovinare la visione della pellicola.
Perché secondo me la pellicola una visione la merita eccome.
La suspance non manca e a un certo punto il disorientamento e il dubbio la fanno da padroni.
Confesso che fino alla fine mi sono chiesto quale fosse la realtà e quale fosse l'inganno e più volte ciò che stavo vedendo mi ha fatto cambiare idea, in un crescendo finale che diventa sempre più angosciante se ci si immedesima col protagonista.
Va detto che se uno conosce il regista, Brad Anderson, autore nel 2001 di Session 9 con Peter Mullan e nel 2004 dell'Uomo senza sonno con Christian Bale sa bene quale sia lo schema narrativo che qui anni dopo ha voluto ripendere. Ma questo non toglie che la tensione di Fractured funzioni eccome e l'angoscia ci sta tutta.
Poi non è che Sam Worthington sia diventato improvvisamente espressivo, l'attore è sempre quello, ma se ben diretto, con una trama sufficientemente solida, riesce a funzionare.
La pellicola riesce a mantenere costante tutta la tensione necessaria per tenere lo spettatore incollato al video, per capire come andrà finire. Minuto dopo minuto i sospetti e i dubbi non fanno che aumentare e continuano a portare verso interpretazioni diverse di quello che stiamo vedendo, senza che nessuna di queste sia sufficientemente giustificata e provata da essere attendibile.
Qui sto per lanciarmi in un commento che contiene un parallelismo esagerato, gli dei della letteratura abbiano pietà e comprensione di me...
A tratti o, almeno, prima di una certa evoluzione, le vicende di Ray iniziano a essere kafkiane e l'angoscia che si prova vedendo il film richiama quella stessa angoscia che si prova leggendo le opere dello scrittore praghese.
A tratti, ho scritto!
Un film disturbante. Non certo un capolavoro, ma comunque un'opera che raggiunge pienamente i suoi scopi.
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