28 agosto 2025

Quella casa nel bosco


Ormai i film horror sono talmente inflazionati che fare qualcosa di originale è diventato veramente difficile. Alcuni autori si limitano a fare il compitino e a fare film tradizionali, con temi standard, ma fatti bene. Poi ogni tanto capita che qualcuno osi un po' di più e salta fuori Quella casa nel bosco, The cabin in the woods, nell'originale inglese.

E' veramente difficile parlare di questo film senza fare spoiler. Cercherò di essere assolutamente riservato, perché anche se si tratta di una pellicola del 2012, ci può essere ancora qualcuno che non l'ha vista, come il sottoscritto fino a pochi giorni fa. Però non è facile e non garantisco di riuscirci, per cui vi consiglio vivamente di leggere questo post solamente dopo aver visto la pellicola. Anzi, fate come me, non leggete proprio niente e guardatela, poi ne riparliamo.

Andiamo con un po' di trama, con molta attenzione.

L'inizio già è spiazzante. Siamo in un laboratorio o qualcosa del genere, in cui durante la pausa caffè due tecnici fanno incomprensibili discorsi e vengono informati che solo USA e Giappone non hanno ancora fallito nell'esperimento (è un esperimento?) in corso. E io che di Quella casa nel bosco non avevo letto nulla, sono andato a controllare di non aver fatto partire il film sbagliato. No è proprio lui.

Poi arriva l'inizio classico. Un gruppo di studenti universitari si sta preparando per partire in camper per una breve vacanza in uno chalet nei boschi di proprietà di un cugino di uno di loro. Uno chalet sperduto nei boschi? Sappiamo già come andrà a finire. E infatti quando i ragazzi arrivano, la casa ha proprio l'aspetto di quella casa. Quale casa? Come quale casa? Quella del film La casa di Sam Raimi, col mitico Ash Williams, l'attore Bruce Campbel, The Evil Dead nell'originale, capostipite di una serie di film e anche una grottesca serie tv.

Ma non divaghiamo. 

Perché fin da subito scopriamo che l'oggetto dell'esperimento dei tecnici, che sono parecchi e anche tecnologicamente ben organizzati e forniti, sono proprio i ragazzi! Insomma, una specie di The Truman Show in salsa horror. Devo essere sincero? Certo che sì. Per un bel po' mi sono detto: "ma questo film è una stronzata!". Solo che si tratta di una stronzata talmente bizzarra e talmente fatta bene che a un certo punto viene proprio voglia di capire dove vorranno arrivare il regista e anche sceneggiatore Drew Goddard e lo sceneggiatore Josh Whedon, il primo sceneggiatore di Cloverfield, il secondo di varie pellicole e serie tv degli Avengers, ma anche Buffy l'ammazzavampiri e lo spin off Angel. Insomma, non proprio due dilettanti.

Più di così non posso scrivere, ma è proprio a questo punto che la pellicola va oltre e infrange tutte le barriere che poteva infrangere, rimanendo sull'orlo fra una sbroccata e una genialata. Un film che fa del metacinema il suo fulcro e il suo obiettivo. Sì, perché alla fine Quella casa nel bosco è proprio metacinema. Praticamente ogni scena della pellicola richiama in un qualche modo altre scene tipiche e in alcuni casi famosissime scene di noti film horror. E in alcuni casi si tratta di veri e propri topoi del genere.

E poi alla fine, fra una scena splatter che coinvolge i poveri ragazzi e un intermezzo comico che riguarda i misteriosi tecnici che stanno guidando le azioni dei protagonisti, la trama finisce per svelarsi e salta fuori, non senza citare altri topoi, la vera sottotrama del film, fra l'altro con un cameo dell'eterna Sigourney Weaver. Perché Goddard e Whedon alla fine un'idea ben precisa l'avevano e quella frase riportata sulla locandina, "tu credi di conoscere la storia", assume un significato.

Gli attori che interpretano i ragazzi sembrano fatti apposta per quei ruoli. Kristen Connolly è la brava ragazza, Jesse Williams il secchione (forse un po' troppo figo per la parte), Fran Kranz il fattone, Anna Hutchison la gnocca e Chris Hemsworth il figo. Sono sempre più convinto che l'iconico Thor, per quanto sia perfetto per recitare ruoli di azione pura (guardatevi Tyler Rake), riesca ad adattarsi praticamente a tutte le parti possibili.

Insomma, guardatelo, dai!




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